Ebbene si, sono tornata ... il che vuol dire che la connessione mi assiste di nuovo, ma ... sooooooooooooooooob, voglio tornare in giapponeeeeeeeeeeeeeeeee T_______________________________________T
Ok, bando alle ciance, postiamo, orsù U__U
TITOLO : Love You (lasciamo stare, ho sonno, ok?)
AUTRICE: Jinny
GENERE: drammatico U_U sisi
FANDOM: Arashi (madddddddddddai) più un oc
PAIRINGS: Sakumoto e Ohmiya
RATING: direi pg-17, e non soo per Le Scene (che in realtà son pochine eh)
DISCLAIMERS: Ne voglio unoooo, per favoreee T____________T
RINGRAIAMENTI: sempre a Harin e Vampiretta, che si leggono tuuuuutti i mallopponi <3<3<3
NOTE: sono stata cattiva con i personaggi U_U
WARNING: atenziione al diabete
GIA' POSTATI:
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 Jun si bloccò davanti al cancello e si aggrappò alla mano di Sho. Sua madre era ferma subito fuori, appoggiata con la schiena ad un albero.
<< Vengo con te.>> disse Sho
<< Devi andare a prendere i piccoli.>> rispose Jun, scuotendo la testa. Sho sospirò. Lo baciò e si allontanò. Jun si avvicinò a sua madre. Lei aveva gli occhi rossi. Lo abbracciò in silenzio, stringendolo forte, come quando era morto suo padre …
<< Mamma, che è successo?>> chiese. La donna lo strinse un po’ di più
<< Quel pezzo di merda.>> sibilò << Quel pezzo di merda! Sono andata a casa ieri e gli ho detto di negare … l’ho supplicato di dirmi che ti eri inventato tutto, ma non ha negato … ha pianto come un maledetto marmocchio mentre prendevo le sue cose e le lanciavo fuori … volevo denunciarlo, ma se n’è andato senza opporre resistenza … se torna siamo autorizzati a sparagli, ho una sentenza di un giudice che era amico di papà … piccolo, non piangere, dai …>>
Jun si aggrappò alla madre, singhiozzando sommessamente
<< Mi dispiace … io non volevo che soffrissi … non è giusto, ecco … >>
La donna lo guardò negli occhi, scostandogli i capelli dal viso
<< Andiamo a casa, mamma …>> singhiozzò Jun. Lei annuì. Dopo poco erano nell’auto di lei. Jun non riusciva a smettere di piangere. Non poteva credere che fosse tutto finito. Dopo sei mesi d’inferno.
<< E’ successo anche con qualcun altro? Perché … beh, mi sembravi strano anche a scuola …>> disse ad un tratto la donna. Jun scosse la testa. Dirle di Ichinose sensei sarebbe stato troppo. Poi gli venne in mente una cosa
<< Mamma, tu conosci Aiba-chan, vero?>> chiese. La donna annuì, in silenzio
<< E … come? …>> chiese. La donna sospirò
<< Non credo di poterne parlare … nemmeno con te, in realtà … soprattutto sapendo che è un tuo amico. Dovresti chiedere a lui di parlartene per primo. Non a me …>>
<< Centra col fatto che i suoi non ci sono e col lavoro che fa? Perché … io sono l’ultimo arrivato e nessuno mi ha detto nulla … credo che gli altri sappiano solo perché c’erano … Masa non parla … non parla del suo lavoro, non parla dei suoi … sorride e va avanti …>>
La donna fermò l’auto. Erano arrivati.
<< Sorride?>> chiese
<< Si. Ha un sorriso enorme, che mette allegria. E ride tanto … >>
La donna sorrise
<< Meno male. Ne ha tanto bisogno. E sono contenta che siate amici. Credo che il fatto che io e tuo padre avessimo lo stesso cognome lo abbia sempre confuso parecchio … sai, lui era l’avvocato dei suoi per quello che è successo prima …>>
<< Mamma, o mi dici le cose intere o non mi dici niente! Prima di cosa?>>
La donna fece una smorfia, poi scosse la testa
<< Chiedi a lui, piccolo.>>
<< Ma non mi dice niente!>> protestò Jun. Per tutta risposta gli arrivò l’ordine di aprire il bagagliaio e scaricare la spesa. Jun sorrise.
