[ I didn't mean it...]

Nov 30, 2009 04:06


Questo è il penultimo capitolo prima della fine *_* l'ho incentrato su Hiro e Taisuke perchè avevo il bisogno di scrivere più HiroSuke XDD.
Cosa avrà fatto Hiroro arrivato a Londra?
Avrà trovato il suo Taichan?
Chissà u_u XDD

itolo: I didn't mean it...
Fandom: Kis-My-Ft2
Genere: Angst/AU
Raiting: Nc-17
Pairing: Nikaido Takashi x Senga Kento, Kitayama Hiromitsu x Nikaido Takashi, Kitayama Hiromitsu x Fujigaya Taisuke.
Desclaimer: Non sono miei e blablabla, meno male perchè avrei pestato Nika e Senga e seviziato Hiro e Taisuke XD.
Note: Ch.1, Ch.2, Ch.3, Ch.4, Ch.5, Ch.6

“Hi-Hiro?”

Era sorpreso di vederlo, eh? A dire il vero non si aspettava una reazione del genere, forse superava anche le sue più rosee aspettative, dato che aveva pensato a quel momento in maniera talmente negativa, che si era visto sempre le mani di Taisuke al collo per strangolarlo, non per gioia.
Fujigaya era bello come ricordava, si era persino tagliato i capelli dall’ultima volta che lo aveva visto e doveva ammettere che lo preferiva coi capelli corti, specie se ripensava a quante volte quei così si erano agganciati alla cerniera dei suoi pantaloni. Vederlo sorridere sarebbe stato troppo in quel momento, vero? Ma a Hiromitsu mancava davvero tanto il suo sorriso, era forse una delle cose che più gli mancavano, insieme alle sensazioni che gli provocava ogni volta che stava con lui.
Dire che non avesse mai pensato a lui per tutti quei mesi sarebbe stata un’eresia, sarebbe stato come dire di non averlo mai amato e di non aver mai tenuto a lui, automaticamente sarebbe risultato un bugiardo e, con le persone alle quali voleva bene, non lo era mai.

“C-ciao Taisuke”

Bene, stava persino balbettando, poteva rendersi più ridicolo di così? Oh beh, tolta la sua idea di mettersi in ginocchio per supplicare il più piccolo di tornare ad essere il suo ragazzo, ovviamente.
Fujigaya continuava a guardarlo con gli occhi sgranati, sembravano pure più grandi del solito a quel modo, però non sembrava arrabbiato di vederlo là, era pur sempre un buon inizio, no? Se non lo avesse voluto vedere, Kitayama era sicuro che gli avrebbe lanciato qualcosa addosso, urlato contro tutto il suo odio e poi lo avrebbe calpestato saltando persino sul suo stomaco; immaginarsi l’altro fare una cosa del genere lo stava per far scoppiare a ridere, si era trattenuto solamente perché avrebbe rovinato il loro incontro.
A parte la freddezza di Taisuke, c’era un altro problema: non riusciva a dire una sola parola.

“ Forse hai ragione tu…Ma…che posso dirgli quando lo vedo?”

^Che lo ami e che ti sei fatto questo viaggio solo per farglielo capire ^

Doveva sul serio dirgli una cosa tanto stupida, anche se poi rispecchiava la realtà dei fatti?
Hiro si era davvero fatto quel viaggio solo per dirgli che lo amava ancora, per fargli capire quant’era stato stupido a bere come una spugna e poi fare sesso con Nikaido, neanche lo voleva poi, se avesse avuto il coraggio di parlare, gli avrebbe persino detto che gli mancava fare sesso con lui, perché sapeva che non era solamente quello, che c’era qualcos’altro nel mezzo e che gli mancava quella sensazione di felicità che aveva subito dopo. Gli mancavano un sacco di cose di Fujigaya Taisuke, dal suo essere estremamente attivo fin dal mattino, al suo essere disperatamente bisognoso di attenzioni, anche la più piccola come poteva essere una carezza. Gli mancavano i suoi baci, dolci ed affettuosi, gli mancavano i suoi complimenti, le parole carine che uno come Hiromitsu credeva di non meritare affatto. Tutto quello che gli aveva dato quel ragazzo più piccolo gli mancava, rivoleva tornare a vivere ogni cosa che aveva vissuto fino a quel maledetto giorno con Takashi, doveva solo convincere Taisuke.

