Apr 20, 2008 12:49
Ok, premetto come nel commento a Blackmail che la mia testa in questo momento NON mi appartiene, perchè sta girando vorticosamente o sta ballando il tiptap... che brutta roba il sabato sera di bagordi XDDD
Sono rimasta indietro con la lettura delle vostre stupende ficcy!!! ç_______ç Vi prego di perdonarmi! *inchino*
Con la dannata scuola e gli impegni (e i sabati sera di bagordi e sacchi a pelo? XDDD) non ho quasi il tempo di respirare ç___ç Mi inmpegnerò a leggerle tutte e commentarle *___*/
La fanfcition che posto ora sarà divisa a capitoli, anche se nella stesura sia temporanea che definitiva non li ha mai avuti (però è troppo lunga, devo per forza dividere XDDD). L'ho finita quanche giorno fa e mi è stato detto di postarla da quelle assetate di ff quali Mery e Vampiretta, quindi eseguo U____U
Spero vi piaccia, è abbastanza... come dire... "particolare"... ^^
Titolo: Retanzu! (XDDD in realtà era un titolo provvisorio, ma non so cos'altro scrivere quindi diventa definitivo ^^).
Gruppo: Arashi.
Pairing: Sakumoto classico, un po' di Ohmiya.
Rating: PG-13 dovrebbe andare, angst (nei capitoli finali e come storia di base, credo).
Disclamers: Gli Arashi non sono miei, Johnny Kitagawa non è (purtoppo) un mio parente neppure lontano e se Sho e Jun (credo soprattutto Jun XD) leggessero questa fanfiction mi ucciderebbero. In ogni caso non hanno il mio indirizzo di casa, quindi sono salva ^^
Note: Questo primo capitolo è molto buttato sul ridere (anche se all'inizio non sembra XDDD), pian piano che si va avanti diventa molto più pesante.
Si inchinò e posò i fiori sulla superficie nera e lucida, tanto lucida da riflettere il cielo terso di quella mattina di gennaio. Pulì accuratamente la fotografia, attento ad ogni particolare di quel viso che ancora lo faceva sorridere appena ci ripensava, con i suoi occhi ormai lontani nella memoria.
-Vado a cambiare l’acqua e torno- sussurrò, portando con sé il vaso verso la fontana di acqua gelida, che cadde sul selciato del viottolo.
Raggiunse di nuovo la lapide e sistemò con cura i fiori nel vaso, rimettendolo al suo posto.
-Allora, vediamo… non ho molte novità, questa volta- iniziò, sedendosi al fianco della foto non appena ebbe finito di sistemare -Sta per uscire il nuovo singolo, ma ti assicuro che non è un gran che… da quando non ci sei più non riusciamo più ad accaparrarci gli autori migliori, sai? Beh, ecco… poi, fra pochi giorni è il mio compleanno, no? Beh, ho deciso che per un giorno voglio andare via da Tokyo. Ma senza i parenti, eh? Solo io e la mia auto. Forse andrò al mare… in realtà è da tanto che voglio scappare, lo sai? Da circa 3 anni, e immagino tu sappia anche il motivo- raccontò, abbassando un po’ la voce sull’ultima frase.
-Non che non mi sono sistemato o non mi abbiano accettato, lo sai… va benone su questo punto di vista… ma ho bisogno di ritrovare un po’ me stesso, no? Capita agli uomini di quasi 27 anni, credo…- sorrise -Credo proveresti anche tu queste sensazioni se ci fossi ancora…-.
Poi si immaginò la domanda “Come stanno gli altri?” e rispose: -Toshi e Nino si sono trasferiti assieme. Ecco, questa è una novità, ora che mi ci fai pensare… Non hanno ancora detto nulla a nessuno, ma non credo che tenteranno di tenere tutto nascosto… ormai sono passati gli anni del pericolo, eh? Deve essere iniziata una nuova era nel tuo segno, sai? Ora i Juniors ti adorano come se fossi il dio degli Idol e mi fa un po’ senso, a pensarci… scusa, sai…- scherzò -La piccola Mizuki è tutta suo padre, dovresti vederla… mi fa impazzire ogni volta che li vado a trovare… sta per iniziare la materna. Masaki è felicissimo e…- abbassò all’improvviso la voce -Questo è un segreto… ma ecco… sembra che Rika aspetti anche il secondo bambino…-.
