Love Revenge

Feb 17, 2014 19:39


Mi vergogno tantissimo =___= è da natale che non posto, mi faccio schifo da sola, quindi prego prendetemi a sassate non mi scansero U____U me le merito tutte. Ormai non vi dico nemmeno che cercherò di scrivere e postare presto o altro, non voglio dirvi bugie, posso dirvi che cercherò di sbrigarmi e cercherò di avere l'ispirazione giusta per scrivere, e non credete non è che non scrivo, anzi... ho parecchie one-shoot da copiare al pc, il problema è che il tempo libero per scrivere non coincide mai con il momento di ispirazione =___=
Farò mio meglio però lo giuro U___U

Riassumo per chi giustamente non si ricorda dove eravamo arrivati: Sho ha scoperto che Jun sta molto male ed è andato da Nino a fargli una piazzata per farlo liberare, Nino alla fine, non per merito di Sho, decide che farà portare Jun in una stanza accogliente e pulita facendo però un patto con Satoshi.

Titolo: Love Revenge
Gruppo: Arashi + Kanjani
Genere: AU, Storico (vagamente fantasy)
Rating: R
Pairing: Sakumoto, Ohmiya accennato
Desclaimers: Non sono di mia proprietà, lo è solo la storia di cui mi fanno da protagonisti contro la loro volontà XD
Ringraziamenti: A Harin e Jinny che si sorbiscono i capitoli per mail e che mi aiutano con le ricerche XD
Note: Per una migliore lettura scaricare la MAPPA
Capitoli precedenti: Intro, Cap.1, Cap.2, Cap.3, Cap.4, Cap. 5, Cap.6, Cap.7, Cap.8, Cap.9

Capitolo 10

Sho venne informato solo il mattino dopo che Jun era stato portato in una delle stanze di palazzo, chiese di essere condotto da lui e Maruyama lo guidò fino alla stanza che era stata assegnata all’haris e a Ohno, lo fece entrare e poi si congedò.
-Altezza- lo salutò con un inchino Satoshi quando lo vide entrare.
Sho si avvicinò subito al letto in cui era Jun, poi si rivolse subito a Satoshi, -Come sta?-
-Già meglio ora, è stato medicato e le ferite sono state pulite e disinfettate, ha una profonda ferita all’addome, lo avevo già medicato e ricucito più volte ma non ha mai voluto stare a riposo per cercarvi e la ferita ha continuato a riaprirsi- spiegò.
-Si è svegliato?- domandò ancora Sho.
-No è ancora privo di sensi, la febbre è ancora alta ma si sveglierà presto- lo tranquillizzò Satoshi.
-Cosa è successo? Come ha fatto a scappare?- domandò Sho.
-Come non so dirvelo altezza, non mi ha mai detto nulla a riguardo, ma credo lo abbiano lasciato andare per qualche motivo, forse perché speravano li conducesse da voi- spiegò.
-Cosa gli hanno fatto?- domandò più con un sussurro a se stesso che al ragazzo davanti a lui.
-Non so dirglielo con precisione ma… i segni sul suo corpo parlano chiaro, quando l’ho trovato era quasi in fin di vita, aveva perso molto sangue, aveva due frecce conficcate nella spalla e la ferita all’addome è stata provocata anche quella da una freccia-
Sho ricordava che Jun era stato colpito da una freccia e anche che aveva un braccio sanguinante, ma non immaginava che nonostante tutte queste ferite potesse essere riuscito a scappare fino ad arrivare lì.
-Inoltre…- continuò Satoshi, -devono averlo torturato a lungo per farlo parlare, sulla schiena ha diversi segni di sferza ma non è bastato perché sono arrivati a dargli della datura per farlo parlare, quando l’ho trovato era ancora in parte in crisi d’astinenza- raccontò minuziosamente.
Jun non era mai venuto meno al suo dovere, lo aveva protetto fino alla fine e lo stava ancora proteggendo, ma Sho continuava a non capire perché lo facesse, nonostante ormai non dovesse obbedire più agl’ordini che suo zio gli aveva imposto; ma dopotutto Sho aveva imparato ad osservarlo ma mai a comprenderlo anche se ci aveva sempre provato, Jun mai una volta si era lasciato andare con lui, mai una volta aveva pensato a Sho come a un compagno, un amico e Sho questo lo sapeva bene anche se invece da parte sua Jun era molto più di una semplice guardia del corpo, era legato a lui da un sentimento diverso, in parte confuso ma a cui non voleva rinunciare.
Sho si sedette ad una sedia accanto al letto, rimanendo a guardare il volto di Jun imperlato per il sudore a causa della febbre.
-Io mi allontano per un po’ altezza- disse poi d’un tratto Satoshi capendo che era il caso di lasciarlo da solo con Jun.
Sho attese che Satoshi fu uscito dalla stanza poi fece una cosa che non aveva mai fatto da quando conosceva Jun gli prese una mano e la strinse per qualche secondo tra le sue, Jun era l’unica cosa importante che gli era rimasta e non doveva più succedergli nulla di male per colpa sua.

