A volte ritornano... >__> *si guarda attorno e evita i fulmini e le saette dal cielo*
Come penso si sia capito ho avuto un po' di "impegni" (chiamiamoli così) in questo ultimo periodo, quindi non sono riuscita a postare... ma neanche riuscita a passare per di qua -___- Se ci sono stati problemi mi scuso per non essere intervenuta (ma mi pare che vada tutto bene) e ringrazio come al solito l'altra mod (con la quale cmq condivido l'unico neurone) per le attivazioni.
Allora... postaggio di festeggiamento!
Per che cosa? Ma perché questo è sicuramente il mese... ma che dico, la stagione... ma che dico, l'anno dei Kanjani8! Tre singoli in pochi mesi, i dorama, i nuovi programmi, le promozioni, ma soprattutto la 24JIKAN! Finalmente! *si è esaudito il desiderio di Yoko di presentare la 24jikan prima di diventare troppo vecchio XD*
E inoltre oggi è la data di uscita ufficiale del DVD del Tour 8Uppers! (voglio il DVD! Muovetevi a spedirmelooo! T__T)
Bene, basta farneticare, postiamo...
Titolo: Ho detto angelo!
Gruppo: Kanjani8
Pairing: Yasu/Maru (friendship), Subassan
Rating: G
Disclaimers: non mi appartengono... per ora *bwahahah!*
Note: mooolto corta XD Ispirata ad un commento fluffoso su tumbrl ad una foto di Yasu... perché è il mio angioletto preferito <3
-Ehi! Ascoltate tutti!- esclamò Maru, ballonzolando sul divano e dando fastidio a Yoko che stava giocando con la PSP: -Secondo me Shochan è un angelo!- aggiunse, come se fosse una grandissima scoperta.
Tutti non lo degnarono di uno sguardo, tranne Yasu che gli sorrise dolcemente: -Grazie, Ryuuchan-.
-Nono, non in quel senso! Intendo... un VERO angelo! Tipo con le ali e quella cosa tonda sulla testa...- insistette il bassista, facendo gesti per mimare quello che stava dicendo. Yoko mise in pausa il videogioco con un sospiro e disse: -L'aureola?- per aiutare il compagno di band che non la finiva di muovere i cuscini del divano.
-Maruchan, perché non la finisci di dire cose a caso e mi aiuti con questa base?- propose Tacchon prima che Orange Ranger ricominciasse a parlare o Hina dovesse intervenire. Il bassista si lasciò convincere e si avvicinò all'altro, studiando mogio lo spartito per poi dire: -Uffa, non mi credete mai...-.
-Non è questione di non crederti, Maru...- tentò di spiegare Shingo, pensando il modo migliore per convincere l'altro con parole che non lo ferissero. Purtroppo intervenne Ryo: -E' che gli angeli non esistono-.
-Sì che esistono!- sbottò Maru, offeso.
-No, scemo!- rispose a tono Nishikido.
-Oh! Insomma, non iniziate! Lasciate che Maru creda quello che vuole e finitela di fare casino!- intervenne Murakami per farli tacere tutti e riportare l'ordine. Con l'ennesimo borbottio Yoko riaccese il proprio videogioco e Subaru tornò a strimpellare la chitarra, per poi lanciare un'occhiata a Yasu, che annuì.
Nella stanza il tempo si interruppe e tutti rimasero immobili nelle loro posizioni, senza suoni.
Yasu sospirò, sollevato.
-Dovrai dirglielo, prima o poi...- fece Subaru divertito, accarezzandogli distratto le piume bianche delle ali.
-No, invece... è già un gran pasticcio che lo sappia tu- lo corresse Shota, per poi avvicinarsi a Maru e accarezzargli i capelli, dandogli un bacio sulla guancia: -Ryuuchan è sensibile, è per questo che se n'è accorto... gli altri invece sono degli zucconi- scherzò, guardandoli uno per uno.
-Ok, ok... adesso fai quella cosa del “puff! Dimenticate tutto!”- lo pregò Subaru, che si divertiva un mondo a vedergli fare certe cose. Yasu sventolò un po' le ali, si sistemò meglio l'aureola e fece ripartire il tempo, tornando a sedersi di fianco a Subaru mentre gli altri riprendevano a muoversi e discutere.
Maru sollevò gli occhi dallo spartito di Tacchon e annuì, fissando Yasu: -Per me tu sei un angelo- disse piano piano per non farsi sentire dagli altri.
Yasu gli sorrise ancora una volta e ancora una volta rispose: -Grazie-.
E l'altra (che è una songfict)...
