Vi beccate doppio capitolo perchè a) di nuovo ho fatto passare tanto tempo (scusino, sto progettando un Fugone che mi pota a studiare come una pazza però ... non l'ho mai fatto, mi son svegliata adesso >___> ) e b) ho un casino di roba conclusa da postare XD quindi avanti !
TITOLO: Since you've gone (ndoa? scusate il dialettismo, ma con sti titoli a casaccio sorge spontanea la domanda)
AUTRICE: Jinny
GENERE: AU scolastica, angst (sennò non sarei io, vi pare?)
GRUPPO: Arashi pincipalmente (ma no!) più un paio di sparsi
PAIRING: Sakuraiba (onesided e tepistiche disastrate), Sakumoto, Aimoto (già parlato di tempistiche disastrate?), Ohmiya, Tackey&Aiba (non so da dove mi sia uscito; ricordi, comunque), Tackey&Tsubasa (ricordi, accennato), Tackey&Ohno (ricordi, accennato) (Così siete psicologicamente pronte e ho la coscienza a posto)
RATING: pg-13
DISCLAIMERS: Avevo quasi concluso le trattative per prendere possesso degli Arashi, ma Johnny si è impietosito ai loro sguardi angosciati e se li è tenuti.
RINGRAZIAMENTI: Harin e Vampiretta che se la sono già sorbita e che mi hanno dato l'ok a postarla XD
NOTE: non si tratta nemmeno di andare a pescare nell'archivio, quanto di uno scavo archeologico, praticamente ... babbabia ...
GIA' POSTATI:
1 2 3 4 5&6 La mattina dopo si svegliò sudato. Aveva continuato ad avere incubi. Sempre lo stesso dannatissimo incubo. Si premette le mani sugli occhi. Non voleva alzarsi. Non voleva andare a scuola. Non voleva affrontare i compagni. Non voleva affrontare Sho, o Jun, o il fatto che a Sho piacesse Jun… non voleva far finta di star bene ed essere perfetto come l’anno prima. Non voleva… la sveglia suonò. Lui la spense, stizzito. Si buttò in doccia. Guardò il braccio. Aveva almeno una decina di segni. E gli faceva male a muoverlo. Meglio, pensò con rabbia.
Si asciugò e si vestì. Mentre si metteva la divisa, si rese conto che la cravatta non era sua. La lanciò con un grido. La signora Takizawa accorse subito. Vide la cravatta sul letto. La riconobbe. Vide l’espressione angosciata di Masaki
<< Scusami… scusami ti prego…>> disse lei.
<< Oh… no, scusa tu… non volevo avere questa reazione… mi dispiace… io… non so cosa mi prenda…>> si rese conto di avere i polsini sbottonati. Vide lo sguardo della donna. Aveva visto i tagli
<< Ma-chan… che è successo?>> chiese lei, con un filo di voce. Masaki ridacchiò
<< Nulla di che… sai che non ho equilibrio… stavo camminando, e mi sono scontrato con un muro… mentre dondolavo il braccio così…>> disse Masaki, e facendo vedere, sbatté violentemente la mano contro la sedia
<< Itte…. Ecco, visto?… uuuugh, che botta…>> si prese la mano, serrando gli occhi. La signora Takizawa gli prese la mano. Masaki incrociò per un attimo quello sguardo. Si sentì mancare. Cercò di liberarsi, di distogliere lo sguardo.
<< Masa… noi ti vogliamo bene… ci rimani solo tu… il fatto che tu amassi Hideaki e che lui ti ricambiasse, l’abbiamo sempre accettato. Quello che non accetto è vederti soffrire così. La gente, i vicini, quelli che sono venuti al funerale, dicono che sei un insensibile, che siccome non piangi vuol dire che sei senza cuore, che non lo amavi davvero e che non hai rispetto per noi… ma… noi ti vediamo tutti i giorni. Ti sentiamo urlare, la notte, quando hai gli incubi, sappiamo cos’è successo prima, sappiamo cos’è successo alla tua famiglia… voglio che tu sappia che non ci importa di quello che dicono quegli stronzi la fuori.>>
Masaki spalancò gli occhi. Non l’aveva mai sentita parlare così. Non negli ultimi sei mesi, almeno. Si sentì improvvisamente debole, privo di ogni forza. Si sedette sul letto. Lei lo abbracciò stretto, accarezzandogli i capelli
<< Sai… quello che mi manca di più sono le sue espressioni… adesso mi farebbe ridere in meno di un secondo..>> mormorò Masaki. La donna lo strinse più forte
<< Mancano anche a me…>> singhiozzò. Masaki la strinse. Poi si staccò
<< Devo andare a scuola, sennò faccio tardi.>> disse, sorridendo. Lei annuì e lo guardò uscire. Ce la stava mettendo tutta per aiutarlo. Aveva fatto una promessa, e l’avrebbe mantenuta. Si chiese però cosa avesse spinto quei due ad abbandonare un figlio simile
Masaki entrò a scuola. Era in ritardo. Si sedette senza dire una parola. L’insegnante l’aveva rimproverato. Lui, come al solito, aveva fatto una smorfia appena quello si era voltato, facendo ridere la classe. Si girò verso Sho, ma venne investito da una ventata gelida. Che succedeva?
