Finita la sesta parte e in attesa di correzione, ecco la quinta! Attenzione bene ^__-
Titolo: 8uppers (2?) ---> non saprei in che altro modo chiamarlo xD
Grupppo/i: Kanjani e Arashi (vabbeh, ormai si sa...)
Pairing: Mac/Kage
Rating: R per violenza, e stavolta siamo girigiri nel NC-17, ma questo è tutto quello che avrete (ecco).
Disclaimers: LI AMO! LI AMOOOOO, DATEMELIIIIII! *e venne arrestata* Purtoppo non sono miei anche se li vorrei tutti e sette/otto *uhuh*
Note: liberamente ispirato ai personaggi e alla trama del film 8UPPERS contenuto nel nuovo album dei Kanjani8. Se non l'avete ancora visto... cosa aspettate a farlo??? O___O E' consigliata la visione o almeno la conoscenza della trama per la lettura di questa ff... anche perché potrebbe contenere spoilers involontari o cose incomprensibili per chi non sa ancora nulla. Le descrizioni dei personaggi di 8UPPERS contenute nel libretto del DVD, con le loro storie e i loro passati (torbidi). Mi sono servita molto di queste descrizioni, quindi meglio se le leggete ---> trovate tutti i link nel post della Prima parte.
Dediche: a Rachele e Ila che hanno allegramente sclerato con me e che amano Gum, a mia sorella che almeno queste ff le legge e a Jinny che ha visto la proiezione del film coscia a coscia con me <3
Parti precedenti: (per fare ordine)
Prima parte -
Seconda parte -
Terza parte -
Quarta parte Dopo quello che era successo non riusciva assolutamente a chiudere occhio.
Aveva preparato i veleni e sistemato gli spilloni rintanato in camera di Gum, mentre gli altri chiudevano il locale e si facevano aiutare da Arsenal e Ace, appena tornati, a pulire e sistemare. Quando ormai il sole era sorto da un bel po', li sentì tornare ognuno alla propria stanza e chiudersi dentro per delle ore di meritato riposo. Fissò il soffitto per un tempo lunghissimo senza riuscire neanche a calare le palpebre, finché non si accorse che, arrivate ormai le 8 del mattino, tutto era silenzioso.
Di sicuro erano crollati dal sonno tutti quanti, per la lunga serata di lavoro.
Si alzò dal letto e si avvicinò alla porta: sentiva il debole russare di Ace e Arsenal. Per andare in bagno come avrebbe potuto fare? Percorrere il corridoio voleva dire rischiare di svegliare gli altri e non voleva farlo: non solo perché Arsenal sparava, ma anche perché voleva si riposassero con una bella dormita. La camera di Mac aveva la porta socchiusa... si sorprese a studiarla mentre apriva la propria.
Forse neanche lui riusciva a dormire.
Decise di scendere al piano inferiore per usare il bagno del locale: Gum aveva pur sempre un sonno abbastanza profondo e se faceva piano sarebbe riuscito a non svegliarlo. Fece il più piano possibile ed arrivò senza fare neanche un rumore al bagno, quando...
-Non riesci a dormire?- gli chiese una voce dal divano. Si girò ad incontrare lo sguardo di Gum, sdraiato con la testa su un cuscino a fiori.
-Scusa, ti ho svegliato...- sospirò, sentendosi in colpa.
-Non fa nulla, dormo sempre poco queste sere. Mi stavo per alzare e cominciare gli allenamenti- rispose Gum alzandosi in piedi con un balzo e stiracchiandosi. Jun si chiese come faceva ad essere così pieno di energie già la mattina... lui iniziava già a sentire adesso gli effetti della nottata passata in bianco. Sbadigliò, come per dimostrarlo.
-Ti ha fatto paura quel tipo al locale?- chiese Gum, preoccupato.
Jun scosse la testa: -Ma no, figurati... dire che sono abituato non è del tutto corretto, però... non è la prima volta che capita- spiegò.
