Un titolo rubato a hide e rosanna per un post prima di fuggire dai vecchietti XD
La prissoma storiaaaaa yeeeeeeeeeeeeeee *esulta da sola a cazzo*
TITOLO: ai ha kizutsukiyasuku (l'amore è fragile) (o anche Attroiokuza, grazie a vampiretta XD)
AUTRICE: jinny
GENERE: angstino
GRUPPO: Arashi
PAIRINGS: matsuba, ohmiya
RATING: nc-17
NOTE: inizio ad essere brilla U_U
RINGRAZIAMENTI: alle Prime Lettrivi vampiretta e harin <3 <3 <3 *tanti cuoriiii*
Kazunari guardò l’orologio, continuando a camminare avanti ed indietro. Si era coperto moltissimo, ma ormai iniziava a sentire freddo comunque. Dopo un’ora, rinunciò e, sentendosi decisamente frustrato, si allontanò. L’aveva chiamato almeno otto volte, gli aveva lasciato messaggi in segreteria, ma non gli era arrivata nessuna risposta. E così, come sempre, finì a casa di Masaki. Il suo amico lo accolse con una birra ed un sorriso. L’appartamento, come sempre, era un’unica minuscola stanza. A terra era ancora steso il futon…
<< Ti ho svegliato… scusami…>> mormorò. Masaki si strinse nelle spalle e sorrise, scuotendo la testa
<< Tranquillo. Prima o poi dovevo alzarmi.>> disse. Si accese una sigaretta e si versò del caffè, mentre Kazunari attaccava la birra
<< Nino-chan, il tuo pittore ti ha tirato il pacco, eh?>> chiese Masaki, sedendosi al tavolo dell’angolo cottura. Kazunari gli si sedette di fronte, annuendo
<< E non risponde al telefono, ne ai messaggi in segreteria…>> disse, sentendosi triste. Accidenti! Era Ninomiya Kazunari, l’attore! Che avrebbe potuto volere di più uno stupido pittore?!
<< Se non risponde, vuol dire che è con la moglie.>> disse Masaki. Il sorriso era scomparso dal suo volto, ed ora Kazunari vide i segni della stanchezza.
<< Masa, quanto hai dormito?>> chiese, in tono accusatorio. Masaki sorrise
<< Cinque ore.>> disse, orgoglioso << Di sicuro più di te, super attore internazionale.>> disse poi, vedendo lo sguardo preoccupato di Kazunari
<< Masa…>>
<< Io resisto. Sono i bambini che devono dormire tanto, no?>>
<< Prima o poi ti picchio.>> disse Kazunari, cogliendo l’allusione al suo viso da eterno dodicenne. Masaki rise, poi tornò serio
<< Tu lo ami, quel Satoshi?>> chiese. Kazunari si morse le labbra ed annuì. Il sorriso che Masaki gli rivolse fu dolcissimo
<< Allora devi dargli tempo… è sposato, ha due figli piccoli. Non è così semplice… quando mia madre si innamorò di quel politico… beh… ha preso Sho ed è andata… e vedi anche tu come sono venuto su io… forse che stia temporeggiando così non è una brutta cosa…>>
Kazunari abbassò il viso. Sapeva che per Masaki quello era ancora un argomento delicato…
<< Però…>> disse, dopo un po’. Masaki non lo lasciò continuare. Gli fece alzare il viso e gli accarezzò una guancia
<< Devi essere forte, Nino. E so che lo sei. Dagli il tempo che gli serve, e vedrai che si aggiusterà tutto… se vi amate davvero, una soluzione si troverà…>>
Kazunari sorrise, sentendosi rincuorato. Fu in quel momento che vide il livido sul braccio di Masaki. Quattro segni violacei si stagliavano sul polso, ed un quinto dietro. Gli prese il braccio, facendolo sussultare
<< Masa!>>
<< Lavoro.>> disse Masaki, sciogliendosi dalla presa ed imbronciandosi leggermente. Kazunari sospirò e gli fece alzare il viso, costringendolo a guardarlo negli occhi
<< Vattene da li, Ma-chan… ci sono un sacco di cose che puoi fare…>>
Masaki fece una smorfia
<< Grazie per l’incoraggiamento, ma non è il mio caso. So fare solo questo e… sai benissimo che non posso andarmene. Non sono i soldi che interessano a… loro… >>
<< E Jun che dice?>>
Silenzio. Kazunari vide con sgomento l’espressione di Masaki indurirsi, mentre si accendeva un’altra sigaretta
<< Stai diventando una ciminiera.>> lo rimproverò
<< Sei tu quello nell’età dello sviluppo…>> disse Masaki
<< Ecco, appunto! Il fumo passivo fa male ai bambini!>>
Masaki rise e spense la sigaretta.
