Eccomi! ^-^
Questa fanfiction che mi appresto a postare è stata scritta dopo un patto con Vampiretta e tutt'ora non è completa, ma se non la postassi lei mi scuoierebbe, quindi fate finta che sia finita eccome xD
Titolo: Untitled (nonc'hovvvoglia)
Gruppo: Arashi (ah.ah.ah.)
Pairing(s): OT5! ^O^ o TuttixJun
Rating: ed ora tremerete... NC-17 (>///<)
Genere: PWP ad alto livello U__U
Disclamers: non mi appartengono, ma se anche non appartenendomi mi dessero prova di fare questo genere di cose, andrebbe bene lo stesso <3
Attenzione: Non è completa! Ovvero ad un certo punto trovate una frase fra ** che segnala una parte che non ho scritto (ovvero i numerosi tentativi xDDD) e che non credo scriverò... siete libere di immaginarvi i numerosi tentativi xDDD
Note: tutta per
vampiretta87 e
jinnypazza82 , che ogni tanto mi costringono a liberare la scrittrice di PorkeWeramentePorke che c'è in me U__U (e di questo NON ne vado molto fiera xDDD). Però le amo <3 (le mie due donneH U__U)
Trama: (e poi PROMETTO che posto) Gli Arashi hanno inventato un gioco divertente... ma diventa VERAMENTE divertente solo quando uniscono le forze e fanno partecipare anche Jun. La vendetta su Nino, poi, è un extra U__U
Era iniziato qualche settimana prima.
Durante il loro precedente concerto, del tutto fortuitamente, Ohno era scivolato e gli si erano abbassati i pantaloni, mostrando (fortunatamente) i pantaloncini neri da concerto, ma scatenando l’ilarità generale. In seguito Nino, meno casualmente del primo incidente, ma comunque senza il puro e semplice intento di replicare la scena epica, aveva calato i pantaloni ad Aibachan, disceso dagli elastici della Fight Song, troppo stanco per difendersi.
Da lì in poi la situazione era andata degenerandosi.
Si era creata questa stupida abitudine di tirarsi giù i pantaloni a vicenda in qualsiasi situazione fosse ritenuta buona: in camerino, durante le prove e spesso durante i concerti. Nino era spessissimo l’ideatore delle azioni malvagie e le vittime erano a turno Aiba e Sho, con ogni tanto qualche interesse verso Leader. In brevissimo tempo iniziarono a riconoscere gli attacchi e difendersi come meglio potevano, adottando tecniche come cinture molto strette o skinny jeans. Nonostante questo, presto furono tutti in grado di elencare i colori delle mutande usate da Satoshi, e quando casualmente Sho ed Aiba portavano boxer uguali (o l’uno quelli dell’altro).
In tutte le cattive azioni, però, Nino si scordava sempre di includere Jun. E così si dimenticavano gli altri nelle (poche, ma comunque presenti) vendette contro il Nano. Non che non fossero interessati a scoprire le meravigliose tonalità dell’intimo del più piccolo, o non volessero renderlo partecipe del gioco comunque divertente che avevano inventato, ma semplicemente perché avevano molta paura di quale sarebbe potuta essere la sua reazione. Tutti sapevano che era un DoS.
Però un mattino si ritrovarono tutti e quattro in camerino e decisero di vincere le proprie paure in un modo molto semplice: avrebbero scommesso. Chi fra di loro avrebbe abbassato i pantaloni a Jun avrebbe vinto un massaggio gratis e una cena offerta dai tre perdenti.
Nessuna condizione, nessuna regola a parte quella di poter testimoniare che effettivamente i pantaloni fossero stati abbassati. Ora bastava solo mettere in pratica il malefico piano.
*dopo numerosi tentativi falliti…*
-Smettetela di fare i cretini e crescete, neanche alle elementari ci si abbassava i pantaloni a vicenda!- li sgridò Jun, a braccia conserte fissandoli uno ad uno e facendoli sentire dei vermi con solo il potere del proprio sguardo scocciato.
-Si tiravano su le gonne alle bambine, però…- fece notare Masa, venendo subito colpito in testa da Sho.
Jun sospirò e appoggiò la testa contro il pugno chiuso, cercando di riacquistare un minimo di pazienza.