Gum annuì per poi sorridere: -Beh, per fortuna c'era Mac. Sai, sembra quello meno forte, dopo Toppo... invece è anche forte, oltre che intelligente. All'orfanotrofio faceva sempre a botte coi più grandi di lui, insieme a Jacky. Era piuttosto bravo-.
Jun rispose al sorriso un po' imbarazzato, lasciando poi Gum ai suoi allenamenti e infilandosi in bagno per sospirare e lavarsi la faccia. Non aveva smesso un secondo di pensare a quella sera, e non a quel tipo ubriaco, ma a Mac... a quel dannato bacio (o per meglio dire quei dannati baci) e a cosa avrebbe dovuto significare.
Non era un genio di romanticherie e odiava esternare i propri sentimenti, per prima cosa. Se poi si metteva a pensare che quelli erano i primi baci che dava ad una persona sentendo quelle cose, quelle scariche elettriche nel corpo, quel caldo su tutta la pelle... il battito del cuore in gola e nelle orecchie...
Stava uscendo pazzo, ne era certo.
Uscì dal bagno e fece per tornare in camera quando la voce di Gum lo fermò ancora una volta.
-Forse dovresti parlarci. Con Mac, intendo...- lo sentì dire piano, fra un esercizio e l'altro.
Quando si girò a guardarlo stava già facendo altro, come se Jun si fosse immaginato quelle parole nella sua testa. Si riferiva al discorso di quel pomeriggio con Jacky e gli altri? Oppure aveva capito che c'era qualcosa fra loro due? Ah, e basta diventare rosso al solo pensiero!
Doveva assolutamente chiarire questa cosa, non poteva lasciarla in sospeso... non potevano baciarsi così, senza motivo... non potevano non dirsi qualcosa a riguardo... non potevano e basta! Aveva già fin troppi pensieri per la testa, sui veleni, sui suoi compagni, su tutta la yakuza giapponese sulle sue tracce per venire confuso ancora di più da un'altra storia di così poco conto! O almeno... che faceva finta fosse di poco conto...
Salì deciso le scale e percorse il corridoio senza svegliare nessuno, attento a fare ancora meno rumori di prima. Aprì la porta già socchiusa di Mac ed entrò nella sua stanza, ancora una volta, chiudendo la porta alle sue spalle.
Era il momento decisivo. Era il momento di parlare e chiarirsi. Era il momento di aprire la bocca e dirgli...
-Umfffgh!- protestò, ritrovandosi in un istante nuovamente fra le braccia di Mac e con le sue labbra... piene, calde, dolcissime... appiccicate alle proprie.
Si aggrappò con entrambe le mani alla schiena dell'altro e alzò il viso per raggiungerlo meglio, lasciandosi trasportare dai baci sempre più intensi.
-Riprendiamo da dove ci eravamo interrotti?- chiese piano, fra un bacio e l'altro.
Mac non gli rispose, lo guardò solamente negli occhi con il suo solito sguardo penetrante ed intenso. Jun non resistette all'urgenza di avvicinare ancora a sé quel viso con entrambe le mani e baciarlo di nuovo, famelico, guardando poi Mac attendere le sue labbra ad occhi chiusi, ansimando leggermente.
E si era già scordato che era venuto per parlare, in teoria.
L'ennesima vittoria dell'istinto sulla ragione.
Si lasciò trasportare sul letto e vi si sdraiarono sopra assieme, nel poco spazio concesso sul materasso ad una piazza. Si appiattì contro il muro con la schiena lasciando che Mac gli cingesse i fianchi con le braccia per tenerlo stretto a sé, mentre i baci si susseguivano. Non riusciva bene a capire chi stava guidando, ma poco gli importava... come in un ballo impacciato fra due amanti ancora inesperti si ha paura di pestarsi i piedi a vicenda, così anche loro avevano qualche incertezza a capire chi dovesse fare la prossima mossa.
