Sep 20, 2007 11:27
Ecco una piccola Akame scritta qualche giorno fa ma che pubblico adesso perchè era per il Compleanno di una cara amica! XD!
Come potete intuire dal Titolo, è ispirata all'elenco della prima traccia del CONTEST che, leggendoli, mi hanno ispirato quest'Akame NC-17 ma molto soft.
Spero possa piacervi!
A Noi
Shinya
**
Quando i miei piedi toccano di nuovo la sabbia liscia, mi sembra come se un fiume di ricordi mi invadesse.
Sembra passato un secolo…
Eppure quel passato che sto ricordando non è poi così lontano nel tempo.
In fondo eravamo poco più piccoli di adesso.
E non che ora siamo chissà che grandi…
Abbiamo ventuno e ventitre anni e una buona dose di esperienze passate sulle spalle.
Siamo cresciuti in fretta.
Molto più in fretta dei nostri compagni.
Sia per il lavoro che facciamo, che ci porta sempre in continuo contatto con altri individui con un’età maggiore o minore della nostra; sia per quello che abbiamo vissuto.
Per quello che ci siamo fatti.
Che ci siamo detti.
L’odio.
Il rancore.
L’amore.
Tutto questo ci ha fatto crescere e maturare.
Tutto questo ci ha portato a dove siamo oggi.
“Vieni, Jin!”.
Kame si volta entusiasta verso di me.
Il suo sorriso è limpido e luminoso come il cielo che c’è oggi.
E’ una splendida giornata di sole e i raggi caldi scaldano il terreno e la pelle.
La sabbia è infuocata e gli occhi bruciano.
Mi sistemo gli occhiali sul naso mentre lo vedo ridere e correre verso l’acqua.
La sua pelle chiara e morbidissima è pallida sotto il sole.
Sembra quasi una nuvola scesa sulla terra per non disturbare l’azzurro accecante del cielo di questa giornata di inizi Settembre.
Il suo costume azzurro aderisce alla sua pelle appena l’acqua lo bagna.
Posso vedere chiaramente le sue forme morbide delineate dalla stoffa.
Vorrei toglierglielo, ma non posso.
C’è gente e soprattutto posso comunque accontentarmi della mia immaginazione.
Conosco a memoria quel corpo.
Ogni centimetro.
Ogni neo.
Ogni cicatrice.
Ogni piccola imperfezione.
Conosco tutto.
So come è fatto e cosa gli piace.
So con assoluta certezza cosa toccare quando voglio che lui si inarchi sotto di me, chiedendomi di più.
So con assoluta certezza cosa accarezzare quando voglio fargli capire che ho bisogno di lui, di entrare in lui, in quell’anfratto caldo e stretto che mi accoglie dolcemente.
“Jin!” mi chiama ancora.
Ride mentre schizza un po’ di acqua nella mia direzione.
Acqua che non può arrivarmi, perché sono piuttosto lontano dalla riva.
I suoi capelli sono bagnati, appiccicati sulla fronte e sulle lenti degli occhiali scuri, a forma di goccia, con le lenti a specchio che riflettono la mia figura che si alza e lentamente si avvicina a lui.
Se prima in quelle lenti ero una piccola figura, adesso di me si vede solo il viso.
“Eccoti finalmente…” mi dice mentre mi abbraccia di slancio, bagnandomi col suo corpo.
Mi bacia velocemente la bocca prima di tirarmi giù nell’acqua con lui.
Mi butta con la testa sott’acqua e io mi tengo stretti gli occhiali per non rischiare di perderli.
Lo sento ridere mentre riemergo e poi lo tiro giù a mia volta, facendolo cadere col sedere a terra.
Lui scoppia a ridere: “Che botta!” e anche io rido.
Poi mi schizza con dell’acqua e scappa via, incespicando un po’ sulla sabbia che lo fa affondare.
Mi alzo e lo inseguo e mentre ridiamo e ci schizziamo, finiamo sugli scogli.
Lui prende a salirli e io continuo a seguirlo.
Quando li ridiscende dalla parte opposta, io sono un po’ indietro.