-In ogni caso smettetela con questa pagliacciata e soprattutto non cercate di coinvolgermi. Non sono disposto a levarmi i pantaloni per nessuno di voi, capito?- poi fece una pausa: -E in ogni caso solo nella mia camera da letto e senza spettatori!- puntualizzò poi, arrossendo.
Se ne andò infuriato e agli altri quattro bastò una semplice occhiata per capire che la sfida era ancora aperta e ancora più interessante di prima.
Jun entrò in casa sbadigliando dopo una lunga giornata di interviste e si orientò a luci spente dall’ingresso, alla cucina, al bagno, alla stanza da letto, dove venne spinto, stretto, e gettato sul letto.
-Che ci fate voi qui???- urlò sconcertato ai suoi quattro colleghi, dopo aver gridato e scalciato per liberarsi, impaurito per chissà quale ladro o maniaco entrato in casa sua pronto ad ucciderlo.
-Ti abbiamo fatto una sorpresa!- esclamò felice Aiba.
-SIETE MATTI???-
-Mi sa che non l’hai presa molto bene, MatsuJun…- disse Satoshi, perplesso e un po’ triste.
Jun si calmò gradualmente, si alzò dal letto (sul quale erano tutti stravaccati gli altri, con suo sommo piacere, sulle sue lenzuola pulite!) e chiese: -Perché al buio e nella mia stanza da letto?-. Solitamente Nino si impadroniva del divano e della televisione per attaccarci la console della wii…
-L’hai detto tu- disse semplicemente Sho.
-Io?- chiese, senza capire, recuperando la borsa e sistemando qua e là come se gli altri non ci fossero.
-Che ti spogli in camera da letto…- mormorò Aiba, con un gran sorriso.
Jun si bloccò, li guardò ad uno ad uno, con ancora la borsa e il cellulare a mezz’aria. -Prego?- domandò ancora, temendo il peggio.
-Ci fai vedere le mutande, MatsuJun?- chiese Satoshi.
Jun non aspettò un secondo: gettò la borsa in un angolo della stanza, aprì la porta e gridò “Fuori!”.
-Non sei un ospite molto gentile, Jun-kun…- si lamentò Nino.
-Tu! Sei il primo che ha iniziato!!! Falli smettere immediatamente con questa stronzata!- gli gridò Jun, avvicinandosi, ma con un gesto fulmineo Aiba si alzò dal letto, lo bloccò per le braccia e lo tenne stretto ed immobile.
-Bene, è giunto il momento… è stato difficile, ragazzi… ma l’unione fa la forza, come si dice, e quindi… tutti insieme- disse Nino con un sorriso furbo.
Mentre Aiba tentava di tener fermo Jun, gli altri (con non poche difficoltà data la resistenza del più piccolo) slacciarono la cintura e si guardarono negli occhi prima di abbassare, tutti e quattro (Aiba con una mano libera spuntata da chissà dove), i jeans di Jun.
Gli slip rosa apparvero in tutta la loro maestosa graziosità nella stanza e scese l’ilarità generale, mentre Jun lottava per liberarsi per tipo… andare a nascondersi in bagno.
-Kawaii…- mormorò Satoshi, passando un dito sull’elastico bianco e facendo rabbrividire Jun, che ormai si era arreso e rimaneva fermo fra le braccia di Masaki.
Sho si era completamente disinteressato agli slip del kohai ed ora lo guardava negli occhi, aggravando il rossore sulle guance del più piccolo, mentre Kazunari si avvicinava e diceva, a bassa voce: -Ma i voglio vedere cosa c’è sotto…-.
Jun trattenne il respiro e lo guardò sconcertato, prima che il coetaneo gli si portasse completamente davanti e non iniziasse a slacciargli la camicia, bottone per bottone. Sentì le labbra di Masaki sul collo e sulle spalle nude e gemette.
-Ti piace, principessina?- chiese piano Sho all’orecchio destro, prima che un fruscio coprisse il rumore dei baci umidi di Aiba sulla sua pelle e una benda venisse legata sui suoi occhi. Senza vedere più niente e con la certezza di avere addosso soltanto l’intimo, Jun si sentì eccessivamente vulnerabile.
-Basta, finitel…-
-Shhh…- lo zittì Satoshi, senza cattiveria, aggiungendo le proprie mani, le lunghe dita del Leader, alle carezze che stavano esplorando il corpo di Jun.
