Intervalliamo con il contest, valà XD Qualcosin di un po' meno peso ci vuole ogni tanto
TITOLO: Kingyo-kun
AUTORE: Jinny (autore? Va beeeene ...)
GENERE: Dolcioso, estremamente dolcioso
FANDOM: Arashi (ma no?)
PAIRING: Ohmiya (questa mi urlava Ohmiya appena ho letto le consegne, poi Nino ha iniziato a saltellare agitando le manine, ed eccoci qui)
RATINGS: facciamo pg-13, per pensieri impuri
PAROLE USATE: Yukata, Uchiwa, Pesce Rosso, Takoyaki (vale?)
DISCLAIMERS: Costoro si appartengono, non ce n'è
Bene, spero vi piccia
<< Voglio vederti con lo yukata …>>
Satoshi si girò a guardarlo, ancora con la canna da pesca, che stava sistemando, in mano. Kazunari gli sventolò davanti al naso uno yukata, appunto, ed il volantino di una matsuri.
<< Eh? >>
<< Dai, Saccho, mettiti questo e andiamo! Tanto siamo liberi, oggi, no?>>
Satoshi lo guardò ancora un attimo, poi, sospirando, si rassegnò
<< E voglio il pesciolino!>> urlò Kazunari, mentre lui si allontanava dal soggiorno per cambiarsi. Non rispose e, come si aspettava, Kazunari lo raggiunse in camera
<< Mi devi proprio seguire ovunque?>> chiese, leggermente infastidito. Kazunari annuì e si mise a sedere sul letto. Satoshi arrossì leggermente, mentre cercava di mettersi lo yukata. Sapeva che a Kazunari piaceva guardarlo, e a lui piaceva guardare Kazunari, ma quel giorno la cosa lo metteva a disagio. Sospirando finì di cambiarsi
<< Oggi ti do fastidio …>> disse Kazunari ad un tratto. Satoshi si girò a guardarlo
<< Beh … un po’ …>> rispose, sincero, cercando di decifrare l’espressione di Kazunari, cercando di capire cosa gli passasse per la testa. Ma non era una cosa concessa ai semplici mortali, capire cosa passasse nella testa del demonietto
<< Non prendertela, Nino … sono solo un po’ stanco …>> ed era davvero così. E aveva programmato di fare altro, quel giorno, non andare ad una matsuri … Kazunari si alzò, gli posò le mani sui fianchi e gli diede un piccolo bacio a fior di labbra
<< Scusami, Toshi … lo so che magari oggi avevi da fare, ma … ero libero solo oggi, e volevo fare un cosa da … da coppietta, ecco …>> gli mormorò in un orecchio. Satoshi lo guardò, incredulo. Kazunari era arrossito. Gli diede un piccolo bacio sulla punta del naso
<< Ok, io ti prendo il pesce rosso. Ma voglio stare a vedere i fuochi. E voglio i takoyaki!>>
<< Andata!>> esultò Kazunari, lanciando le braccia in aria
<< Ma ti sei mangiato Aiba, che sei così?>> chiese Satoshi, sempre più interdetto. Kazunari alzò un sopracciglio, poi scoppiò a ridere
<< No, è solo che sono contento … il mio Toshi con lo yukata è bellissimo, mi porta al matsuri e avrò il pesciolino!>> disse. Poi si rabbuiò un attimo
<< Però non possiamo scambiarci effusioni in pubblico, non siamo sul palco …>>
Satoshi sospirò e lo abbracciò stretto
<< A quelle ci pensiamo dopo i fuochi, ti va?>> propose, in tono basso e suadente. Kazunari ghignò
<< Quanto mi piace il mio Saccho quando fa il malizioso …>> gli mormorò in un orecchio. Lo baciò e lo prese per mano, per condurlo fuori
<< Kazu … le effusioni in pubblico …>> disse Satoshi, indicando le loro dita intrecciate con un cenno del mento.