Arrivato in cima, guardando giù per vedere dov’è, mi accorgo che non è nei paraggi.
“Kame?” lo chiamo “Kazuya?” chiamo ancora, un po’ impaurito, scendendo velocemente quei pochi scogli che mi mancano per toccare la sabbia bagnata: “KAZUYA!”.
I miei piedi toccano il terreno e mentre l’angoscia sale per paura che possa essere scivolato e quindi essersi fatto male, mi sento tirare per un braccio mentre una risata cristallina risuona nelle mie orecchie.
Non riesco nemmeno a vedere chi è che le sue labbra morbide e dolci si posano sulle mie, coinvolgendomi in un bacio mozzafiato.
La sua lingua gioca con la mia mentre le sue mani mi stringono il viso, circondandolo e portando più vicino possibile le nostre labbra.
“Scherzetto…” sussurra quando si stacca da me.
Mi lecca le labbra prima di depositarvi un bacio dolcissimo.
Io lo stringo forte e lo spingo contro gli scogli: “Cretino… sai quanto mi hai fatto preoccupare? Ho pensato che potevi essere caduto in acqua sbattendo la testa!”.
“Hai sentito rumore?” chiede, sorridendomi birichino.
“Eh?” domando confuso.
“Hai sentito quel solito rumore che fa l’acqua quando qualcosa vi cade dentro?” mi spiega meglio, passando le dita tra i miei capelli bagnati.
“No…” ammetto, spingendo il mio bacino verso il suo mentre le mie mani stringono dolcemente i suoi fianchi.
“E allora come hai anche solo potuto pensarlo?” domanda prima di baciarmi di nuovo “Scemo…”.
“Mi sono preoccupato… non trattarmi male” mi lagno, baciandolo dopo ogni parola.
Le sue labbra sono morbidissime contro le mie e io le adoro.
Gli stringo il viso e lo bacio, labbra contro labbra, spingendo forte i nostri visi vicini come a volerlo far diventare una parte di me.
“Vuoi mangiarmi?” domanda malizioso.
“Uhm… sì…” ammetto, baciandogli le labbra continuamente.
Lui ride e ricambia le mie attenzioni facendomi scorrere le mani sul petto.
Accarezza distrattamente i miei capezzoli e io gli tocco il collo e lo sterno.
Lo sento sospirare nella mia bocca e un sorriso si accende sul mio viso.
“Andiamo in albergo…” sussurro con tono impaziente.
Kame mi fissa e annuisce.
Lo vogliamo entrambi.
Non possiamo aspettare.
Non dopo che abbiamo passato anni a rincorrerci, a desiderarci ma a essere troppo testardi per cedere.
Ci siamo amati, poi odiati, poi di nuovo amati.
Siamo stati insieme per due anni.
Due anni meravigliosi.
Stupendi.
I più belli della mia vita.
Poi lo sbaglio.
Il mio.
Il più grande.
L’ho tradito.
E lui non mi ha perdonato.
Mi ha chiuso il suo cuore, la sua anima.
Mi ha negato la parola e gli occhi.
Ha rifiutato ogni contatto con me, odiando persino l’idea di essere con me nella stessa stanza.
Poi il perdono.
Il suo.
E io ho sentito come se quel macigno enorme scivolasse via da me.
Come se la mia anima fosse di nuovo leggera.
Come se la mia bocca potesse tornare di nuovo a sorridere sinceramente.
E’ stato come…
Come se tutto il mio essere spiccasse il volo.
Come se mi sentissi leggero.
E’ stata la liberazione più grande della mia vita.
E’ stato come quando sono finalmente riuscito a dirglielo.
Dopo il suo perdono, le sue lacrime, le sue mani strette alla mia maglietta, gli ho sussurrato per la prima volta cosa sento davvero per lui.
Gli ho detto che lo amo.
Che lo adoro.
Che non posso vivere senza di lui.
Che è tutta la mia vita.
Che senza di lui la mia vita non ha senso.
Glielo ripeto anche adesso, mentre il mio corpo è nel suo e le sue membra mi stringono calde e protettive.
