Salve a tutte!
Eccomi di nuovo qui... oggi posterò una one-shot che forse qualcuno ha già letto perchè era un anon-meme di un po' di tempo fa... però magari qualcuno non l'ha letta proprio perchè di un po' di tempo fa XD A me sinceramente piace molto come è venuta e l'adoro questa one-shot, quindi spero che piaccia anche a voi ^___^
Titolo: Crystal Cage
Fandom: Arashi e Kanjani8
Genere: One-shot, AU
Pairing: Yoko/Jun
Rating: NC-17
Desclaimers: Non sono di mia proprietà, ma li amo, tutti e 12, anche se qui ce ne sono soltando 2 di quei 12 XD
Crystal Cage
-Tu non verrai con noi questa notte- disse l'uomo.
-Ma capo...- cerco di replicare l'altro.
-Voglio che rimani qui con Jun- ordinò categorico lo yakuza.
-Ma perchè? Io...- protestò l'altro, mentre la rabbia gli saliva sempre di più.
-Ti reputo una persona affidabile, per questo ti sto chiedendo di fargli compagnia in mia assenza, ultimamente si comporta in modo strano e non mi piace, quindi voglio che non rimanga solo qui- disse l'uomo.
-Capo dobbiamo andare!- disse uno degli uomini.
-Mi raccomando Yuu, conto su di te- disse l'uomo, poi entrò in macchina.
Yoko rimase a guardare l'auto allontanarsi con una rabbia terribile che gli montava in corpo, quella poteva essere la sua occasione per vendicarsi e invece doveva fare da balia alla puttana del capo.
Salì fino al piano ed entrò con la chiave magnetica che gli diedero alla reception. Jun alloggiava in un albergo di lusso, quell'uomo lo viziava come si vizia un bambino, Yoko in tanto tempo non lo aveva mai visto di persona, aveva solo intravisto la sua ombra all'interno della limousine dai vetri scuri. Sapeva che il capo ne era geloso e da quanto dicevano gli altri era una creatura irresistibile, eppure si chiedeva come poteva vivere in quelle condizioni, a lui sembrava solo un segregato che veniva sfruttato per far sesso, certo ne riceveva dei compensi preziosi, ma quale oggetto costoso o di lusso valeva la propria libertà?
Chiuse la porta alle sue spalle, la stanza era enorme, dopotutto era un suite doveva aspettarselo, la luce era accesa ma sembrava non esserci nessuno.
-Per essere qui ora... vuol dire o che sei un incapace... o che il capo ha molta fiducia in te- disse una voce all'improvviso e Yoko si girò di scatto verso la direzione da cui proveniva.
Rimase folgorato, un ragazzo bellissimo, dai capelli scuri e la pelle candida, con due occhi grandi e profondi come un pozzo, lo guardava con le braccia incrociate al petto appoggiato allo stipite della porta di quello che doveva essere molto probabilmente il bagno di quella stanza d'albergo.
-Non sono un incapace..- protestò non molto convinto, ancora distratto da quell'accecante bellezza.
-Allora sei quello della fiducia- disse l'altro, poi si mosse avvicinandosi, Yoko spalancò gli occhi mentre lo vedeva avvicinarsi a lui, poi questo lo superò e si sedette sul divano in pelle bianca.
-Mi sembri irritato- disse Jun portando una gamba sul divano, aveva i piedi nudi, portava dei jeans stretti e una maglia viola che sembrava accentuargli ancora di più lo scuro degli occhi.
Yoko cercò di ridestarsi, non riusciva a credere che quel ragazzo fosse davvero così bello come dicevano, eppure lo era davvero, ed ora capiva perchè il capo era così possessivo, chi avrebbe lasciato libera una così bella creatura? Era troppo bello per farlo vivere in un posto diverso da una gabbia di cristallo.
-Non capisco perchè sono qui, io...-
-Sei arrabbiato- costatò Jun interrompendolo, -Avevi forse qualcosa da fare questa notte?- gli chiese mentre continuava ad osservarlo, tanto che Yoko si sentiva quasi studiato con insistenza; si spostò e si sedette sul divano di fronte a lui.
-Potevo avere la mia vendetta!- ringhiò sommesso, ma un secondo dopo si rese conto delle sue stesse parole, stava parlando un po' troppo.
-Provi del rancore verso il tuo capo o sbaglio?- domandò sorridendo sbilenco.
-Ti sbagli!- rispose velocemente Yoko, doveva stare zitto non doveva farsi fregare dai modi astuti con cui quel ragazzo lo stava riempiendo di domande.
