“MERĪ KURISUMASU!”

Apr 09, 2013 21:02


Ed eccomi con l'ultima parte della fiction!
Spero davvero vi sia piaciuta! ♥
Sto lavorando su un seguito a capitoli... ma per il momento sto buttando giù una bozza in quei pochi momenti di tempo linero che ho! T.T
Mi serve una giornata di 48 ore! T.T
Vi lascio alla storia! ;)
Mata neeee!

Parte 1, Parte 2



24/25 DICEMBRE

Tokyo quel giorno era più movimentata del solito. Dalla vetrina del bar “Hōkiboshi”, al di là delle tende bianche tirate si intravedevano miriadi di passanti sovraccarichi di buste stracolme di regali di ogni forma, dimensione e colore. Erano molti i ritardatari che avevano aspettato quel giorno per fare gli acquisti.
Dal bancone del bar Kazuki borbottava ormai da un'ora buona. Non gli andava giù il fatto che dovesse tenere chiuso quel giorno: stava perdendo l'occasione di guadagnare molto con tutto quel via vai di gente. E il fatto che fosse presente il soggetto del suo malumore non lo scoraggiava, anzi, ogni occasione era buona per far sentire in colpa il poveretto, o i poveretti.
Infatti alla fine gli Arashi avevano deciso di fare la festa proprio lì. E se Giulia era euforica, nonostante la settimana di agonia che aveva dovuto passare perché Sakurai si era deciso a far sapere qualcosa ben oltre i due giorni che aveva annunciato l'ultima sera che si erano visti - l'umore della poveretta in quei giorni era stato di un nero pece -, e nonostante avesse rischiato di morire il giorno in cui aveva ricevuto la telefonata del ragazzo - dopo l'accaduto si era ripromessa di non rispondere più al telefono con la bocca quasi piena, il capo era di tutt'altro umore. L'unica cosa che lo rendeva felice era che ci avrebbe guadagnato un bel po' di soldi.
- Scusalo! - fu il sussurro che la ragazza rivolse a Ohno dopo l'ennesima frecciatina lanciata dal capo al ragazzo. Si trovavano entrambi seduti ad un tavolo a gonfiare con l'elio palloncini colorati che poi avrebbero appeso per la stanza.
Lui sorrise - Non ti preoccupare! - la tranquillizzò - In fondo non ha tutti i torti... guarda quanta gente c'è in giro, a quest'ora il locale sarebbe stato strapieno! -
- Bé... io ne sono felice! - sussurrò, si voltò a controllare che il capo non avesse sentito e ritornò a parlare - Sarei arrivata a fine serata morta e domani mi si sarebbe prospettata una giornata collassata sul letto... invece così non dovrò spremermi come un arancio! - spiegò ammiccando.
L'altro ridacchiò divertito - E che farai invece domani? - chiese.
Lei restò disorientata dalla domanda: in effetti non ci aveva proprio pensato. - Uhm... dormirò fino a tardi, pranzerò, verrò a pulire e poi credo che tornerò a casa e me ne starò al calduccio a guardarmi qualche film. - doveva ammettere che la cosa non l'allettava molto, era decisamente avvilente, ma non aveva altre opzioni. Quell'anno avrebbe passato il Natale da sola.
- Non trascorrerai il Natale con nessuno? - domandò stupito.
Scosse la testa - Non ho nessuno con cui trascorrerlo... né parenti, né amici o qualsivoglia fidanzato, visto che per voi è un giorno da passare insieme al proprio partner! - l'informò.
Ohno stava per aggiungere qualcosa, ma venne interrotto dalla voce di Matsumoto che, entrato dalla porta che dava sul retro - Giulia li aveva avvisati di passare da lì, almeno non avrebbero attirato l'attenzione -, poco dopo fece capolino nella stanza. E la sua espressione non era certo delle migliori, sembrava alquanto seccato. Dietro di lui spuntò subito dopo Sakurai che teneva in mano uno scatolone.
Si diedero tutti il buongiorno, poi il Riida aggrottò la fronte - Che c'è? - chiese al primo, che si stava avvicinando.
- Ho dormito poco! - rispose con tono cupo.
- Caffè? - domandò Giulia sorridendo.
- Cappuccino! - fece lui sedendoglisi accanto.
- Io invece un caffè, per favore! - esclamò Sakurai appoggiando lo scatolone sul tavolo - Dov'è Nino? - domandò guardandosi in giro.
- E' andato a comprare altri palloncini che questi non bastano! - rispose Ohno indicando quelli ancora sgonfi sparpagliati davanti a loro.
- Io glielo avevo detto che erano pochi, ma non mi ha voluto ascoltare! - bofonchiò Matsumoto passandosi una mano fra i capelli neri e sbadigliando senza mettere la mano davanti la bocca.
In quel momento Kazuki appoggiò con poca grazia il caffè davanti a Sakurai - Il cappuccino arriva! - grugnì prima di ritornare al suo posto.
I due nuovi arrivati lo guardarono sconvolti - Che ha? - sussurrò il cantante rap rivolto alla ragazza.
- Niente, è solo di malumore.... gli passerà... - spiegò con la stessa tonalità di voce sventolando una mano per minimizzare la cosa - spero! -
- Tadaimaaaa! - si sentì dal retro e pochi istanti dopo anche Ninomiya faceva il suo ingresso con in mano due pacchetti di palloncini - Fuori si gela! - riferì dopo aver salutato i due amici appena arrivati.
- C'è aria da neve! - annunciò Sakurai sorseggiando il suo caffè.
- Hontō ni? - esclamò Giulia sgranando gli occhi meravigliata e sfoderando un sorriso che piano piano si allargava sul viso.
- Le previsioni dicono che non nevicherà! - intervenne Matsumoto. Il sorriso della ragazza si spense in un istante.
- Mai dire mai! - mormorò crucciata.

