Oddio ho visto adesso che c'è anche l'epilogo di gossip arashi! Ok vado a pagare l'affitto e torno a leggere XD (ho recuperato il resto ... vero? X°D)
Nel mentre vi mollo un capitolo, così, giusto per
TITOLO: Chasing Ways (credits to: Harin)
AUTRICE: Jinny (da sobria, non posso nemmeno incolpare l'alcool!)
GENERE: AU, storico, angst
FANDOM: Arashi + Rupert Everett (Shhhh, non dite nulla U_U)
PAIINGS: Sakumoto, Ohmiya, Aimoto onesided, Everaiba (??), Ohno/OC, Nino/OC, Rupert/OC, Aiba/OC
RATING: nc-17 (poco, ma c'è)
DISCLAIMERS: Non mi appartiene nessun Arashi, e nemmeno il buon vecchio (eh, ormai ...) Rupert. In compenso gli OC sono tutti miei ... muuuhhahahahahaha!
NOTE: Ambientanzione ottocentesca, avanti e indietro da Inghilterra, a Giappone, a Inghilterra, a Giappone ...
RINGRAZIAMENTI: Ila e Dada, che come sempre si sono sorbito tutto in anteprima <3 e a Dada che da una parola (in tono disperato, tra l'altro, che inizia ad essere mattina) ha trovato il titolo perfetto
GIA' POSTATI:
Prologo 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 Sakurai guardò Masaki che, timidamente, entrò nel suo studio
<< Io … volevo scusarmi per .. il mio abbigliamento di poco fa … era … fuori luogo e …>>
<< Ragazzo, ti ho colpito senza motivo … solo per … un ricordo … >>
Masaki alzò un sopracciglio
<< Mi è sembrato di vedere il fantasma di tua madre … e visto che avrebbe i motivi per odiarmi e perseguitarmi … ho preso spavento, ecco …>>
Masaki si morse le labbra
<< Non potevo saperlo, mi dispiace.>> disse poi. Sakurai sospirò
<< Non prendertela così tanto, ti prego …>> disse. Masaki fece una smorfia
<< Non me la prendo, sono solo di cattivo umore .. ho fatto delle cose stupide ultimamente … tra cui tentare di convincere una persona a non sposarsi … ma …>>
Sakurai si alzò e raggiunse il figlio adottivo, stringendolo a sé
<< E’ normale essere gelosi e tentare di … evitare l’inevitabile … Io non l’ho fatto, ma … una persona l’ha fatto per me … è dura anche dall’altra parte, sai? …>>
Masaki sorrise e si staccò
<< Per questo ho detto di aver fatto una cosa stupida … ora … andrò a prepararmi. Domattina molto presto devo partire …>> detto questo, il ragazzo uscì dalla stanza. Sakurai si sedette di nuovo, e poco dopo qualcun altro entrò, chiudendosi la porta alle spalle. A chiave. Alzò il viso, trovandosi ad osservare il sorriso di Matsumoto. Sorrise a sua volta, mentre l’altro uomo sospirava e gli si avvicinava, leggermente titubante
<< Non essere timido con me. Sei preoccupato, e lo vedo …>>
<< Mio figlio è meno tollerante di me … ha preso il carattere di mia moglie … ma senza la dolcezza che ha lei … io … sono preoccupato per quello che succederà quando tuo figlio si sposerà davvero … io … non so come potrebbe prenderla …>>
Sakurai sospirò, abbassando il viso
<< Io non so come fare … Sho dovrebbe seguire le mie orme, almeno si suppone che lo faccia, è il suo ruolo … e … >>
<< Io non volevo che ti sposassi … perché ti conoscevo … sapevo che l’avresti amata, ed infatti così è stato … >>
<< Tu ami tua moglie!>> protestò Sakurai, alzando il viso. Matsumoto fece una smorfia
<< Non confondere l’affetto per amore, stupido!>> disse, abbassando poi il viso ed arrossendo. Sakurai si morse il labbro inferiore
<< Perché me lo dici solo ora?>> chiese poi. L’altro sospirò
<< Perché ho sempre voluto sostenerti e basta … non … non volevo renderti le cose più difficili di quanto non te le avessi già rese … solo ultimamente ci siamo riavvicinati … e la cosa mi riempie di gioia, ma … mi fa anche ricordare quanto ho sofferto … quanto abbiamo sofferto entrambi, e … mi chiedevo se davvero vuoi che i nostri figli soffrano allo stesso modo …>>
Sakurai si alzò di scatto, ed abbracciò l’altro uomo, stringendolo forte a sé, affondandogli il viso nei capelli. Matsumoto si staccò e si asciugò gli occhi, sorridendo
<< Sono un vecchio sentimentale …>> mormorò
<< E io un vecchio stupido …>> ribatté Sakurai. Poi sospirò << Ma … non posso cambiare le regole … non posso permettermelo, non ora …>>
Matsumoto sospirò
<< Ancora una volta … capisco … e ancora una volta cercherò di appoggiarti e di aiutarti, ma … >>
<< Ricordati che sei solo un consigliere.>> disse l’altro, severo. Matsumoto serrò leggermente la mandibola
< Certo.>> rispose, secco. Si avviò alla porta.