-Comunque se sei qui vuol dire che si fida di te, mentre... è di me che non si fida- disse Jun passando poi leggera la lingua ad inumidirsi le labbra. Yoko trovò quel gesto estremamente sensuale, così sensuale da farlo quasi eccitare per un istante.
-Sono stufo! Ed ha ragione a non fidarsi di me- affermò Jun mentre si alzava e gli si avvicinava sedendosi accanto a lui. Yoko si paralizzò, non riusciva a credere quanto il suo corpo fosse attratto da quel ragazzo e quella vicinanza non lo aiutava affatto.
-Odio questa gabbia dorata, come odio le sue mani sul mio corpo- sussurrò Jun, mentre una mano si posava delicata sul petto di Yoko accarezzandolo mentre Jun si sporgeva pericolosamente verso di lui.
-Sono il suo oggetto prezioso...- continuò Jun, alzando gli occhi verso quelli dell'altro.
-P...perchè... mi stai dicendo tutto questo?- chiese titubante l'altro facendosi leggermente indietro sul divano cercando di allontanarsi.
-Perchè mi va? Perchè è così tanto tempo che non faccio sesso con qualcuno che non abbia più di 50 anni? Perchè ti trovo bello? Perchè sento che anche tu sei qui contro la tua volontà? Perchè voglio andarmene da qui?- disse Jun riempiendolo di domande che servivano a dire tutto ma a non confermare niente.
Yoko rimase in silenzio, e dopo un po' Jun distolse lo sguardo e si alzò allontanandosi in silenzio entrando nella stanza di fronte.
Yoko rimase seduto su quel divano, solo per un secondo aveva notato qualcosa mentre Jun distoglieva lo sguardo da lui, come un immensa tristezza, una speranza che faceva fatica ad avere non solo in se stesso, ma anche negl'altri.
Decise poi di alzarsi e seguirlo nella stanza, non sapeva cosa lo stava guidando, se quello che aveva visto in quegli occhi o se semplicemente l'attrazione che provava per lui. Si affacciò alla porta senza entrare, non voleva disturbare se voleva rimanere solo, dopotutto quella era "casa" sua, ma la stanza era completamente al buio e a malapena poteva intravedere il letto matrimoniale con le lenzuola bianche.
-Daijoubu...?- provò a chiedere mettendo un piede oltre la soglia della porta.
In un istante una mano prendendolo alla sprovvista lo tirò dentro la stanza, il corpo di Jun fu contro il proprio e le labbra sulle sue in un bacio famelico e bisognoso.
-Chotto... chotto...- provò a dire l'altro cercando di allontanarlo almeno un po' da se, ma Jun lo aveva portato al bordo del letto e lui neanche se ne era accorto e bastò solo un piccola spinta per farlo cadere su di esso.
Jun ora era sopra di lui e immobile lo guardava tenendosi con le mani ai lati del corpo di Yoko che non riusciva a distogliere i suoi occhi da quelli dell'altro.
-Non rifiutarmi... ti prego- lo supplicò, Yoko percepì di nuovo quella tristezza che aveva percepito poco prima e capì che quel ragazzo in realtà doveva sentirsi davvero molto solo, lui stesso si chiedeva come faceva a sopportare una tale reclusione.
Non poteva vedere tanta tristezza su quel volto così bello, sentiva come una morsa dentro il petto.
