Post a casaccio

Aug 30, 2012 14:54

Premessa 1: devo ancora recuperare un sacco di cose.
Premessa 2, che non centra nulla col post attuale: AUGURI JUNJOLINAAAAAAAAAAAAAA la nostra principessina diventa vecchia 
grande!
Premessa 3: oggi mi andava fortemente di angstare, quindi ho angstato
Premessa 4: sono anziana dentro. Ma continuano a valere come johnnys se il periodo della ficcy è nel periodo in cui erano in agenzia U_U (sono mod e mi invento cose sul momento. Mod Seria, non avermene X°D) (P.S. questo apre le porte anche a Hiromi Go, insomma XDDDDDDD) (la smetto di tergiversare e posto dai)

TITOLO: I would never had thought you'd say sorry (e se ho cannato la grammatica amen XD)
AUTRICE: Jinny
GENERE: pare mentali, semiangst
RATING: pg-13 (siamo ai livelli di un tg)
FANDOM: Four Leaves
PAIRING: Orimo/Kita
DISCLAIMERS: Non possiedo nessun johnny,m perchè sono pezzente quindi kitagawa non me li cede
NOTE: come mio solito leggo frammenti di cose e romanzo a mio piacimento. E vedo sguardi che non ci sono, sono solo i video che sono sgranati causa esser rippati da pellicole d'epoca XD Decco. Gli anni 70 tengono in ostaggio i neuroni che Aiba non ha ammazzato a gennaio 2010 ...



<< Hai una moglie, torna da lei.>>

Il tuo tono è infastidito. Butto l’ultima confezione di ramen istantaneo nel sacco e mi giro a guardarti. Sdraiato sul divano, i capelli in disordine, una sigaretta accesa. Pallido. Serro la mandibola

<< E tu trovatene una, così posso smettere di venire a pulirti casa quando ti fai troppo per troppi giorni di fila.>> borbotto

<< Posso trovarmi tutte le fighe che voglio.>> sbuffi. Faccio per risponderti, ma non mi viene in mente niente di buono, quindi mi limito a sospirare, riportando l’attenzione al sacco nero che ho tra le mani. Lo chiudo in qualche modo. Ci penserà la donna delle pulizie a portarlo fuori. Se non l’hai licenziata di nuovo in un momento di fattanza … mi arrivi alle spalle e mi abbracci da dietro. Sento la tua fronte premermi contro la schiena, tra le scapole. Sento la tua paura per questo gesto,e  rimango fermo. So che con me hai sempre fatto finta di niente. Sei il più vecchio di noi quattro, io il più giovane. Ma sono anche na spanna più alto di te. Avrei voluto proteggerti … ti prendo la sigaretta e faccio qualche tiro

<< E’ normale.>> borbotti, senza spostare la fronte dalla mia schiena

<< Non era mia intenzione farmi una canna, quindi bene così.>> rispondo, in tono un po’ meno tagliente di quello che avrei voluto. Non posso trattarti male. Non ci riesco. Non ci riesco neanche quando passi giorni e giorni completamente sballato. Neanche quando ti chiudi in quei silenzi infiniti …

<< Ne, Kouchan …>>

<< Mm …?>> ti stacchi leggermente e mi giri attorno, mettendoti di fronte a me. Ti supero davvero di un bel po’, e a dirla tutta dovresti smetterla di sembrare più giovane di me. Ma quando mi guardi mi sento addosso tutti e 4 gli anni che ho meno di te. Ma devo riuscire a dirtelo …

<< Quando smetterai di farti del male?>> chiedo, indicando con un cenno del mento il sacco che ho appena chiuso. Quello sul cui fondo ci sono bustine, siringhe usate, un laccio emostatico rotto … sospiri e ti allontani, voltandomi le spalle. Serro gli occhi, come sentendo già la tua risposta

<< Potevi pensarci prima di sposarti.>>

Sospiro, accucciandomi a terra. Rimaniamo così, in silenzio, per un po’. Anche volendo, non potrei avvicinarmi a te. I contatti non richiesti non ti piacciono. Non ti sono mai piaciuti da che ti conosco …

<< Scusa.>> dici dopo un po’. Alzo il viso, sorpreso. Mi stai guardando, sorridendo, con la testa leggermente piegata su un lato. Mi asciugo gli occhi in fretta

<< Masao …>> mi chiami

<< Niente, è che …>> tento inutilmente di giustificarmi. E’ che cosa? E’ che hai ragione, non avrei dovuto sposarmi per copertura? E’ che non riesco a starti dietro, ho bisogno di farmi una vita, ma ti amo e quindi non riesco a vederti stare così male? E’ che comunque vengo dopo “lui” sempre e comunque? E’ che non credevo mi avresti mai chiesto scusa. E vederti così mi fa male

<< Ti ho sempre detto che questo lavoro mi serve. Mi serve come l’aria. E quando hai fatto tu una cosa per tenertelo me la sono presa … non è giusto, ecco. >> mi dici, accucciando miti di fronte e facendomi alzare il viso. Mi dai un piccolo bacio a fior di labbra. Mi stacco

<< Sembra di leccare un posacenere.>> borbotto, asciugandomi di nuovo le lacrime. Ridi e mi scompigli i capelli, alzandoti ed aiutandomi ad alzarmi

<< Sai … puoi anche rimanere qui, se ti va. Hai una moglie, ma magari averti fuori dalle scatole qualche volta non le dispiace … se sei così appiccicoso anche con lei …>>

Ti insulto, ridendo, mentre mi tiri a sedere sul divano.

p: orimo/kita, g: four leaves, gnr: angst, gnr: pare mentali

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