Aspettò l’intervallo e fece per chiederglielo, ma Sho sparì. Masaki sospirò. Beh, era cominciata male, come poteva pretendere che non continuasse peggio?
Durante la pausa pranzo dovette quasi inseguire Sho. Lo raggiunse sulla scala antincendio
<< Sho-chan, si può sapere che ti prende?>> gli chiese.
<< Sakurai, prego.>> sibilò Sho. Masaki lo guardò. Come se Sho lo avesse appena spinto giù per le scale. Si leccò le labbra
<< Che è successo?…>> chiese ancora
<< Prova a pensarci!>> sibilò Sho. Masaki lo guardò ancora. Non capiva. Fino al giorno prima erano amici…
<< Perchè ho fatto quella battuta su Topino? Ti sei arrabbiato per quello?>> chiese, non trovando nient’altro. Sho serrò la mandibola
<< No.>> disse poi, secco.
<< Oh, beh, se non ci arrivi lascia perdere.>> disse poi, alzandosi
<< Sho, dimmelo!>> supplicò Masaki. Sho lo guardò
<< Sai che mi piace, allora perchè l’hai baciato?>> urlò Sho, con tutto il fiato che aveva in corpo. Masaki sentì le forze abbandonarlo. Cadde seduto. Ci ha visti. Ci ha visti!
<< Sho io… >> cominciò Masaki. Poi abbassò il viso. Non poteva addossare tutta la responsabilità a Jun. Non aveva fatto tutto da solo. Si passò le mani sul volto
<< In questo periodo sono confuso… non capisco più nulla… e…>>
<< Adesso basta, Aiba. >> disse Sho, cupo << Ti ho aspettato. Per tanto, tantissimo tempo. Adesso sono stanco di aspettarti. E ho voltato pagina. Mi piace Matsumoto. Quindi non ti avvicinare a lui. Se tieni ancora almeno un po’ alla nostra amicizia, non avvicinarti a lui…>>
<< Ma…>>
<< No! Perché se ti avvicini, lui sarà sicuramente risucchiato da te! Come succede a tutti! Sei tornato ad essere il “re” della scuola con una sola azione! Tu sai sempre cosa fare, e quando farlo! Sei affascinante di natura! Ti adorano tutti! Per le persone normali non è così facile, quindi non ti avvicinare a lui!>> detto questo, Sho se ne andò
<< Non è facile, Sho! E non ho idea di cosa fare! Non so come andare avanti!>> urlò Masaki. Ma Sho era troppo lontano. Masaki si prese il volto tra le mani, rannicchiandosi. Si sentiva male. Voleva sparire. Si chiese perchè quella mattina non si fosse girato sull’altro fianco e non si fosse rimesso a dormire. Sentì un braccio intorno alle spalle. Alzò lo sguardo
<< Ohno senpai…>> gli uscì in un soffio. Satoshi si limitò a tenergli il braccio intorno alle spalle. Masaki si accese una sigaretta. Ok, ho ripreso a fumare, ma…
<< Merda…>> singhiozzò. Satoshi strinse un po’ più forte, ma Masaki ricacciò indietro tutto. Sorrise
<< Grazie, senpai…>> disse.
<< Non dovresti buttare giù tutto. Sennò prima o poi esploderai.>> gli disse Satoshi. Masaki ridacchiò
Sho guardò Satoshi. Che voleva?!
<< Vorrei parlarti di Aiba.>> disse. Sho si sentì male.
Sho si sedette nell’aula vuota. Non aveva mai visto Satoshi con quell’espressione.
