Quando cade la neve

Sep 30, 2011 20:35

Non avrei postato oggi, ma per influenze esterne ^^ ho deciso di postare. Ehm l'interessata sa che voglio una ricompensa, ne ho bisogno :)!

TITOLO: Quando cade la neve
FANDOM: Arashi, News + Shun Oguri+Toma
GENERE: AU scolastica(all'inizio),angst, sentimentale
PAIRING: Sakumoto (per ora XD)
RATING: pg-15/Nc-17
DISCLAIMER: Nessun membro della JE mi appartiene, ma la storia sì e ci tengo parecchio!!!
Capitoli precedenti: prologo; capitolo 1, capitolo 2

Capitolo 3

Nessuno può combattere il destino.
Qualsiasi cosa si faccia, prima o poi ti travolgerà.
Noi siamo destinati…legati per sempre.

“E’ inutile, non riuscirò mai a risolverlo” si lamentò Jun
“Ti aiuto?” proposi
“No devo riuscirci da solo”
Chinandosi di nuovo sul quaderno, concentrato, cercò di risolvere il problema.
“Giochi sporco” sussurai
“Eh?” mi domandò alzando un sopracciglio
“Diventi sexy quando ti concentri così”
“Sakurai a te lo studio fa male”
“Dico sul serio”
“Beh se così stanno le cose…” arrossì “Tu lo sei sempre”
“Che cosa?” non afferrai il significato della frase, troppo preso dalle sue guance che si erano colorate di rosso
“Sei senza speranza” sorrise.
Si avvicinò a me e catturò le mie labbra. Lasciai che approfondisse il bacio. Sentii il suo sapore. Brividi di piacere si concentrarono sotto la nuca, dopo che le sue mani scorsero tra i miei capelli. Lo strinsi di più a me. Esplorai con le mani il viso, i capelli morbidi e neri.
“Sei sempre sexy” mi sussurrò con un po’ di affanno.
Ripresi a baciarlo. Il desiderio di averlo si fece forte. Iniziai a sbottonargli la divisa. Mi lasciò fare. Ci impiegai una vita per slacciare solo i primi due bottoni, Jun che baciava e leccava il mio collo non mi era d’aiuto.
“Tadaima” sentì la voce di mia madre provenire dall’ingresso
Entrambi ci bloccammo.
“Tadaima, tadaima, tadaima” urlò mia sorella “Oni-chaaaaan” sentii perfettamente i passetti di mia sorella che correva verso la mia camera.
Ci allontanammo appena in tempo, prima che mia sorella aprisse la porta.
“Non si bussa più”
Mi ignorò completamente, “Jun-kun” urlò saltando addosso a lui.
Sorella ti odio, pensai.
“Mai, vai a giocare con Shu” cercai di cacciarla
“No! E poi lui è rimasto dalla nonna” disse e si sedette precisamente tra me e Jun con le braccia incrociate
“Oh ciao Jun” entrò anche mia madre “Salve signora Sakurai” rispose lui educatamente.
“Mamma te la porti via” le dissi indicando Mai
“Ah Sho credo sia impossibile, mentre rientravamo ha detto di voler passare il resto della giornata con te”
“Tenera” disse Jun
“Non è tenera per niente! Mamma, ma noi staremo studiando” protestai.
“Non vi do fastidio, voglio solo rimanere qua con te” disse Mai avvinghiandosi addosso a me e sfoderando lo sguardo da cucciolo abbandonato.
“Va bene, ma sia chiaro se ci disturbi te ne caccio” cedetti.
“Vado a prepararvi qualcosa per merenda e qualcosa di fresco da bere, mi sembrate accaldati” disse mia madre, rivolgendomi uno sguardo che non seppi interpretare e uscendo dalla stanza.
“Sho ti voglio bene!” disse Mai strusciandosi addosso come un micio in cerca di coccole.
“Io no!” ma nonostante le mie parole la abbracciai.
“Voglio bene anche a te Jun!” e gli diede un bacio sulla guancia.

