Ultimamente sono proprio fissata con Nakai e Hiromitsu<3.
Dato che io e Nakai abbiamo la stessa strana passione per il nano dei Kisumai, ho cercato di far coronare il suo sogno d'amore ù_ù<3 visto che nella realtà, temo, non riesca troppo nel suo intento...*fantastica*
Spero vi piaccia anche se non è un granché, scrivere questa fanfiction mi aiuta a togliermi di dosso lo stress da esami universitari (ormai troppo vicini, TROPPO.).
Non sono mai riuscita a finire una fanfiction a capitoli (quindi non so come viene, se ha senso logico oppure vado troppo in fretta nel racconto), ma sono molto positiva, dato che manca solo l'ultimo mezzo capitolo e poi è interamente finita *orgoglio a mille*
Fandom: kis-my-ft2 e SMAP
Genere: fan fiction a capitoli
Pairing: Nakai Masahiro x Kitayama Hiromitsu (smap x kis-my-ft2)
Rating: R
Disclaimer: loro e le loro anime appartengono al je.
Capitolo 1.
Nakai Masahiro è il classico uomo di mezza età troppo pieno di se, pieno di amarezza e di quella sana dose di cinismo tipico di chi, superati gli 'anta, non riesce ad avere un equilibrio interiore e sentimentale, data dai troppi rapporti sbagliati scelti negli anni, gli stessi errori riproposti e nella quale è caduto senza rendersene conto, troppo sicuro del fatto che, con l'esperienza, certe cose si possono affrontare meglio o meglio ancora, si possano evitare.
Anche questa sera, il mondo sembra essergli caduto addosso. Quando riceve una brutta notizia, quando l'ennesima relazione si rompe proprio con la stessa facilità con la quale è iniziata, quasi ride, invece che disperarsi.
Quattro anni della sua vita buttati nel nulla, e senza la possibilità di chiedere spiegazioni, con la freddezza che solo un apparecchio telefonico può trasmetterti.
Ha quasi dato per scontato che, tutte le persone incontrate nella sua vita, sono state mandate lì solo per fargli capire quanto, in realtà, la solitudine non è poi una cosa così cattiva.
A peggiorare la situazione già piuttosto imbarazzante, c'è la sua auto, che ha deciso di abbandonarlo in una stradina piuttosto desolata alla periferia di Tokyo. La strada che usa di solito per andare dalla sua ultima fiamma, nella villetta piuttosto solitaria ed isolata in mezzo a quello che sembra essere un parco naturale.
Ora è solo, in quella strada non battuta da nessuno, con l'auto in panne e la sua quasi nulla capacità di poter riparare il danno, qualsiasi esso sia.
Per questo motivo, sconsolato, ha deciso di incamminarsi verso un qualsiasi edificio nelle vicinanze in cui c'è un telefono, con cui chiamare il soccorso stradale o uno dei suoi amici super-uomini che vengono in aiuto per far ripartire il suo bolide. Non trova molto, se non un agglomerato di edifici piuttosto malandati e grigi, in un orizzonte troppo lontano.
Non ha mai fatto caso al quartiere, ai locali piuttosto squallidi, ma per quello che deve fare lui, un locale come quello basta e avanza.
Un luogo che cerca disperatamente di imitare i locali visti nei telefilm americani di quarto ordine, dai banconi in legno e dai grossi boccali di birra servita fredda, con troppa schiuma, con un bicchiere dal bordo troppo spesso...un inferno in terra, per uno come lui abituato a bere nei locali di lusso, tra persone che profumano di aromi francesi e nell'intimità di un albergo, fanno così più scabrose di quelle fatte dalla ballerina di quel locale, che si contorce sensualmente in una pertica lucida, nella quale gli uomini si immedesimano.