Gli ripeto che lo amo, che lo venero, che è tutto quello di cui ho bisogno.
Glielo sussurro all’orecchio mentre lui mi stringe forte contro il suo corpo.
Le sue mani mi accarezzano la schiena e le sue labbra mi baciano la spalla.
Le sue gambe mi stringono con le caviglie artigliate a me per tenermi stretto mentre il mio corpo si muove nel suo.
Come se avesse paura che me ne potrei andare di nuovo, come ho, ahimé!, fatto un tempo.
E come a rassicurarlo, le mie mani vanno a carezzare le sue braccia magre, muovendosi lentamente, in una carezza dolce e affettuosa mentre la mia bocca bacia la sua guancia e il suo collo.
“Ti amo, Jin…” mi sussurra, stretto a me in questa camera d’albergo.
La stessa che ci ha visti fare l’amore per la prima volta insieme.
La camera dove lui ha perso la verginità.
La camera di quest’albergo che ci ha ospitato tante volte per queste nostre brevi vacanze solitarie dove ricerchiamo solo il contatto l’uno dell’altro.
“Ti amo, Kazuya… ti amo da morire…” esalo mentre vengo in lui e lui con me, stringendomi dolcemente come a non volermi far fuggire via.
Rimaniamo esausti l’uno sull’altro mentre le dita delle nostre mani sono intrecciate, strette le une alle altre in un tenero contatto.
Il suo corpo avvolge ancora il mio mentre il suo petto si alza e si abbassa velocemente.
Gli bacio il petto con un tocco leggero e le sue dita passano tra i miei capelli.
Alzo il viso e lo guardo.
I suoi dolci occhi sono fissi nei miei e le sue labbra sono curvate in un sorriso.
“Sono felice…” sussurra.
Io socchiudo gli occhi mentre gli sorrido: “Anche io lo sono”.
Mi bacia la fronte e poi si muove sotto di me.
Esco da lui con dolcezza e un sospiro sfugge ad entrambe le nostre labbra.
Kazuya si alza e si dirige in bagno.
Io mi accomodo sul letto e sospiro felice, fissando il sole da fuori la finestra che riflette sulla superficie del mare.
Sento Kame trafficare ma non vi bado molto.
Non mi volto nemmeno quando sento la porta aprirsi e poi richiudersi e le sue mani frugare dentro la valigia.
Lo sento salire sul letto carponi e poi stendersi sulla mia schiena, baciandomi una spalla.
Una sua mano pallida mi accarezza la tempia mentre l’altra mi passa davanti con in mano un oggetto che non mi aspettavo di vedere.
“Cosa dobbiamo farci con quella?” domando, indicando la macchina fotografica con un cenno della testa e cercando di vedere il suo viso da questa posizione a pancia in giù.
“Una foto, che altro?” mi dice con un sorriso, baciandomi la pelle del fianco.
“E come mai?” chiedo.
“Per noi. Per buon auspicio di questa nostra nuova vita insieme. Perché voglio che ricordiamo sempre cosa siamo stati così da non commettere errori” mi spiega.
Io sorrido mentre mi giro e lo abbraccio.
“E’ proprio un pensiero degno di te…” lo prendo in giro dolcemente, facendogli poggiare la testa contro il mio petto.
Lui si sposta sopra di me e i nostri corpi entrano in contatto.
Allungo il braccio e afferro la macchinetta mettendo l’indice sul tasto di scatto.
Lui si accoccola meglio contro di me con la testa girata verso l’obbiettivo e le mani strette intorno al mio corpo.
La mia testa affonda tra i suoi capelli e il mio dito preme sul tasto di scatto.
Quando vediamo l’obbiettivo riaprirsi, Kame subito si alza e va a cercare nella memoria della macchinetta la Foto.
Quando la trova sorride e me la fa vedere.
E’ bella.
Sia come Foto sia perché siamo noi.
Insieme.
E noi due insieme siamo bellissimi.
Siamo felici e irradiamo una luce incredibile.
Come quella del sole.
Il nostro sole.
Quello di una nuova vita insieme.
**FINE**
gnr: oneshot,
! contest