E per par condicio, se diamo ad un OTP, bisogna dare anche all'altro, no?
Eccovi perciò una Yokohina, anche questa d'annata -_-''
Titolo: The sea
Gruppo: Kanjani8
Paring: Yokohina
Personaggi: Yoko, Hina, Maru
Genere: "preoccupato"... XD
Rating: G
Disclaimer: Nessuna intenzione di violare la privacy o i sentimenti di nessuno..
Warming: Questa risale al 17 aprile 2012... Hirunandesu non esisteva ancora, per cui non fate caso allo schedule che non prevede una diretta il giovedì prima del recomen ^^'''' (+ solito problema paragrafi)
Quando l'addetto alla regia gli aveva fatto sapere che per motivi di sicurezza, solo uno di loro sarebbe salito sulla barca, mentre gli altri due avrebbero girato un siparietto in cui avrebbero cucinato con la moglie del pescatore, Yoko sfidò con lo sguardo Maru ed Hina. Ormai avevano girato programmi del genere da troppo tempo per non sapere che preparare del cibo implicava sempre, poi, una scena in cui quel cibo sarebbe stato mangiato.
In uno scambio di occhiate degne di un film western iniziò la conta. Due sassi ed una forbice: il jan-ken-pon aveva deciso. Ed il suo inappellabile giudizio aveva fatto vincere ad Hina un viaggio in mare.
E mentre Hina si stringeva la mano che lo aveva fatto perdere, urlando “NOOOOOOOO!!” gli altri due mostrarono la loro comprensione alla sua sfortuna rotolandosi per le risate.
-Mi raccomando, però...- Li minacciò indicandoli col dito Hina, mentre si allontanava lungo il pontile delle barche.- Ricordatevi di tenermi qualcosa da parte!
-Va tranquillo! Noi aspettiamo qui che tu ritorni!- Gli rispose Yoko, più che mai deciso a spazzolarsi tutto quello che gli sarebbe capitato davanti, visto che la sua dieta sempre molto rigida, prevedeva ampie concessioni se per “motivi di lavoro”.
Dalla spiaggia, Yoko e Maru guardarono Hina salire sulla barchetta insieme ai due pescatori, un tecnico audio ed il cameraman. Alle loro spalle, intanto, lo staff si stava dando da fare per preparare un cucinino all'aperto.
“Portate più avanti quel tavolo!”
“No, non lì quello schermo!”
“Allora, vogliamo muoverci? Dobbiamo finire le riprese entro la mattina, che poi danno brutto tempo!”
“Qualcuno lo toglie quel microfono da li sopra!”
Yoko, in un angolo di quello che era diventato il loro set all'aperto, guardava in disparte i preparativi, aspettando che la costumista-truccatrice finisse di sistemare Maru.
Era divertente vedere tutta quella gente lavorare per lui.
-Ah... da queste parti non abbiamo spesso tutta questa vivacità...- Sentì dire da qualcuno alla sua destra.
Si girò di scatto, e si vide accanto l'anziana moglie del pescatore, quella che gli avrebbe mostrato come cucinare il pasce fresco. Anche lei stava osservando sorridendo i preparativi della troupe, sicuramente molto più incuriosita per tutti quei movimenti rispetto a Yoko che negli anni ormai ci si era abituato.
-Yokocho, tocca a te!- Lo chiamò Maru, agitando un braccio e liberandosi dalla presa della ragazza che ancora gli stava sistemando l'ultimo bottone della giacca.
Yoko fece un piccolo inchino, e si diede il cambio con Maru, anche lui accolto dalla signora con un sorriso. E mentre si abbandonò alle mani della costumista che gli risistemava la frangia coi pochi mezzi della location esterna, si chiese se l'appeal che Maru sembrava sempre avere con le vecchie, fosse qualcosa di cui andare invidioso o meno.
Nemmeno un quarto d'ora da quando si erano separati da Hina, che il regista li chiamò al tavolo allestito davanti la rimessa delle barche. Un'ultima spiegazione alla signora su quale fosse la sua parte, ed iniziarono a girare.
