You love my... blood?

Sep 06, 2009 17:21

Capitolo 22

In qualche modo forse aveva preso coraggio, decise che per prima cosa doveva parlare con Masaki, che forse quelle sensazioni che provava, quella voglia che non se ne andasse, quel dolore che sentiva al petto da quando lo trattava con tanta freddezza dovevano stare a significare che provava qualcosa per Masaki, dopotutto se aveva rinunciato a quel lavoro lo aveva fatto per lui, per paura che se ne andasse via senza dirgli nulla, per mantenere un segreto che lui aveva promesso di non rivelare.

Ora tutto stava nel parlagli, ma per farlo doveva bussare, non poteva starsene impalato davanti a quella porta con il pugno alzato pronto a colpirla ma che non decideva a muoversi da quella posa statuaria che aveva preso.

Alla fine si decise, fece per muovere il pugno a colpire la porta, quando la porta si aprì e Masaki senza neanche accorgersene gli venne addosso quasi travolgendolo.

-Mi scusi, mi dispiace- disse Masaki che non si era ancora accorto chi fosse, poi quando alzò gli occhi e lo vide cadde il silenzio.

Jun era in imbarazzo non sapeva che fare aveva la mente vuota, poi finalmente sembrò ritrovare la parola e chiese:

-Posso entrare un attimo?-

-Se è per lavoro mi può telefonare non c’è bisogno che venga di persona- rispose Masaki, era tornato quel tono gelido e distaccato e Jun sentì come una fitta al cuore.

-Ti prego ho bisogno di parlarti- disse Jun, forse eveva avuto un tono disperato perchè l’espressione di Masaki cambiò da fredda a preoccupata per una frazione di secondo, poi tornando serio e impassibile si fece da parte per farlo entrare.

Jun si tolse le scarpe e si guardò intorno, regnava il disordine più totale in quella stanza, Masaki lo seguì e si mise seduto, Jun lo imitò poi rimase in silenzio.

-Che devi dirmi?- chiese poi gelido.

Jun era nervoso, ma perlomeno aveva ricominciato a dargli del tu.

-Io... ho pensato molto a quello che è successo in questi mesi, ho fatto cose che forse non avrei dovuto...-

Masaki si fece ancora più scuro a quelle ultime parole, forse aveva sbagliato parole ma era tanto nervoso che trovava già difficile parlare.

-Però è anche vero che mi sono fidato di te, nonostante il vampiro, nonostante per me dovresti essere la persona più pericolosa, quella come dici tu che potrebbe farmi più del male... io non riesco a vederti così, per me sei una persona dolce e sempre allegra, forse proprio questo tuo carattere mi ha ispirato sicurezza, non lo saprei dire...- fece un pausa osservando il viso di Masaki, che sembrava essersi rilassato un pochino.

-Quando mi hai detto per la prima volta che ci tenevi a me non avevo ancora capito, pensavo stessi scherzando forse, o semplicemente sono io che chiudo sempre il mio guscio a quelli che possono essere i sentimenti degli altri nei miei confronti, ho paura di ferirmi e di fidarmi degli altri, ma sai il motivo- Jun potè quasi sentire la mascella di Masaki serrarsi.

-Io non riesco a fare ordine nei miei sentimenti, non riesco a capire cosa provo per te, so che vorrei che non te ne andassi, so che da quando sei così freddo e distaccato con me ogni volta che mi parli in quel modo tanto formale, ogni volta che sei con me e che non sorridi più come prima io sto male- Jun si portò istintivamente una mano al petto come se gli facesse male sul serio di un dolore fisico.