Quel silenzio tra di loro era strano, non c’era mica abituato, fin da quando lo aveva conosciuto, non avevano mai passato un attimo in silenzio, non lungo quanto quello di adesso. Fujigaya era il classico tipo di persona che parlava a macchinetta, non importava da quanto conoscesse l’altra persona o se non la conoscesse affatto, lui continuava a parlare ed intrattenere chiunque con storie divertenti al limite del demenziale. Delle volte, Hiromitsu lo aveva dovuto trascinare via per evitare che attaccasse bottone con chiunque, persino durante la coda al cinema, luogo che frequentavano poco a causa del piccolo problemino a chiudere la bocca di Taisuke, doveva ammettere però, che quando si trovavano dentro la sala, il più piccolo focalizzava la sua attenzione sul film, appoggiandosi con la testa sulla spalla di Kitayama.

“Possiamo parlare per un po’, eh?”

“Uhm, saliamo da me, dovrai essere stanco per il viaggio”

In realtà non lo era per niente, non era arrivato quello stesso giorno ma magari non dirglielo gli avrebbe fatto guadagnare qualche punto, sapere la verità poteva portare il più piccolo a chiedersi come mai non lo avesse cercato prima di quel giorno.
Seguì Taisuke fino a quello che era il suo nuovo appartamento e si stupì di quanto ordine regnasse là dentro, sembrava quasi che non lo usasse mai e quello gli faceva pensare che probabilmente avesse un altro luogo dove dormire, magari la casa del nuovo fidanzato.

“Com’è ordinata casa tua…”

“In realtà camera mia è un completo disastro, solo il soggiorno e la cucina sono splendenti, il mio coinquilino ci tiene particolarmente e allora…”

“E’ il tuo ragazzo?”

Non voleva fargli una domanda del genere a bruciapelo, ma la propria gelosia aveva preso il sopravvento e non aveva fatto in tempo a chiudere la bocca prima di dire qualcosa di stupido, com’era stata quella frase comunque.
Fujigaya lo aveva guardato con rabbia per un attimo, magari aveva pensato che volesse fargli una scenata e forse un pochino di ragione l’aveva anche avuta, ma quello non gliel’avrebbe mai detto, sapeva che una cosa del genere avrebbe scatenato una lite e non era là per discuterci.

“No, è solo un compagno di corso.”

Aveva combinato un casino con quella domanda, eh?
Taisuke si sarebbe chiuso ancora di più, gli avrebbe detto di non voler più parlare della loro storia perché ormai superata e blablabla, così Hiro se ne sarebbe dovuto tornare in Giappone con la coda tra le gambe pensando a quanto fosse stato stupido a credere di poterlo riavere.

“Mi dispiace…averti chiesto una cosa del genere..”

“Cosa vuoi da me Hiro? Che ci fai qua?”

Era arrivato il momento di dirgli la verità, di dirgli che lo rivoleva con sé, non importava in che stupido paese o quant’altro, bastava solo che stessero di nuovo insieme.
Sospirò chiudendo le mani a pugno, non sapeva neanche da dove cominciare, come poteva essere davvero convincente?
Come poteva fargli capire che gli dispiaceva averlo tradito? Averlo ferito così tanto da fargli cambiare direttamente continente?
Non era così che doveva andare tra loro, nella mente di Hiromitsu era sempre stata presente l’immagine di loro due felici, con una piccola casa in campagna e con qualche cane, non aveva mai pensato ad altre opzioni, forse perché sentiva che Taisuke era quello giusto per lui.