<< Posso farti una domanda?>> chiese Satoshi. Sho annuì, anche se non ne era sicuro. Satoshi si sedette
<< Al funerale Aiba è rimasto fermo e zitto. Sembrava quasi che la cosa non lo riguardasse. Ci sono fazioni avverse sull’interpretazione di questo suo atteggiamento. Ci sono quelli che dicono che è una roccia, che non cederà mai. Ci sono altri che dicono che è semplicemente troppo scemo per capire quello che è successo, ci sono quelli che dicono che sia un insensibile completo. Ma… si è mai sfogato?>>
Sho lo guardò. Poi abbassò il viso
<< Non che io sappia…>> disse.
<< Un piantino liberatorio? Un’urlata contro il mondo? Qualcosa?…>>
<< Non saprei. Ed al momento non mi interessa. Ha baciato il ragazzo che mi piace, e…>>
<< Sono stato io a baciare lui. Non voleva.>> disse Jun, entrando nell’aula. Aveva ascoltato tutto. Sho arrossì violentemente
<< Accidenti… beccato..>> tentò di buttarla sul ridere. Jun sorrise. Poi tornò serio
<< Sakurai senpai… non essere arrabbiato con Aiba senpai… io… se continui così, lui crollerà del tutto. E’… troppo fragile.>>
Sho guardò Jun. Incapace di trattenere le lacrime che gli stavano colmando gli occhi. Abbassò il viso. Poi scosse la testa
<< Non ci riesco.>> disse, ed uscì. Satoshi e Jun si scambiarono un’occhiata. Jun serrò la mandibola
<< Matsumoto. Se ti metti tra quei due, non ne può venire nulla di buono.>> disse Satoshi. Ma Jun era già uscito. Fece solo pochi metri. Poi si bloccò accanto a Sho. Masaki era davanti a loro. Era pallido. Li guardò. Poi si inchinò profondamente
<< Ti chiedo perdono per ieri. Non avrei dovuto farlo.>> disse. Sho rimase fermo un attimo. Poi lo ignorò. Se ne andò, urtandolo, mentre passava. Masaki cadde a terra
<< Senpai…>>
<< Lontano, Matsumoto. Sennò peggiori le cose.>> disse Masaki, secco. Jun rimase sconvolto da quanto sembrasse stanco. Si allontanò, lanciandosi all’inseguimento di Sho. Masaki vide una mano tesa davanti a lui. Alzò lo sguardo
<< Ohno senpai…>> disse. Si alzò. Poi tornò ad essere quello che era l’anno prima. Sorrise
<< La campana è suonata. Corro in aula.>> disse.
Sho lo osservò di nascosto tutto il tempo. Masaki era normale. Sorrideva, scherzava come sempre. Aveva ripreso anche ad essere carino con le ragazze. Ma non si girava. Non lo guardava più. Questo gli dava fastidio. Riuscì ad attirare il suo sguardo. Masaki gli sorrise. Come se non fosse successo nulla. Sho serrò la mandibola. Vide quel sorriso spezzarsi. Masaki abbassò il viso. Solo per un istante. Poi il professore lo chiamò per interrogarlo. Sho ignorò quello che stava succedendo finchè l’insegnante non alzò la voce spazientito. Masaki aveva sbagliato le risposte. Tutte. Sho lo guardò. Una cosa del genere non era mai successa. Vide Masaki sedersi, con espressione pensosa. Quando suonò la campana, gli si avvicinò
<< Masa, che era quella… cosa? Hai cannato tutto…>>
Masaki scosse la testa
<< Masa…>>
<< Come se te ne importasse.>> disse Masaki, aspro. Raccolse le sue cose ed uscì per andare all’allenamento. Sho rimase in aula.
