GIVE ME MY HEART BACK

Mar 01, 2011 12:24

Sho entrò, senza suonare ne annunciarsi in alcun modo. Aveva le chiavi dell’appartamento del suo assistente. Gli spettava di diritto, accidenti! Ok, forse era un po’ troppo ubriaco. Ma erano tre mesi che non sfiorava Masaki nemmeno con un dito, doveva vederlo. Doveva fare l’amore con lui! Ma soprattutto doveva parlargli al di fuori del lavoro…

<< Chi cavolo…>> disse una voce nel soggiorno. Sho riconobbe Jun. Dovette ammettere che era decisamente bello… si avvicinò, contando sulla spavalderia dell’alcool. Jun lo guardò avvicinarsi deciso, ed arretrò

<< Sei ubriaco…>> disse. Sho sorrise e, con un unico movimento, annullò la distanza tra loro e lo prese per le spalle, facendolo cadere sul divano. Jun cercò di svincolarsi, Ma Sho era più forte. In un attimo, aveva già le mani sotto la sua felpa.

<< Che fai, hai paura? Tu? Eppure, è il tuo lavoro, no?>> sibilò Sho, passando la maglia spora la testa di Jun, ma senza sfilargliela dalle braccia, in maniera di bloccargliele. Poi iniziò ad accarezzargli il petto

<< Tu no…>> gemette Jun, serrando gli occhi. Con le gambe, riuscì a togliersi di dosso Sho, facendolo cadere dal divano

<< Tu no!>> sibilò. Riuscì a reinfilarsi la felpa

<< Sei solo una troia!>> urlò Sho. Jun si morse le labbra, le lacrime agli occhi

<< Io ho smesso.>> disse, in tono basso, quasi minaccioso. In quel momento, Masaki entrò nell’appartamento, con un sacchetto del konbini. Guardò Jun, poi Sho, e viceversa

<< Che sta succedendo?>> chiese << Che ci fa Sho qui?>>

<< Era in zona ed aveva bisogno del bagno, ma se ne sta andando, vero?>> disse Jun. Sho si alzò da terra e scosse energicamente la testa

<< Io sono qui per dichiarare guerra!>> biascicò. Barcollò pericolosamente e Masaki lo sostenne

<< Intanto sdraiati e dormi. Dichiara guerra domani mattina. E’ domenica, abbiamo tempo.>> disse. Sho annuì e si sdraiò sul divano, piombando immediatamente in un sonno profondo. Masaki posò il sacchetto in cucina, poi si avviò verso la camera da letto. Jun lo raggiunse, per poi rivolgergli un’espressione interrogativa

<< Sei arrabbiato?>> gli chiese << Con me?>>

<< Tu l’hai coperto.>> disse Masaki, iniziando a spogliarsi. Jun si sedette sul letto. Dopo un lungo momento di silenzio, raccontò quello che era successo poco prima che Masaki entrasse. Masaki sospirò, poi gli si avvicinò, arrivando dall’altra parte del letto, e lo abbracciò da dietro

<< Scusami, me la sono presa con te…>> disse. Ma Jun si staccò, sospirando

<< Lui ti manca.>> disse. Si spogliò e si infilò sotto le coperte. Masaki lo fece girare verso di sé, costringendolo a guardarlo negli occhi

<< Che dici?>>

<< Magari la tua mente non c’è ancora arrivata, ma… il tuo corpo lo cerca continuamente… e fidati, che certe cose le sento chiaramente…>>

<< Ma io amo te!>> protestò Masaki << E se questo è.. è un modo per trovare una scusa per andartene di nuovo, beh… non mi piace per niente.>>

Jun tacque, ed abbassò il viso. Masaki inspirò profondamente

<< Non hai smesso con… con il lavoro?>> chiese in un soffio. Jun annuì

<< Però hai intenzione di andartene di nuovo…>> mormorò. Jun si morse le labbra, poi annuì. Masaki lo costrinse a girarsi e guardarlo

<< Perché?>> chiese. Jun si morse le labbra più forte, e Masaki si mosse, impaziente.

<< Ti ho fatto una domanda…>>

<< Tu vuoi lui.>> disse Jun, indicando con un gesto il soggiorno. Masaki scosse la testa

<< Sai che non è vero.>> disse

<< E tu sai che invece è vero.>> disse Jun. Vide gli occhi di Masaki riempirsi di lacrime, ed iniziò a dubitare. Forse era sincero, dicendogli di amarlo?…

<< Senti…>>

<< Se te ne vai, questa volta non potrai tornare…>> disse Masaki. Jun gli prese una mano, sentendosi come se fosse stato colpito in pieno stomaco da un calcio

<< Ma-chan…>>

<< No, Jun… te l’ho già detto quando ti sei svegliato dal coma… non reggo più di vivere con l’ansia. Quindi, o stai con me o non ci stai.>>

<< Sai che non sono così semplice.>> disse Jun, improvvisamente irritato. Masaki si asciugò le lacrime, ma Jun non cambiò espressione o tono

<< Se lo faccio, se ho intenzione di allontanarmi di nuovo, ho i miei motivi. E…>>