Passarono giorni tranquilli, che divennero settimane, e così si avvicinava sempre di più l’estate. Jun trovava che la divisa estiva donasse particolarmente a Sho, soprattutto alle sue braccia, e non riusciva a staccarsene.
Miyuki era diventata un elemento fisso dei loro pranzi in terrazza, e sembrava essere la spalla perfetta per Kazunari. Erano perfidi nello stesso modo, e la cosa faceva impazzire Masaki.
<< Non riesco a capire se li odio o li adoro …>> mormorò un giorno, pensoso. Jun si girò a guardarlo, notando l’occhiata decisamente poco d’odio che il ragazzo lanciò a Miyuki che, per tutta risposta, sorrise, arrossendo leggermente. Anche Masaki arrossì. Jun sospirò. Sapeva che i due non avevano ancora combinato nulla. Masaki aveva ricominciato a lavorare. Aveva almeno due clienti nuove. La donna che era stata scaricata nel parco vicino alla scuola era tornata all’attacco, e Masaki era di umore decisamente variabile. Jun aveva la netta impressione che se non ci fosse stato Sho a controllarlo, avrebbero trovato un po’ di auto sfasciate e simili “ragazzate” dopo il passaggio di Masaki nelle giornate nere
<< Aiba-chan, non fumare! Lo sai che se lo dico a mia madre poi si arrabbia …>> disse ad un tratto, vedendolo accendersi una sigaretta
<< Eddai, Jun-Jun, solo una!>> piagnucolò Masaki << non lo dici all’agente Matsumoto e il problema non si pone, no?>>
<< Uh uh, Junji, non stuzzicare Ma-chan, che ha le sue cose …>> disse Kazunari
<< Copione!>> protestò Miyuki, girandosi verso Masaki con sguardo di rimprovero. Masaki sbuffò fuori il fumo
<< Ecco, in questo momento li odio.>> disse, rivolto a Jun
<< Se non lanci nessuno dalla terrazza, prometto che non dico nulla all’agente Matsumoto …>> disse Jun. Masaki sorrise. Poi guardò l’orologio
<< Bene. Le lezioni del pomeriggio non mi vedranno. Ho un appuntamento tra … venti minuti.>>
<< Casa o club?>> si informò Kazunari
Masaki non rispose. Salutò con la mano e corse via.
<< Club. E’ quel giorno del mese … si, ha le sue cose.>> disse Miyuki, incupendosi
<< Miyuki-chan, non abbatterti così di colpo!>> supplicò Jun. La ragazza si girò di scatto verso di lui
<< Gli muoio dietro da due anni, ieri ha provato a baciarmi e io non ce l’ho fatta! L’ho spintonato via perché mi sono come sentita addosso tutte e tutti quelli che ci sono stati fino ad oggi e che ci saranno in futuro! E mi dici di non abbattermi se so che anche oggi ci sarà qualcun altro? Probabilmente mi sono giocata la mia unica occasione per baciare Aiba san …>>
<< Non disperare, Miyuki-chan …>> disse Sho
<< Già. Avrai molte altre occasioni. E’ Masa. E tu sei una ragazza.>> disse Kazunari. Miyuki gli diede uno scapaccione
<< Aiba san non è così superficiale.>> lo rimproverò. Kazunari alzò le sopracciglia e Jun rimase sorpreso nel vederlo fare una smorfia
<< Dovrebbe esserlo.>> borbottò poi << Si semplificherebbe la vita. >>
Calò un attimo il silenzio.
<< Temibile Ninomiya, non devi far vedere questo tuo lato tenero!>> disse poi Miyuki
<< Masa non è uno sprovveduto, non serve che ti preoccupi così tanto …>> disse Sho
<< E mentre noi continuiamo a non preoccuparci, Masa si chiude sempre di più. Diventerà un serial killer!>> disse Kazunari. La campanella chiuse il discorso per loro. Jun fece per seguire Miyuki in aula, ma Sho lo fermò
<< Oggi i piccoli sono a giocare dai cuginetti … ho la casa libera tutto il pomeriggio …>> disse. Jun lo baciò
<< Ci vediamo appena suona l’ultima campanella.>> disse, poi corse via, con il viso in fiamme. Era almeno una settimana che sentiva il desiderio irrefrenabile di sentire Sho. Gli abbracci e le carezze non gli bastavano più. Voleva cancellare i propri brutti ricordi. E quelli di Sho. Ed era stufo di avere tutti quegli strati di stoffa tra la sua pelle e quella di Sho …