Yoko si alzò sui gomiti avvicinandosi di più a Jun, poi mentre lui ancora lo guardava chiuse gli occhi e unì le loro labbra in un bacio dolcissimo, anche se faceva spesso lo spaccone con gli amici in realtà Yoko non aveva poi così tanta esperienza come voleva far credere, e quel bacio fu così casto che quasi sembrò innocente, ma mentre si alzava sempre di più facendo mettere Jun seduto sul letto, mentre mantenevano quel contatto, Yoko sentì che poteva lasciarsi andare a quello che il suo corpo gli diceva di fare e intensificò quel bacio, prima con piccoli baci ripetuti e poi quando ormai erano entrambi seduti, prese la testa di Jun affondando una mano nei suoi capelli, spinse contro le sue labbra facendole dischiudere. Jun partecipò a quel bacio ben volentieri ed entrambi si lasciarono completamente andare alle sensazioni, ormai non c'erano nient'altro che loro due e le loro sensazioni. Yoko sfilò la maglia a Jun senza nessuna protesta da parte dell'altro, che anzi lo aiutò e subito dopo chiese a lui la stessa cosa. Fu un susseguirsi di carezze e baci, mentre con delicatezza Yoko faceva distendere Jun sul letto e continuando a baciarlo cominciava a slacciargli i jeans toccandolo leggermente tra le gambe facendolo gemere e sospirare ripetutamente ad ogni tocco, quando decise di liberarlo definitivamente anche dai boxer Yoko notò che era già eccitato e se ne compiacque, dopotutto non sembrava poi essere così inesperto in quello che faceva. Quando però Jun si mosse capovolgendo la situazione rimase spiazzato, cominciò a baciarlo sul petto, mentre cominciava a slacciargli i pantaloni per liberarlo dai vestiti, Yoko lo lasciò fare inizialmente un po' confuso, ma deliziato dall'abilità che aveva Jun di trovare ogni punto sensibile del suo corpo e si chiedeva se veramente lui poteva considerarsi altrettanto bravo, ma in realtà ne dubitava vivamente. Quando furono entrambi nudi, Jun tornò su di lui e si posizionò tra le sue gambe con il viso all'altezza del bacino dell'altro. Si guardarono un istante, poi Jun afferrò la sua erezione e ne leccò la punta; Yoko fremette di piacere, perse in un attimo qualsiasi concezione di quello che stava succedendo, l'unica cosa che sentiva era il piacere che aumentava. Quando Jun si allontanò riuscì a riprendere il controllo e aprì gli occhi, vide l'altro spostarsi e frugare in un cassetto, poi posare qualcosa sul letto, gli dava le spalle e non poteva vedere cosa stesse cercando, poi si riavvicinò e tornarono a baciarsi, Jun gli sospirava tra le labbra mentre con una mano tentava di prepararsi da solo.
-Aspetta...- disse Yoko scansandolo, Jun rimase confuso credendo che lo stesse allontanando, ma Yoko lo spinse verso il letto delicatamente -Lascia che ti aiuti...- disse in imbarazzo.
Jun lo guardò un po' sorpreso, fece un sorriso divertito dall'enorme imbarazzo dell'altro e poi piegò le gambe verso di se invitandolo a prepararlo.
Prese la boccettina che Jun aveva lasciato sul letto e mise un po' del liquido sulle proprie dita, poi le avvicinò alla sua entrata, prima lo accarezzò un po' massaggiandolo, quando poi inserì un primo dito Jun gemette chiudendo gli occhi, Yoko lo guardava mentre lentamente e con attenzione lo preparava e si chiedeva come faceva a esistere una creatura così bella, quelle labbra rosse, quel collo lungo e quei meravigliosi suoni leggermente gutturali che le sue corde vocali vibravano ogni volta che lo toccava erano così meravigliosi. Ora capiva perchè il capo lo teneva imprigionato, neanche lui avrebbe voluto mai che altri potessero averlo... ma lui non voleva che qualcun altro potesse averlo e non riusciva a spiegarsi perchè il cuore ora gli batteva così forte, non era solo l'eccitazione ne era sicuro.
Jun gli allontanò la mano alzandosi leggermente dal letto e Yoko distolse lo sguardo da Jun mentre lo vedeva aprire un preservativo e tirarlo fuori dalla sua bustina, si imbarazzò di nuovo quando Jun si chinò su di lui infilandoglielo, ma fortunatamente Jun non se ne accorse e tornò a sdraiarsi, mentre con una mano sul suo polso lo tirava verso di se.
Yoko trovava ogni gesto talmente sexy, ma allo stesso tempo anche talmente dolce che sembrava quasi sbagliato ascoltare i propri sensi e i propri istinti, ma era Jun che glielo stava chiedendo, seppur silenziosamente, perchè non aveva più detto nulla dopo quel primo bacio, erano stati semplicemente i suoi gesti e i suoi sguardi a guidarlo.
Avvicinò il proprio bacino a quello di Jun e si spinse piano dentro di lui, attento a non fargli male, ma l'unica cosa che uscì dalle labbra di Jun fu un lungo e piacevole sospiro.