<< Siamo gli Ohmiya, la gente si aspetta che andiamo in giro per mano. Se non lo facessimo, inizierebbero a girare voci … >> disse Kazunari, con un’alzata di spalle. Satoshi lo guardò, colpito dalla perfezione del ragionamento
<< Sei davvero intelligente, Nino!>> disse, ammirato. Kazunari scoppiò a ridere, poi lo guardò, serio
<< Non dire queste cose, sennò non resisto, e allora altroché strane voci … >> disse. Satoshi arrossì violentemente ed abbassò il viso, mentre Kazunari camminava poco avanti a lui, tirandoselo dietro. Appena furono circondati di persone e bancarelle, l’umore di Satoshi, un po’ cupo dalla mattina presto, migliorò improvvisamente. Doveva essere il profumo del cibo. Kazunari lo trascinò in giro a fare giochi stupidi, per poi, finalmente, fermarsi davanti alle vasche dei pesciolini. Satoshi sospirò e prese una retina. Prese il pesce rosso al primo colpo, provocando lo sguardo esterrefatto delle persone intorno e un paio di urletti molto poco virili da parte di Kazunari
<< Kakkoi ne, Saccho!>> cinguettò Kazunari mentre Satoshi, arrossendo, gli consegnava il sacchettino con il pesce rosso che sguazzava, leggermente interdetto ma tutto sommato a proprio agio. Satoshi sorrise, contento della felicità di Kazunari in quel momento
<< Sembri davvero un bambino, adesso … hai il pesce rosso e sei felice, e la tua faccetta da dodicenne con quel sorriso è qualcosa di tenerissimo …>>
<< Non so se abbracciarti adesso e subito o se spaccarti la faccia … ma sei talmente carino mentre smonti il mio poco orgoglio sopravvissuto agli attacchi delle costumiste, che temo mi toccherà abbracciarti … ma siamo in pubblico, quindi ti tocca aspettare …>>
Satoshi rise e lo prese per mano, provocando un urletto da parte di un paio di ragazze che li avevano riconosciuti ma che, grazie agli dei, si erano limitate ad osservarli in adorazione.
<< Adesso voglio la mia ricompensa, però.>> disse Satoshi. Kazunari lo attirò a se e gli schioccò un bacio sulla guancia
<< Intendevo i takoyaki, baka!>> rise Satoshi. Kazunari sorrise e si lasciò trascinare verso le bancarelle del cibo. A quei tipi di festa c’era sempre qualcuno che faceva i takoyaki, e infatti Satoshi individuò il luogo giusto in meno di un secondo. Kazunari credette avesse cercando annusando. Satoshi aveva un fiuto infallibile per il cibo. Kazunari gli diede in custodia il pesciolino ed andò a prendergli i takoyaki, guardandolo mente si sedeva ed iniziava a sventolarsi con un uchiwa … chiaramente un ricordo del precedente tour, visto che la faccia di Kazunari sorrideva dall’oggetto che Satoshi doveva essersi portato appresso fin dall’inizio … probabilmente infilato in cintura … Kazunari si trovò a ridacchiare delle espressioni sbalordite delle persone che passavano, espressioni che divennero assolutamente attonite quando Kazunari stesso si unì alla surreale scena di un Arashi che si sventolava con la faccia di un altro Arashi. Kazunari porse i takoyaki a Satoshi che, con un sorriso enorme, ripose l’uchiwa e gli restituì il pesciolino, che continuava a nuotare nel sacchettino, ormai totalmente abituato a quello strano habitat. Intanto scese la sera, e Satoshi iniziò a canticchiare. Prese Kazunari per mano ed andò a cercare un posto tranquillo. Passarono un po’ di tempo solo a guardare le persone che passavano, riposandosi, le dita intrecciate. Di quando in quando si scambiarono qualche bacio furtivo. Poi Kazunari si trovò a fissare estasiato Satoshi che, con espressione incantata, guardava i fuochi d’artificio. Sembrava un bambino, e non poté fare a meno di trovarlo perfetto per ogni espressione d’entusiasmo sul suo volto. Gli strinse la mano, attirando per un attimo la sua attenzione. Satoshi lo guardò e gli sorrise, felice, e Kazunari si sentì scaldare. Si chinò in avanti e baciò il suo ragazzo, con le danze di luci ed ombre a nasconderli agli occhi degli altri.
<< Ti amo, Satoshi …>> mormorò nell’orecchio dell’altro. La stretta sulla sua mano si strinse e gli occhi di Satoshi catturarono i suoi
<< Ti amo, Kazunari.>> replicò. Kazunari si sentì sciogliere. Sentì che le emozioni lo stavano per travolgere, e girò il viso verso i fuochi, stringendo la mano di Satoshi.
Finiti i fuochi, camminarono fino a casa di Satoshi mano nella mano. Poi si salutarono con un breve, tenerissimo bacio
<< Buonanotte.>> disse Satoshi, sorridendo << Ho passato una serata fantastica.>> aggiunse, per poi chiudere la porta. Kazunari rimase per un attimo fermo davanti alla porta chiusa, poi si rese conto del fatto che la porta fosse chiusa
<< Eh?! Ma … e le effusioni dopo i fuochi?>> chiese alla porta chiusa. Rassegnato sospirò e guardò il pesciolino, che continuava a nuotare tranquillo. Fece per andarsene, quando Satoshi aprì la porta
<< Entra, scemo.>> gli disse, con una strana luce negli occhi ed un sorriso tutt’altro che innocente. Kazunari fece uno dei suoi sorrisi da signore del male
<< Adesso si ragiona, ne, Kingyo-kun? >>
<< Hai parlato al pesce!>> lo accusò Satoshi
<< Assolutamente no …>> disse Kazunari, con aria innocente. Il pesciolino, dal canto suo, alzò leggermente un sopracciglio, poi riprese a nuotare.