[ Untitled ]

Apr 30, 2010 21:32

Perchè effettivamente, non ha un titolo questa fic XDD.
L'ho scritta due mesi fa in verità non mi entusiasma molto perchè non è uscita come avevo pensato inizialmente (più che altro perchè ero presa a scrivere altro e quindi me la volevo togliere di torno il prima possibile *coff*), ma è un sacco di tempo che non posto qualcosa D: quindi vi lascio in pasto questa XD.

Titolo: Untitled
Genere: AU, Sci-Fi
Fandom: Kis-My-Ft2
Raiting: PG
Pairing: Kitayama Hiromitsu x Fujigaya Taisuke
Desclaimer: Si appartengono a vicenda, come sempre u_u!

“Lo abbiamo trovato in un villaggio vicino Eureka, tutte le abitazioni erano distrutte”

“Un gruppo di ribelli?”

“Probabile, ma i soldati non hanno trovato niente tranne lui”

Il generale annuì cominciando a studiare e analizzare il corpo del bambino.
Da quando era a capo di tutta l’organizzazione militare denominata “Alpha”, ne aveva visti di bambini come quello arrivato, erano sopravvissuti o almeno la maggior parte di quelli che arrivavano di fronte a lui lo erano e venivano chiamati “Homeless”, nome semplice e banale per descrivere quelli che sarebbero diventati futuri barboni della grande città: Eureka. Erano bambini che venivano abbandonati all’estremità dei loro villaggi, per lo più vestiti di pochi stracci, l’uomo non aveva ancora capito come mai venisse praticata una cosa del genere, alcuni suoi soldati avevano messo in giro la voce che i banditi o i ribelli godevano nel lasciare almeno un sopravvissuto dopo il loro saccheggiamento, magari per far si che qualcuno ricordasse la crudeltà delle loro azioni.

“Fujigaya-san?”

“Shh, sto pensando.”

Prese il braccio del bambino tra le mani e dopo controllò la presenza del battito cardiaco, era ancora vivo, un raro caso in quei tempi.

“Trovategli una sistemazione all’interno della base, sarà più al sicuro che in un orfanotrofio di Eureka”

Quei posti non erano veri e propri orfanotrofi, si poteva dire che l’Inferno non era nulla comparato ad un orfanotrofio nella grande città. Erano tutti costruiti allo stesso modo, tetri, bui, casermoni di mattoni che ricordavano più una prigione che un luogo dove venivano accolti bambini sfortunati e nessuno sapeva cosa esattamente facevano all’interno delle mura.
Fujigaya aveva tentato di far chiudere tutto, ma il potere che esercitava in quella società non era abbastanza influente da poter riuscire a chiudere gli orfanotrofi.

“Lo teniamo con noi?”

“Hai qualcosa in contrario?”

“N-no signore.”

Le luci della città erano l’unica cosa che risplendeva nella notte, nel cielo non c’era più stata una singola stella da quando…da quando ne aveva memoria a dire il vero.
Il cielo sopra di sé non era neanche blu, era di un verde cristallino e, per quanto fosse un bel colore da osservare, non era dovuto a cause naturali, si era presentato solamente perché in tutti quegli anni gli uomini non avevano fatto altro che mandare cose nell’atmosfera, poco importava se spazzatura o missili spaziali.

“Che ci fai tutto solo soletto?”

Distogliendo lo sguardo dal cielo e dagli edifici attorno, si voltò notando una figura più alta di lui poco lontano da dove stava seduto; avrebbe riconosciuto quella postura ovunque.

“Prendevo un po’ d’aria, dentro sono tutti ubriachi”

“E tu no? Questa è una sorpresa”

“Devo pilotare domani, farlo con i postumi di una sbronza non è il caso, non credi?”

“Sempre così serio”

Sorrise leggermente a quell’affermazione e dopo sentì due braccia avvolgergli la vita mentre la testa dell’altra persona si posava delicatamente nell’incavo del suo collo.
Erano passati anni dal loro primo incontro, l’altro ragazzo era stato l’unico amico che avesse mai avuto quando era bambino, crescere in una base militare non era stato facile per nessuno dei due, specialmente se orfano o figlio del gran generale.

“Hiromitsu…”

Senza dire una parola, Hiromitsu portò una mano ad accarezzare i capelli dell’altro; il suo era un gesto pieno d’affetto e di devozione, in un certo senso.

“Vorrei che non partissi domani Taisuke…”

“Guarda che partiamo assieme”

“Lo so, è per quello che non voglio”

Le mani alla sua vita cominciarono ad accarezzargli l’addome e lo strofinare della propria maglia gli faceva leggermente il solletico, era una sensazione piacevole comunque, probabilmente dovuta più dal fatto che il giovane lo stesse accarezzando che dalla sua vena masochista che amava il solletico.
Taisuke non era un militare, era un pediatra che ogni tanto dava aiuto anche ai soldati feriti, per quello a ogni missione pericolosa se lo portavano dietro, dicevano che un medico faceva sempre comodo, che i soldati avevano bisogno di qualcuno che sapesse che medicinali assumere, poco importava se persino la sua vita veniva messa in pericolo.
A Hiromitsu sarebbe piaciuto tenerlo al sicuro, evitargli tutto l’orrore che una guerra comportava, ma il più piccolo era cocciuto e gli aveva sempre risposto che quello era il suo dovere, esattamente come portare pace era quello del pilota.

“Sarà la mia ultima missione, te lo prometto~!”

“Hai promesso eh”

Quando sentirono dei rumori farsi sempre più vicini, il figlio del generale si staccò da Hiromitsu mettendosi velocemente seduto al suo fianco, a quel modo sembravano solamente parlare da bravi amici, nessuno avrebbe sospettato altro, almeno così speravano.
Farsi beccare in atteggiamenti troppo affettuosi con un altro maschio non era ben visto da quelle parti, nè a Eureka né tanto meno nelle forze dell’esercito, il padre di Taisuke poteva essere un buon generale ma di certo non avrebbe approvato l’amore che il figlio nutriva verso uno dei suoi soldati.

“Andiamocene da qua, c’è troppa gente”

“Hai intenzione di rapire il figlio del grande capo~?”

“Forse?”

Hiromitsu si tirò su da terra osservando con occhio vigile quello che accadeva attorno a loro, doveva essere prudente se voleva riuscire a salvarsi la pelle.
Delle volte sperava che il suo allontanarsi dall’esercito avrebbe reso possibile, almeno un pochino, il suo amore con Taisuke, se nessuno dei due ragazzi fosse stato legato ai doveri militari e a un padre decisamente troppo possessivo, la loro storia non avrebbe avuto nessun ostacolo. Nel loro Pianeta certe relazioni venivano accettate anche se viste ancora con sospetto, la carenza di donne nei vari pianeti aveva fatto si che più uomini si legassero tra loro e nessuno poteva farci niente, era stata una reazione a catena dopo tutte le guerre che avevano dovuto affrontare.

“Credi che un giorno, tutto possa finire?”

“Lo spero.”

E forse con la fine della guerra, loro due avrebbero potuto vivere il sentimento che provavano senza nessuna vergogna.


g: kis-my-ft2, gnr: au

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