Tanto che ebbe l'immediata reazione di spingerlo via non appena sentì una mano sollevargli la maglietta sulla schiena.
-Itte...- lo sentì mormorare contro il cuscino: l'aveva colpito proprio sulla spalla ferita.
-Scusa!- esclamò: -Ti si è riaperta? Fammi controllare!- blaterò, nel panico, alzandosi in ginocchio sul letto e facendo per levare la maglietta a Mac, che rise. Jun lo osservò il doppio più imbarazzato di prima, mentre si toglieva la maglietta da solo e si indicava la spalla: -Va tutto bene, visto?- disse.
-Credevo di averti fatto male...- sospirò, tirando in fuori il labbro inferiore.
Mac si alzò a sedere per abbracciarlo di nuovo, stringerlo a sé e farlo sdraiare ancora: -Hai problemi a dosare la tua forza- commentò.
-Non è vero!- protestò lui, mentre l'altro cominciava a baciargli il collo ed il petto, sollevandogli la maglietta, strappandogli dei gemiti incontrollabili: -Solo che... non riesco a trattenermi... quando si tratta di te- ammise, per poi sentire le proprie gambe suggerire al proprio cervello che era arrivato il momento di fuggire. Il proprio cervello, tuttavia, le ignorò totalmente, troppo impegnato a concordare a pieno su tutte le sensazioni che la pelle e... beh, l'area fra le gambe gli suggerivano.
Mac si fermò per guardarlo: -Anch'io. E' come stare senza inibizioni...- disse.
-E' come essere ubriachi- spiegò Jun, per poi ridere all'espressione contrariata di Mac. Lo aiutò a sfilargli la maglietta e gli tirò leggermente i capelli sulla nuca, per attirare la sua attenzione: riprese a baciarlo su tutto il viso, millimetro per millimetro...
-Potrei farti di tutto...- gli sussurrò piano all'orecchio. Mac lo fece sdraiare meglio sul letto, posizionandolo con cura sotto di sé e rispose: -Per ora limitati a non tentare di uccidermi. Al resto penso io...-.
Jun non riuscì a fare altro se non annuire, gli occhi che erano ormai scuri abissi di desiderio.
-E fai poco rumore che gli altri hanno il sonno leggero- raccomandò Mac, prima di riprendere a spogliarlo.
Quindi ci provarono.
Fecero l'amore con lentezza e in silenzio, mischiando solo ai deboli sospiri e gemiti il rumore dei baci umidi e della pelle che si incontrava e si accarezzava. Non si erano mai sentiti così, entrambi.
Così consapevoli del proprio corpo e allo stesso tempo così impacciati, confusi, distratti l'uno dall'altro... con la pelle infuocata ed il battito dell'uno che si mischiava con quello dell'altro.
Non si erano mai sentiti così bene.
Aprì leggermente un occhio per osservare la stanza.
Dalla finestra ormai entrava tantissima luce e la sveglia sul piccolissimo comodino di Mac segnava già le 10. Si erano addormentati entrambi, per la stanchezza e un po' anche per il sonno arretrato.
E per il doposbornia.
E perché effettivamente stare così abbracciati, stretti nel piccolo letto, nudi sotto le lenzuola e l'uno contro la pelle calda dell'altro conciliava la tranquillità ed il sonno.
Fissò lo sguardo su Mac: il suo viso rilassato quando dormiva, le palpebre abbassate con quelle folte ciglia che accarezzavano le guance, le bellissime labbra sporte involontariamente all'infuori, nel sonno.
Non riuscì a trattenersi e lo svegliò con un bacio sulla guancia.
Mac aprì appena un occhio e lo baciò a sua volta, avvicinandogli il viso con una mano e stringendolo a sé con il braccio che per quelle ore di sonno era rimasto sotto il fianco di Jun.