<< Non fraintendermi, è …>>
<< Lo so. Non puoi permetterti mosse false. So come funziona il nostro mondo, non ti preoccupare. Sentimentale, non stupido … >>
<< Se mi fermassi a pensarci, distruggerei in un attimo tutto quello che ho costruito … non ho solo me a cui pensare … e … certe scelte sono dolorose. Molto dolorose … ma …>>
Matsumoto si girò, e sorrise di nuovo
<< Lo so. Ma ci sono io per pensarci, no?>> detto questo, girò la chiave, ed uscì. Sakurai si sedette, passandosi le mani sul viso.
Sho si svegliò, sentendo bussare piano alla porta. Si alzò, cercando di non svegliare Jun, e si infilò i pantaloni, andando poi ad aprire. Masaki entrò nella stanza, in silenzio, e Sho chiuse la porta.
<< Che c’è?>> chiese. Masaki si morse il labbro inferiore, poi si girò verso Jun, e fece segno a Sho di seguirlo fuori. Non voleva parlare con Jun presente. Sho si infilò anche la camicia ed uscì, seguendo il fratello adottivo. Quando furono in una stanza che non veniva mai usata, Masaki si girò a guardarlo
<< Non ti azzardare a sposarti. Jun non lo reggerebbe … non guardarmi così. Non sono più innamorato di lui, da tempo, ma gli voglio comunque bene, e voglio bene a te, e … se … se vi separaste sarebbe …>>
Sho sbuffò
<< Tu sai che prima o poi dovrò seguire le orme di nostro padre … e sicuramente ci saranno contratti vantaggiosi d stipulare usando un matrimonio … funziona così, lo sai, e …>>
<< Tu ricordati che hai un fratello. >> sibilò Masaki
<< Perché sei arrabbiato, adesso?!>>
<< Perché a volte mi sembra che non ti importi dei sentimenti di Jun, che … che tu stia con lui solo nell’attesa di trovarti una moglie abbastanza vantaggiosa per gli affari di famiglia!>> sibilò Masaki << E … scusa se te lo dico, ma lo Sho che ho seguito in questa casa, non è questo …>>
Sho spalancò gli occhi, poi abbassò il viso
<< Io …>> iniziò, ma la voce gli tremò. Masaki sbuffò
<< Stai solo cercando di rassegnarti all’inevitabile …>> mormorò
<< Esatto, e … dovresti farlo anche tu. Jun è intelligente, capirà …>>
<< Fantastico, mi hai appena dato indirettamente dello stupido …>> rise Masaki. Sho però non rise. Tenne il viso basso. Quando Masaki glie lo fece rialzare, si asciugò gli occhi in fretta. Masaki sospirò e lo abbracciò stretto
<< Io lo so che al momento tu sei quello che viene abbandonato per un matrimonio d’interesse, ma … è dura, Masa … è dura anche di qui … io … non voglio che soffra, non voglio abbandonarlo … e so com’è fatto, lo conosco, se … se non faccio il mio dovere, ne risentirà tutta la famiglia … tutta, ma se lo faccio perderò Jun … >>
<< Non è detto che debba per forza farlo tu, Sho!>> disse Masaki, prendendolo per le spalle e guardandolo negli occhi
<< Credi che abbia scelta?! Tu … scusa se te lo dico, ma tu sei il figlio adottivo dei Sakurai, non sei me! Non … non sei tu quello a cui puntano! Non sei tu quello che ha la responsabilità di mantenere la famiglia! Non verrà richiesto a te!>> sibilò Sho, scoppiando poi in singhiozzi. Masaki sospirò e lo abbracciò stretto
<< Penserò ad una soluzione.>> mormorò, sempre stringendo a sé Sho << Penserò a una soluzione …>>
Jun guardò Sho rientrare nella stanza. Si era svegliato e non l’aveva trovato accanto a sé, ed ora Sho aveva gli occhi rossi
<< Che succede, Sho-chan?>> chiese, sentendosi smarrito. Sho si sedette sul letto, e gli posò la testa in grembo, senza rispondere
<< Sho-chan …?>>
<< Posso … posso rimanere un po’ così? Per favore …>> mormorò l’altro. Jun iniziò ad accarezzargli la fronte, in silenzio, aspettando
<< Jun … io … finché non avrò finito gli studi potrò starti accanto come vorrei, ma … mi si richiederà di … di fare gli interessi della famiglia, un giorno. Un giorno non molto lontano … lo sai questo, vero?>>
Jun strinse inconsapevolmente alcune ciocche di capelli di Sho tra le dita