Titolo: My life would suck without you
Gruppo: Kanjani8 + apparizione di Nino
Pairing: Yokohina <3 (del genere... friendship... purtroppo per Yoko XD)
Rating: PG (ma solo perché dicono 2 parolacce XDDD)
Disclaimers: vedi sopra (però uffa, almeno un Hina lo vorrei T__T chi me lo regala?)
Note: ispirata alla canzone di
Kelly Clarkson "My life would suck without you", canzone che ispira Yokohinosità (???) da ogni parola <3 Grazie a mia sorella per avermi consigliata! Il testo della canzone è diviso in viola e nero per capire chi sta "pensando" le varie parti ^__^
Guess this means you’re sorry you’re standing at my door
guess this means you take back all you said before...
Non fece neanche in tempo ad aprire la porta trattenendo un sospiro di sollievo che, veloce e inaspettata, giunse la notizia: -Vado via. Tre mesi in America. Con Nino-. Dallo stupore non riuscì a trattenere la minima emozione e probabilmente la sua espressione ne risentì.
-Non sentirti sempre al centro dell'attenzione, non me ne vado per te...- lo riprese Yoko, con un tono che non gli piacque per niente.
-Che... che sta succedendo?- trovò la forza di chiedere: -Sono quindici anni che litighiamo e poi superiamo la cosa, speravo che anche questa volta ce l'avremmo fatta. E invece... te ne vai?-.
Yoko non rispose, si limitò a fissarlo con un'aria da “non c'è alternativa”.
-E... il gruppo?- provò a chiedere Hina.
-Non c'entra il gruppo, lo sai... ho già chiesto al manager di cancellare ogni mio impegno e Subaru è stato il primo a consigliarmi di andare. E' una specie di borsa di studio, per attori... in tre mesi le cose possono cambiare- tentò di spiegarsi. Erano ancora stupidamente fissi sulla porta, l'uno a cercare di capire la prossima domanda e la prossima scusa dell'altro.
-Certo, tre mesi di tempo per convincermi che nessuno dei due aveva torto, così quando tornerai non dovremo chiedere scusa...-.
-Ti ho detto che non lo faccio per te- ribadì il più grande.
-Non ci crede nessuno, Kimi. Lo sanno anche gli altri qual è il vero motivo e sinceramente sono stanco di ripeterti sempre le stesse cose...- disse Shingo, incrociando le braccia.
-No, IO sono stanco!- esclamò Yokoyama, facendolo sussultare: -Io sono stanco di dovermi inventare scuse pur di non farmi illusioni con te, di dover sopportare ogni singolo giorno in tua compagnia e rifiutarmi di parlarne perché sarebbe tutto inutile! L'hai visto, no? E' tutto inutile! Prima o poi arriva una donna che prende il mio posto. Basta, non ce la faccio! E' un discorso egoista, ma non ce la faccio!- protestò, la voce che risuonava nel pianerottolo dell'appartamento.
Hina scosse la testa: -Non... non posso farci nulla- disse, come al solito.
-Sì che puoi- lo corresse Yoko, spiazzandolo ancora una volta: -Dimmi di non partire. Perché sarei qui, sennò? Dimmi di non partire...- concluse, con un tono fermo, quasi piatto... ma una luce negli occhi che lo implorava di dire qualcosa. Di non ferirlo ancora una volta.
Like how much you wanted anyone but me
said you’d never come back but here you are again...
Hina si prese del tempo per riflettere, per ripensare ai litigi che avevano avuto. Forse doveva permettergli di fare quello che voleva, di andare via e diventare un attore come aveva sempre sognato. Forse aveva ragione: in tre mesi le cose sarebbero cambiate, avrebbe fatto bene ad entrambi.
Non lo poteva fermare adesso.
-Beh... addio, allora. Fai buon viaggio- disse, tentando di sorridere.
Vide l'altro cambiare lentamente espressione, abbassare il viso.
-Ti odio. Cazzo, Shingo...- si passò una mano sul viso, sospirando: -Ti odio- ripeté con gli occhi lucidi, per poi voltarsi e andare via, lasciandolo a fissare un punto imprecisato del pavimento del pianerottolo, senza sapere cosa dire.
Aveva forse sbagliato?
'Cause we belong together now, forever united here somehow
You got a piece of me
and honestly... my life would suck without you
-Forse non è l'orario adatto...- esordì, vedendo Yasu aprire la porta sbadigliando e sentendo Subaru lamentarsi da qualche parte lungo il corridoio.
-E' successo qualcosa, Shinchan?- chiese il più piccolo, facendolo accomodare sul divano ed ignorando le proteste del leader vocalist che li raggiunse poco dopo, praticamente in pigiama.
-Mi spiace disturbare, ma... mi servirebbe un consiglio- provò a dire, prima che Subaru sbuffasse e tirasse Yasu per la manica della felpa colorata.