Forse era arrivato il momento giusto per parlare della loro situazione.
Ma ancora una volta Mac lo precedette: -Mi ricordo del parco giochi dietro casa- disse.
Jun alzò lo sguardo per incontrare i suoi occhi, sorpreso: -Davvero?-.
-Sì, e tu sullo scivolo. Adoravamo quello scivolo, era il nostro castello... o il vascello dei pirati. Sotto ci sotterravamo sempre i nostri tesori e gli altri bambini del quartiere non lo sapevano- ricordò Mac, sorridendo. Jun gli si strinse ancora di più contro, baciandogli la pelle del collo e appoggiando la testa contro il suo petto.
-Poi tu che scendi dallo scivolo e sembri... triste. Perché ti ho appena detto che me ne devo andare- ricordò ancora: -Allora ti ho... regalato l'orecchino di mia mamma. O almeno, ti ho detto di tenerlo. Perché mi avrebbe portato da te... se avessi avuto bisogno- concluse.
Jun gli sorrise: -E di fatti sei qui-.
Mac fece un piccolo sorriso, quasi imbarazzato. Ma era la prima volta che non era il suo solito ghigno...
-Kimitaka... stai sorridendo- gli fece notare.
-Non è vero- negò lui, riprendendo a baciarlo.
-Sì che è vero...- ripeté, canzonandolo, baciandogli le labbra sorridenti.
A Mac scappò quasi una risata. Poi alzò la testa per guardare l'ora e imprecò.
-Che hai?- chiese Jun.
-E' tardi, gli altri sono già svegli... e se si sono già chiesti dove siamo finiti...- cominciò, ma Jun si era già alzato a cercare i propri vestiti.
Ovviamente la loro assenza non era passata inosservata, tanto più che Gum si era avventurato nella propria camera per cercare dei vestiti puliti e non vi aveva trovato Jun.
Però quando scesero al locale nessuno disse nulla: a parte scambiarsi qualche occhiata d'intendimento.
Jun scomparve il più veloce possibile assieme a Johnny per pulire il pavimento della pista da ballo e aiutare a sistemare il locale.
Mentre Mac si sedette al suo solito divano studiando i documenti più recenti.
Jacky arrivò ridacchiando e lo colpì sulla schiena con il solito vigore, sedendosi al suo fianco.
-Mi hai fatto male!- protestò Mac, toccandosi la spalla bendata.
-Considerala una vendetta per quanto mi hai fatto preoccupare ieri...- rispose un po' acido Jacky, cominciando a giochicciare con il suo coltellino. Lo aprì dalla parte della forchetta più e più volte, mentre stavano in silenzio a sentire Toppo e Ace che discutevano animatamente su un gruppo musicale.
Mac sospirò: -Ok, proveremo stasera. Dillo agli altri-.
Jacky lo guardò con un sopracciglio alzato: -E immagino che pensi di venire con noi... conciato così-.
-Io sto bene...- cominciò Mac, e Jacky gli tirò un altra manata alla spalla.
-Ehi! E finiscila!- protestò, massaggiandosi la spalla malconcia.
-Questo era per avermi tenuto sveglio tutta la notte/mattina... genio...- disse Jacky, ridacchiando alla faccia sconvolta di Mac: -Non è stata una buona idea scegliere la stanza di fianco alla tua...- sospirò.
Mac rivolse lo sguardo ai documenti che teneva in mano, senza sapere cosa rispondere.
Jacky continuava ad osservarlo con quel sorrisino che diceva “so cos'hai fatto lì ed terribilmente divertente tenerti sotto pressione” che lo infastidiva e gli faceva venire la pelle d'oca.
Finalmente Jacky si alzò, dandogli un ultimo colpetto sulla spalla: -Beh, dai... come prima volta non sei stato affatto male- ridacchiò, andandosene.
-Dannato Gorilla...- borbottò Mac, tornando a sfogliare i documenti con un profondo sospiro.