Apr 08, 2008 23:06
In questo momento, dopo l'esaltante giornata scolastica di oggi, ho una voglia di vivere davvero ai minimi storici quindi non sapendo cosa fare posto. Tanto...
Girato l'angolo si trovo davanti Tomo-chan vestito con jeans strappati, una canotta rosa e la camicia bianca...
Gli ormoni reagirono esattamente come reagirebbero dei Bulgari di fronte ad un trapezio..
"Pappapararararapararara pappapararararatararara..Ecco a voi il grande circo Orfei!!!"
Sentì la faccia passare tutti gli stadi di imbarazzo possibili immaginabili, ma almeno riprese a respirare. Ovviamente sentiva il tic all'occhio farsi strada..
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- Ciao Tomo-chan - bofonchiò lei
- Ciao Bibbutz - ridacchiò lui senza togliere le mani dalle tasche dei jeans
- Ti prego no..non chiamarmi così...se no io... Yamashita...Yamashita Pink...YamaPink..YAMAPI!!!- disse lei al limite della deficienza sfiorandogli la canotta
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Tomo-chan la guardò con un misto di confusione e disappunto per poi sollevare il sopracciglio destro e sorridere
- Non penserai mica di chiamarmi così vero It... - non finì la frase, pietrificato dallo sguardo assassino che la ragazza gli aveva appena scoccato
- Gomen, Ma-chan
La ragazza sospirò e lo guardò con sguardo un pò triste
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- Beh cosa ci fai qui? Non sei mai venuto nonostante ci conosciamo da anni e oggi tutto d'un tratto decidi di farmi visita?
Il ragazzo le fece segno di uscire di casa, lanciando un'occhiata imbarazzata all'indirizzo delle sorelle di Marina che li stavano osservando curiose con la testa fuori dalla cucina..
Lei si infilò le scarpe con gli ippopotamini rosa e chiuse la porta dietro di sè. Si appoggiò ad essa ed inspirò profondamente quel profumo primaverile..profumo di fiori. Ancora lui..quell'aroma che le dava alla testa e che le sembrava di sentire solo quando quel ragazzo era nelle vicinanze o quando popolava i suoi pensieri..si sentiva quasi inebetita da esso..
- Io oggi...beh.. - Yamashita bofonchiava, cosa che la stupì non poco dato che di solito usava tono beffardo e sicuro di sè - io..mi sembra il momento di mettere le carte in tavola.la frase che ho detto oggi a pranzo mi è sembrata alquanto esplicita e mi sono meravigliato di me stesso per averla detta..a questo punto l'unica cosa che mi viene in mente di fare è chiederti cosa ne pensi..
Tra loro due calò il silenzio, mentre dalla casa provenivano latrati, cori da stadio e pianti di bambini. I due ragazzi non riuscivano a guardarsi negli occhi: l'uno di fronte all'altra si limitavano a fissare l'asfalto sotto i loro piedi. Dopo qualche minuto Marina si decise a parlare..
- Grazie Tomo-chan - gli disse fissandolo negli occhi e notando per la prima volta la macchiolina scura al di fuori dell'iride sinistro - avevo paura di dirti una cosa simile..anche perchè ti assicuro che per me non è per niente facile ed è una situazione completamente nuova, ma ora che ho capito che in fondo un pò di speranza c'è..mi pare il caso di essere franca..mi piaci Tomo-chan..
La ragazza continuava a guardarlo negli occhi e intanto giocherellava nervosamente con il cordoncino dell'elastico dei pantaloni..come suo solito aveva preso a mordersi le pareti interne della bocca e a martoriarle.
Yamashita inaspettatamente si avvicinò con un gesto fulmineo e le prese la mano senza dire nulla.
Sembravano due imbecilli patentati, l'uno di fronte all'altra, muti come due pesci mentre lui giocherellava con le dita della mano sinistra della ragazza..
-TIVADIUSCIRECONMEDOMANIDOPOSCUOLA? - la domanda era stata formulata tutta d'un fiato e con un tono di voce da urla di dolore, tant'è che Marina ci mise un pò a realizzare cos'era appena successo (in realtà poi le ci sarebbe voluto molto tempo per metabolizzare l'intera situazione, per ora i suoi neuroni erano fermi alla voce di Davide che le diceva che aveva visite)..
La ragazza liberò la mano dalla presa di Yamashita che rimase un pò stupito, ma subito la girò e fece si che le sue dita si intrecciassero con quelle della mano destra del compagno.
- Va bene - sussurrò completamente ebbra di quella nuova sensazione
- OKAY..allora ci vediamo domani a scuola - disse lui e con un gesto della mano la salutò per poi iniziare a correre veloce verso casa.
Marina rientrò così rincoglionita da non avere neppure fame e percorse il corridoio di tutta fretta prima che le sorelle, munite di rispettivi pargoli, potessero inchiodarla con una qualunque mansione che sarebbe stata solo una scusa per estorcerle informazioni.
Sentì il cellulare vibrare nella tasca: una mail
"Hey Mery-chan! Com'è andata? Sei riuscita a non sanguinare dal naso? Buona serata, Shige"
La ragaza sorrise e gli rispose che era andato tutto alla perfezione e che non vedeva l'ora di raccontarglielo, anche se dubitava che Tomo-chan non l'avrebbe avvertito prima di notte.
Si sdraiò a pancia in giù sul letto e si appoggiò il cellulare sulla schiena.
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Iniziò a sonnecchiare completamente esausta dopo la giornata passata fino a quando il telefono non vibrò di nuovo. Senza neppure tirare fuori la testa da sotto il cuscino girò il braccio all'indietro e recuperò l'apparecchio
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Aprì il cellulare ed iniziò a leggere:
"Avevo paura di affrontare una situazione per la quale avrei anche potuto soffrire..grazie perchè nonostante tutto mi hai dato una possibilità. Buonanotte e sogni d'oro, Yamapi"
La ragazza sorrise gli fece uno squillo e si addormentò con il cellulare ancora in mano.