Kami

Oct 06, 2010 19:05

TITOLO: Kami
FANDOM: Johnny's ( per ora News ma è un misto)
GENERE:  Sentimentale, Introspettivo, Drammatico (?)
AVVERTIMENTI: La protagonista femmina è inventata
DISCLAIMER: Sarebbe bello anche solo essere amica di uno di loro ma nisba non ci sono ancora riuscita. quindi dichiaro che questa è tutta finzione e loro non centrano nulla con questa storia.
CAP. PRECEDENTI: (  Cap.1 ) (  Cap.2 )

Quando arrivai in Giappone mi fu chiesto svariate volte il motivo di cosi tanto interesse nei confronti del vostro paese ed ogni volta dare una risposta mi metteva in difficoltà. Era passato così tanto tempo dal giorno in cui la mia passione era iniziata che non riuscivo più a ricordarne il motivo. Vagamente mi sembra che sia stato ai tempi dell’elementari; fra i primi libri che lessi ce ne fù uno ambientato in Giappone, lo lessi tutto d’un fiato, mi incantò.
Se ora mi venisse chiesto perché a quei tempi amassi il Giappone la risposta sarebbe ancora incerta, ma se mi venisse chiesto perché“ora” io lo ami cosi tanto non avrei alcun dubbio. La risposta risuona chiara nel mio cuore.
Certo, come allora continuo ad essere affascinata dalla sua capacità di affiancare antichità a modernità, dalle metropoli e dai posti incantati nascosti nelle foreste e nei vicoli delle città, dalla cultura cosi simile ma cosi diversa dalla mia e da tantissime altre piccole cose. E giorno dopo giorno sono sempre più convinta che non smetterà mai di stupirmi e che non mi basterebbero neanche altre dieci vite per vedere tutte le meraviglie che può offrire. La cosa che più di tutte mi fa amare il Giappone, però, sono i giorni che ci ho trascorso, le esperienze che ho vissuto, le persone che ho incontrato.
Quello che mi fa amare il Giappone sei tu.
Lo mo perché mi ha permesso di conoscere te e i ragazzi, perché mi ha aiutato a crescere e a credere in me stessa, perché nonostante qui abbia vissuto i momenti più dolorosi della mia vita è sempre qui che ho trascorso i più belli. È vero potresti dire che è il posto dove ci siamo divisi, ma è anche quello dove ci siamo incontrati, e io credo che siano le persona a crearsi il proprio destino; il Giappone non ha alcuna colpa, e io mi sento in dovere di ringraziarlo per il tempo che ci ha permesso di trascorrere assieme.