-E allora mi chiedo... se in casa mi sento solo e vorrei chiamarti, se preferisco lavorare che riposare solo perchè so che ci sarai anche tu, se da quando te ne sei andato non ho fatto altro che passare qui sotto e fermarmi a fissare la tua porta, se fa così male da quando non mi parli più... forse... provo anch’io qualcosa per te-

Non si sentiva un suono, quanto era passato da quando aveva smesso di parlare? Non lo sapeva ma gli sembrava un eternità, ma non aveva il coraggio di alzare il viso per vedere quale poteva essere l’espressione di Masaki in quel momento, perchè se avesse di nuovo incontrato quello sguardo gelido avrebbe fatto troppo male; ma proprio mentre lo pensava  una mano gli fece anzare il viso e girare leggermente alla sinistra, Masaki lo guardava serio, ma con gli occhi di nuovo dolci del suo Masaki non dell’uomo di ghiaccio che c’era stato in quegl’ultimi giorni, quando lo vide chiudere gli occhi e avvicinarglisi piano, anche lui li chiuse ed attese, quando le loro labbra si chiusero in un tenero bacio Jun sentì il suo cuore accellerare i battiti, era davvero un batticuore quello?

-Dimmi... adesso ne desideri con tutto te stesso un altro di bacio?- chiese Masaki a Jun distaccandosi di qualche centimentro da lui.

Jun in risposta gli prese la mano e la posò sul suo cuore che andava a mille.

-Anch’io- rispose Masaki a quella risposta silenziosa, poi lo baciò di nuovo, ma questa volta con più passione.

Erano stretti l’uno tra le braccia dell’altro, coperti solo dalla coperta del futon, avevano fatto l’amore fino a sera e Jun si sentiva davvero bene, rilassato e tranquillo, Masaki gli accarezzava i capelli con le dita e quel leggero solletico che gli procurava lo stava facendo addormentare.

-Jun... perchè hai improvvisamente rinunciato a quel lavoro?- chiese.

Jun si irrigidì e Masaki se ne accorse, ma fece finta di nulla.

-Sono stato duro giorni fa con te, però ero arrabbiato e ti ho sputato addosso cose velenose che in realtà non pensavo- disse cercando di scusarsi.

-Non importa- rispose Jun stringendosi di più a Masaki.

-Però sono sicuro ormai che se lo hai fatto c’è una ragione e deve essere piuttosto seria anche se me ne parli possiamo cercare di risolvere insieme la situazione-

-Non posso- rispose Jun.

-Hai detto che ti fidi di me!- lo riprese Masaki.

-Ed è così ma... se te lo dicessi te ne andresti e io...non voglio che succeda- disse, la voce gli tremava e Masaki lo strinse di più a se.

-Ti giuro che non me ne andrò, perchè dovrei? Dopotutto finchè nessuno scopre che sono un vampiro non ho nessuna ragione di...- le parole gli si bloccarono in gola, all’improvviso realizzò, non sapeva se era stato il piccolo tremito che ebbe il corpo di Jun o semplicemente perchè effettivamente quello poteva essere l’unico motivo per cui si sarebbe dovuto allontanare da lì.

-No non può essere- disse cercando di convincersi, ma Jun piangeva e questo gli dava la certezza che fosse così.

Si alzò a sedere e Jun con lui.

-Ti prego non te ne andare sul serio, ti prego- ora Jun era quasi in preda a un pianto disperato e lo teneva per un braccio talmente forte da fargli male.

-Raccontami prima come è successo- disse cercando di calmarlo.

-Quella sera... in albergo... quando mi hai morso... qualcuno ci ha fotografato- disse Jun.

-Chi?-

-Non lo so- mentì.

-Ho trovato le foto nella cassetta della posta... poi una telefonata, e giorni fa la richiesta di lasciare quel lavoro per non mandare le foto a qualche giornale- spiegò Jun.

-Ma che senso ha? Perchè non chiederti dei soldi!-

-Non lo so- mentì ancora.

-Quelle foto erano così... chiare?- chiese poi Masaki.

Jun annuì, -Eri trasformato, avevi le labbra... sporche di sangue- singhiozzò Jun; -ti prego non te ne andare ora, mi farò ridare le foto... ti prego-

Masaki lo strinse forte a se, lo sentiva di nuovo fragile e non poteva lasciarlo non ora per lo meno.
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r: pg-13, g: arashi, gnr: au, p: aimoto

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