-E’ una piccola punizione per averci sgridato. E per non aver approvato il nostro gioco innocente- ridacchiò Kazunari, spingendosi contro il corpo del coetaneo e facendo percorrere alle piccole mani-hamburger tutta la schiena di Jun, fino all’elastico degli slip rosa.
Jun tentò di allontanarsi e protestare, ma incontrò soltanto il corpo di Masaki dietro il suo e delle labbra sulle sue, che lo trasportarono in un bacio violento ed affamato. E si rese conto che stava baciando Sho, e aveva smesso di muoversi, e stava combattendo contro il peso di Kazunari sul petto per avvicinarsi di più alla bocca calda del senpai.
Iniziò con calma a riconoscere gli altri dal tocco delle mani, dai respiri e dalle brevi risate trattenute. Kazunari lo stava torturando con le mani sulla schiena, facendo passare le dita sotto l’elastico degli slip e mordendogli il petto scherzosamente. Satoshi, alla sua sinistra, era intento a baciare e leccare ogni spazio libero del torso del più piccolo, e Masaki avvicinava sempre più i jeans al corpo caldo di Jun, sospirandogli frasi senza senso all’orecchio e baciandolo alternativamente, mentre Sho ormai era in completo possesso delle sue labbra, passando le mani fra i capelli del kohai e divorandogli la bocca fra un sospiro ed un gemito.
Sentì Kazunari allontanarsi, ridendo.
-Ti stai divertendo, cucciolo?- chiese, e con l’indice toccò la punta dell’erezione ormai visibile del kohai, ancora chiuso negli slip. Jun si lamentò nell’ennesimo bacio e si staccò all’improvviso, per poter respirare.
-Leader, cosa possiamo fare per lui?- chiese ancora Ninomiya, e Jun sentì Satoshi ridacchiare ed allontanarsi, con dei brevi passi sul tappeto della sua stanza.
-Kazu…- mormorò Jun, sentendo la mano del coetaneo giocare con i suoi slip, non ancora certo se per abbassarli o soltanto per torturarlo. Sho gli accarezzò il viso e lo baciò piano sulla guancia, gli accarezzò piano i capelli mentre Nino abbassava lentamente gli slip e glieli sfilava con facilità, lasciandolo completamente nudo. Mosse la testa di lato, come per tentare di avvicinarsi a Sho, per ora l’unico che lo stava accarezzando con dolcezza. Masaki lo trattenne.
-Fai il bravo, tesoro…- sussurrò Masaki. Sho gli tenne chiusa la bocca con una mano per evitare che Jun gridasse quando le labbra di Kazunari vennero a contatto con la punta della sua erezione. Si aggiunsero la lingua e le dita callose da chitarrista, percorrendo tutta la lunghezza del pene del più piccolo del gruppo, incapace di stare fermo fra le braccia di Aiba.
-Ah… Kazu…- mormorò, vicino all’orgasmo.
Sentì di nuovo il profumo del Leader vicino a lui e Kazunari si fermò all’improvviso, mentre con le dita infilava qualcosa di freddo e metallico sul membro di Jun.
Il più piccolo si lamentò contro le labbra di Sho.
-Jun, questa è una punizione. Capito? Ora stai buono e lascia fare a noi…- disse Nino con una risatina sadica, muovendo l’anello sul pene dell’altro per sentirlo trattenere il respiro.
Venne aiutato a sdraiarsi supino sul letto, e rabbrividì al contatto delle lenzuola con il proprio corpo.
Masaki gli teneva ferme le mani mentre gli altri si spogliarono, per poi permettere anche ad Aiba di liberarsi dei vestiti. Jun non poteva fare altro che rimanere in attesa, cercando di muoversi il meno possibile per non incorrere nelle ire di Kazunari, alla sua destra, intento a legargli le mani ai bordi del letto.
-Prometti di fare il bravo…- disse Nino, per poi allontanarsi.
Sentì il letto muoversi, e gli altri spostarsi su di esso, e la sensazione di avere tutti gli occhi puntati addosso.
Poi delle mani calde sui fianchi che lo spingevano verso il materasso, e le labbra morbide di Masaki sulle sue, mentre avvicinava il corpo per sentire Jun sulla propria pelle.
-Com’è bello MatsuJun…- sussurrò Masaki, e Jun sentì il sorriso nella voce dell’altro, che gli percorreva il corpo con carezze morbide e calde. Si rilassò piano piano, cullato dalla voce di Aiba e dai sospiri che sentiva tutt’intorno a loro.