<< Allora dimmeli, i tuoi motivi!>> sibilò Masaki << oppure trova un modo per farti odiare, così almeno potrei riuscire non dico a stare bene, ma quantomeno a non stare così male!>>

<< Non ti amo, non ti ho mai amato.>> disse Jun. Masaki, che lo stava guardando negli occhi, però, sorrise

<< Non sei credibile, piccolo stupido.>> mormorò, con un sospiro. Jun colpì con forza il letto su cui era seduto. Masaki gli prese immediatamente la mano e glie la baciò. Jun serrò gli occhi

<< Non fare così, sennò non potrò mai andarmene…>> mormorò Jun

<< E allora non farlo…>> mormorò di rimando Masaki. Jun gli strinse la mano, poi lo baciò

<< Questa volta non dipende da me…>> disse in un soffio << Non dipende da me…>>

Masaki lo strinse a sé. Quella notte, fecero l’amore come se fosse l’ultima volta. Si fermarono, esausti, solo all’alba. Jun si rannicchiò contro Masaki e, con un sospiro, si accinse a separarsi da lui. Masaki, che lo stringeva dolcemente a sé, si era addormentato. Jun si sciolse dall’abbraccio e, in silenzio, si vestì. Non prese nulla con sé, nemmeno il portafogli. Tanto, non gli sarebbe servito. In soggiorno, trovò Sho sveglio

<< Dove stai andando?>> gli chiese << Io devo dichiararti guerra…>>

<< Non ce n’è bisogno, Sakurai.>> disse Jun << Non tornerò più. Questa volta davvero. Gli uomini che mi hanno quasi ucciso l’ultima volta, sono qui. Li ho visti. E hanno passato biglietti sotto la porta quando Masaki era al lavoro. Non posso permettere che facciano del male a lui, e succederà se non andrò con loro…>>

Sho lo guardò. Vide la sincerità negli occhi di Jun

<< Hai paura?>> chiese. Jun si strinse nelle spalle

<< Un po’. Ma… vogliono solo me. Se vado con loro, Masaki è salvo… e… avrà te a proteggerlo… >>

Sho rimase in silenzio un momento, mentre Jun beveva un bicchiere d’acqua

<< Ieri, quando ti ho quasi violentato, hai detto “ tu no”… perché?…>>

Jun mise il bicchiere sul tavolino e si accese una sigaretta, sedendosi sul divano, accanto a Sho

<< Perché tu dovrai prenderti cura del mio Ma-chan. Non posso tornare. Anche se per qualche strano motivo succedesse un miracolo e io oggi non morissi, non potrei tornare. Ho troppe cose in sospeso, nella mia vita. Troppe cose pericolose, in sospeso. E non voglio che lui ne venga coinvolto. E poi… lui mi ha detto che se me ne fossi andato, non avrei più dovuto tornare. Non lo reggerebbe ancora… ho tirato troppo la corda, ed oggi la spezzerò. Se ho imparato a conoscerlo… Masaki andrà in pezzi. Tu dovrai raccogliere i pezzi. Promettimi che gli starai vicino. Ti scongiuro. Lo ami, no? Quindi, puoi promettermelo, giusto?>>

Sho guardò Jun. Lo trovò estremamente giovane e fragile, in quel momento.

<< Te lo prometto.>> disse << Starò vicino a Masaki. Però… il suo cuore ti cercherà sempre, lo sai questo?>>

Jun soffiò fuori il fumo

<< Sta diventando troppo triste. Vado.>> disse. Spense la sigaretta e si alzò

<< Lo sai?>> insistette Sho. Jun lo guardò negli occhi.

<< Stai rendendo tutto più difficile.>> disse, severo

<< Potrei metterti sotto la protezione della mia famiglia…>> disse Sho. Sentiva che se non avesse fermato Jun, Masaki non si sarebbe mi lasciato proteggere da lui… Jun fece un sorriso amaro

<< Dubito che tuo padre sarebbe d’accordo… per non perdere uno dei suoi migliori clienti ha dato a questo il permesso di farmi fuori…>>

Sho impallidì, ricordando stralci di conversazioni che aveva sentito per sbaglio. Poi scattò in piedi

<< Non ti muovere da questa casa… vado a parlare con mio padre…>>

Jun scosse la testa

<< Devo uscire, o faranno saltare tutto…>> disse in un soffio. Sho rimase bloccato. Sentì l’angoscia salirgli dentro

<< Non puoi fare questo a Masaki… un conto è scomparire e tornare continuamente, ma questo… questo è troppo… non…>>

<< Non ho altra scelta, oggi.>> disse Jun. Dopodiché se ne andò. Sho prese il telefono. Suo padre gli rifiutò la chiamata. Sho riprovò, e la cosa si ripeté. Dopo mezz’ora, capì che non poteva più fare nulla. Guardò Masaki, che si era appena svegliato e lo guardava dalla porta del corridoio

<< Scusami…>> mormorò, per poi sedersi a terra, stringendosi la testa tra le mani.

p: sakuraiba, gnr: angst, g: arashi, r: nc-17, gnr: au, p: aimoto

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