<< Hey, Sakurai-kun, non vieni?>> chiese Tsubasa, facendo capolino dalla porta. Sho lo guardò
<< Masa mi odia…>> gemette. Tsubasa sospirò ed entrò
<< Non ti odia. Non credo ne sia capace… ma… Ohno mi ha detto cosa gli hai detto, e… beh, credo tu gli abbia fatto male. Parecchio. >>
<< Ma io…>>
<< “Per le persone normali non è così facile”? andiamo, Sho! Sai anche tu cosa gli è successo! Ti sembra una situazione facile?>>
Sho scosse la testa. Poi si avviò insieme al senpai verso la palestra. Masaki e Kazunari stavano già mettendo a punto il loro attacco micidiale, con tutta una serie di variazioni. Rimase bloccato a guardarli. Erano… erano…
<< Perfetti! Siete perfetti!!>> disse il capitano, commosso. Sho sentì qualcosa. Era… geloso. Guardò Masaki saltare. Serrò la mandibola. Appena riuscì ad attirare la sua attenzione, lo chiamò in disparte
<< Usciamo un attimo.>> disse. Masaki lo seguì, in silenzio. Sembrava spaventato. E che lo sembrasse era una cosa davvero strana. Masaki era sempre allegro, agli occhi degli altri. Non perdeva un colpo. Non sbagliava le risposte alle interrogazioni…
<< Sho. Io gli sto lontano. Tanto… non mi interessa. E’ stato un bacio. In questo periodo… senti, ok, forse mi ci aggrappo un po’ troppo, a questa scusa, ma sono confuso! Non capisco più cosa succeda! Non so più che devo fare. Ieri… ieri ho studiato per quella maledetta interrogazione, ed adesso… non so, era tutto arrotolato ed ingarbugliato insieme, non sapevo più niente… devo andare in quella casa e dire che ho preso un’insufficienza…>>
<< Masa… non ti manderanno via per questo. E non ti abbandoneranno. Non succederà di nuovo…>>
Masaki inspirò profondamente. Le sentiva. Stavano arrivando. Si morse violentemente le labbra, bloccandole momentaneamente…
<< Questa volta vorrei che succedesse… è troppo… io non… non sono perfetto come lui, non sono lui, non gli basto, lo sento… la sento piangere tutte le notti, vorrei che stesse bene, ma… come potrebbe stare bene? Come potrebbe non piangere? E io… non riesco a consolarla… la faccio solo preoccupare… e adesso anche tu, che sei il mio migliore amico, sei arrabbiato con me, e hai anche ragione ad esserlo…>>
<< Io volevo chiederti scusa…>> disse Sho, cercando di arginare quel fiume di parole. Anche lui si era chiesto se Masaki si fosse mai sfogato. E in quel momento capì che non l’aveva mai fatto. E che lui non era pronto ad accogliere quello sfogo. Non ce la faceva… Masaki lo capì dal suo sguardo. Sorrise
<< Vado un attimo in bagno. Di al capitano che torno subito.>> disse, allontanandosi. Sho lo vide incurvare leggermente le spalle mentre si allontanava. Si prese il viso tra le mani. Che stava succedendo? Ma Masaki, che considerazione aveva di lui? Pensava davvero che fosse tanto forte? O che gli stesse andando tutto bene?…
<< Sai, credo che Aiba senpai sia innamorato di te.>> disse Kazunari. Sho sussultò
<< Non glie l’hai lasciato dire, ma credo sia così… e credo anche che si senta i colpa per questo. Nei tuoi confronti, perchè alle medie ti sei dichiarato e lui ti ha scaricato. Nei confronti del senpai Takizawa… >>
<< Te l’ha detto?>> chiese Sho. Kazunari scosse la testa
<< No. Ma… io so come gioca. Siamo in sintonia su ogni minimo movimento. E questo… beh, ci ha dato una specie di telepatia, o qualcosa di simile… gli altri non si accorgono di nulla. Ha scelto le persone che vuole accanto. Quelli da cui si è fatto vedere debole. E adesso sta a noi decidere se aiutarlo o lasciarlo andare. Io cercherò di aiutarlo, per quel poco che posso fare. E tu? Tu potresti cambiare la sua vita, senpai. Potresti farlo non dico felice, ma meno triste di sicuro…>> detto questo, Kazunari tornò in palestra. Sho si accovacciò a terra. Non sapeva che fare.
<< Masa perdonami… io ho aspettato, e aspettato, ma…>>
Masaki si chiuse in uno dei gabinetti. Frugò nella borsa dei libri… si, era dannatamente strano portarsi la borsa dei libri in bagno, però… tirò fuori il taglierino. Si tolse la polsiera. Non vi permetto di scendere, bastarde. Non vi voglio. Non avete il diritto di essere qui.
