TITOLO: Since you've gone (ndoa? scusate il dialettismo, ma con sti titoli a casaccio sorge spontanea la domanda)
AUTRICE: Jinny
GENERE: AU scolastica, angst (sennò non sarei io, vi pare?)
GRUPPO: Arashi pincipalmente (ma no!) più un paio di sparsi
PAIRING: Sakuraiba (onesided e tepistiche disastrate), Sakumoto, Aimoto (già parlato di tempistiche disastrate?), Ohmiya, Tackey&Aiba (non so da dove mi sia uscito; ricordi, comunque), Tackey&Tsubasa (ricordi, accennato), Tackey&Ohno (ricordi, accennato) (Così siete psicologicamente pronte e ho la coscienza a posto)
RATING: pg-13
DISCLAIMERS: Avevo quasi concluso le trattative per prendere possesso degli Arashi, ma Johnny si è impietosito ai loro sguardi angosciati e se li è tenuti.
RINGRAZIAMENTI: Harin e Vampiretta che se la sono già sorbita e che mi hanno dato l'ok a postarla XD
NOTE: non si tratta nemmeno di andare a pescare nell'archivio, quanto di uno scavo archeologico, praticamente ... babbabia ...
GIA' POSTATI:
1 2 3 4 Masaki si rannicchiò di più. Stupido stomaco! Gli sfuggì un lieve lamento, che suonava più come una protesta. Sentì un tocco lieve sulla spalla. Si girò
<< Oh, Topino!>> disse, sorridendo.
<< Prendi questa, senpai. >> disse Jun, porgendogli una bustina. Masaki lesse
<< Un calmante?>> chiese. Jun lo guardò. Poi si sedette sbuffando sul lettino su cui Masaki era rannicchiato
<< Non raccontiamoci stronzate.E’ ovvio che questa improvvisa botta di mal di stomaco non è arrivata perchè mangi troppo! Quindi, o sono crampi per la fame, o è il nervosismo.>> disse Jun. Masaki lo guardò. Sentì il mento tremargli. Inspirò profondamente
<< Grazie.>> disse, sorridendo, e prese la bustina. Jun gli passò dell’acqua. Masaki bevve la medicina
<< Ok. Io vado in aula. Tu cerca di dormire un po’. Finita la prima ora del pomeriggio, vengo a vedere come stai. Dovresti stare meglio, però.>> detto questo Jun fece per uscire. Poi ci ripensò. Si girò e accarezzò la fronte al senpai
<< Coraggio, Aiba senpai. Non so cosa sia successo, ma… coraggio. >>
Masaki sorrise dolcemente. Jun sorrise a sua volta, poi uscì dalla stanza. Masaki chiuse gli occhi. Li riaprì un istante dopo. Era solo. Non era più in infermeria. Era a casa. La sua casa. Non c’era nessuno, però. Cominciò a vagare, alla ricerca di qualcuno. Non c’era nessuno. Era completamente solo. Corse verso la cucina e la sentì. La voce di suo padre che chiedeva perdono. Ma perdono di cosa? Non entrò, aveva paura. E poi lo sentì arrivare…
Spalancò gli occhi, mentre gli sfuggiva un grido. Si portò le mani alla bocca. Tremava. Sho gli prese le mani
<< Hey! Che succede? Un altro dei tuoi incubi? Masa, mi senti?…>>
Masaki guardò Sho. Sho che era li. Reale. Vivo. Lo abbracciò. Gli si aggrappò stretto. Gli affondò il viso nel maglione della divisa… Sho aveva ancora il maglione… aveva freddo? Gli si strinse ancora più contro. Sho, fai andare via la paura. Falla sparire… Sentì le braccia di Sho intorno alle sue spalle, intorno alla sua vita, le sue mani nei capelli. Ricominciò a respirare normalmente. Il tremito iniziò a calmarsi. Sho gli accarezzava la schiena, facendo degli ampi cerchi con la mano. Masaki si dette un attimo di tempo per godersi quella sensazione di assoluta protezione. Poi inspirò e si staccò
<< Scusami.>> disse, sorridendo << Non so cosa mi sia preso…>>
Sho lo guardò. Poi si chinò in avanti e gli diede un bacio. Era dalle medie che aspettava, accidenti. E non aveva mai avuto l’occasione! O forse le occasioni le aveva avute, ma per correttezza non si era fatto avanti… Masaki lo allontanò bruscamente
<< Sho io… io non… è… è presto Sho… è presto!>> detto questo, Masaki si alzò ed uscì, quasi correndo. Sho rimase fermo dov’era. Si prese il viso tra le mani, trovandolo bagnato.
<< Merda…>> singhiozzò
<< Aiba senpai, non vieni all’allenamento?>> chiese Kazunari, fermandolo. Masaki lo guardò. Già. L’allenamento… voleva vedere giocare Kazunari.