Forse per l'emozione di essere davanti a delle telecamere, ma il modo di parlare e di muoversi della signora risultò particolarmente divertente. Yoko cercò di mostrare al meglio le sue abilità di sfilettatore nel pulire il pesce che gli avevano lasciato, coprendo la pessima figura con delle gag che sembrassero fatte apposta per far ridere. E quando arrivarono le ciotolone piene di cibo, Maru ci si avventò sopra così velocemente, da ritrovarsi qualche chicco di riso sparso per le guance.
Ebbero solo quattro-cinque interruzioni prima di ricevere il “CUT” finale. Le riprese si erano svolte velocemente, e lo staff sembrava soddisfatto del risultato.
-Bene ragazzi... Ora si toglie tutto e si aspetta che tornino gli altri... Poi si riprende con la prossima tappa. Chi non ha nulla da fare, è in pausa!- Annunciò il capo-cameran allo staff, e quindi, anche ai due idol.
Yoko e Maru si congratularono con la signora per il lavoro fatto insieme inchinandosi, e poi vennero scortati dalla ragazza che si era presa cura dei loro abiti e dei loro capelli, dentro la rimessa delle barche, dove era stato improvvisato un camerino di fortuna.
Yoko seguì con lo sguardo Maru scavare nella borsa e prendere il telefonino.
-Naaah!- Disse, guardando lo schermo con aria delusa.- Qui non prende niente... E io che avevo promesso a Yasu che gli avrei scritto come andavano le riprese...
Yoko si sedette ridacchiando, e, presa la sua fidata PSP attaccò a giocare. Aveva scommesso con Subaru che se avesse finito il livello per primo, lui avrebbe telefonato a Mitsuru per dirgli quanto fosse fico il suo fratellone. E ci teneva ad impressionarlo.
Maru, sconfitto dalla tecnologia, mancante in quell'isoletta lontana dalla civiltà più nel tempo che nello spazio, si era rassegnato a sederglisi accanto, e a continuare quel libro sui 10 powerspot più potenti del mondo, la cui immagine di copertina un po' spaventava Yoko, anche se non lo avrebbe mai ammesso.
Concentrato sul suo videogioco, che si rivelava essere molto più difficile di quanto avesse immaginato, Yoko perse concezione del tempo finchè non sentì uno spiffero di aria arrivargli dalla finestra del casottone in cui erano. L'aria si era fatta più fredda tutto ad un tratto.
Lasciò Maru sulla poltroncina malmessa su cui era addormentato con ancora il libro tra le mani, ed uscì a sgranchirsi un po' le gambe.
Fuori il tavolo su cui avevano cucinato era sparito.
Ma oltre quello, il paesaggio sembrava molto diverso da come lo aveva lasciato dopo le riprese.
Fece qualche passo verso il pontile, ma non osò oltrepassare il limite tra la piattaforma di cemento a cui si attaccava e la parte in legno che proseguiva verso il mare.
Il cielo si era fatto quasi bianco. Un tutt'uno con il mare davanti a loro. Ma la cosa più strana era l'aria che lo circondava. Umida, fredda, ed immobile. Terribilmente immobile.
-Ah... Il mare...- Mormorò la moglie del pescatore, che lo aveva raggiunto all'inizio del pontile.- Per quanto puoi dire di conoscerlo, resta sempre imprevedibile...
Lo disse con voce bassa e tono piatto, guardando fisso verso il mare. Chissà quanti anni aveva passato, a guardare quello stesso mare.
Yoko si girò a guardarla. Gli sembrava di essere nella scena di transizione di un film d'orrore.
Tutta quella massa grigio-chiaro in cui il capannone, il pontile e le persone si stagliavano solo come macchie più scure, quasi fosse una scena in bianco e nero. E tutt'intorno nulla sembrava muoversi, con una calma irreale. Anche le onde che si seguivano contro i pali del pontile e sulla spiaggia, sembravano immobili.