“Volevo vederti, anche solo per un’ultima volta.
Da quando ci siamo lasciati non ho fatto altro che pensarti, volevo dirti così tante cose ma tu non c’eri, non mi volevi vedere e…e non sapevo cosa fare. Ogni giorno passato senza di te era peggio di un incubo, non riuscivo a pensare ad altro che non fosse un modo per farmi perdonare, che potesse farti tornare da me, poi Yuusuke mi ha detto che eri partito e il mondo mi è crollato addosso, sai?”

“Yuusuke, eh?”

Non sembrava essere sorpreso dalla sua rivelazione, era come se si aspettasse una cosa del genere dal proprio fratello, Hiromitsu sperava che tutto sommato Taisuke volesse che Yuusuke gli rivelasse tutto, giusto per farsi trovare nel caso avesse voluto cercare, se la sua supposizione fosse stata anche un minimo veritiera, voleva dire che c’era una possibilità che provasse ancora qualcosa per lui, vero?
Quanto glielo avrebbe voluto chiedere adesso? La sua risposta avrebbe portato Hiro ad essere più sicuro nel confessargli di nuovo i propri sentimenti.

“Ti amo sul serio Taisuke e probabilmente non troverò nessun altro come te, ci tenevo a fartelo sapere un’ultima volta”

In tutta la sua vita, quella era la prima volta che Kitayama Hiromitsu si sentiva un completo idiota, oltre che essere l’unica in cui decideva di lasciar perdere.
Fujigaya non stava reagendo di certo come voleva lui, non che poi potesse pretendere baci ed abbracci, ma in un “Ti amo anche io”, ci aveva sperato. Forse troppo.

“A-adesso vado, domani ho il volo e…”

Qualcosa si spense nella sua testa dopo la propria frase, dallo shock non riuscì a fare nessun tipo di movimento o dire nessunissima parola, era rimasto fermo dov’era stato fino a quel momento, l’unica cosa di diverso erano le labbra di Taisuke sulle proprie.
Stava accadendo sul serio?
Davvero l’altro lo stava baciando?
Stringendo il corpo che si trovava davanti a lui, chiuse gli occhi iniziando a ricambiare quel bacio inaspettato; da come si erano messe le cose tra sé e Fujigaya, l’ultima cosa a cui aveva pensato era stata quella, magari poi sarebbe soltanto stato un bacio d’addio, ma ne sarebbe stato comunque felice.

Quando sentì le braccia dell’altro avvolgergli la vita, il cuore di Hiromitsu cominciò a battere più velocemente. Era stato mesi senza provare nulla di simile, tutto quello che aveva fatto per distrarsi dal pensiero di Taisuke non aveva mai sfiorato quell’apice di emozione, quella voglia improvvisa che stare con il più piccolo gli provocava, era sempre stato tutto così piatto che delle volte rischiava pure di addormentarsi.
Lentamente stava perdendo il contatto con la realtà, avere di nuovo la lingua di Fujigaya contro la propria era talmente inaspettato in quel periodo, che sentirsi su un altro pianeta gli veniva naturale.

“Quando mi hai detto di avermi tradito, mi sono sentito perso, sentivo il mondo crollarmi addosso e non riuscivo a pensare ad altro, a pensare che un’altra persona si fosse presa qualcosa che era sempre stata mia.
Avrei voluto picchiarti, sai? Dirti quanto mi facevi schifo, soprattutto dopo aver saputo che sei stato con Takashi, ma in quel momento sono riuscito solamente a darti dello stronzo, forse perché in fondo non ti odio affatto..”

Voleva dire che una possibilità l’avevano ancora? Oppure era Kitayama a farsi nuovamente dei castelli in aria?