<< Sho-chan …>> mormorò, come se chiamarlo potesse cambiare la piega che il discorso stava inevitabilmente prendendo
<< Jun, dobbiamo parlarne .. ed è meglio farlo adesso che abbiamo ancora tempo … davvero …>>
<< Non rinunciare a noi, ti prego …>> singhiozzò Jun << Non … non rinunciare a noi …>>
Sho si mise a sedere e strinse a sé Jun, incapace di proseguire. Gli baciò gli occhi, cercando di fermare le lacrime che scendevano lungo le guance del ragazzo
<< Scusa …>> mormorò << Perdonami, ti prego …>>
Jun gli si aggrappò, calmandosi
<< Scusami tu …>> disse, asciugandosi gli occhi << Io … scusami … l’idea di vederti accanto ad un’altra persona mi distrugge … non ce la farei, Sho … non … non potrei starti accanto … è un ragionamento egoistico, lo so, ne sono consapevole, ma … ma tu sei mio … non … non ce la faccio a dividerti con nessuno, nemmeno per finta … non sono abbastanza forte, Sho-chan, perdonami …>>
Sho lo strinse di nuovo, in silenzio
<< Spero solo ci sia una soluzione …>> mormorò. Sentì Jun stringerlo più forte e sospirò
<< Io ti amo, Jun … >> mormorò
<< Anch’io ti amo, e sono possessivo!>> singhiozzò il più piccolo. Sho iniziò ad accarezzargli i capelli, lasciandolo sfogare.
Rupert guardò Masaki. Quando gli avevano recapitato il biglietto, era stato tentato di non presentarsi all’appuntamento, nella speranza che il suo cuore rallentasse un po’. Ma dopo una mezz’ora aveva rinunciato ed era uscito. Ed ora Masaki era davanti a lui
<< Ci siamo visti oggi …>> disse
<< Si, e ho fatto una cosa stupida …>> mormorò il ragazzo << Ho fatto una cosa molto stupida, e ti prego … ti scongiuro di perdonarmi … so che è difficile anche per te, e mi dispiace davvero molto … >>
Rupert coprì con un passo la distanza che li separava e lo abbracciò stretto, per poi baciarlo
<< Potrebbero vederci, e questo … questo è illegale …>> disse Masaki, staccandosi
<< A me al momento non importa. E sei abbastanza giovane da potermi dare la colpa e passarla liscia … finirei in carcere solo io, non sarei costretto a sposarmi …>>
<< E lasceresti la tua famiglia in balia del proprio destino …>> concluse Masaki. Rupert sbuffò
<< Beh …>>
<< Non fare il nobile rampollo tormentato, te ne prego.>> sbuffò Masaki
<< Sei ancora di cattivo umore …>> disse Rupert. Masaki sbuffò
<< Si.>> disse, secco << Sono di cattivo umore perché so come vanno queste cose, so come funzionano e so che potrebbe succedere anche a me di dover rinunciare a te …>>
<< Tu sei il figlio adottivo!>> protestò Rupert. Masaki fece una smorfia
<< Ora sono un Sakurai comunque. E alle spalle ho un altro nome importante … e … ho detto a Sho di non sposarsi …>>
<< Tu cosa?!>> sibilò Rupert
<< Io sto malissimo, e vedo che anche tu tanto meglio non stai, e non voglio che loro stiano così …>>
<< Sei ancora innamorato di Jun …>> Rupert si morse le labbra appena l’accusa uscì dalla sua bocca. E Masaki lo schiaffeggiò
<< Ragazzino …>> sibilò
<< Idiota!>> sibilò di rimando Masaki << Idiota!>> disse di nuovo, con la voce che tremava
<< Masaki, scusa … io ..>>
<< Idiota … io amo te! Idiota! >> singhiozzò Masaki. Rupert lo abbracciò ancora, e questa volta Masaki non si staccò
<< Smetti di darmi dell’idiota, per favore … so già di esserlo …>> borbottò. Masaki sospirò, calmandosi
<< Non volevo farti arrabbiare …>> mormorò Rupert, asciugandogli gli occhi. Masaki sorrise
<< Scusa se ti ho colpito … ma … non sono innamorato di Jun. Ma lui e Sho … loro due ci sono sempre stati per me … non … non sarei qui ora, se non fosse stato per loro. E’ vero, sono stato innamorato di Jun, e molto, ma … adesso è tornato al suo ruolo originario …>>
<< E sarebbe?>> chiese Rupert, ancora scettico a riguardo. Masaki rise
<< La sorellina, credo …>> disse, sempre ridendo.