All’arrivo a Tokyo Selene era cosi emozionata che dopo aver posato le valigie a casa di Yamapi volle subito uscire a fare un giro della zona.
- Ma tu il fuso orario sai cos’è? -
- Certo che lo so -
- E non ti fa alcun effetto? -
Possibile che lui lo aveva sofferto all’arrivo in Italia e ora lo stava soffrendo nuovamente mentre lei, neanche abituata a viaggiare, nulla? No, forse si era fatto male i calcoli, non ce l’avrebbe fatta a resistere appresso a lei.
- No - rispose tranquilla mentre infilava il collare a Pi e Hime, i due cani di Yamapi, con i quali aveva fatto subito amicizia privando cosi il vero proprietario dei suoi cuccioli che sembravano più interessati alla ragazza che al suo ritorno.
- Mi fa piacere.. Aaah e ora mi rubi anche il cane! -
- Ma che ti rubo hanno solo capito che mi piacciono tanto gli animali, vero Pi-chan? Vero Hime-chan? -
Pi abbaiò in risposta.
- E ti risponde pure. Basta io mi arrendo -
- Pi-chan il padroncino si è ingelosito - fece accarezzando il cane sulla nuca prima di tornare a guardare il ragazzo sprofondato sul divano - Forza alzati e mostra ai tuoi cani il tuo affetto. Non li vedi da un po’, no? È tuo dovere, per scusarti dell’assenza, portarli fuoru a fare una passeggiata -
- Si, bella scusa -
- Veloce, veloce - fece aprendo la porta di casa.
- Ho capito, ho capito però aspettatemi -
Erano le sette di pomeriggio, la sera stava già iniziando a calare e le luci della città ad accendersi. Selene camminava senza meta incantata da qualsiasi cosa vedesse e a Yamapi lasciò che facesse, era divertente vederla cosi euforica per cose che per lui non erano nulla di particolare.
- Aaah Ninoooo! - urlò correndo davanti a un grosso poster pubblicitario dove figurava Ninomiya Kazunari degli Arashi.
- Ssshh cosi attiri l’attenzione di tutti -
- Scusa è che non sono abituata a vedere i miei adorati idol per le strade -
- Hem hem. Vorrei farti notare che avresti uno dei “tuoi adorati idol” in carne ed ossa proprio davanti a te -
- Aaah ma tu non conti più. Ormai ti vedo tutti i giorni mentre lui chi sa se lo vedrò mai -
- Non so se prenderla bene o male. E comunque ti ricordo anche che lavorerai per la Johnny’s e il contratto lo firmerai nei suoi uffici; non è detto ma potresti avere qualche opportunità di vederlo -
- I.. io potrei vedere Nino? E quindi anche i Kat-tun e gli altri News e Arashi? -
- Vuoi vedere un po’ troppa gente - fece accigliato, non più tanto sicuro del fatto che fosse lui la persona che la ragazza voleva vedere - Non è che in realtà chiunque di noi avesse partecipato al concorso ti sarebbe andato bene? -
- Mmm chi sa? Forse? - fece maliziosa.
- Lo sapevo io -
- Aaah guarda un ristorante di ramen! Ah e c’è il naruto! Lo voglio! Lo voglio. Entriamo? -
- Ma ci sono i cani -
- Possono entrare - indicò il cartello su cui vi era scritto che i cani potevano accedere nel ristorante a patto che restassero a guinzaglio ai piedi del tavolo -
- Non ci credo solo tu potevi trovare un posto del genere -
- Allora entriamo? -
- Ok, ok - fece esasperato - Ma chi me lo ha fatto fare di proporre che stessi da me -
Ma Selene non lo ascoltava neanche più, si era precipitata dentro con i due cani già al primo ok.
- Pi -
- Mm - mugugnò mentre controllava ai piedi del tavolo i due cagnolini che si erano accucciati.
- Se fosse stato qualcun’altro non avrei mai partecipato al concorso -
Yamapi alzò di scatto il viso a guardarla ma Selene si era nascosta dietro al menu.
- Allora vediamo... Io voglio quello con dentro il naruto, tu cosa prendi? -
Yamapi sorrise divertito dal chiaro imbarazzo della ragazza e contento per la risposta.
- Io prendo il ramen freddo -

Il mattino seguente Selene sistemò le sue cose nella stanza degli ospiti e dopo insieme a Yamapi si recò a firmare il contratto. Il contratto fu firmato alla presenza di Kitagawa, di un avvocato dell’agenzia e del manager di Yamapi che per l’occasione si sarebbe occupato anche degli interessi della ragazza. Kitagawa si mostrò molto gentile e cordiale tranquillizzando cosi Selene, nervosa non solo per l’opportunità che le si stava presentando ma anche per la presenza del magnate. L’idea che si era fatta di Kitagawa era molto confusa, lo ammirava per aver creato la Johnny’s e per l’aver iniziato la carriera in giovanissima età riscontrando quasi da subito il successo che ancora adesso aveva ma allo stesso tempo temeva la sua figura autoritaria dall’apparenza fredda e calcolatrice.
- Hai visto è andato tutto bene, non c’era nulla di cui preoccuparsi - le fece Yamapi una volta in strada.
- Lo so però era pur sempre Kitagawa in persona. Insomma è grazie a lui se voi esistete come idol e di conseguenza è grazie a lui se io ho capito cosa lo voglio fare nella mia vita -
- Hai ragione forse prima o poi dovrei dirgli grazie anche io - sorrise - Anche solo per vederlo imbarazzato come lo era con te. Haha era stupendo! Non lo avevo mai visto cosi -
- Non prendere in giro Kitagawa -
- Ora te lo difendi anche? -
- Aaah! -
- Cosa? -
- Noo dobbiamo tornare indietro -
- Eeeh? Hai dimenticato qualcosa negli uffici? -
- No ma non ho visto nessuno -
- Haha eri cosi agitata che ti sei completamente dimenticata di dove fossi -
- Non ridere ero emozionata -
- Me ne sono accorto, comunque c’erano solo i bambini non mi sembra ti interessino -
Selene abbassò il viso depressa.
- Dai sarà per la prossima volta. Intanto dopo pranzo ti porto in un bel posto -
- Dove? Dove? - si riprese subito.
- Sorpresa -

