CHASING WAYS

Apr 28, 2013 19:58

Comincio a postare la nuova a capitoli! *schiva sassi e macigni vari*

Allora, l'idea è nata da un servizio fotografico che non troverò mai più, ma ... beh, di anni fa, dove mi son detta "cricchio sembrano dei ragazzini bene dell'inghilterra tardo ottocento" (che è più o meno la mia idea di moda XD), unita ad una buona dose di fanatismo per l'800 (colpa dell'essere cresciuta con la raccolta del journal des dames et des demoiselles, da novembre 1870 a ottobre 1871 ...), più tutta una serie di letture e film retrò (camera con vista, versione cartacea e video ç___ç amissimooo), unita al fatto che alla fine dell'800 è iniziato il mondo "moderno", innovazioni varie, giappodipendenza, wikipedia grazie per le varie dritte, una ragazza alla moda (anche se qella sarebbe una ventina di anni più avanti, ma mi ha ispirato pure quello XD), che altro? boh, insomma, mi soo lanciata in un polpettone storico U_U (e se trovate il senso del discorso, un punto in più, che sono le 2 e mezza di notte e non capisco più nulla XD)

Bene ... quindi, ambientazione, avanti e indietro tra Inghilterra e Giappone (per la gioia di Nino e del suo mal di mare XD Tranquillo, tra qualche anno si vola, resisti scimmietta)

Iniziamo

TITOLO: Chasing Ways (credits to: Harin)
AUTRICE: Jinny (da sobria, non posso nemmeno incolpare l'alcool!)
GENERE: AU, storico, angst
FANDOM: Arashi + Rupert Everett (Shhhh, non dite nulla U_U)
PAIINGS: Sakumoto, Ohmiya, Aimoto onesided, Everaiba (??), Ohno/OC, Nino/OC, Rupert/OC, Aiba/OC
RATING: nc-17 (poco, ma c'è)
DISCLAIMERS: Non mi appartiene nessun Arashi, e nemmeno il buon vecchio (eh, ormai ...) Rupert. In compenso gli OC sono tutti miei ... muuuhhahahahahaha!
NOTE: Ambientanzione ottocentesca, avanti e indietro da Inghilterra, a Giappone, a Inghilterra, a Giappone ...
RINGRAZIAMENTI: Ila e Dada, che come sempre si sono sorbito tutto in anteprima <3 e a Dada che da una parola (in tono disperato, tra l'altro, che inizia ad essere mattina) ha trovato il titolo perfetto

PROLOGO

Jun guardò Sho, poi si sedette su una poltrona, la più vicina, guardandosi fisso la punta delle scarpe, sentendosi morire. Non vide Masaki alzarsi, sentì solo il rumore di un pugno, ed un tonfo. Quando alzò di nuovo lo sguardo, Sho era a terra e si teneva la mandibola
<< Tu, razza di …>> sibilò Masaki
<< Non ha scelta …>> mormorò Jun, con voce tremante
<< Si che ce l’ha!>> urlò Masaki. Sho, a terra, si rannicchiò
<< Gomen …>> iniziò  mormorare. Masaki sbuffò, poi si girò a guardare Jun
<< Troveremo una soluzione.>> disse, risoluto << L’abbiamo sempre trovata.>>