Tamponò con della carta igienica, poi rimise la polsiera. Nera, di spugna. Così nessuno avrebbe visto nulla. Le sentì ancora. Fece per togliere la polsiera di nuovo
<< Senpai, non credi che sia abbastanza inutile?>> chiese una voce. Masaki alzò lo sguardo
<< Akanishi.>> sibilò. Jin sventolò il cellulare. Masaki si sentì mancare. Serrò la mandibola
<< Ciao senpai.>> detto questo, Jin scomparve di nuovo dietro la parete. Masaki rimase bloccato. Voleva sparire. Davvero. Del tutto. Mise via il taglierino.
Dopo due ore era ancora fermo. Sentì il braccio bruciare. Abbassò lo sguardo. Quando aveva fatto quei tagli? Non ricordava… sentì bussare, poi, vagamente, una voce che lo chiamava
<< Masa… Masa! Sei vivo, vero? Masa, rispondi…>> singhiozzava Sho. Masaki aprì il chiavistello, incapace di fare altro
<< Oh, cazzo… Masa…. Che fai?>> chiese Sho, inginocchiandoglisi davanti. Masaki fece per nascondere il braccio, ma Sho lo fermò. Poi gli tolse di mano il taglierino. Masaki lo guardò, senza muoversi. Sho lo abbracciò stretto. Masaki vide che il sangue si era fermato. Sentì ancora le lacrime pungergli gli occhi. Si staccò violentemente da Sho e si rannicchiò. Sentì due braccia forti che lo sollevavano.
<< Ti porto a casa.>> disse Sho, dolcemente
<< Porto la cartella… domani sarà meglio che tu stia a casa… Akanishi ha mandato il video a tutti…>> disse Satoshi
Masaki si riprese. Fece fermare Sho
<< Domani ci sarò. Sarà davvero brutto, ma ci sarò. Non starò al suo gioco. Però adesso… adesso voglio solo farmi il bagno ed andare a letto…>> disse, aggrappandosi a Sho, che lo portava in braccio.
Arrivarono a casa dei Takizawa. Masaki tremava forte. I signori Takizawa non erano in casa. Sho e Satoshi salirono al piano di sopra, Sho sempre tenendo stretto Masaki. Entrarono nella camera di Masaki. Sho lo fece sedere sul letto. Masaki aveva lo sguardo triste. Sho gli prese le mani, inginocchiandoglisi di fronte
<< Io vado a preparare la vasca.>> disse Satoshi. Sho annuì, senza guardarlo. Guardava fisso Masaki, che guardava le proprie mani strette in quelle di Sho.
<< Masa… guardami, ti prego…>> disse Sho. Masaki alzò lo sguardo. Fece un mezzo sorriso
<< E’ ok.>> disse. Sho scosse la testa
<< Non è ok, Masa! Non c’è niente di ok ! Questo… questo non è ok!>> disse, indicando le ferite sul braccio. Masaki si morse le labbra. Si agitò, a disagio. Sho lo costrinse a guardarlo negli occhi. Non era preparato ad accogliere uno sfogo di Masaki, ma sarebbe stato comunque meglio di quello che stava vedendo… Lo abbracciò, senza sapere che altro fare o dire
<< Masa… solo una domanda… perchè lo fai?…>> chiese in un soffio. Sentì Masaki stringergli le spalle in maniera convulsa. Lo sentì tremare. Sentì i suoi sospiri.
<< Se non lo faccio… se non fermo le lacrime…>> gemette Masaki. Sho lo guardò
<< Ma… non devi fermarle!>> disse. Masaki scosse la testa
<< Devo. Non ho il tempo, per le lacrime. Non ho il diritto di lasciarle scendere. E soprattutto, non ne ho la forza…>> mormorò. Sho rimase sconvolto
<< Diritto, Aiba? Dopo quello che ti è successo, dovresti chiuderti in casa un mese a disperarti! Non andare avanti come se nulla fosse! Ti stai facendo solo più male, ma… a me sembra che tu abbia sofferto abbastanza!>> disse Satoshi, fermo sulla soglia. Masaki scosse la testa di nuovo, sorridendo mestamente.
Sho e Satoshi rimasero finchè Masaki non si fu lavato e non fu al sicuro sotto le coperte. Poi lasciarono un biglietto per i signori Takizawa
“Masaki non si è sentito bene durante l’allenamento. Passiamo a prenderlo domani mattina.” Avevano firmato e se n’erano andati.
Masaki aveva sentito la porta chiudersi. Aveva sentito le lacrime. Aveva aperto il cassetto del comodino e si era tagliato ancora. Si era addormentato con il taglierino stretto in mano.