Minchiazza, è dal 16 giugno che non posto questa XD Ok, massi, postiamo gli ultimi capitoli, così pooi posso passare a qualcosa di peggio, ehm, altro!
Con un vento che secondo me finisco davvero a oz come sottofondo ...
TITOLO: Araoz
AUTRICE: Jinny, con aiuti esterni (tipo l'autore del mago di oz? Tipo)
GENERE: La Demenza, La Demenza 2 La Vendetta, La Demenza 3 Il Ritorno e pure La Demenza 4, mai uscito per questioni di budget
PAIRING: Non mi risulta, in caso lo metto
RATING: bah, pg per sicurezza
DISCLAIMERS: Non possiedo nessuno,in realtà nemmeno le idee in questo caso. Possiedo solo il mio cervello bacato.
NOTE: si, devo iniziare a dire in giro di far uso di anfetamine, almeno potrei evitare il manicomio, forse? mah ...
NOTE PART 2: Apparizione di
codesta musichetta e citazioni da
codesto spotGIA' POSTATI:
1 2 3 4&5 6 Camminarono per molto, chiacchierando del più e del meno. Totomiya saltellava felice davanti a loro. Spaventoshi li stupiva con le sue acrobazie, ogni tanto si nascondevano, per paura delle Potenti Webcam della malvagia Kitastrega.
Poi, ad un tratto, Totomiya, che correva poco avanti a loro, tornò indietro, con le orecchiette basse e la coda tra le zampette, andando a rifugiarsi nel beauty di Matsudorothy.
<< Che c’è Totomiya?>> chiese la fanciulla, acidissima, visto che stava flirtando con Sho-Di-Latta e venire interrotta era una delle cose che odiava di più al mondo. Il cagnolino indicò davanti a loro
<< Uh! Un bosco!>> disse Sho-Di-Latta
<< Forte!>> commentò Matsudorothy.
<< Spero solo di non impigliarmi in qualche ramo, sennò poi mi buco e tutta la paglia mi esce..>> disse Spaventoshi, leggermente spaventato, mentre entravano nel bosco
<< Ma nessuno pensa che potrebbe esserci qualche belva feroce? Tipo, tigri, leoni ed orsi, oddio…>> disse Totomiya, ritmando tigri leoni orsi e oddio.
<< Beeeeh… no…>> disse Spaventoshi
<< Nemmeno io sono preoccupato…>> disse Sho-Di-Latta
<< In effetti.. a me fanno sempre tutti effetto grande pelouche quindi non mi fanno paura…>> disse Matsudorothy
In quel momento, un possente ruggito e dei colpi di tosse li fecero sussultare
<< Oh, che brutta tosse…>> disse Spaventoshi, guardando il leone che era saltato fuori dai cespugli che costeggiavano il sentiero.
<< Serve aiuto?…>> chiese Sho-Di-Latta. Il leone fece cenno di aspettare con una zampa, mentre, educato, teneva l’altra zampa davanti alla bocca, tossendo
<< Argh, queste allergie…>> disse. Poi si girò a guardarli e ruggì di nuovo.
<< Poverino, ha la raucedine… aspetta un attimo, bel leone…>> disse Matsudorothy, frugando nel beauty. Poi ne riemerse
<< Ecco, bevi questa medicina, starai subito meglio…>>
<< Aaaaw? Grazie!!>> disse il leone, sorridendo felice
<< In effetti è carino..>> commentò Sho-Di-Latta
<< Non fa molta paura…>> commentò Totomiya, girandoci intorno.
<< Con questa pettinatura sei proprio figo, sai, leone?>> disse Spaventoshi
<< Oh… grazie…>> disse il leone, passandosi una zampetta nella criniera
<< Che vezzosa creatura…>> disse Spaventoshi, sedendoglisi davanti
<< E’ quello il problema…>> si lamentò il leone. << Le avete dette tutte. Non metto paura, sono allergico a tutto, sono carino e coccoloso… come leone sono un impiastro…>> disse.
<< In effetti…>> disse Totomiya. Il leone lo guardò. Il mento gli tremò
<< Sei cattivo…>> disse, mentre un lacrimone gli si formava nell’angolo esterno dell’occhio destro
<< Aaaargh, no, non piangere…>> disse Totomiya, andandogli vicino scodinzolando
<< Ok… amici?>> chiese il leone
<< Ci può stare… basta che non scodinzoli troppo, perchè il piccolo bau sono io. Intesi?>>
<< Intesi…>> disse il leone, strusciandosi e facendo le fusa.
<< Beh, che maleducati, non ci siamo ancora presentati… io sono Totomiya. Lei è Matsudorothy, la mia padrona. Quei due impiastri sono Sho-Di-Latta, l’aitante omino di latta dai bicipiti splendenti, e Spaventoshi, l’irresistibile spaventapasseri dalle adorabili guanciotte…>>
<< Cioè, me mi presenti solo con “la mia padrona”? Sei di parte!>> si lamentò Matsudorothy.