La famiglia Sakurai era una potente famiglia di commercianti. Quando si trasferirono in Inghilterra, per affari, la signora Sakurai, donna già cagionevole e fragile, era morta nel dare alla luce il loro unico figlio. Ma la fortuna volle che la moglie di Matsumoto, il consigliere di Sakurai, fosse incinta più o meno nello stesso periodo. A causa del lungo viaggio, la donna perse il bambino, e non si fece pregare nel prendersi cura di Sho. Dopo qualche tempo, rimase incinta di nuovo, e l’agosto dell’anno dopo la nascita di Sho, diede alla luce un maschietto
<< Mi prenderò cura di tutti e due, Sho-chan, non temere.>> disse la donna a Sho. Il piccolo non lo mise in dubbio, mai. E la nascita di Jun, anche se capiva ancora poco, l’aveva reso contento. Qualche anno dopo, quando ormai riusciva già a parlare e capire, sapeva che Jun lo rendeva meno solo. Con Jun poteva giocare e, nel passare degli anni, divenne il suo unico amico, il suo confidente.
Quando iniziarono ad andare a scuola, si resero ben presto conto di essere diversi da tutti gli altri. Loro avevano occhi e capelli scuri, mentre tutti, attorno a loro, avevano la pelle chiara, i capelli ancora più chiari, e gli occhi azzurri, verdi o nocciola. E non a mandorla …
Fu Jun ad accorgersi del bambino che li guardava spesso dal cancello della scuola durante gli intervalli. Un giorno glie lo indicò
<< Sho-chan, lui è come noi …>> mormorò, in giapponese, per non farsi capire dagli altri. Sho guardò il ragazzino che guardava dentro, aggrappato alle sbarre del cancello. Gli si avvicinò, cauto, e quello fece un sorriso enorme
<< Sono Masaki.>> disse, in inglese. Sho guardò Jun, che a sua volta lo guardò, con un sorriso divertito sul viso
<< Noi siamo Sho e Jun …>>disse Sho
<< Sei giapponese?>> chiese Jun. Masaki fece una smorfia
<< Penso di si … il mio nome lo è, ma … >>
<< Perché non entri?>> chiese Jun, in tono gentile. Sho invidiava la su capacità di essere sempre gentile con tutti
<< Io vivo nell’orfanotrofio qui accanto … non potrei neanche guardare dentro …>> disse, mordendosi poi le labbra << Però vi ho visti e … non ne avevo mai visti altri come … come me …>> mormorò. Sho sentì l’istinto di proteggerlo
<< Sho-chan, non possiamo lasciarlo li …>> disse Jun, in giapponese. Anche Jun aveva avuto il suo stesso istinto. E fu chiaro che Masaki parlava solo inglese,dallo sguardo confuso che lanciò loro
<< Non ricordi proprio nulla?>> chiese allora Sho << Dei tuoi genitori, delle tue origini …>>
Masaki scosse la testa, ma poi sorrise
<< Però non è male. Pensano che sia strano, ma mi piace che lo pensino …>> disse, stringendosi nelle spalle.
<< Quanti anni hai, Masaki?>> chiese Jun
<< Otto …>> mormorò l’altro
<< Sho-chan, è in mezzo!>> disse Jun, sorridendo. Sho lo guardò, capendo cosa volesse dirgli, poi guardò di nuovo Masaki che, però, sembrava nervoso e si guardava attorno.
<< Scusate, devo andare … >> disse poi, e fuggì, veloce come un lampo.
<< So cosa stai pensando. Stasera parlerò con mio padre.>> disse Sho. Jun sorrise e gli diede un bacio sulla guancia
Quella sera, dopo aver cenato, Sho entrò, titubante, nello studio del padre. Il signor Sakurai lo guardò entrare e gli fece cenno di avvicinarsi, mettendolo poi a sedere sulle proprie ginocchia
<< Padre … la vostra nuova compagna verrà a vivere qui?>> chiese, titubante. L’uomo sospirò
<< Sho, io amo tua madre, lo sai e …>>
<< Non mi da fastidio, anzi … però so che non può avere figli … e vi ho sentiti parlare di adozione …>>
Il signor Sakurai guardò il figlio, sapendo benissimo che aveva un obiettivo
<< Dove vuoi arrivare, Sho?>> chiese, sorridendo leggermente
<< C’è un altro come noi … non a scuola, ma … l’orfanotrofio accanto … lui ci ha visti, si è incuriosito ed è venuto a guardare …>>
Il signor Sakurai guardò il figlio, mordendosi le labbra
<< Un ragazzino giapponese a Londra, un orfano …>> mormorò, pensoso << Sai come si chiama?>>
<< So solo il nome … Masaki …>> disse Sho, guardando gli occhi del padre spalancarsi
<< Vai a dormire, piccolo …>>
<< Padre, sapete qualcosa?>> chiese Sho, improvvisamene incuriosito
<< Forse conoscevo i suoi genitori … ora vai a dormire, piccolo, davvero.>> disse l’uomo. Sho si affrettò ad obbedire ed uscì dallo studio, sicuro di avere già la vittoria in tasca. Quando salì nella stanza che divideva con Jun, gli sorrise, e non ebbe bisogno di dirgli nulla.

Ed una settimana dopo, Masaki entrò a far parte della famiglia Sakurai
<< Sho-chan, hai un fratello!>> gli disse Jun, felice, gettandogli le braccia al collo
<< Se ti serve te lo presto …>> aveva detto Sho
<< Potreste parlare in inglese, per favore?>> aveva supplicato Masaki, vedendo la scena

p: rupert/oc, p: ohno/oc, g: arashi, r: nc-17, p: nino/oc, p: sakumoto, p: aimoto, p: everaiba, p: aiba/oc, gnr: angst, p: ohmiya, gnr: au, gnr: storica

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