La donna non disse altro, si girò si se stessa e tornò verso lo staff.
Per un po', Yoko rimase solo a guardare il mare.
Il mondo riprese a muoversi improvvisamente. D'un tratto il vento prese a soffiare freddo, e le onde si alzarono.
Sentì un rumore alle sue spalle.
Maru, con i capelli ancora arruffati dal sonno, doveva essere venuto a cercarlo.
-Ah! Yokocho, ecco dov'eri!- Gli disse, avvicinandoglisi.- Non ti ho visto, e mi sono chiesto dove fossi finito!
Yoko gli sorrise. Maru era spesso così caruccio da fargli venire voglia di atteggiarsi ad adulto.
-Sai, no... sono venuto a prendere un po' di fresco...- Gli rispose con la cantilena di quando faceva a persona seria.
In quel momento, Yoko sentì il freddo intensificarsi.
Sia lui che Maru alzarono la testa verso l'alto: aveva iniziato a piovviginare.
Maru ridacchiò, e Yoko per non seguirlo troppo e rovinarsi il momento creato pochi secondi prima, si girò. Alzò lo sguardo e si accorse che sul mare, quel cielo che fino a pochi secondi prima era lattiginoso, si era fatto nero.
Il rumore di un tuono li fece saltare entrambi.
-Yoko...- Lo chiamò Maru. Questa volta la sua voce era molto seria.- A che ora doveva tornare Shin-chan?
Yoko lo guardò non sapendo che dire. Non ricordava, o forse nemmeno aveva sentito per quale orario lo staff si era accordato coi due pescatori. Ne sapeva che ora fosse al momento. Ma di certo, sulla base delle sue esperienze di riprese di pesca, da quando si erano divisi da Hina era passato ben più del tempo necessario a prendere un paio di pesci.
Da quello che era diventato il “centro operativo” della location, gli venne incontro la ragazza dello staff con tra le braccia un paio di quelle orribili mantelline di plastica in cui li impacchettavano per non rovinare i vestiti ogni volta che rischiavano di bagnarsi.
-Quando arriva Murakami-san?- Chiese Yoko indossando il sottile impermeabile.
La ragazza li guardò con aria indecisa, come se non sapesse cosa dirgli.
Forse Yoko inconsciamente la fissò minaccioso, perchè lei abbassò gli occhi spaventata, e si decise a parlare.
-Abbiamo perso i contatti con la barca, e...
Yoko non capì più nulla. Diede una piccola spinta alla ragazza e lasciò Maru lì dov'era, per correre dal responsabile della regia. Come era possibile, di quest'epoca, in Giappone, non sapere che fine avesse fatto una barca, a pochi chilometri dalla costa? Come era possibile perdersi un Johnny in mare?
Arrivato dal resto dello staff, tutte le urla che aveva in gola gli si spensero. Tre cameraman stavano, insieme all'addetto del porticciolo, intorno ad una radio, continuando a chiamare la barca. Un microfonista aveva fatto sedere, li fuori, sotto la tettoia che sporgeva dalla rimessa, la moglie del pescatore, e le stava parlando cercando di calmarla. Altri mancavano alla conta, dovevano aver preso il camioncino, che infatti non era dove lo avevano lasciato parcheggiato, probabilmente per cercare altro aiuto. E in fine, attaccato al telefono fisso della baia, il responsabile alla regia stava imprecando contro chissachi per riuscire a far smuovere i soccorsi.
Maru, che lo aveva seguito, gli appoggiò la mano su una spalla.
In quel momento uno dei cameraman alzò la testa e li vide. Lasciò gli altri alla radio e gli si avvicinò.
-Forse per il maltempo, ma... la comunicazione radio è troppo disturbata. Stiamo chiamando gli aiuti, ma pare che abbiano i loro problemi... e raggiungerci su questa isoletta non è facile...- Gli spiegò costernato.