-Torniamo a letto, è chiaramente ubriaco...- borbottò.
-Ehi!-.
-Ha ragione Shibuyan, tu... non ci chiedi mai consigli. Siamo noi che li chiediamo a te, di solito...- osservò candidamente Yasu: -Cos'è successo?-.
Spiegò molto vagamente la cosa e finalmente riuscì a catturare un po' di attenzione di Subaru, che annuì dal principio alla fine per poi dargli dell'idiota.
Yasu si intromise: -Se era venuto per sentirsi dire di non partire, avresti dovuto dirgli di non farlo- poi fece una pausa, cambiando espressione: -Come faremo tre mesi senza Yokocho???-.
-Ma lui vuole partire, è chiaro, perché dovrei fermarlo? E poi l'avrei un po' illuso...- si difese lui.
-A volte sei veramente troppo ottuso, Shinchan- lo rimproverò Yasu, aggrottando la fronte: -E' il tuo migliore amico e sta per partire per un viaggio importantissimo senza essersi chiarito con te! E' ovvio che qui vada fatto qualcosa!-.
-Perché mi tratti come se fosse colpa mia?- fece Murakami.
-Perché E' colpa tua, Hina! Perché saresti qui a chiedere consigli, sennò? Ti senti in colpa!- chiarì senza troppe cerimonie Subaru, forse un po' stufo della discussione e molto più interessato al proprio letto e al proprio cuscino che alla sorte di due dei suoi migliori amici. Yasu annuì, pur chiedendo al proprio ragazzo di strillare di meno.
-Sai, Shinchan... a volte ci convinciamo di cose che non sono per forza vere. Nella nostra testa pensiamo di sapere i comportamenti degli altri e i loro sentimenti... e modifichiamo addirittura i nostri. Però... rischiamo di fare male alle altre persone- spiegò con calma Yasu, per poi riaccompagnarlo educatamente verso la porta: -Prova a dormirci sopra. Fai ancora in tempo a inseguire l'aereo domani, come nei film d'amore- disse, per poi sbadigliare e richiudere la porta alle sue spalle così come l'aveva aperta poco prima.
Manco a dirlo... non dormì assolutamente quella notte e non sentì la sveglia il giorno dopo... sveglia che si era finalmente deciso a puntare in tempo per raggiungere Narita prima che il volo per Los Angeles partisse.
Maybe I was stupid for telling you goodbye
maybe I was wrong for tryin’ to pick a fight...
Forse stava guardando l'ingresso dell'area partenze con troppa intensità.
-Avresti dovuto aspettare a partire... il corso inizia fra una settimana, facevi in tempo a rivederlo e parlarne con calma...- osservò Nino, spalmato allegramente fra la sua poltroncina e la propria valigia, tre volte più grossa di lui. Yoko tentò di allontanarlo da sé con una spallata, ovviamente fallendo nell'impresa.
-Non ne voglio parlare mai più, sinceramente. Ho buone speranze che quando tornerò si sarà tipo sposato o sarà caduto in un buco nero o si sarà spezzato una gamba giocando una delle sue stupide partite di calcio- spiegò.
-Però vuoi tornare. E probabilmente rivederlo- fece Nino con un divertito tono allusivo.
-Se stai tentando della fine psicologia con me, sappi che non funziona- rispose: -Più che altro non capisco-.
Nino sospirò e scosse la testa: -Parlare con te e parlare con Aiba, delle volte, è la stessa cosa-.
Tornò a guardare l'ingresso dell'area partenze, poi il tabellone dei voli e il proprio orologio.
E l'inesorabile scorrere del tempo fra la partenza imminente e tutte le cose che aveva potuto dire... e perdonare... a quello che rimaneva il suo migliore amico.
I know that I’ve got issues
but you’re pretty messed up too
Either way, I found out I’m nothing without you...
-Sai, forse... non c'è bisogno di parlare- sussurrò, rivolto forse a se stesso forse a Nino, per poi alzarsi di scatto e lasciare che l'altro scivolasse dalla sua posizione, imprecando.
Con un profondo ma brevissimo inchino si scusò con il manager, riconsegnò il biglietto per Los Angeles all'organizzatore o chi per esso e recuperò la propria valigia, attaccando a correre verso l'uscita, la propria macchina.
'Cause we belong together now, forever united here somehow
You got a piece of me
and honestly... my life would suck without you
-Cazzo!- esclamò, non appena vide l'orario e capì che aveva solo mezz'ora per prendere la macchina e sperare che il traffico di Tokyo non avrebbe reso vano ogni suo tentativo.