<< Che è successo con Jun?>> chiese poi Kazunari << Non guardarmi così! Lo sai che se non ti assillo non mi dici niente! Io vengo qui, ti racconto tutto quello che mi succede, tu mi sorridi, mi lasci sfogare e tanti saluti. Ma… e tu?…>>
<< Io sto bene. Jun sta bene. >>
<< Masa, Jun non sta bene. Io ci lavoro insieme… è isterico, non mangia, fuma peggio di te e… si è messo a piangere per un rimprovero da niente. Non è da lui! >>
Masaki si morse le labbra, poi sospirò
<< Se lui non vuole che siano affari miei, io rispetto la sua decisione.>> disse, e Kazunari si sentì a disagio. Il tono di Masaki era tranquillo, ma tutto il suo corpo, in quel momento, esprimeva rabbia. E tristezza. In quel momento bussarono alla porta. Masaki alzò lo sguardo, e questo bastò a Kazunari, che si nascose nell’armadio a muro, ma lasciando uno spiraglio, per sbirciare. Masaki aprì, sorridendo. Due uomini in completo scuro entrarono, spingendolo all’interno in malo modo
<< L’ultimo cliente non era soddisfatto.>> disse uno. Masaki indietreggiò impercettibilmente, ma il pugno allo stomaco lo raggiunse lo stesso. Si accasciò a terra, con un’imprecazione. Poi alzò il viso
<< Mi dispiace.>> disse, mordendosi poi le labbra. L’uomo che l’aveva colpito, un armadio, alto almeno 190cm, lo tirò in piedi, e lo sbatté con la schiena contro il muro. Masaki si girò impercettibilmente verso l’armadio, e Kazunari capì il messaggio. Nino non guardarmi. Chiuse gli occhi, sentendo le lacrime sul viso. Sentì i colpi, nella stanza, poi un fruscio
<< Questa è la lista. E attento a non perdere colpi. Sai come sono gli accordi. Meno clienti, niente appartamento. E sarebbe davvero un peccato tornare a vivere la, quando manca solo un anno.>>
Poi la porta si chiuse. Kazunari sbirciò fuori. Dei due uomini non c’era traccia. Uscì dall’armadio e si avvicinò a Masaki, che era rannicchiato a terra.
<< Merda!>> lo sentì quasi urlare, e si allontanò di scatto, spaventato dalla reazione
<< Nino, non ti spaventerai per così poco!>> gli disse Masaki, mettendosi a sedere e ridendo.
<< Ho solo detto “merda”!>> rise di nuovo. Kazunari gli si avvicinò e lo abbracciò. Lo sentì tremare
<< Ma-chan…>>
<< Solo un anno…>> singhiozzò Masaki. Kazunari lo guardò, interdetto. Non era preparato a quelle lacrime. Sapeva che Masaki era molto emotivo. L’aveva sempre saputo. L’aveva viso entusiasmarsi per le cose più minime, e piangere anche per gli spot della crema idratante. Ma a questo non era preparato. Masaki aveva paura, in quel momento. Era terrorizzato. E si sentiva umiliato. E Kazunari non sapeva che fare per farlo sentire meglio. Lo abbracciò stretto, accarezzandogli la schiena
<< Ma-chan… questo… >>
<< Ci sono abituato.>> mormorò Masaki, senza togliere il viso dal suo rifugio nell’incavo del collo di Kazunari.
<< Non è questione di abitudine… tu… tu sei una persona, porca troia!>>
Masaki gli si aggrappò, in silenzio. Dopo poco sospirò
<< Adesso mi passa, sai? Non mi fanno mai troppo male. Sennò poi non riesco a… beh, quello..>>
<< Non riesci nemmeno a parlarne!>> urlò Kazunari, prendendolo per le spalle e costringendolo a guardarlo. Il mento di Masaki tremò, mentre nuove lacrime gli rigavano il volto. Le asciugò con un gesto stizzito della mano e distolse lo sguardo
<< Solo un anno, ancora. Poi sarò libero. Niente più debiti di nessun tipo. Niente più storia dell’ostaggio… e forse Jun mi vorrà di nuovo… potrò trovarmi un lavoro normale… avere una vita normale… alzarmi di mattina e di notte dormire… e avere addosso solo i lividi di quando sbatto contro i mobili, che già sono parecchi… devo resistere solo un altro anno…>>
<< Masa, chi ti costringe? Tuo padre è scomparso, direi che questo ti svincola da ogni contratto!>>
Masaki si girò a guardarlo. Le lacrime erano sparite. Era tornata l’espressione dura. Espressione accentuata dalla curva delle sopracciglia, ma che non centrava nulla con quei lineamenti morbidi. Prese il foglio che era stato lasciato cadere sul futon e lo porse a Kazunari
<< La lista di oggi. Di questi dieci, sei sono clienti fissi. Gli altri quattro vengono saltuariamente… sono, diciamo, i piani alti dell’organizzazione… >>
<< Ma… sono tutti miei… diciamo capi… >> boccheggiò Kazunari. Masaki abbassò il viso
<< E capi di Jun.>> concluse Kazunari, capendo.