- Pi ma dove stiamo andando? -
- In un posto che mi avevi detto di voler vedere -
- Si ma qui è pieno di gente se ti riconoscono... -
- E secondo te perché mi sono conciato cosi da cretino? -
Fece indicando la t-shirt rosa, i pantaloni bianchi e la parrucca di un castano leggermente più chiaro del suo sulla quale poi indossava un cappello alla francese.
- Beh si un po' ridicolo sei - rise
- Ah si? Grazie la prossima volta non ti porto da nessuna parte -
- Dai scherzavo sono solo un po' preoccupata, ti sarai anche travestito ma io ti riconoscerei lo stesso -
- Ovvio sei innamorata di me -
- Scemo! E fra parentesi anche le tue fan hanno tutte una cotta per te -
- Ah hai ammesso di avere una cotta per me -
- No! -
- E invece si -
- Io non volevo dire quello -
- Ah siamo arrivati questa è Sunshine City la città raccolta in un palazzo -
- Wuaa ma è enorme -
- Ci credo è ben sessanta piani e noi siamo diretti proprio all'ultimo piano -
Selene non ebbe il tempo di rispondere che qualcuna delle persone che affollavano la strada la spinse in avanti allontanandola da Yamapi. Si guardò in torno sperduta, non aveva mai visto cosi tante persone in uno stesso posto in vita sua. Provò a chiedere a qualcuno dove fosse l'entrata per la Sunshine City, forse cosi avrebbe ritrovato l'amico, ma troppo di fretta per darle retta nessuno le rispose. Poi all'improvviso si sentì stringere la mano e quando si voltò si ritrovò Yamapi davanti.
- Ti avevo detto di starmi vicino. Aaah forse dovrei metterti un guinzaglio, per ora però tieni la mia mano stretta e non la lasciare.. almeno cosi non dovrei perderti - si giustificò subito.
Al contatto con la mano della ragazza il cuore aveva preso a battergli più forte ma finse che non fosse nulla e si avviò verso il palazzo.
- Scu.. scusa -
- Baka - disse scompigliandole con la mano libera i capelli - Ora andiamo però che se no perdiamo lo spettacolo -
- Spettacolo? -
Yamapi le sorrise malizioso e lei non chiese più nulla limitandosi a seguirlo. Entrati nel palazzo andarono a prendere l'ascensore che lasciò Selene scioccata non tanto per le dimensioni immense ma per la signorina in divisa che si occupava di premere i tasti di chiusura e apertura delle porte tenendo costantemente i passeggeri informati su cosa avveniva.
- Haha dovresti vedere il tuo viso - rise Yamapi.
- Non ho mai visto una cosa del genere -
- Si vede. E ora voglio proprio vedere che faccia fai -
Una volta arrivati al piano e superata la folla che si accalcava agli ascensori Selene si ritrovò di fronte alla biglietteria dell’Acquario e del Planetario Internazionale, due delle attrazioni più famose della città; incredula, rimase ferma a guardare le entrate e le persone in fila mentre Yamapi acquistava i biglietti. Per prima cosa visitarono l'Acquario dove oltre ad animali marini c'erano anche altri animali come conigli, gufi, scimmie, pinguini, marmotte e vari tipi di uccelli.
- Non ci posso credere che sono qui -
- Credici -
- Aaah guarda quello che bello - fece indicando un pesce rosa evidenziatore.
- Fai più rumore tu che tutti i bambini qui messi assieme -
- Mmm - disse facendogli la linguaccia - antipatico -
Selene non fece che correre da una vasca all'altra mentre Yamapi la guardava divertito e felice che la sorpresa le fosse piaciuta. Finito di visitare l’acquario passarono al Planetario. Quando Selene entrò nella sala si ritrovò in una sala tonda colma di sediolini da cinema. Confusa guardò verso Yamapi che Yamapi le fece strada e le indicò il sediolino su cui sedersi.