-Come sta la principessa?- chiese Nino quando Satoshi ebbe richiuso la porta dietro di se.
-Ha ancora la febbre alta ma si riprenderà- rispose Satoshi, -Volete fare il duro ma sembrate interessarvi più di quanto vogliate far vedere- gli fece notare.
-Non era mia intenzione arrischiare alla sua vita, è stata la vostra presunzione ad alterarmi- lo accusò Nino che ancora non aveva mandato giù del tutto le parole di Satoshi, per quanto fossero comunque state vere.
Il ragazzo però ignorò l’ultima accusa e si incamminò lungo il corridoio seguendo il re.
-Dovreste dare un po’ di fiducia al principe- disse poi d’un tratto, -Non ha mai governato un regno e non è mai stato in battaglia, ma probabilmente neanche voi avete avuto grandi occasioni di battervi, però è venuto fino qui sapendo quali erano i rischi, dovreste per lo meno provare ad ascoltare le sue ragioni-
-Non sono le sue ragioni che mi preoccupano, trovo che sarebbe una bella cosa portare finalmente di nuovo la pace a Ghaliya, ma…- fece una pausa di qualche secondo, -devo pensare alle priorità del mio popolo, muoversi per una guerra vuol dire mettere a rischio la vita di molti e noi non siamo un popolo di guerrieri, abbiamo soldati ben addestrati…-
-Spie ovunque- aggiunse Satoshi ripensando a quante cose di cui era informato il sovrano già prima che succedessero quasi.
-Ma le spie sono appunto spie non combattono, mentre Zamìn ha guerrieri come i Sabaku leali alla corona e gli Haris che seppur schiavi combattono nelle loro schiere- puntualizzò Nino.
Satoshi non potè replicare, ovviamente era normale che la prima cosa a cui un re deve pensare è il proprio popolo e una guerra costava sempre molte vite da entrambe le parti.
-Valuterò con calma la situazione, ma la mia decisione finale dipenderà anche dal principe, non ha mai avuto delle responsabilità, non sa cosa vuol dire prendere delle decisioni che porteranno inevitabilmente la morte tra la tua gente-
-Avete ragione ma… dategli fiducia, io credo sia una brava persona. Non lo dico solo perché sento di dovergli qualcosa ma perché l’haris avrebbe potuto abbandonarlo al suo destino, non era più costretto a proteggerlo, eppure gli è leale, lo ha seguito fino qui e ha rischiato la vita per lui, crede fermamente in lui anche se probabilmente non ne è del tutto consapevole- Satoshi aveva capito che Jun inconsciamente doveva molto a Sho, probabilmente l’affetto che gli aveva dato, l’umanità che gli aveva mostrato tante volte seppure lui non la comprendesse. Gli Haris sono un clan fortemente legato, si sostengono gli uni con gli altri l’essere dei guerrieri per loro è una sorta di filosofia di vita è nella loro cultura, non lo fanno perché amano combattere sul serio. Jun è stato portato via dalla sua gente, gli è stato dato un compito e come gli è stato sempre insegnato ha adempito agl’ordini ma… allo stesso tempo Satoshi era sicuro che Jun aveva inconsciamente instaurato con Sho il legame che gli era venuto a mancare quando era stato allontanato dal suo clan, diventando il suo unico punto di riferimento ed ora non era in grado di sciogliere quel legame che lui stesso aveva inconsciamente creato.