<< Hanno in pugno voi due, di conseguenza hanno in pugno me. Non volevo che lo sapessi, ma non volevo nemmeno che vedessi la scena di prima. Non volevo che mi vedessi piangere in quel modo… scusami, Nino, ti prego… perdonami…>>
<< Io sono contento di averti visto così, invece. Non che vederti stare male mi abbia fatto piacere, ma… almeno questa volta c’ero. Tu ci sei sempre, per me, e io… io vengo qui a lamentarmi e basta…>>
Masaki gli sorrise
<< Come sei dolce, Nino-chan… mi fai compagnia mentre mangio? O devi correre da qualche parte?>>
Kazunari guardò il sorriso di Masaki. Masaki si era sfogato, ed ora per lui era tutto a posto. Quanto ammirava quel lato del suo carattere.
<< Ti faccio compagnia… ho il giorno libero, oggi…>>
Masaki lanciò le braccia in alto
<< Yay!>> urlò, felice. Kazunari gli prese le mani e lo attirò verso di lui. Quando le loro labbra si sfiorarono, Masaki si staccò. Rimase un attimo a guardarlo, interdetto, poi scosse la testa
<< Se la metti così, vai a casa, Nino.>> disse, cupo. Kazunari continuò a tenergli le mani, e Masaki rigirò a guardarlo
<< Tu ami il tuo pittore, no?>> disse in un soffio << E io amo Jun. Tu questo lo sai.>>
<< Ma in questo momento, il “mio” pittore è on la sua splendida famiglia. E tu sei qui, da solo! Non c’è Jun, qui. E non c’è Satoshi…>>
<< Non per questo dobbiamo fingere che non esistano.>>
<< Tu fingi continuamente che Jun non esista, o sbaglio?>> chiese Kazunari, improvvisamente irritato, sventolando la lista. Masaki gli prese il foglio di mano, si alzò dal pavimento piegando il foglio, che poi infilò nella tasca del giaccone appeso all’attaccapanni.
<< Vai.>> disse a Kazunari, ma quello non si mosse. Masaki si girò a guardarlo, trovandolo ancora seduto sul pavimento
<< Ti ho detto una cosa decisamente crudele… dovresti reagire… dire qualcosa…>> disse Kazunari, preoccupato.
<< Questo è lavoro, Nino.>> disse, picchiettando con un dito sulla tasca dove aveva riposto il foglio
<< E tu sei vita privata. Il lavoro va con il lavoro. La vita privata va… a puttane, passami il gioco di parole…>>
<< Devo pagarti, per avere un po’ d’attenzione?>> chiese Kazunari, alzando la voce. Masaki gli fu subito di fronte, e lo schiaffeggiò, forte.
<< Stronzo!>> gli sibilò contro. Kazunari si portò una mano alla guancia colpita, abbassando il viso
<< Masa… scusami…>>
<< Esci immediatamente di qui.>> disse Masaki. Kazunari si affrettò ad obbedire. Non aveva mai visto Masaki arrabbiato, e non alzò il viso finchè non si chiuse la porta alle spalle. Ma se per un istante avesse alzato gli occhi, avrebbe letto la supplica di Masaki. Non andartene, Nino. Sistemiamo questa cosa, ma non andare via. Invece non alzò lo sguardo. Ma comunque qualcosa lo trattenne. Si girò e bussò. Masaki aprì la porta e si spostò per farlo entrare.
<< Scusami, Ma-chan… sono stato davvero stronzo…>> gli disse. Masaki gli gettò le braccia al collo
<< Non importa, Nino. Ti sei scusato… e poi, sei Nino, no? Senza di te sarei nella merda, quindi va bene anche se qualche volta dici qualche cagata. Bene, la cena?>>
<< Non ti azzardare a cucinare tu! Devo arrivarci vivo alle riprese, domani!>>
Masaki rise di gusto, allontanandosi verso l’angolo cottura, e Kazunari lo seguì, minacciandolo.