Uscì lo stesso in tutta fretta, senza neanche ricordarsi perché lo stesse facendo: cosa doveva dirgli? Avrebbero litigato ancora? Gli avrebbe impedito di partire? Se ne sarebbe andato lo stesso?
Nonostante si stesse facendo tutte quelle domande, non si stava minimamente sforzando di darci una risposta... forse Yasu aveva ragione: doveva tentare di essere meno ottuso e di lasciare che le altre persone (Yoko) facessero la loro parte, senza aspettarsi sempre qualcosa.
Gli suonò il cellulare e mise il vivavoce.
“Se stai andando a Narita, fermati” suonò la voce di Maru.
-Perché?- domandò, chiedendosi se ci fosse Yasu, o peggio... Yoko dietro questa telefonata.
“Yuchin sta venendo da te!” esclamò l'altro, prima di interrompere la telefonata (chissà se per errore o volontariamente). Ascoltò il suono continuo della linea del telefono caduta finché non rientrò nel parcheggio.
Da dove la macchina l'aveva abbandonato (in panne, in mezzo ad una strada sconosciuta di Tokyo) decise che FORSE non mancava così tanto a casa di Shingo e che potesse farcela di corsa... tipo.
Aveva ben poca fiducia nelle proprie capacità motorie, ma non sapeva che metro prendere e sinceramente stava pensando a ben troppe cose per riflettere anche su cosa fare.
Era una bella scena da dorama, no? Correre a perdifiato per le strade della capitale solo per andare a dire ad un cretino, che...
Being with you is so dysfunctional
I really shouldn’t miss you, but I can’t let go...
“Forse è il caso che tu ci vada incontro... sta correndo in giro per Tokyo” disse Tacchon al telefono, mentre in sottofondo Ryo annuiva e aggiungeva qualcosa che non capì.
-Ma voi come fate a sapere tutte queste cose?- chiese, perplesso, facendo retro-front fra parcheggio e appartamento per beccare la porta d'uscita e tornare in strada, a piedi, chiedendo indicazioni su dove andare.
“E' che ci ha appena chiamato per sapere come si arriva a casa tua... Ryotan dice destra” rispose Tacchon a entrambe le domande. Aveva già iniziato a correre.
'Cause we belong together now, forever united here somehow
You got a piece of me
and honestly... my life would suck without you...
Gli veniva quasi da piangere.
Si incontrarono nel mezzo di un incrocio e, giusto perché la vita non è un film, dovettero aspettare al semaforo fissandosi mentre riprendevano fiato (e tossire fuori un polmone, ancora un po') e non farsi investire.
-Perché non sei partito?-.
-Perché stavi venendo a Narita?-.
-Ho parlato con Yasu e Subaru ieri... io...-
-Lo sai che questo non cambierà le cose, vero? Lo sai che resterò comunque innamorato di te e continuerò ad odiare ogni tua fidanzata e sperare che prima o poi tu ti renda conto che almeno la bisessualità è un ottimo compromesso?- chiese Yoko, ancora tentando di riacquistare un respiro regolare: -Perché io non sto rimanendo, Shingo... ma non sto neanche andando via per sempre. E non lo volevo fare dopo averti detto che ti odio... e nemmeno senza aver fatto ancora una volta la pace-.
-Lo so- rispose: -Ok, va bene. Puoi partire e fare quello che vuoi e lo so che non mi odi davvero. Ma volevo dirti che mi saresti mancato... cioè, mi mancherai. Da matti. La mia vita fa schifo senza di te- ammise, appoggiando le mani sui fianchi e guardandolo con un lieve imbarazzo.
Yoko sorrise: -Anche la mia. Davvero schifo... non posso immaginare una vita senza la tua presenza ossessionante- sbuffò.
Risero come idioti, fermi in mezzo al marciapiede, per fortuna vuoto.
-Hai perso l'aereo e non hai comunque ottenuto una mia promessa di amore eterno, come ti ritiri dalla scena, ora?- chiese Hina.
-Tanto a me tocca sempre la parte del personaggio sfigato... rimarrò single ancora per qualche secolo, prenderò l'aereo di dopodomani e la storia si conclude con un parziale happy ending- rispose lui: -Non sapendo cosa mi aspetta quando tornerò-.
-Chi lo sa, in tre mesi possono succedere tante cose... potrei scoprirmi gay, logorato dalla tua assenza- disse Murakami. Yoko lo colpì con un debole tsukkomi, dato che non era il suo compito e tutto sommato ancora non aveva riacquistato le forze perdute nella corsa.
-Ci conto...- aggiunse poi, piano piano, sentendolo ridere. Si incamminarono verso casa insieme.
'Cause we belong together now, forever united here somehow
You got a piece of me
and honestly... my life would suck without you!