Poi Masaki lo aiutò a sollevare le gambe, e un brivido gli percorse la schiena. Mosse le braccia legate al letto e all’improvviso si spaventò, perdendo tutta la calma che prima Masaki gli aveva offerto.
-Shhh… piccolo, stai calmo- sentì.
-No, non… ti prego…- mormorò, scuotendo la testa.
-E’ vergine- sentenziò Kazunari, facendo arrossire violentemente il più piccolo.
-Non ti farà male, piccolo… stai calmo…- sussurrò Sho, avvicinando una mano per tornare ad accarezzargli i capelli. Masaki lo baciò nuovamente e si allontanò per poco tempo.
-Pronto, Jun?- domandò piano.
Jun attese un attimo, poi annuì debolmente.
Quando il primo dito lo penetrò trattenne il respiro, inarcando la schiena. Si aggiunsero un secondo e poi un terzo, massaggiando e allargando i muscoli con calma e pazienza, mentre Masaki lo teneva fermo sotto di sé.
-Masa… o-ora…- sussurrò Jun, pianissimo.
-Che puttana…- rise Kazunari.
Sentì Aiba penetrarlo lentamente e gridò, mentre Masaki respirava a tratti, temendo di fargli troppo male o di andare troppo veloce. Attese un attimo prima di iniziare con le spinte.
-Cazzo, è strettissimo…- mormorò Aiba, cambiando angolazione per poter baciare Jun sulle labbra.
Jun che respirava affannosamente e si muoveva a spasmi, mentre l’anello gli impediva l’orgasmo e iniziava a fargli male.
Aiba aumentò la velocità, piegandosi con tutto il corpo su quello di Jun, e in poco tempo raggiunse il proprio orgasmo riversandosi nel più piccolo.
Jun ebbe pochissimo tempo di riprendere fiato, perché Nino, che si sostituì ad Aiba, non glielo concesse.
-Guarda che io non sono come Aibachan… io lo so che sei una vera porca, Jun-kun…- disse, ridendo.
-Fottiti…- sussurrò con la voce roca per le grida, muovendo la testa.
Sentì le mani dell’altro slegargli la benda nera sugli occhi e tornò a vedere una porzione di spazio attorno a sé, e gli occhi di Kazunari piegati in un sorriso: -Voglio che mi guardi negli occhi, Jun…-.
La mano di Kazunari gli toccò ancora l’erezione e si mosse su di essa, costringendolo a lamentarsi e spostare le gambe sul letto. Chiuse gli occhi, e Kazunari disse di nuovo: -Devi guardarmi, Jun!-.
Li riaprì a fatica, sentendoli già bagnati dalle lacrime. Nino fermò la mano e gli sollevò nuovamente le gambe, sempre sorridendo: -Lo so che ti piace guardare…-.
Jun gridò ancora quando sentì Nino dentro di sé, più violento di Masaki. Il liquido di Aiba ancora dentro di sé si andò a mischiare a quello di Kazunari in brevissimo tempo, con una successione di spinte violente. Come Nino si allontanò, Jun cercò di muovere le gambe per sollevarsi e allontanarsi dalla macchia che stavano lasciando sul letto. Satoshi gli slegò le mani ma lo tenne stretto a sé, mentre gli accarezzava il sedere bagnato e con un dito cercava di liberargli un po’ il buco dallo sperma dei due precedenti.
-Shhh… bravo MatsuJun…- sussurrava Satoshi al suo orecchio, accarezzandogli la testa e le guance bagnate.
Lo penetrò lentamente e Jun si tenne alle sue spalle, tremando per l’ennesima intrusione. Si rese conto di stare singhiozzando per il dolore che gli provocava l’anello, mentre sfregava contro il corpo del senpai, che spingeva lentamente, quasi per torturarlo, colpendo ripetutamente un punto che gli provocava degli spasmi in tutto il corpo.
-Sa… to…-
-Leader, ti prego… risparmialo- disse Sho, interpretando i gemiti incoerenti di Jun.
Ohno annuì e baciò Jun sui capelli, chiedendogli scusa.
Aumentò la velocità delle spinte e Jun chiuse gli occhi, abbandonandosi completamente. Satoshi venne a sua volta, con una nuova ondata di liquido caldo e Jun trattenne il fiato, raggomitolandosi su un fianco.