Passarono un paio di giorni, Jun non aveva ancora ripreso conoscenza, ma la febbre si era abbassata quindi ormai era fuori pericolo, ci sarebbe voluto ancora molto prima che si fosse svegliato. Sho continuava ad avere diverse udienze sia con il re che con il consigliere Maruyama, cercando di venire ad un accordo, ma non mancava mai di informarsi da Satoshi sulle condizioni di Jun e spesso mandava anche Masaki a controllare.
Un pomeriggio mentre era nella sala del trono a conferire con il re, d’un tratto entrò Masaki, stavano parlando quindi attese in un angolo vicino all’ingresso, Sho lo vide e immediatamente si preoccupò che fosse successo qualcosa di grave a Jun, anche Nino sembrò vederlo turbato e qualche minuto dopo un servo arrivò e bisbigliò qualcosa all’orecchio di Maruyama il quale si avvicinò a Nino e riferì il messaggio.
-Per oggi finiamo qui, vi farò mandare a chiamare quando sarà possibile riparlarne ancora- esordì il sovrano per poi alzarsi e ritirarsi, in quell’istante Masaki raggiunse di corsa il principe attraversando la sala.
-Jun… Jun si è svegliato- riferì felice, Sho finalmente riuscì a sentirsi sollevato, era stato costantemente in ansia per l’haris e adesso finalmente poteva rilassarsi, Jun si stava veramente riprendendo.
-Vuole andare da lui altezza?- chiese immediatamente Masaki.
Sho rimase in silenzio, era stato tanto in ansia per Jun che non aveva nemmeno pensato a cosa gli avrebbe potuto dire quando si sarebbe ripreso, c’erano tante di quelle domande che affollavano la sua testa, domande che volevano una risposta ma che allo stesso tempo temevano di riceverla, voleva conoscere la verità ma allo stesso tempo aveva paura che sarebbe stata troppo dura da sopportare.
-Altezza…?- lo richiamò Masaki non ottenendo risposta.
-No Masa, torniamo nelle nostre stanze, lasciamolo riposare ora- disse soltanto, poi lo precedette verso i loro alloggi.

Passò qualche giorno e Jun si stava riprendendo del tutto, era stato però obbligato da Satoshi a rimanere a letto, doveva riposarsi e smettere di sopravvalutare le sue condizioni. Inoltre dal momento in cui Jun si era svegliato il re aveva fatto mettere diverse guardie alla porta della sua stanza e lungo il corridoio l’haris per lui era imprevedibile e anche se Satoshi era stato contrario a tutto ciò, non poteva negare che così facendo anche lui si sentiva più sicuro che Jun non avrebbe tentato qualche follia.
La cosa strana però era che il principe da quando Jun si era svegliato non si era più fatto vedere, più volte Masaki era venuto ad informarsi di come stesse l’haris, sicuro per ordine del principe ma questo non si era però più fatto vivo.
-Masaki come vanno le trattative con il re?- chiese un pomeriggio Satoshi quando Masaki era venuto a far visita a Jun e a portare qualche dolcetto dalle cucine.
-Sono ancora in trattative, non riescono ad arrivare ad un accordo- sospirò, ormai erano passate due settimane da quando avevano cominciato a discutere seriamente della cosa, Sho passava ore a colloquio con il re, ma ancora non avevano concluso niente.
-Tutto questo è folle! Il principe deve tornare immediatamente a Zamìn, lì penseremo a trovare una soluzione!- protestò Jun che ancora era fermamente convinto che fosse solo un pericolo per il principe rimanere lì.
-Io penso invece che il principe abbia fatto l’unica cosa saggia che c’era da fare, a Zamìn non ha alleati e anche volendoli trovare quanto tempo ci vorrebbe per metter su abbastanza uomini da azzardare un attacco? Il re non è una cattiva persona, se il principe gli dimostrerà che può avere fiducia in lui lo appoggerà sicuramente- disse Satoshi, anche Masaki ormai la pensava così, solo Jun sembrava essere fortemente contrario, troppo focalizzato sul mettere al sicuro il principe anche se non sapeva più nemmeno lui esattamente al sicuro da cosa.