Yoko si girò ancora verso il mare. Le onde si erano fatte sempre più violente, ed Hina era la fuori, su quella specie di barchetta.
-Stiamo facendo l'impossibile per ricontattarli... ma vedrete che li troveremo presto.- Continuò, sforzando un sorriso.- Venite, vi riaccompagno all'interno...
Maru lo guardava con occhi terrorizzati. E a vederlo così, Yoko, che avrebbe voluto invece mettersi ad urlare, sforzò un sorriso.
Una delle cose che avevano imparato in anni su diversi set, era che mentre gli altri lavoravano, il loro compito era farsi da parte e non intralciare. Era una cosa che a Yoko piaceva. Restare in un angolo, guardare gli altri muoversi e spostare roba, magari mentre qualcuno gli faceva fresco con un ventaglio. Lo faceva sentire una star.
In quel momento, invece, capì quanto lui fosse inutile. Tutti si stavano dando da fare per far tornare a terra Hina, e l'unica cosa che loro potevano fare, era tornare al coperto e starsene buoni. Ed anzi, facendosi accompagnare stavano rubando tempo prezioso che quel ragazzo avrebbe potuto dedicare a cercar di far rifunzionare la radio.
Yoko e Maru tornarono dentro il casottone tenendosi per mano.
Entrarono piano. Le loro poltroncine erano sistemate vicino alla finestra che dava direttamente sul mare. Da li potevano vedere le onde arrivare alla spiaggia in tutta la loro violenza.
Davanti a se, la PSP lo invitava a giocare dal tavolino su cui l'aveva lasciata. Ma se anche avesse provato a mettersi al videogioco, per la tensione sicuramente non sarebbe riuscito a combinare niente. E poi, non voleva staccare la mano da quella di Maru.
Maru accanto a lui, aveva preso il telefonino, e stava guardando perso lo schermo su cui compariva la parola “Shin-chan” e sotto una serie di puntini dimostrava la mancata connessione della chiamata.
-Se non c'è campo qui, come potrebbe esserci in mezzo al mare?- Gli fece notare gentilmente Yoko.
Maru lo guardò senza dirgli nulla.
-Stai tranquillo, vedrai che presto riusciranno a contattare la barca.- Continuò, allora.
Maru era quello che facendo rumori e battute riusciva sempre a tenere caldo il morale dei camerini. Pure quando i suoi ippatsu-gei erano troppo stupidi anche per i medi standard Kanjani, dietro si poteva sempre sentire la risata di Okura a scaldare l'ambiente. Non che anche lui non avesse un lato serio, ma Maru era questo, lo spirito allegro del gruppo. “Moodmaker Maru-o”. Vederlo così preoccupato, era proprio qualcosa di sbagliato.
-Andrà tutto bene, andrà tutto bene.- Ripetè più volte. E questo forse non lo stava dicendo solo a Maru, ma anche a se stesso.
Quando la porta si aprì, entrambi balzarono con la testa, sperando di avere notizie di Hina.
Entrò la moglie del pescatore, portando due tazze fumanti.
-Vi ho preparato del tè...- Disse, appoggiandole al tavolino.
-Si sa niente...- Non riuscì a trattenersi dal chiedere, Yoko.
La donna, con espressione dolcemente rassegnata fece segno di no con la testa.
Maru sospirò rumorosamente, mentre Yoko potè solo inchinarsi con la testa in segno di ringraziamento, sia per il tè che per le informazioni.
-Se avete bisogno di qualcosa...- Mormorò la signora, prima di sparire di nuovo oltre al porticina della rimessa.
Yoko provò a bere un sorso, ma il tè sembrava essere troppo caldo per le sue labbra infreddolite. Continuando a tenere con la mano libera dalla stretta di Maru, la tazza vicino alla bocca, si specchiò sulla superficie mobile del liquido.