Finito il discorso salutò con il suo solito sorriso Jun e si alzò, pulendosi i pantaloni e la giacca. Il cimitero era sempre vuoto e silenzioso in quel orario, che in effetti era il momento migliore per le sue visite. Voltò le spalle alla tomba e si incamminò lentamente sul selciato, riflettendo ancora su tutte le cose che aveva raccontato quella volta. Poi si bloccò all’improvviso.
Perché gli sembrava di aver sentito qualcosa di strano? Qualcosa come… un passo. Un passo lieve alle sue spalle. Ma alle sue spalle non c’era nessuno, no?
Si voltò di scatto e non vide altro che le due file continue di tombe ai lati della stradina bianca e, in fondo, gli alberi che si alzavano verso il cielo, immobili per l’assenza del vento.
Scosse la testa pensando che senza dubbio si era sognato tutto e ricominciò a dirigersi verso l’uscita. Questa volta, sentì qualcuno che lo chiamava. Trasalì.
Non era una vera voce, perché si sarebbe sicuramente creato un eco in quel grande spazio vuoto. Era qualcosa di remoto, qualcosa di conosciuto. Cercò di non voltarsi e di proseguire, ma rimase fermo e la sentì di nuovo, più chiara. Si voltò.
-Ciao!-.
Si sentì svenire.
Quando riaprì gli occhi era ancora miracolosamente in piedi, ma si era sorretto appoggiandosi ad una tomba bianca alla sua destra. Gli sembrò che tutto fosse tornato normale, ma non appena lo rivide sorridergli curioso, si disse che il suo stomaco voleva volentieri rivoltarsi in quel istante.
-Oh, ti prego non vomitare… il mio amico qui non ne sarebbe affatto contento- sussurrò lui indicando la lapide su cui si stava reggendo.
-P-parli???- riuscì a chiedere mentre cercava di restare in equilibrio sui propri piedi.
-Mi ricordavi muto?- chiese Jun sorpreso.
-Ovvio che no!!!- protestò Sho -Ma ti ricordavo anche morto!-.
-Ma io in realtà non sono mai morto- disse tranquillo Jun sorridendogli.
Pausa.
-No, ma dai… non mi ricordavo che quando ti si prende in giro è così divertente! Ci caschi come un sacco di patate!- fece Jun incredulo scoppiando a ridere.
Sho resistette al forte impulso di picchiarlo.
-Che… che cavolo ci fai qui? Sei un ologramma? Sei un fantasma? Hai dei conti in sospeso?- chiese, tentando di dire ogni possibilità che gli veniva in mente.
Jun scosse la testa e rispose: -Avevo voglia, tutto qui-.
-Ma normalmente i morti stanno morti e punto!!!- sbottò Sho.
-Sì, credo- annuì Jun seguendo il suo ragionamento.
-Cos’ho fatto? Ho espresso il desiderio che tornassi in un momento strano?-
-Perché credi che sia stato tu a farmi tornare, scusa?- chiese Jun alzando un sopracciglio. Sho lo guardò stupito.
-E poi neanche mi hai salutato! E io che mi aspettavo chissà quali feste! Non sei cambiato per nulla!- protestò il più giovane avvicinandosi.
-Ora per sdebitarti mi porterai a prendere un caffè- decise prendendo Sho sottobraccio e trascinandolo fuori dal cimitero mentre quello chiedeva: -Puoi bere un caffè? Sei corporeo!-.