“Ta-Tai-chan…”

Tra l’altro poi, il più piccolo non si era allontanato da lui per parlare, non aveva sciolto il loro abbraccio ed in quel momento, si stava persino aggrappando alla sua schiena; che diavolo doveva pensare da quei gesti?
Aveva paura a pensare che potesse portare qualcosa di buono, in fondo era stato così tanto tempo lontano da Taisuke, che alla sola idea di potersi riavvicinare a lui, si spaventava. Nel caso contrario però, aveva paura di un rigetto e non era pronto a chiudere davvero la storia più importante della sua vita.

“Se-sei davvero venuto per me?”

“Si, si e ancora si! Non sopportavo l’idea di non poterti dire almeno addio”

E lo aveva stretto a sé nascondendo pure la faccia nell’incavo del suo collo, di solito odiava essere il più basso tra i due, ma in quell’istante si sentiva stranamente protetto, molto probabilmente perché Taisuke non poteva vedere le sue lacrime.
Se il suo corpo non si fosse messo in testa di tradirlo cominciando a tremare, il suo nascondersi sarebbe stato efficace, ma come al solito il suo cervello non connetteva con il resto del suo essere.

“Stai piangendo Hiro-chan…”

“N-no”

Avrebbe voluto smettere eh, solo che sentirsi chiamare Hiro-chan dopo mesi e mesi in cui l’aveva solamente sognato, gli aveva provocato una nuova fitta al petto, come qualcosa che lo spingeva a piangere ancora di più, questa volta mettendoci di mezzo persino la gioia.
Le mani di Fujigaya si erano posate sui suoi fianchi e lentamente si sentì trascinare via dal proprio nascondiglio, stava sciogliendo il loro abbraccio, eh? Magari pensava pure che fosse patetico ed idiota, uno che prima tradisce e poi pretende di fare finta di niente.

“E queste allora cosa sono~?”

Per la prima volta da quando si erano rivisti, Taisuke gli sorrise e non era un sorriso di quelli tirati, che non rendevano neanche merito al più piccolo, era uno di quei sorrisi che tanto gli piacevano, il classico sorriso da Fujigaya insomma.
Mentre Hiro si mordeva il labbro inferiore, più dalla vergogna per essere stato sorpreso a piangere come un bambino che da altro, i pollici del più piccolo avevano cominciato ad accarezzargli il volto cacciando via le lacrime che ormai stavano scendendo sempre più intensamente.
Sentendo le mani dell’altro fermarsi sulle sue guance, Kitayama portò le proprie mani alla loro altezza posandole sul dorso; gli mancava sentire il calore del tocco di Taisuke.

“Sei stato un pazzo a farti un viaggio del genere solo per me, sai?”

“Speravo che capissi quanto ti amo…”

“So che mi ami, è solo ch-“

E, per la prima volta nella sua vita, si era inginocchiato di fronte a qualcuno. Non ci aveva pensato più di tanto, poteva pure dare la colpa alle gambe che gli avevano ceduto, se non fosse stato per il piccolo particolare delle braccia, che aveva messo in avanti, proprio ai piedi di Fujigaya. Stava per supplicarlo di perdonarlo sul serio, di dargli una seconda possibilità, Hiromitsu avrebbe detto e fatto qualsiasi cosa pur di farlo tornare sui suoi passi, pur di fargli dire di si.
Non riusciva ad alzare il volto però, tutto sommato si vergognava di quello che stava facendo, ma l’orgoglio non doveva intralciare i suoi propositi, giusto? Non era così che sarebbe riuscito a dire tutto a Taisuke.

“T-torna con me, per favore”

“Hi-Hiromii…”

Il più piccolo si era abbassato alla sua altezza, prendendogli le mani tra le proprie, Hiro non riusciva a capire cosa dover pensare, i silenzi di Taisuke gli dicevano ogni sorta di cosa negativa, però i suoi gesti erano tutto il contrario, come lo toccava, come lo guardava, gli faceva pensare che quella stupida seconda possibilità ci fosse davvero.

“Dammi…dammi solo un po’ di tempo, eh Hiro-chan?”

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