I ragazzi passarono tutto il resto della mattinata a gonfiare i palloncini e a chiacchierare. Giulia ormai si era temprata alla loro presenza. Negli ultimi dieci giorni i quattro Arashi le avevano fatto visita spessissimo per organizzare la festa alla perfezione. Quindi ormai era immune alla loro vicinanza e ai loro sorrisi, anche se ce ne era sempre qualcuno che la lasciava senza fiato.
E sembrava che a loro piacesse chiacchierare con lei. In quei giorni avevano avuto la possibilità di conoscersi meglio e, nonostante la diffidenza iniziale, dovettero ammettere che si trovavano bene in sua compagnia.
Nel pomeriggio gli Arashi si dedicarono ad appendere gli striscioni, che aveva portato Sakurai quella mattina, e di attaccare i palloncini alle pareti; mentre Giulia iniziò a preparare da mangiare. Avevano optato per la pizza. Quando la ragazza aveva rivelato di saperla preparare, non ci avevano pensato su due volte a scegliere quella come portata. Invece il dolce sarebbe stato una sorpresa anche per loro.
E così volarono pure le ore del pomeriggio. Verso le sei e mezza gli Arashi se ne andarono a casa a cambiarsi. Matsumoto poi avrebbe recuperato Aiba e condotto lì con la scusa di fare un aperitivo insieme.
Alle sette e un quarto erano tutti di nuovo al bar in attesa del festeggiato. Tutto era pronto. Giulia fece capolino dalla cucina: aveva il viso arrossato a causa del calore che emanava il forno. Osservò i tre ragazzi seduti al tavolo apparecchiato al centro della stanza e sorrise dolcemente. Si vedeva benissimo che erano tutti su di giri. Si erano impegnati tantissimo in quegli ultimi giorni per rendere la festa indimenticabile. Ritornò al suo lavoro: lei non poteva essere da meno. Controllò la spianata su cui stava lavorando. Le pizze erano farcite e pronte per essere infornate; la torta era in frigo in attesa di essere gustata. In quel momento il capo la raggiunse e l'avvisò che il festeggiato stava per arrivare: Matsumoto doveva aver fatto lo squillo come da accordo. Infornò le prime pizze. Pochi minuti dopo dal salone si levò un'acclamazione accompagnata dal battito delle mani: Aiba era arrivato.
La ragazza si affacciò di nuovo e vide il viso sorridente del festeggiato che veniva abbracciato dagli amici. Notò che si portò una mano agli occhi: si era commosso. Erano davvero cinque ragazzi eccezionali. Sentì la presenza del capo dietro di lei - Ecco perché sono una loro fan, Hicchi! Perché nonostante siano famosi, valori come l'amicizia, la famiglia, la solidarietà sono sempre al primo posto. -
L'altro farfugliò qualcosa di incomprensibile prima di entrare nella stanza e fare gli auguri al festeggiato. Giulia lo imitò, si trattenne qualche minuto con loro, poi ritornò in cucina a controllare le pizze.