Sho gli si avvicinò senza parlare, lo strinse a sé in un abbracciò caldo e gli baciò la fronte, sussurrando al suo orecchio piccole frasi dolci. Jun aprì gli occhi per guardarlo, e Sho gli sorrise, asciugandogli le guance con dei leggeri baci. Rimasero così per un po’ e Jun riuscì a rilassarsi, stringendosi al petto di Sho per non sentire il freddo e il dolore provocato dall’anello.
-Che dolci…- sussurrò Masaki, con un sospiro sognante.
Sho rise e baciò Jun sulle labbra, come per chiedergli il permesso.
Jun rispose al bacio, dicendogli di sì.
Si accarezzarono a lungo a vicenda, mentre Sho aiutava Jun a sollevarsi tenendolo per i fianchi e avvicinandolo a sé. Avvicinò la testa alle gambe di Jun e gli baciò le cosce prima di togliere lentamente l’anello dall’erezione del più piccolo. Jun trattenne un singhiozzo mentre, tremando, si abbassava sul corpo di Sho e veniva penetrato per la quarta volta. Si abbassò a baciare Sho sulle labbra, chiamando il suo nome in piccoli sospiri, mentre il senpai gli accarezzava il pene per dargli sollievo e piacere. Non furono violenti e si presero il loro tempo: quando Jun finalmente riuscì a liberarsi, con un singhiozzo, si riversò sullo stomaco di Sho, prima che il senpai venisse dentro di lui, senza più far male.
Si sdraiò sul letto, incapace di muoversi e di riaprire gli occhi, vicinissimo allo svenimento. La testa gli girava, ma poteva sentire ancora chiaramente le forti braccia di Sho attorno a sé e le sue labbra che gli sussurravano piccole dolcezze all’orecchio. Nino e Aiba si rendevano utili pulendo il disastro lasciato in giro e Satoshi li copriva con le coperte. Jun riprese a respirare normalmente, si guardò intorno e accettò che gli altri si stringessero attorno a lui, sotto le coperte.
-Ti staccherai mai di dosso da Sakurai?- chiese sarcastico Nino, mentre Jun e Sho si stavano ancora baciando dolcemente.
-Nino fa il geloso!- canticchiò Aiba, prima di venir raggiunto da un calcio del Nano. Satoshi lo consolò con un bacio.
-Allora, Jun? Com’è giocare con noi?- chiese di nuovo Kazunari.
Jun non rispose, stringendosi nell’abbraccio protettivo di Sho, caldo ed accogliente, tanto che sentiva la stanchezza prendere il sopravvento.
-Bello, ma non certo grazie a te, Kazu…- rispose piano, con un sorriso.
Mentre Nino protestava, Sho gli accarezzò i capelli, ridendo.
-Sei bellissimo, cucciolo- si sentì dire dal newscaster.
Jun alzò lo sguardo ed arrossì.
-Oh, ma finitela…- mormorò Kazunari.
-Ma Nino… MatsuJun E’ bellissimo!- fece notare Masaki.
-Veramente bellissimo…- disse Satoshi con una voce che sembrava quasi stesse già parlando nel sonno.
Kazunari sospirò, si avvicinò a Jun e lo baciò sulla guancia, per poi voltarsi in fretta, tutto rosso.
Quelli ancora svegli risero, prima di scivolare nel mondo dei sogni.
EPILOGO:
-Mi sto ancora chiedendo perché ho accettato…- mormorò Kazunari, guardando la propria carta di credito venir passata nell’apposita fessura per i pagamenti, e udendo con chiarezza il rumore di risucchio che portava via i suoi risparmi.
-Perché alla fine la scommessa non l’ha persa nessuno…- iniziò a spiegare Aiba.
-...Ma dovevamo delle scuse a MatsuJun…- continuò Satoshi.
-E tu sei stato il più stronzo con lui, l’altra sera… quindi ti tocca- concluse Sho.
Nino digitò il codice e sospirò, girandosi a guardare Jun che fischiettava tutto felice per i suoi mille sacchetti di acquisti nei negozi di moda più costosi del Giappone.
-Abbiamo finito, principessa?- chiese, rassegnato.
-No! Mancano due o tre negozi di vestiti e la gioielleria!- sorrise Jun, avviandosi verso l’uscita del negozio.
Nino soffocò un grido di disperazione e prese a coccolare la propria carta di credito, mentre gli altri ridevano.