- Ma.. ma i telescopi? -
- Non ce ne sono -
- E come vediamo le stelle? -
- Vedrai - fece premendo il tasto del sediolino di Selene che si abbasso quasi a sdraiarsi.
Dopo poco le luci si spensero e il soffitto a cupola si riempì di tanti piccoli puntini luminosi, trasformandosi in un cielo stellato.
- È… è questo lo spettacolo che intendevi? - balbettò a bassa voce.
- Si - sorrise soddisfatto.
- È… è stupendo -
- Lo so -
La voce di una donna iniziò a spiegare ad una ad una le stelle e le costellazioni disegnate da una sottile linea luminosa; una scia venne piano piano a formarsi e la voce spiegò la Via Lattea e raccontò la leggenda del Tanabata*. Una stella si avvicinò sempre di più fino a far svanire la metà del cielo e la voce spiegò le caratteristiche di una stella; la stella tornò indietro e con lei l’intero cielo andò rimpicciolendosi fino ad arrivare allo spazio, la voce spiegò il sistema solare e diede i ringraziamenti mentre per l’ultima volta veniva mostrato il cielo stellato e sfilavano i titoli di coda. Le luci si riaccesero e l’affascinante cielo stellato scomparve mentre il bianco soffitto riprese prepotente il suo posto.
Yamapi si voltò verso la ragazza trovandola scossa. Per un attimo sentì come se qualcosa tremasse dentro di sè. All’improvviso Selene apparve ai suoi occhi piccola e indifesa ma non poteva essere cosi, lei con il suo caratterino tutto era tranne che indifesa, eppure..
- Selene… stai bene? -
- S.. si -
La proiezione non era quello che Selene si aspettava quando pensava a un Planetario e quelle che aveva visto non erano che proiezioni ma mai aveva visto un cielo così bello. Per tutto il tempo aveva sentito come un qualcosa di caldo e dolce nel lato sinistro del petto, era stata una sensazione così piacevole che non riusciva quasi a credere che fosse stata creata da una proiezione come quella.
- È stato bellissimo, grazie - fece sorridendogli.
- Di nulla -
Sentì il proprio corpo rilassarsi, non era successo nulla. Le scompigliò i capelli e tornarono a casa mentre Selene lo costringeva a spiegarle i punti che non era riuscita a capire.

*Tanabata: è una tradizionale festa giapponese, che cade il 7 luglio di ogni anno, quando le stelle Vega e Altair si incrociano nel cielo. La festa è legata a una leggenda popolare di origine cinese, di cui esistono diverse varianti. Secondo la storia nel cielo vivevano a Ovest gli uomini e a Est le divinità; il pastore Hikoboshi[1] (la stella Altair) e la dea Orihime (la stella Vega) si innamorarono e si sposarono in gran segreto contro la volontà del padre della dea. Ebbero anche due figli, un maschio e una femmina. Quando il padre[2] lo venne a sapere allontanò i due sposi, riconducendo la figlia nella terra degli dei e, per evitare il ricongiungimento, creò un fiume celeste, la Via Lattea. I due ne soffrirono moltissimo e alla fine il padre di Orihime finì commosso dalle tante lacrime versate e accordò che potessero rincontrarsi, ma solamente una volta l'anno, la settima notte del settimo mese. In questa occasione in Giappone si usa scrivere un desiderio, o una poesia, in un foglio verticale, il tanzaku (短冊?), da arrotolare intorno a un ramoscello di bambù.

r: pg, g: yamapi, g: news

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