La cena andò benissimo: la pizza le era venuta incredibilmente bene ed era finita in un baleno; la torta, che aveva rischiato di fare una brutta fine spiaccicata a terra - Sakurai aveva incespicato sui suoi passi mentre la portava al tavolo -, era un rettangolo enorme, completamente ricoperta di panna, con al centro un'immagine di tutti e cinque gli Arashi che li ritraeva nel loro ultimo concerto. I ragazzi erano rimasti sconcertati quando l'avevano vista: non si aspettavano una cosa così elaborata. Aiba non fece che ringraziarla in continuazione, nonostante lei gli ripetesse che si era divertita un mondo ad organizzare tutto con gli altri.
Dopo la torta era arrivato il turno dei regali. Matsumoto gli fece una camicia celeste; Sakurai un portafoglio; Ohno un disegno di loro cinque insieme, fatto da lui, un cappello di lana e una sciarpa; Ninomiya un trattamento completo al centro massaggi.
Giulia approfittò del momento dei commenti sui regali per andare a buttare via la spazzatura. Aveva appena aperto la porta sul retro quando un grido di stupore le uscì dalla bocca. Gli altri si precipitarono da lei e la trovarono impalata sulla porta che guardava incredula di fuori.
- Che è successo? - le domandò preoccupato Aiba.
- E' tutto bianco! - fu l'unica cosa che riuscì a dire.
Sakurai le si avvicinò - la porta non era grandissima e lei lì in mezzo ostruiva la visuale - e finalmente riuscì a capire a cosa si stesse riferendo. Il vicolo era ricoperto di una coltre bianca e dal cielo cadevano fiocchi giganti fittissimi. - Wooooooo! - esclamò eccitato.
La ragazza infilò il sacco dell'immondizia nel cassonetto lì di fronte, percorse velocemente il vicolo e si ritrovò nella piazzetta completamente sommersa da alcuni centimetri di neve.
Anche gli altri la raggiunsero, dopo essersi coperti con i giacconi. Aiba si era subito infilato il cappello e la sciarpa che il Riida gli aveva regalato. E si sorpresero nel notare i lacrimoni che si erano formati agli angoli degli occhi di lei.
- E' stupendo! - riuscì a farfugliare nonostante il groppo alla gola.
- Dovresti vedere la tua espressione in questo momento... è davvero kawaii! - le disse Matsumoto. Per risposta ricevette un sorrisone a trentadue denti.
Un grido li fece voltare all'unisono verso destra dove videro un Aiba spalmato a terra a faccia in avanti. Inutile dire che scoppiarono tutti a ridere come matti.
- Attenti che si scivola! - disse fra una risata e l'altra una volta rialzatosi intento a tirarsi via la neve dal giaccone.
Ohno stava per dirgli qualcosa, ma una palla di neve lo colpì in pieno addome. Si voltò di scatto nella direzione in cui era arrivata e fece appena in tempo a schivarne un'altra in arrivo che andò a colpire Matsumoto ad un fianco. Il colpevole era Ninomiya che velocemente si era chinato per farne un'altra. Ovviamente gli altri non si fecero pregare e in pochi secondi la piazzetta venne attraversata da bolidi bianchi.
Giulia, che si era ritrovata inaspettatamente in mezzo, all'inizio aveva cercato disperatamente un riparo, ma quando Aiba l'aveva colpita, i suoi occhi si erano infiammati e si era aggregata anche lei.
Il risultato fu che mezz'ora dopo rientrarono nel locale bagnati fradici ed esausti.
Kazuki, che se ne era rimasto al calduccio - anche se la neve lo entusiasmava, ma con quei cinque non voleva avere niente a che fare, quando li vide entrare grondanti di acqua sbiancò e si portò le mani nei capelli. Però non poteva certo lasciarli fuori - anche se la tentazione era tanta -. Così racimolò alcuni asciugamani che aiutarono i lottatori a togliere il grosso della neve ormai scioltasi. Tutti gli Arashi erano zuppi dalla testa ai piedi dato che avevano fatto la stessa fine di Aiba, nessuno escluso. Giulia invece si era riuscita a salvare, anche se aveva più volte rischiato di cadere.
- Oh... è mezzanotte passata... è Natale! - esclamò all'improvviso Matsumoto che per caso aveva lanciato uno sguardo all'orologio.
In un attimo la stanza riecheggiò degli auguri di tutti.
- Credo che ci sia qualcosa per voi sotto l'albero... - riferì Giulia.
- Per voi chi? - chiese Sakurai stupefatto.
- Per voi tutti! - rispose lei sorridendo e con una mano indicò i pacchettini colorati accatastati sotto il finto abete, che si era trasformato in un “Albero di Natale degli auguri”. Infatti giorni prima uno dei suoi amici studenti, per scherzo, vi aveva appeso un bigliettino con su una frase di augurio per lei. I suoi compagni, per non essere da meno, fecero altrettanto e così anche gli altri clienti. In due giorni i biglietti erano talmente tanti che non vi era più un posto libero dove metterli. Così avevano iniziato ad appenderli sulle ghirlande attorno alle vetrate. Gli Arashi iniziarono ad alternare lo sguardo confusi da lei ai regali. - Avanti! - li esortò ad andarli a prendere.