Si guardò attorno sperando che nessuno degli altri clienti fosse un fan e lo riconoscesse, ma soprattutto che nessuno riconoscesse Jun, cosa ben più grave. Lo guardò rigirare lo zucchero nel caffè con il cucchiaino.
Non era affatto cambiato… o meglio, non sapeva come definirlo… era uguale a quando era morto, ecco. Solo, era tutto vestito di bianco. Dal maglione pesante ai jeans e persino le scarpe.
-E’ 3 anni che non ci vediamo- realizzò e lo disse ad alta voce.
-Già- borbottò Jun appoggiando i gomiti sul tavolo.
-Che hai? Sei arrabbiato?-
-Sì. Non mi hai neanche detto una cosa come: “mi sei mancato” o “speravo tanto di rivederti”- fece Jun guardandolo male. Sho gli sorrise e scosse la testa.
-Scusa, ma è stato così improvviso… mi sono preso un bello spavento. E tutt’ora non so realmente che è successo, perché sei qui… e non riesco ad indovinarlo, quindi vorrei che me lo dicessi tu- rispose. Jun tentò un lieve sorriso.
-Nel paradiso è successo un mezzo casino e ora cerchiamo il tuo aiuto per condurre guerra agli inferi. Ti verranno conferiti dei poteri paranormali e dovrai lottare con tutte le tue forze per la sopravvivenza delle anime, ma in cambio dovrai sacrificare la tua vita. Sei pronto?-.
Pausa.
-E’ davvero divertente prenderti in giro!- esclamò Jun.
-E piantala! Credevo dicessi sul serio!- protestò Sho sentendo ancora i brividi sulla schiena -E poi è difficile credere che tu sia finito in paradiso!-.
-Ma io non sono in paradiso, cosa ti fa pensare che io sia in paradiso, scusa?- fece Jun -Non vedi che sono un angelo della morte pronto a prendere la tua anima per portarla all’inferno?-.
-Questa volta non ci casco…-
-Hai ragione, sono troppo bianco per potertela fare. 2 a 1 per me- sospirò Jun.
Sho lo guardò insicuro e sussurrò: -Me lo dici perché sei qui?-.
-Se me lo chiedi con quegli occhi, Shochan…- disse dolcemente Jun -No-.
-Uffa!!! Ma perché??? Non ti fidi di me?- esclamò Sho.
-Facciamo che ti dico solo quello che puoi sapere, eh?- fece Jun cercando di calmarlo.
-C’è un motivo per cui sono qui, ma non puoi saperlo. Non ora, almeno. Vorrei che tu mi portassi dagli altri e facessi come se niente fosse, come se fossi tornato per restare, eh? Sono corporeo e tutto, non ti preoccupare…- disse.
Sho lo guardò preoccupato e mormorò: -Perché tu non sei tornato per restare?-.
Jun resistette al forte impulso di strapazzarlo di coccole ricordando che non era Aiba, ma Sho.
-No…- sussurrò piano.
Sho lo guardò serio e lo chiamò dolcemente per nome: -Jun…-.
-Che c’è??? Sto scomparendo??? EH??? Sto diventando trasparente???- chiese allarmato iniziando a guardarsi le mani, le gambe e dietro le spalle.
-Cosa?- chiese sorpreso Sho.
-Oh, mi capita… ogni tanto scompaio… sto scomparendo? Eh? Eh???- fece agitandosi preoccupato.
-Non ti preoccupare, non stai scomparendo!- esclamò Sho.
-Giuralo su ciò che hai di più caro!- fece Jun in preda al panico.
-Lo giuro su mia figlia!- si affrettò a dire Sho.
-Ehi, furbo… guarda che lo so benissimo che non hai né figlia né moglie, eh?-
-Non te l’ho fatta?-
-Direi di no…-
-Jun! Guarda! Stai scomparendo!-
-Ormai non ti credo più. Restiamo 2 a 1 per me-
-Oh… dannazione-.
Commenti, prego! *___*
A presto per la prossima parte! ^()^
Harin.
r: pg-13,
gnr: angst,
g: arashi