<< Vado a cambiarmi e arrivo. Cinque minuti.>> disse, sorridendo. Kazunari sorrise a sua volta. Jun gli si avvicinò
<< Hey, ti piace il senpai?>> gli chiese. Kazunari lo guardò, alzando un sopracciglio
<< No… a dire il vero no. Non in quel senso, comunque… lo ammiro… e poi… è un anno che non giochiamo insieme, sono curioso di vedere se ci riesce ancora una cosa…>>
Passaggio. Passaggio. Passaggio. Canestro. Velocissimi, praticamente invisibili, perfettamente coordinati nonostante l’anno passato in mezzo. Sho rimase bloccato a guardarli. Ora ricordava perchè la loro squadra delle medie era rimasta imbattuta per tutto quel tempo…
<< Dovete passare la palla anche agli altri, almeno durante gli allenamenti!>> urlò il capitano, ignorando le urla di esultanza degli altri componenti che si vedevano già in testa alle classifiche durante i campionati interscolastici. Masaki e Kazunari si guardarono. Scoppiarono a ridere
<< Scusa, capitano… era un anno che non provavamo… siamo stati accecati dalla curiosità e dalla nostalgia…>> disse Masaki.
<< Vedete di farlo anche in partita.>> borbottò il capitano. Masaki e Kazunari sorrisero.
<< Tranquillo.>> dissero in coro.
<< Senpai! Sei in super forma!>> disse Kazunari
<< E siamo ancora coordinati! Forse abbiamo davvero un unico neurone e in condivisione…a volte è utile…>> disse Masaki. Kazunari rise.
<< Junji! Ci hai visti?>> chiese poi. Jun annuì, ancora ammiratissimo
<< Matsumoto! Vieni a provare i tiri liberi! Mi manca solo la tua di valutazione!>> disse il capitano. Jun lanciò un’ultima occhiata adorante a Masaki e Kazunari e si mise in posizione. Fece tre tiri perfetti. Non sfiorò nemmeno il tabellone, ne i bordi del canestro. La palla entrava dritta nel canestro, senza errori, con una precisione sconvolgente. Calò il silenzio. Poi sentirono il capitano tirare su col naso
<< Ragazzi, io… io… già l’anno scorso quando sono arrivati Aiba e Sakurai mi sono sentito stringere il cuore dalla felicità, ma adesso… adesso ho la certezza assoluta che vinceremo… Matsumoto, Aiba, Ninomiya, Sakurai… i miei campioni… fatevi abbracciare, vi prego…>>
<< Capitano, un po’ di contegno!>> disse Sho, cercando di liberarsi dall’abbraccio.
<< Capitano, se fai così fai piangere anche me!>> disse Masaki, spalancando gli occhioni. Il capitano ridacchiò. Poi prese Kazunari e Jun e li strinse in un abbraccio enorme
<< Ragazzi… grazie per esservi iscritti… grazie davvero…>>
Jun rise, mentre Kazunari cercava di non soffocare
e siccome vi ho fatto aspettare tanto, vi beccate anche il 6! Che fortunelle eh?
<> disse Sho. Nelle ultime tre settimane lo ripeteva in media dieci volte al minuto. Masaki quasi si sentì sollevato alla vista della grande casa dei Sakurai.
<< E quel terzo tempo perfetto?>>
<< Si sarà attaccato con le sopracciglia.>> borbottò Masaki, in tono piatto, guardando a terra
<< Come sei acido! E cattivo, anche! Gioca da Dio. Cos’è, si invidioso? Oh, corro, sennò mamma mi scotenna… e cerca di non essere invidioso del kohai. Non è più bravo di te. Non in tutto almeno.>> detto questo, Sho corse verso la casa
<< Non capisci proprio niente!>> urlò Masaki, lanciando la cartella. Inspirò profondamente. Perché Sho continuava a parlare solo ed esclusivamente di Jun? Matsumoto qui, Matsumoto li, Matsumoto sa fare questo, è bravo in quell’altro… Possibile che non si rendesse conto di quanto questo gli desse fastidio?!
<< Senpai… che spavento…>> disse una voce.
<< Oh, Topino…>> disse Masaki, sorridendo dolcemente
<< Hai appena avuto uno scatto d’ira?>> chiese Jun, porgendogli la cartella che aveva raccolto. Masaki arrossì
<< Che vergogna…>> disse, con un mezzo sorriso.
<< E perchè? >> chiese Jun
<< Farmi vedere arrabbiato da un kohai… farmi vedere arrabbiato… io non mi arrabbio mai…>> disse Masaki, con una smorfia
<< Beh, forse dovresti… sennò poi esplodi… e questo era solo uno scatto, non voglio vedere come potrebbe essere un momento di rabbia vera…>>
Masaki rise
<< Che kawaii..>> disse, prendendo la cartella e scompigliando i capelli a Jun. Lui gli prese la mano e lo guardò dritto negli occhi. Lo fece avvicinare e gli scostò una ciocca di capelli dal viso. Masaki sentì il proprio cuore accelerare. Jun si avvicinò ancora. Posò le sue labbra, morbide e calde, su quelle di Masaki. Sentì il senpai sussultare leggermente. Lo sentì cercare di liberarsi ed infine cedere. Teneva gli occhi chiusi, ma era consapevole di ogni minimo cambiamento dell’espressione di Masaki. Gli affondò una mano nei capelli, dietro la nuca, gli posò l’altra mano nell’incavo della schiena, attirandolo più vicino. Sentì i tonfi delle borse dei libri che cadevano. Sentì Masaki tremare. Lo sentì abbandonarglisi addosso. Si staccarono. Masaki aveva il viso arrossato. Jun lo guardò. Masaki si staccò.