-Forse ci siamo Masaki, sembra che stia riuscendo a farmi ascoltare dal re, potremmo davvero avere il suo appoggio se…- disse Sho a Masaki felice di aver raggiunto un piccolo obiettivo, ma si interruppe quando da una finestra vide entrare Jun.
-Jun? Ma che…- provò a dire Masaki confuso e anche un po’ spaventato dal vedere l’altro entrare da una finestra, non erano al piano terra era piuttosto alto lì e avrebbe potuto anche farsi male.
-Altezza dobbiamo andare via!- esordì Jun ignorando completamente Masaki.
-Jun come te lo devo dire io non…-
-La principessa si è messa a scalare il mio castello, non dovrebbe essere il contrario in genere?- disse Nino facendo la sua entrata nelle stanze di Sho senza bussare e seguito da diverse guardie armate.
-Peccato proprio adesso che mi ero quasi deciso ad aiutarvi- disse scuotendo la testa con disapprovazione.
-Cosa significa?- chiese Sho accigliato, non poteva ripensarci a cosa era servita tutta la sua fatica?
-Mi dispiace ma non posso fidarmi di qualcuno che non è in grado nemmeno di controllare la sua guardia del corpo, se non ti obbedisce vuol dire che non riconosce la tua autorità e se non lo farà lui non lo faranno nemmeno il resto dei tuoi sudditi, quindi non andrò a far morire i miei soltati per qualcuno che non è in grado nemmeno di guidarne uno solo!- protestò irato Nino.
-Jun farà quello che gli ordino- urlò arrabbiato avvicinandosi minaccioso a Nino, ma due guardie si fecero immediatamente avanti senza nemmeno che gli venisse ordinato, Jun fece altrettanto e spinse via Sho mettendosi in guardia pronto a difenderlo.
-Jun fatti da parte!- ordinò immediatamente Sho.
-Non ti obbedisce, segue le sue di regole non le tue- lo prese in giro ancora Nino, facendo soltanto infuriare di più Sho.
-Jun mi obbedirà invece, perché sono IO il principe ereditario di Zamìn e sono IO ad avere diritto su di lui, ed ora Jun obbedirai a me, sei un haris e sei il MIO servo, d’ora in poi farai solo quello che ti verrà ordinato! Fatti indietro, subito!- ordinò categorico Sho, Jun dovette obbedire, era un ordine chiaro e Sho sapeva benissimo che Jun sarebbe stato costretto ad obbedirgli perché faceva parte del codice di Jun, delle sue regole, quelle stesse regole che Jun non poteva infrangere e che lo tenevano così distante da lui.
Nino rimase sorpreso dal vedere l’haris obbedire e farsi indietro di alcuni passi il capo chino in segno di rispetto e le braccia dietro la schiena.
-D’ora in poi vi assicuro maestà che Jun non creerà più problemi, ma ritornerà da ora a svolgere il suo incarico e sarà sotto la mia completa responsabilità- disse Sho rivolgendosi a Nino e sta volta la sua non era una richiesta, Jun avrebbe ripreso a svolgere il suo incarico di guardia del corpo e da quel momento Nino non avrebbe più potuto dare ordini a riguardo.
-Avete detto bene, sarà solo una vostra responsabilità ora- puntualizzò Nino, poi aggiunse -Farò preparare delle vesti più adatte a un haris- poi si girò per andarsene ma si fermò sulla porta.
-Vi aspetto domani mattina per discutere ancora con voi, portate anche la principessa con voi- disse infine uscendo dalla stanza seguito dalle guardie.

g: arashi, p: sakumoto, g: kanjani8, p: ohmiya, gnr: au, r: r, gnr: storica, gnr: fantasy

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