<< Per quanto questo mi sollevi, ciò non toglie che mi senta messo in secondo piano … >>
<< Tu ti sposi per seguire il volere della tua famiglia e, diciamola tutta. La famiglia di Aileen è molto ricca, e a voi servono soldi, giusto? Ti stai prendendo cura della tua famiglia. E’ una cosa giusta. Ma non ti arrabbiare quando io dico che forse mi prenderò cura della mia!>>
<< E tu non immolarti prima del tempo per salvare i tuoi stupidi fratelli!>> disse Rupert. Masaki alzò un sopracciglio
<< Ma …>>
<< Mi sento messo da parte perché … io lo faccio non avendo altra scelta. Tu lo fai per amore di qualcun altro. Un altro tipo di amore, non lo stesso che unisce noi due, non lo metto in dubbio, ma pur sempre amore. E sono geloso!>>
<< Mi hanno tirato fuori dall’orfanotrofio, mi hanno regalato la possibilità di avere una vita decisamente migliore di quella che avrei dovuto avere e … diciamola tutta, non ti avrei mai conosciuto senza di loro!>> ribatté Masaki
<< Avrei voluto essere io a tirarti fuori dall’orfanotrofio. Vorrei essere io il tuo eroe!>> sibilò Rupert. Guardò Masaki crollare sotto i suoi occhi.
<< Masaki …>>
Il ragazzo si prese il viso tra le mani. Non si era messo a piangere, come Rupert si sarebbe aspettato. Era solo rimasto fermo, in silenzio, e si era nascosto il viso, in silenzio. Ed era a pezzi. Rupert fece per abbracciarlo, ma Masaki lo allontanò
<< Masaki …>>
<< Non puoi dirmi queste cose quando stai per sposarti!>> mormorò
<< Non ho altra scelta … lo … lo sai …>>
<< Appunto per questo non puoi dirmelo! Adesso sei tu quello che rende le cose difficili!>>
<< Quando fai così, mi viene il dubbio che sarebbe stato meglio non conoscerti.>> mormorò Rupert, in tono cupo. Masaki alzò il viso
<< Vaffanculo!>> sibilò
<< Come, prego?>>
<< Scusa, ricordi d’infanzia.>> abbaiò Masaki
Rupert lo guardò, con un sopracciglio alzato, e Masaki ricambiò lo sguardo, infuriato.
<< Scusa … non avrei dovuto dirlo …>> disse dopo un po’ l’uomo. Masaki sospirò e gli posò la fronte al petto
<< Io vorrei che tu non l’avessi detto … perché mi hai fatto arrabbiare e hai scoperto che in realtà sono volgare e …>>
<< Non lo penso. Io sono felice di averti conosciuto. E ti amo, piccolo …>>
Masaki alzò il viso
<< E per le parolacce?>>
<< Ti rendono più interessante. Rude e affascinante … hai un passato misterioso, e vorrei scoprirlo …>>
<< Non è misterioso. E non c’è molto da scoprire …>>
Rupert lo baciò
<< Siamo …>>
<< Non c’è nessuno qui.>> lo zittì Rupert, riprendendo a baciarlo. Masaki si trovò con la schiena posata contro un muro, e si aggrappò a Rupert, passandogli le braccia attorno al collo.