<< Senpai… io… scusami.>> disse Jun, e corse via. Tornò indietro un attimo a recuperare la borsa dei libri e corse via di nuovo. Masaki cadde seduto a terra. Ma che stava succedendo?
<< Non ce la faccio..>> gemette. Si prese il viso tra le mani. Poi, consapevole dei passanti che lo guardavano, si alzò e si avviò verso casa. Entrò.
<< Tadaima…>> disse, anche se con meno entusiasmo del solito
<< Hey… sembri giù… che è successo?>> chiese la donna, accogliendolo con un abbraccio
<< Sono solo stanco… non dormo molto bene, e ci sono gli allenamenti, i compiti… insomma. Giornate lunghe… mi chiami quando è pronto?>>
<< Vuol dire che hai fame?>> chiese lei. Masaki guardò quell’espressione speranzosa. Sorrise
<< Si. Ho fame.>> disse. Salì al piano di sopra. Non riusciva a chiamarli mamma e papà. Proprio non ci riusciva. Loro glie l’avevano chiesto molte volte, ma… accidenti, aveva avuto una storia con loro figlio!
<< E l’ho lasciato morire…>> disse tra sé e sé. Si sdraiò a pancia sotto sul letto. Voleva scomparire. A scuola stava recuperando la sua popolarità, nonostante le voci che giravano. Imai non lo odiava più. Solo Ohno continuava a non parlargli se non per trattarlo male. Sospirò. Avrebbe dovuto fare un po’ di compiti. Ma non ne aveva voglia. Voleva stare fermo. Aspettare che il dolore passasse… gli si annebbiò la vista. No. Non poteva. Non ne aveva il diritto… prese la forbice. Tenendola aperta, premette una delle lame sul polso destro. Sopra. La pelle era meno delicata, per tagliare bisognava andare più a fondo. E sul destro nessuno avrebbe avuto sospetti. Come al solito, il sangue fermò le lacrime. Inspirò profondamente, si fasciò e si mise a studiare. Quando lo chiamarono per la cena, tolse la fasciatura. Il sangue si era già fermato. Rimise la polsiera.Bruciava un po’, ma non gli importava.
Sorrise ai signori Takizawa. Prese una ciotola di riso e si inginocchiò davanti all’altarino che avevano in soggiorno. La foto di Hideaki sorrideva.
<< Buon appetito…>> bisbigliò Masaki. Posò la ciotola, accese l’incenso, suonò la campanella e giunse le mani.
“Mi sa che mi sto innamorando di Sho, sai Takki?” pensò “Ma non prendertela, ti prego… io… io voglio solo andare avanti… mi manchi da morire, e mi sento in colpa. Tantissimo. Però voglio andare avanti lo stesso…”
Masaki si alzò e si mise a tavola. La signora Takizawa gli sorrise. Il signor Takizawa gli strinse una mano
<< Mi sembri stanco…>> gli disse.
<< Il primo mese di scuola è sempre così… tutto da riorganizzare… finchè non riprendo il ritmo, sarò sempre stanco.>> disse Masaki, con un sorriso ed un’alzata di spalle. I due annuirono. Masaki mangiò quanto riuscì. Si sforzò un po’ di più, solo per vedere il sorriso mesto della signora Takizawa allargarsi un pochino… poi però cedette e si fermò
<< Scusate…>> disse.
<< Non c’è problema. Non ti sforzare. Se non ce la fai più, lascia pure li… non hai mai mangiato tanto… solo… cerca di non star male, ecco.>> disse la signora Takizawa. Masaki sorrise. Poi si stiracchiò
<< vado a finire i compiti.>> disse. Salì al piano di sopra. La sentì scoppiare in singhiozzi. Si appoggiò con la spalla al muro. Non poteva stare li. Era troppo doloroso per tutti. Le sentì di nuovo. Spalancò la porta. Si lanciò sul cassetto della scrivania. No. Andatevene. Non avete il diritto di scendere! Non vi voglio! Si tolse la polsiera ed iniziò a tagliare. Forte. Con cattiveria.
<< Itai…>> sibilò. Prese un fazzoletto di carta e lo premette forte sulle ferite, iniziando a calmarsi. Faceva male, bruciava. Ma andava bene così. Rimise la fasciatura. Avrebbe dovuto prendere altre bende.