<< E tu come ti chiami, leone?>> chiese Totomiya. Il leone abbassò il viso, arrossendo
<< Ehm… Aibaken…>> disse
<< E’ quasi peggio di Spaventoshi…>> mormorò Spaventoshi
<< Senza offesa…che razza di nome sarebbe?>> chiese Matsudorothy, in tono che suonava proprio offensivo
<< Beh, ecco… Shimuken era già preso, e l’autrice manca di fantasia… d’altronde rimaneggia le storie altrui…>> disse il leone, con un’alzata di spalle. Tutti si guardarono intorno, aspettando il solito tuono, un fulmine, un terremoto, qualcosa, insomma!
Ma non successe nulla. Aibaken li guardava, incuriosito da tutte le occhiate furtive che i quattro lanciavano intorno
<< Beh? Non succede nulla?>> chiese Matsudorothy, incredula.
<< Cos’avrebbe dovuto succedere?>> chiese Aibaken, curioso.
<< Mah, non saprei.. un fulmine… un tuono, l’arrivo della cavalleria… hai criticato l’autrice, che cavolo!>>
Aibaken la guardò
<< Lo faccio continuamente, ma forse il bosco mi protegge, non so…>> disse
<< Autrice, potresti rimettere l’olio come lubrificante per Sho-Di-Latta? Perché inizia ad essere alticcio…>> disse Totomiya, completamente in buona fede. Un tuono squarciò il cielo, mandando nel panico i nostri eroi
<< Ma allora fa solo le preferenze…>> disse Spaventoshi, con la sua voce soave.
<< Ma non è giusto!>> piagnucolò Matsudorothy, ancora ignara dei danni che il suo bellissimo volto avrebbe riportato a causa dell’espressione addolorata
<< Ringrazio per il complimento, ma le rughe no… tipregotipregotiprego…>> supplicò la fanciulla
<< Autrice, stiamo degenerando!>> protestò Aibaken. Poi guardò gli altri
<< Beh, che ci fate da queste parti?>> chiese .
<< Io voglio tornare a casa… in quel mortorio del Kansas… in effetti il motivo mi sfugge, ma voglio tornarci…>> disse Matsudorothy
<< Io voglio un cuore…>> sospirò Sho-Di-Latta
<< E io voglio un cervello…>> disse Spaventoshi.
<< E allora andiamo alla città di Arasmeraldo, per consultarci con il mago di Araoz…>>
<< Ah? Posso venire con voi? Io voglio il coraggio…>> disse Aibaken.
<< E’ carino, possiamo portarlo?>> chiese Matsudorothy, rapita dal sorriso del leone
<< Si che possiamo.>> disse Totomiya
<< Allora è deciso, verrai con noi.>> disse Spaventoshi.
<< Il capo ha parlato.>> disse Matsudorothy
<< Un attimo, chi ha deciso che Spaventoshi dev’essere il capo?>> chiese Sho-Di-Latta, che non era competitivo nemmeno un po’.
<< E’ scritto nelle stelle.>> ringhiarono Totomiya e Matsudorothy, in coro.
<< Ok…>> disse Sho-Di-Latta
<< Che bello, vengo con voi!>> disse Aibaken. Nell’entusiasmo, alzò le braccia, andando a sbattere con la zampa contro un albero
<< Itai…>> disse. Sho-Di-Latta si avvicinò
<< Che scemo…>> disse, con aria da fratello maggiore
<< Hey, psst psst…>> chiamò Totomiya.
<< L’ha adottato…>> disse Matsudorothy.
<< Ma che carini…>> bisbigliò Spaventoshi. E così i nostri eroi ripresero il loro viaggio verso la città di Arasmeraldo.
Camminarono sul sentiero di mattoni fuxia paillettati per molto tempo, un po’ chiacchierando, un po’ stando in silenzio, un po’ saltellando. Ci fu una gara di karaoke, ma finì quasi subito, notando che i tre quarti delle canzoni faceva “nanana” e soprattutto perchè cantava quasi sempre Matsudorothy, e non sempre era una cosa piacevole…
<< Autrice, scusa se rompo, ma almeno potevi migliorarmi la voce…>> piagnucolò la povera fanciulla, affrante
<< Non ti preoccupare, piccina… andrà tutto bene…>> disse Sho-Di-Latta, rassicurante. Lei annuì, poco convinta. Poi il sentiero finì. Totomiya, che li precedeva di pochi passi, si bloccò. Spaventoshi lo tamponò, poi venne tamponato da Aibaken, che venne centrato da Matsudorothy che venne quasi schiacciata da Sho-Di-Latta.
<< Credo di aver visto la città di Arasmeraldo, prima che mi investiste…>> boccheggiò Totomiya, cercando di scrollarsi di dosso la pila umana che aveva sulla schiena.
Gli altri gli scesero di dosso, un po’ imbarazzati
<< Ma il sentiero è finito…>> disse Matsudorothy, spolverandosi l’abitino << Come facciamo?>>
<< Oddio… come si fa? Come si fa?>> iniziò a chiedere Aibaken, terrorizzato. Spaventoshi lo scosse, facendolo tornare in se
<< Ok, ci sono…>> si scusò Aibaken
<< C’è un campo, ma credo possiamo attraversarlo.>> disse Sho-Di-Latta, tranquillo
<< E’ un campo di papaveri… io ci girerei intono…>> disse Totomiya.