Nessuno lo degna di uno sguardo, se non qualche ragazza dalla gonna troppo corta, molto simile alla sua ormai ex fidanzata Kumiko, tanto che gli balena in testa l'idea di poterla trovare qui, tanto per arrotondare o trovare un altro pollo da spennare.
C'è anche qualche ragazzo, appostato proprio al bancone del locale, con i gomiti poggiati sul legno scuro e inciso con i coltellini dei clienti, tanto per mostrare la pelle nascosta sotto la maglia corta o nei tavolini singoli ai lati della sala, nei posti migliori per osservare il via vai di gente e poter agire con più furbizia, dopo aver puntato l'obbiettivo.
Anche il ragazzo accanto a se sembra uno di quei tipi, stretto in un jeans scuro e in una maglia bianca, stretta anch'essa. Il viso pulito e delicato, con i lineamenti ben marcati e morbidi, quasi come quelli di una donna, minuto e dallo sguardo quasi innocente, perso nel nulla, che però cambia una volta notato lo sguardo di qualcuno su di se. Non sa come mai, ma da quando lo ha visto, gli risulta impossibile distogliere lo sguardo.
“hai bisogno di un aiuto?”
“ho la faccia di uno che ha bisogno di aiuto?”
“si...o di un bicchiere di qualcosa di molto forte”
“ah!si...non te lo nascondo, mi ci vorrebbe qualcosa da bere, ma temo che non ci sia niente di decente, qui dentro.”
“...non ti do torto. Mi offriresti qualcosa?”
“perché dovrei offrire da bere ad un ragazzo?”
“...pensavo avessi bisogno di compagnia”
“hai pensato male, la solitudine non mi dispiace.”
“come preferisci...”.
Stare in quel locale, con quella musica assordante e di pessimo gusto, dal forte odore di chiuso misto a quello che sembra polvere ed alcolici di pessima qualità. Il telefono pubblico gli è servito, ha chiamato il suo fedele amico che gli ha promesso di venirlo a prendere il prima possibile, nel frattempo avrebbe dovuto aspettare lì, al riparo dal freddo, ma nonostante questo, forse è meglio morire fuori, in strada.
Tanto, cosa gli potrebbe capitare? È molto più in pericolo in quel locale, magari la povertà è una malattia contagiosa e non lo sa, potrebbe morire, piuttosto che diventare come quei morti di fame.
Intanto il ragazzo accanto a se, alla quale dedica la sua attenzione data la noia della serata, continua a rifiutare le attenzioni di un camionista grosso almeno due volte lui, che propone cose oscene senza un minimo di buon gusto, almeno per le orecchie degli altri presenti costretti a starlo a sentire. Per non parlare poi dell'alito emanato da quella bocca schiumosa e maleodorante di tabacco.
Uomo che viene gentilmente accompagnato fuori dal bellimbusto della Security dopo un gesto appena percettibile del proprietario. Lasciando da solo il ragazzino dalle sembianze minorenni.
“ho cambiato idea, voglio offrirti da bere! Cosa prendi?”
“anche se sono un ragazzo?”
“direi di si”
“e la solitudine che non ti faceva tanto schifo fino a venti minuti fa?”
“avere un po' di compagnia non mi dispiacerebbe, potrebbe servire ad entrambi”
“in fin dei conti, potresti avere ragione...birra?”
“vada per due birre. Come ti chiami? Posso almeno saperlo?”
“Hiro. E tu? Sembra quasi che abbia sbagliato locale, stasera...”
“ho la macchina fuori uso, sto aspettando che un mio amico venga a prendermi.”
“hai problemi con l'auto? Mio padre faceva il meccanico, ho imparato qualcosa aiutandolo in officina, se vuoi, posso provare a vedere il motore...”
“posso fidarmi?”
“ti sembro uno capace di fare del male ad un altro uomo? Se riesco a sistemarti l'auto, mi devi un favore.”
“non so cosa possa darti, per ripagarti.”
“qualcosa la troveremo, non preoccuparti...”.