Su quella barca c'erano anche il marito ed il figlio di quella donna. Eppure, se anche solo per far qualcosa per distrarsi, lei si stava preoccupando di loro due in qualità di ospiti. Girare gli esterni era sempre faticoso e ci voleva tempo, ma aveva di bello che gli dava occasione di poter sentire la gentilezza di persone diverse.
E in quel momento si ricordò anche del cameraman e del microfonista. Aveva fatto decine di location con loro, li conosceva bene. Eppure, l'unico di cui riusciva a preoccuparsi veramente, era il suo compagno di gruppo.
Anche Maru sembrava aver deciso di lasciare un po' raffreddare la bevanda. Spingendosi un po' su Yoko, stava guardando il mare oltre la finestra. Gli schizzi delle onde quasi si confondevano con le gocce della pioggia, sempre più fitta.
-Avremmo dovuto lasciargli un po' di quel pesce...- Sospirò Maru.
-Dai, dai! Questa sera lo portiamo a mangiare italiano!- Cercò di rincuorarlo Yoko.
- Cos'è che mangia sempre, Shin-chan? Ama...amatricana?
-E poi facciamo pagare lui!- Precisò ancora Yoko, provando a mettere un minimo di scherzo nel suo tono.
Anche se non era facile.
Riprovò a bere un sorso del tè. Sentire qualcosa di caldo scivolargli lungo la gola, lo fece stare un poco meglio.
Stava per consigliare anche a Maru di bere il tè, che lo avrebbe aiutato a calmarsi, che il forte rumore di un tuono lo fece sobbalzare. Tanto che per poco non rischiò di far scivolare il contenuto della tazza addosso a Maru, sdraiato sulle sue ginocchia; cosa che certamente non ci sarebbe voluta in quel momento.
Ma per fortuna Maru non sembrò nemmeno accorgersi delle goccioline di tè che lo avevano raggiunto. Alzata anche lui di scatto la testa, continuava a fissare il vuoto oltre la finestra, trattenendo il respiro.
-Questo era bello forte, eh?- Commentò Yoko a vuoto.
Maru non si girò verso verso di lui.
-Shin-chan è laggiù...- Mormorò Maru.
Già, poteva essere proprio la in mezzo, sotto quel cielo nero, quell'acqua e quei fulmini. Su quella specie di tinozza su cui lo avevano lasciato partire. Ma se fosse stato li con loro, di certo li avrebbe tsukkomati per il loro pessimismo.
-Non ha senso prenderla così... non ha senso preoccuparci finchè non sappiamo cosa gli sia successo... Magari si sono rifugiati al sicuro in qualche baia, no?- Gli disse.
Anche se il problema era proprio quello: non avevano nessuna idea di cosa gli fosse successo.
-E al limite... Credo che i gorilla sappiano nuotare, sai?
E come ebbe pronunciato queste parole, Yoko si rese conto che quel che aveva appena detto non faceva affatto ridere.
Nonostante questo, Maru finalmente si girò e gli mostrò un timido sorriso, per poi tornare a sdraiarsi sulle sue gambe, quasi fosse un gattino.
Invece a lui stesso quella pessima battuta aveva creato un'orribile immagine mentale che doveva al più presto togliersi dalla testa.
Provò a concentrarsi sul lavoro, a pensare alle cose che avrebbe dovuto fare il giorno dopo.
Per prima cosa avevano un servizio fotografico... Li aspettavano sul set verso le dieci, per cui avrebbe potuto anche alzarsi tardi. Poi... era domani che doveva girare il VTR per quel programma? Sicuramente il manager lo sapeva.
E alla fine, lavoro fino a tardi, per il Recomen. Il tema della serata era qualcosa a proposito delle relazioni di coppia, ma Yoko non ricordava precisamente cosa.
Per un attimo si vide come sarebbe stato il giorno successivo, nella sala dello studio al Bunka-Hoso. Ma senza avere Hina davanti a sé. E in quella poltrona vuota sentì il vuoto che sarebbe stato la sua vita senza di lui.
Aveva già perso troppe persone importanti nella sua vita. Ed Hina, proprio era una presenza che non poteva mancare. Hina era...