<< Ma siamo così vicini…>> protestò Spaventoshi, entrando deciso nel campo, venendo seguito ruota da tutti
<< Non ascoltatemi mai! Mi raccomando!>> protestò Totomiya.
<< Aaaawww, adoro i papaveri!>> disse Matsudorothy, aspirando da un enorme papavero di uno strano colore violetto
<< E allora vattene in cerca!>> disse Totomiya, sbadigliando. Aibaken ronfava già beato.
<< Forse dovremmo portarli via… su di noi non hanno effetto…>> disse Sho-Di-Latta.
<< Già…>> disse Spaventoshi, caricandosi in braccio Totomiya, che ormai ronfava. Matsudorothy sembrava reggere bene, finchè, con un sonoro TONF, cadde a terra, all’improvviso, addormentata.
<< Io prendo la ragazza.>> disse Sho-Di-Latta, grabbando Matsudorothy e caricandosela sulle spalle.
<< E il leone? E’ tanto carino, ma è un leone…>> disse Spaventoshi << Peserà un po’…>> disse, e lo spostò leggermente con un colpetto leggerissimo. Il leone rotolò per un metro
<< Ok, non pesa… però è grande…>> disse Spaventoshi
<< Giochiamocelo a janken.>> decise Sho-Di-Latta. E così, mentre facevano la rivincita, la bella, la bella della bella, la bella della bela della bella, iniziò a piovere
<< Oh, accidenti! Mi inzuppo!>> disse Spaventoshi
<< Oh, cazzo, mi arrugginisco!>> disse Sho-Di-Latta. Fece per alzarsi e cercare un riparo, ma il colpo della strega lo bloccò (mai dicitura fu più azzeccata… mettete giù i fucili, da morta non posso andare avanti!).
<< Non si dicono le parolacce!>> lo rimproverò Spaventoshi, cercando di trascinare via Totomiya e Matsudorothy, e rotolando a calci il leone.
<< Oh, porca… arrivano i Kattun Volanti, i fidi aiutanti della Kitastrega… Sho-Di-Latta, mettiti al riparo!>>
<< Sarei un po’ bloccato!>> fece notare Sho-Di-Latta. I Kattun volanti si abbatterono sullo spaventapasseri
<< Senpai, scusa…>> supplicò Kame Volante, mentre prendeva Matsudorothy e se ne rivolava via. L’Akanishi Volante prese Totomiya e smontò Spaventoshi
<< Maledetto kohai, me ne ricorderò!>> minacciò Spaventoshi, ma si rese conto di non essere molto credibile, sparso sull’erba. In quel momento, Aibaken, sbadigliando e stiracchiandosi, si riprese dal coma da papavero, dato che la pioggia (che in realtà avrebbe dovuto essere neve, ma l’autrice si prende delle licenze mica da nulla) aveva bagnato i fori facendo fermare la nuvola tossica, ehhhhm, i pollini soporiferi
Poi vide lo spaventapasseri e cacciò un urlo di disperazione
<< Che t’hanno fatto?! Ma non ti preoccupare, ti vendicherò!>>
<< Basta che mi rimonti…>> disse Spaventoshi, tranquillo
<< Tranquillo, fantasma di Spaventoshi, non avrò pietà per chi ti ha strappato la vita in maniera così ignobile e… beh… scomposta…>> mentre diceva questo, grosse lacrime gli sgorgavano dagli occhi
<< Sho-Di-Latta, fai qualcosa, prima che…>>
Aibaken iniziò a tossire e starnutire
<< Ecco, appunto… senti, leone poco credibile, vai a dare il sakè all’uomo di latta, sennò non ce la facciamo…>>
Aibaken, passata l’isteria grazie all’attacco congiunto di bronchite ed allergia, lo guardò
<< Ma allora sei vivo…>> disse, sollevato
<< Sono uno spaventapasseri.>> disse Spaventoshi, ancora spalmato a terra. Aibaken diede il sakè all’uomo di latta, che rimontò Spaventoshi, che a sua volta raccolse gli ultimi fili di paglia e li rimise a posto. Si rimodellò per bene, specchiandosi in Sho-Di-Latta
<< Sono gocce quelle?>> chiese Sho-Di-Latta, inorridito, guardandosi. Poi prese Aibaken e lo usò per lucidarsi
<< Potrei offendermi…>> disse Aibaken
<< Ma non lo farai.>> disse Sho-Di-Latta, facendogli un grattino sotto il mento.
<< Per un grattino, farei qualsiasi cosa…>> disse Aibaken, rassegnato, facendo le fusa
<< Che tenero… argh! Dobbiamo andare a riprenderci Matsudorothy!>> disse Sho-Di-Latta
<< Chissene! Dobbiamo riprenderci Totomiya!>> disse Spaventoshi
<< Io so dove abita la Kitastrega…>> disse Aibaken, tranquillissimo, per poi starnutire in faccia a Spaventoshi
<< Che schifo… beh, andiamo?>>