Il primo che recuperò il suo fu Kazuki. Ogni pacchetto aveva su un bigliettino rosso con il nome scritto in oro. Il capo lo scartò e aperta la scatola vi estrasse una cravatta a righe oblique blu e celesti. La guardò meravigliato - E' proprio quella che volevo! Come... -
- Lo hai accennato due settimane fa che avevi visto nel negozio all'angolo una cravatta che ti era piaciuta e me l'avevi descritta. Quel pomeriggio sono andata subito a comprartela. - spiegò compiaciuta.
- Arigatō gozaimasu! - disse contento, poi sembrò ricordarsi di qualcosa. Posò il regalo sul tavolo e si precipitò nello stanzino dove si cambiavano, ne tornò subito dopo con un pacchetto in mano che le porse - Anche io ti ho fatto qualcosa... non è niente di che... - mormorò leggermente imbarazzato.
Lei lo ringrazio e scartò subito il pacchetto da cui ne uscì una trousse fornita di vari ombretti e fard - Oh... mi serviva proprio! - dichiarò contenta, quindi gli stampò un fulmineo bacio sulla guancia che lo fece arrossire - Fingi di essere un duro, ma alla fine hai il cuore tenero anche tu, ne? -
- Urusai! - borbottò imbarazzato.
- Woo! - esclamò improvvisamente Ohno. Aveva scartato il suo regalo, curiosissimo, e ora teneva tra le mani una scatola di legno che conteneva colori a tempera, a pastello e a spirito di tutte le tonalità. Sollevò lo sguardo sulla ragazza: gli occhi che gli brillavano - Arigatō! - le disse con un sorriso, gongolando.
- Sugoi! - commentarono gli altri quattro che lo avevano circondato.
Il secondo ad aprire il suo fu Aiba: a lui aveva regalato un braccialetto con le maglie di acciaio opaco. Poi fu il turno di Matsumoto che ricevette un anello - per la gioia di tutti non era la solita patacca gigante, ma uno di dimensioni normali: largo nemmeno un centimetro - anche questo dello stesso materiale. A Sakurai regalò una collanina con le maglie in acciaio satinato. Infine a Ninomiya un CD di Luciano Ligabue.
- E' il cantante dell'altra volta... visto che mi avevi detto che la canzone ti era piaciuta, ho pensato di regalarti il CD! Se vuoi ti posso tradurre le canzoni! - gli disse.
- Arigatō! Appena torno a casa lo ascolterò! - fece entusiasta.
- Ti ringraziamo davvero molto per i regali, sono stupendi, ma non dovevi! - l'ammonì Sakurai mentre indossava la collana.
- E' solo un pensierino! - replicò lei soddisfatta che gli fossero piaciuti.
- Noi però non ti abbiamo fatto niente! - mormorò Aiba con aria abbattuta.
- Non è così... - precisò. Quelli la guardarono confusi. - Aver potuto passare la Vigilia di Natale con voi è il più bel regalo che mi avreste potuto fare! - rivelò con un sorriso radioso.
Aiba, che le stava lì vicino, l'abbracciò di slancio, scioccandola non poco: non era certo preparata a una cosa simile. Il cuore le iniziò a martellare nel petto e le gambe a tremare. Gli occhi le si velarono di lacrime, provò a trattenerle, ma non ci riuscì. Era incredibilmente felice.
- Aiba-chan... l'hai fatta piangere! - gli fece notare il Riida.
- Gomen gomen... demo...eri troppo kawaii! - informò quello accarezzandole la testa.
- Non è un motivo per abbracciare la gente! - l'ammonì Ninomiya.
- Chotto matte... - saltò su Matsumoto - Non dirmi che è lui il tuo ichiban! -
- Ancora con questa storia? Vi ho detto che non ve lo dico! - dichiarò asciugandosi le lacrime.
- Oh, avantiii! Dicceloo! - la supplicò Sakurai inginocchiandosi ai suoi piedi con le mani congiunte.
Lei distolse lo sguardo arrossendo - Scordatevelo! - rispose lapidaria.
- Nemmeno se te lo chiedono come regalo di Natale? - intervenne Kazuki che sghignazzò malefico all'espressione allarmata di lei.
Subito dopo lo incenerì con lo sguardo mentre gli altri concordavano che fosse un'ottima idea. “Se ne è stato zitto fino ad ora, perché non ha continuato a tenere la boccaccia chiusa? Altro che cuore tenero... è bastardo fino al midollo!” pensò mordendosi il labbro inferiore. Poi spostò lo sguardo su ognuno: Aiba, Matsumoto, Ninomiya, Ohno e Sakurai che era rimasto lì in ginocchio. Tutti avevano una faccetta troppo kawaii con un'espressione implorante stampata sopra. Sbuffò e arrossì - Sakurai-san! - mormorò talmente impercettibilmente che sperò che nessuno la sentisse. Ma il diretto interessato si trovava troppo vicino per non riuscire ad ascoltare. E in un impeto di gioia la abbracciò.
La poveretta rischiò un infarto, ma pensò che, in fondo, non ci sarebbe potuta essere morte migliore di quella.