Yoko si sentì quasi svenire.
Solo il calore sulle sue ginocchia gli ricordò la presenza di Maru. Gli ricordò che doveva essere forte. Che non poteva permettersi di essere di intralcio alla troupe. Che il suo compito era mantenere la calma. E aiutare Maru non abbattersi.
Per la seconda volta qualcuno aprì la porta.
Questa volta era la costumista. E stava sorridendo.
-Sta arrivando una barca!- Urlò.
-Sono loro?- Chiese Maru.
-Non lo sappiamo, ma...
Ne Yoko ne Maru osarono ancora rasserenarsi completamente.
Uscirono piano dalla rimessa, continuando a tenersi per mano. Per tutto quel tempo, non avevano staccato questo contatto che li legava l'uno all'altro.
Appena fuori intravidero nella nebbia l'ombra di una barca che stava cercando di attraccare al porto. Alcuni dei loro uomini erano corsi lungo il pontile, per aiutare nelle manovre.
Il regista non era più al telefono, ma non se ne era allontanato. Da lì cercava di capire chi fosse arrivato, forse pronto a riprendere con le telefonate se la barca non si fosse rivelata la loro.
Anche Yoko e Maru rimasti fermi sotto la tettoia, seguivano le operazioni da lontano.
Accanto a loro, la moglie del pescatore gli accennò un sorriso. A questo punto Yoko smise di preoccuparsi. Ma era ancora presto per cambiare completamente stato d'animo: prima doveva vedere Hina mettere i piedi a terra.
Il primo a scendere dalla barca fu il figlio del pescatore. Questo aiutò il microfonista a scendere, e, dopo un breve scambio con i ragazzi che li avevano raggiunti sul pontile, li lasciò per avvicinarsi alla rimessa. Si scambiò solo una breve, ma carica di significato, occhiata con la madre, prima di andare a parlare col regista.
-Abbiamo dovuto allungare il percorso per evitare il centro della tempesta... La radio non andava, non potevamo avvertivi...- Gli spiegò.
Ma Yoko e Maru seguivano appena quel che succedeva a pochi passi da loro. La loro attenzione era tutta su quella figura che goffamente stava scendendo dalla barca, supportato da tre paia di braccia che lo stavano guidando.
-Shin-chan...- Scivolò dolcemente dalle labbra di Maru, che, staccata la mano da quella di Yoko, corse verso Hina.
Solo in quel momento Yoko si rese conto che, se anche aveva rassicurato l'altro tutto il tempo, era stata la mano di Maru a stringere la sua. E si chiese per un attimo se forse la ragione per cui Maru si era fatto consolare, non fosse stata quella di costringerlo a mantenere la calma.
Ma adesso aveva altro di più importante a cui pensare.
A passi lenti, ma decisi, nonostante la pioggia che continuava a scendere, seguì Maru.
Si fermò a qualche metro da Hina, che, oltre l'abbraccio in cui lo gli si stava avvinghiando Maru, alzò lo sguardo verso di lui e gli sorrise.
Dopo che Maru si staccò con un sospiro, Yoko si avvicinò ulteriormente.
Lui ed Hina si batterono il cinque per poi tenersi la mano, come facevano gli americani nei film.
-Alla fine sei riuscito a tornare, allora?- Gli disse, rompendo finalmente il silenzio.
-E' ovvio no? Che, mi davate già per morto?- Li sgridò Hina quasi offeso, con tono da tsukkomi.
Maru preferì non rispondere niente, e limitarsi a ridacchiare.
-Io veramente stavo già facendo piani per migliorare il Recomen...- Ribatté Yoko.
-E secondo te io ti avrei lasciato il mio programma radio?
-Il TUO programma radio? Il NOSTRO, semmai!
E continuando a battibeccare vivacemente, Yoko ed Hina si avviarono verso il capannone.
Dietro di loro non potevano accorgersi che Maru li stava guardano allontanarsi, sorridendo.