Dopo quel giorno non ci fu più occasione per stare insieme da soli, nonostante io non vedessi l’ora di riprovare quelle emozioni e il desiderio prepotente di avere Jun tutto per me.
Me ne stavo da solo, seduto sotto un albero.
Jun era assente, sua nonna era stata ricoverata in ospedale, perciò avrebbe passato la giornata a farle compagnia. Mancavano quattro giorni alla festa di Halloween, le uniche cose che sapevo al riguardo erano il luogo, l’ora e avere un costume, obbligatorio. Costume che ancora non avevo trovato.
“Pensi a Jun?”
Sobbalzai per la sorpresa, Satoshi si era avvicinato a me, sedendosi affianco.
“Ti interessa?” mi uscì spontaneo
“Oggi non è venuto, ho pensato tu sapessi il motivo”
“E’ semplicemente andato a trovare la nonna…Perché ti interessa?” chiesi di nuovo, sapevo che Satoshi provava un senso quasi materno nei confronti di Jun, ma mi diede comunque fastidio tutto questo interesse nei suoi confronti.
“Ho bisogno di parlargli, non ti agitare non te lo rubo mica” sorrise “E poi gli piaci troppo”
Ignorai l’ultima frase, magari avevo inteso male, non volevo litigare con lui per una sciocchezza e poi notai la sua espressione, sembrava così triste.
“Satoshi è tutto a posto?” domandai
“Eh? Ah, sì tranquillo” cercò di sorridere
“C’entra Nino in qualche modo?” domanda sbagliata. Satoshi si alzò di scatto, serrò i pugni.
“Lui non ha il potere di influenzare il mio umore” disse “Ti lascio in pace. Ci vediamo in classe e scusami se ho disturbato il tuo momento di quiete” si incamminò verso la scuola. Sakurai sei un idiota, pensai.
“Satoshi aspetta”. Si fermò. “Non disturbi la mia quiete, insomma se vuoi parlare con me…”
“Grazie Sho, mi fa piacere. Ma sto bene davvero” e sorridendo si voltò, lasciandomi da solo a pensare alla mia stupidità.

“Sho-chan” la voce di Masaki trapassò acuta il mio orecchio
“Masa che urli, ci sento”
“Scusa” disse sorridendo “Oggi torni a casa da solo?”
“Masa non sono un bambino, so badare a me stesso” dissi, credendo che volesse accompagnarmi
“Ma che hai capito? Volevo chiederti se volevi venire anche tu al karaoke con noi”
“Noi chi?”
“Con noi rincitrullito” disse Pi mentre teneva Toma per le spalle
“Senza Jun sei proprio perso!” esclamò Shun
“Ma che dite?” sbottai arrossendo
“Sho come sei tenero” all’unisono Keiichiro e Shigeaki comparsi dal nulla affianco a me
“Ehi, siamo teneri anche noi” protestò Toma, con un braccio intorno alla vita di Pi.
“Comunque non posso venire” cercai di riportare la conversazione al principio.
“Eh? Perché no?” chiese Masaki triste
“Ho promesso a mia madre che l’avrei aiutata con le faccende” non era una bugia, ma la pura verità, benchè l’idea non mi entusiasmasse, fui felice di avere quella scusa. Mi sarei risparmiato l’interrogatorio sui dettagli della relazione tra me e Jun.
“Non farti sentire da mia madre o mi obbligherà anche lei a lavorare come uno schiavo ai suoi ordini” disse Kazu che proprio in quel momento passò accanto a noi. Anche lui come Satoshi poco prima sembrava triste. Solo che con Satoshi non ebbi l’istinto di abbracciarlo.
Mi congedai dai miei compagni e mi diressi verso casa. Nella mia testa frullava continuamente l’immagine di Kazu e il perché fosse così affranto.

Qualche ora dopo mi ritrovai di nuovo fuori casa, con la lista per la spesa.
Uscii dal negozio pieno di buste, per accorciare la strada passai attraverso il parco, sperando in un colpo di fortuna e magari incontrare Jun. Poteva sembrare ridicolo, ma sentivo la sua mancanza.
Arrivai nel posto esatto del giuramento ed effettivamente trovai qualcuno.
Dopo quel giorno sapevo che proprio lui non era più passato da queste parti, se non occasionalmente quando ci passavamo tutti e cinque.
Allora che cosa faceva lì?

“Kazu?” chiamai. Lo vidi sfregarsi veloce una manica sul viso all’altezza degli occhi.
“Ciao Sho” disse. La sua voce era strana, la percepii quasi ovattata.
Mi avvicinai di più a lui. Si voltò verso di me. Il buio non mi permise di cogliere la sua espressione, ma non mi sfuggì il luccichio alla base degli occhi.
“Kazu stai bene?” non potei evitare di chiederglielo.
Non mi rispose. L’unica cosa che fece fu abbracciarmi e scoppiare a piangere. Rimasi lì immobile, sorpreso e sconvolto. Conoscevo solo una persona che potesse ridurre Ninomiya Kazunari in quello stato, ma allo stesso tempo non potevo credere che lui potesse farlo soffrire in questo modo.
Quando finalmente si calmò, si scusò con me e senza dire altro mi salutò.
Percepii degli scricchiolii tra la siepe alla mia sinistra. Mi guardai intorno, ebbi come la sensazione di essere osservato.
“Ma che vado a pensare, questo è perché frequento quella matta di Kareru” mormorai tra me e me riprendendo la strada verso casa.
Quella notte non riuscii a dormire e nemmeno le notti successive.

gnr: sentimentale, g: arashi, r: nc-17, gnr: long fict, p: sakumoto, gnr: angst, gnr: au, gnr: scolastica

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