Rimase fermo, dandogli il tempo di abituarsi del tutto, si mosse soltanto per avvicinarsi alle sue labbra e baciarlo, Jun ancora ad occhi chiusi corrispose il bacio con passione, poi Yoko passò le braccia sotto di lui alzandolo delicatamente dal letto e bracciandolo, Jun aprì gli occhi di nuovo, ma Yoko sta volta non vide la nuova sorpresa nei suoi occhi e non capì quanto Jun trovasse dolce quel gesto, perchè dopo averlo abbracciato affondò il viso nell'incavo del collo dell'altro e cominciò a respirare il profumo dei suoi capelli, così dolce, sapeva di miele o almeno questo era quello che gli sembrava di percepire, poi sentì le braccia di Jun posarsi sulla sua schiena corrispondendo il suo abbraccio, era così bello stare così uniti, ma il bisogno e il desiderio di entrambi era sempre più alto e con delicatezza Yoko diede una prima spinta che fece gemere Jun e irrigidirsi per un attimo, ma subito dopo furono solo gemiti di piacere. Yoko trovò presto il ritmo giusto che avrebbe dato il massimo piacere a entrambi e continuò costante, facendo gemere sempre più forte Jun a ogni spinta, mentre liberato un braccio da quell'abbraccio aveva cominciato a occuparsi dolcemente anche di Jun. Arrivarono presto al culmine, Jun venne sulla mano di Yoko e un istante dopo lui lo raggiunse con un ultima spinta, rimase fermo per qualche istante, poi uscì da lui sdraiandosi sul letto.
Non dissero nulla, rimasero in silenzio, l'unico rumore erano i loro respiri un po' affannati che stavano cercando di tornare regolari. Erano entrambi soddisfatti e appagati.
Il silenzio durò un tempo per entrambi imprecisato, quando finalmente qualcuno parlò.
-Se questa situazione ti rende tanto triste... perchè non vai via?- chiese Yoko.
-Pensi che sia così facile? Conosci bene il tuo capo, credi che non mi ritroverebbe se scappassi?-
Yoko non rispose, sapeva che Jun aveva ragione, ovunque fosse andato lo avrebbero ritrovato.
-E tu invece? Perchè hai aspettato tutto questo tempo per la tua vendetta? Perchè non prendertela subito?- fu questa volta il turno di Jun quello di fare le domande.
-Voglio che sia umiliato, che scopra solo in quel momento che la persona di cui si fida di più, in realtà lo odia profondamente- rispose Yoko.
Non si dissero altro, non c'era bisogno di parlare, non c'era bisogno di doversi raccontare come erano arrivati a quel momento, il loro passato non aveva alcun significato, non potevano cambiarlo e parlarne poteva solo far soffrire e nient'altro. Si lavarono insieme, scambiandosi ancora qualche bacio e carezza, Yoko sentiva come se Jun avesse bisogno di quei piccoli contatti, lo vedeva sorridere con un leggero imbarazzo e sentiva di aver portato via da quegl'occhi quel velo di tristezza che ci aveva visto e ora brillavano di una piccola speranza. Si rivestirono e si sedettero sul divano, dando le spalle alla porta, a distanza l'uno dall'altro, quasi agli estremi opposti, la tv accesa che distrattamente non guardavano, mentre le loro dita ancora giocavano stringendosi e sfiorandosi. Rimasero così a lungo, forse passò qualche ora, poi sentirono il rumore di molte auto arrivare e fermarsi davanti all'edificio.
-Quando... quando avrai la tua vendetta... mi porteresti via con te?- chiese Jun continuando a guardare la tv davanti a loro.
Yoko si girò a guardarlo, poi intrecciò le sue dita con quelle della mano di Jun che si girò anche lui a guardarlo, con il disperato bisogno di una risposta, per la prima volta forse Jun stava cercando di aver fiducia in qualcuno, di sperare veramente di riuscire a liberarsi da quella gabbia.
-Ti porterò via da qui- disse con sicurezza.
Ormai ne era sicuro, quel ragazzo gli aveva rubato il cuore, ora avrebbe fatto di tutto per farlo sorridere come gli stava sorridendo in quel momento, un sorriso che probabilmente non era mai stato tanto sincero, avrebbe voluto vederlo su quel viso per sempre, ma... il rumore di una chiave magnetica che veniva inserita nella porta cambiò il suo sguardo e le loro mani si divisero, poi Jun si alzò allontanandosi per andare ad accogliere quell'uomo, che senza dare molto peso al suo saluto gli aveva ordinato di andare in camera, mentre dietro di lui entravano altri uomini. A Yoko salì la rabbia mentre vedeva Jun obbedire ed entrare nella camera chiudendosi poi la porta alle spalle e per un attimo i loro sguardi si erano di nuovo incrociati e si erano detti tutto.
Presto avrebbe avuto la sua vendetta e lo avrebbe portato via con se, le sue non erano state solo parole, la sua era una promessa.
FINE