Il giorno seguente la ragazza si era recata al bar verso le due del pomeriggio per pulire il locale. Quella notte erano andati a dormire tardi e quindi si era svegliata da poco, era ancora mezza insonnolita. Il fatto che avrebbe dovuto fare tutto da sola non la confortava per niente: Kazuki era andato a trovare i suoi parenti - aveva già organizzato da tempo l'uscita - e quindi non l'avrebbe aiutata.
Osservò controvoglia la sala sbuffando. Si tirò su le maniche della felpa della tuta e afferrata la scopa iniziò a spazzare per terra.
Ovviamente le venne naturale ripensare a tutto quello che le era successo nell'ultimo mese. Alla prima volta che aveva incontrato gli Arashi pensando inizialmente fosse un sogno; a quella successiva quando per poco non si era rotta l'osso del collo rischiando di cadere dalla scala; delle svariate figuracce che aveva collezionato ogni volta che li vedeva - perché non si era limitata solo ai primi due incontri -; ai dieci giorni consecutivi in cui le avevano fatto visita per organizzare il compleanno ad Aiba; alle lunghe chiacchierate che aveva avuto con ognuno di loro; e infine la sera precedente: la più bella e la più emozionante.
Sospirò con aria sognante mentre ripensava all'abbraccio del suo ichiban. Aveva una gran voglia di raccontarlo alle sue amiche, ma probabilmente non l'avrebbero mai creduta.
Dei rumori dietro di lei la fecero riscuotere dai suoi pensieri. Si voltò per controllare cosa fosse e si spaventò quando si ritrovò la faccia di Aiba a pochi centimetri di distanza. Urlò e fece un piccolo salto all'indietro andando a sbattere contro un tavolino a cui si aggrappò per non rischiare di cadere a terra. Guardò stralunata le cinque facce gioiose davanti a lei farfugliando qualcosa di insensato: in quel momento non riusciva a ricordarsi nemmeno come si chiamava. - Minna... cosa... qui... - anche il secondo tentativo non fu eccellente.
Loro la guardarono divertiti, poi Sakurai le si avvicinò e le mostrò la mano che fino a quell'istante aveva tenuto dietro la schiena. In questa vi era un piccolo pacchettino. Lei guardò l'oggetto alcuni istanti, poi lanciò al ragazzo un'occhiata interrogativa.
- E' per te! - le disse afferrandole la mano, sorridendole. Sul palmo rivolto verso l'altro ci posò il regalo.
Era in stato confusionale e le mani le tremavano - in verità non solo quelle, era tutta un tremore -, ma riuscì comunque ad aprirlo. Quando sollevò il coperchio della scatolina vide un braccialetto d'argento, sottile, con alcune lettere appese. All'inizio non vi fece caso tanto era lo stupore, ma ad uno sguardo più attento notò che erano le iniziali dei loro cognomi che formavano la parola “A.M.N.O.S.” Si morse il labbro mentre cercava di trattenere le lacrime.
Gli altri quattro le si avvicinarono e con un sorriso luminoso esclamarono - Giuria-chan... Merī Kurisumasu! - con la loro personale pronuncia inglese che tanto adorava.
Quello fu troppo per lei. Scoppiò a piangere e a ridere in simultanea.
Sakurai, allora, le circondò le spalle con il braccio attirandola a sé per confortarla, senza rendersi conto che in quel modo peggiorava solo la situazione.
Più tardi avrebbe dovuto avvisarli di prepararla psicologicamente la prossima volta, prima di fare una cosa del genere. C'era in gioco la sua sanità fisica e mentale.

- FINE -

gnr: sentimentale, oneshot, g: arashi, gnr: comico, aiba masaki, other character, ninomiya kazunari, arashi, matsumoto jun, r: g, ohno satoshi, sakurai sho

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