Volevo postare una one-shot che mi porto dietro da almeno sette mesi, ma visto che ne ho messa una precedentemente, ho deciso di postare questa.
Per ora ho scritto due capitoli e ho appena inziato il terzo, sperando di continuarla e finirla in tempi brevi, dato che le idee per i capitoli successivi le ho XD. C'è da dire che Taisuke si presta a determinati ruoli troppo volentieri XDD.
Titolo: Be Only Mine
Fandom: Kis-My-Ft2
Genere: AU, Generale?XD
Raiting: Nc-17
Pairing: Kitayama Hiromitsu x Fujigaya Taisuke, Nikaido Takashi x Senga Kento (qualche accenno qua e là.)
Desclaimer: Non sono miei ecc. ecc.
“Quanti anni hai?”
“Quanti vuoi che ne abbia?”
Mentre glielo diceva poteva sentire i polpastrelli delle sue dita sfiorargli l’addome, gli stava alzando piano la maglia usando quelle dita lunghe ed affusolate.
Sentirle sul proprio corpo lo stava eccitando, quel ragazzo era bello, non lo poteva negare, ma quello che più gli piaceva era il suo modo di fare, di provocarlo, e non solo coi gesti.
Era il giorno del suo compleanno, del suo ventiquattresimo compleanno, gli amici lo avevano portato a festeggiare in un locale, dove aveva mangiato e bevuto meglio di un re, poi aveva incontrato quel ragazzo ed erano finiti in un love hotel poco distante dal luogo della festa.
Non ci sarebbe stato niente di male in quel fatto, in fondo era un habitué di quegli incontri fugaci, ma quel tipo era il proprio regalo. Si, i suoi amici avevano pensato bene di affittargli un Escort, sapendo esattamente quali fossero i suoi canoni di bellezza in un ragazzo.
“Dico sul serio.”
“Ventidue, perché era importante?”
Nonostante stessero parlando, più lui che l’altro, le labbra carnose di quel ragazzo si erano portate sul suo collo mentre le mani salivano lungo il suo torace, poteva sentire il calore di quel tocco su di sé ed un brivido freddo gli attraversò la schiena; era forse la prima volta che provava qualcosa del genere.
“Volevo sapere qualcosa in più di te, tutto qua”
“Sono il tuo regalo, sicuro di voler sprecare il tempo soltanto per parlare?”
Diamine no, non era mica scemo.
Le mani dell’altro stavano allentando il nodo della sua cravatta, con le dita libere gli sfiorava i lati del collo facendolo rabbrividire ancora di più, i loro sguardi erano incollati l’un con l’altro ed uno strano formicolio allo stomaco si stava formando; gli occhi di quel tipo erano magnetici, non riusciva a fare a meno di guardarlo, come se fosse stregato dalle sue pupille dilatate a causa della voglia che sentiva.
Non sapeva come funzionasse esattamente il mondo di un Escort, se il piacere che potevano provare fosse reale o semplicemente si sforzassero di avere certe reazioni.
“Come ti chiami?”
Era più forte di lui, non voleva semplicemente fare i suoi porci comodi e poi dargli una bella stretta di mano ringraziandolo educatamente, di solito voleva sapere qualcosa della persona con cui avrebbe passato la serata, era pur sempre educato.
Sentendo la propria bocca venire avvolta dalle labbra del ragazzo sopra di sé, nel suo cervello si fece largo l’idea che conversare con una persona pagata per fare altre cose, non era proprio il caso, ma in fondo che gli aveva chiesto di inappropriato? Soltanto la sua età ed il suo
nome, almeno se avesse mugolato qualcosa durante il loro rapporto, non lo avrebbe chiamato coso, no?
Le loro lingue si stavano accarezzando nella sua bocca, l’Escort aveva preso il comando di quel bacio dandogli il proprio ritmo, veloce e sensuale, sembrava una danza, si.
Quando si ritrovò libero, portò lo sguardo su quelle labbra invitanti e le vide inclinarsi in un sorrisetto beffardo e malizioso; lo stava provocando, vero?
Gli aveva pure messo un dito sotto al mento, come se volesse costringerlo a fissarlo nel volto.
“Se te lo dico, la finirai con tutte queste domande?”
“Si, ma voglio il nome vero.”
Aveva persino annuito alla propria risposta, era sicuro di sembrare un bambino a quel modo, molta gente glielo aveva detto, magari in situazioni diverse da quella, ma c’era pur sempre stata quella affermazione.
“E’ Taisuke.”
“Taisuke…è un bel nome.”
“L’ha scelto mio padre…”
Aveva notato un cambiamento nei suoi occhi, era stato per un attimo, un cambio lieve di espressione, ma lo aveva visto, come se parlare del padre lo rendesse…triste.
Quel momento era durato poco comunque, Taisuke aveva ripreso a baciargli il collo aprendogli la camicia, aveva lasciato la cravatta attorno al suo collo ed ogni tanto lo afferrava da là, per portarselo vicino, come se poi stare seduti uno sull’altro, su un divano, non creava abbastanza contatto.
“Io sono Hiromitsu”
“Renderò il tuo compleanno indimenticabile, Hiromitsu.”
La cosa si faceva promettente, Hiromitsu avrebbe dovuto ringraziare gli amici.
Aveva ripreso a leggere quello stupido libro sulla seconda guerra mondiale da dieci minuti, che già aveva ributtato l’occhio sull’orologio; erano soltanto le sei del mattino.
Cosa c’era di male, poteva chiedersi qualcuno, accadeva di non riuscire a dormire, giusto?
Succedeva di non poter chiudere gli occhi e mettersi a leggere un libro, anche pesante volendo.
Nella mente comune poteva essere soltanto un episodio, un caso isolato, ma per lui quella era abitudine. Si, Kitayama Hiromitsu passava nottate in bianco a causa di un motivo ben preciso e non riguardava il troppo caffè, né problemi di insonnia né tantomeno qualche problema psicologico che gli bloccava il sonno, anche perché di solito dormiva come un ghiro. Il suo problema, la sua preoccupazione, era solo e soltanto il suo coinquilino, quello che stava praticamente aspettando da quando era uscito…alle sette di sera.
“Non mi aspettare in piedi, capito~?”
Glielo aveva detto con un bel sorriso, come se tutto fosse normale!
Non capiva quanto stesse in pensiero per lui, quanto alla sola idea di saperlo là fuori, con tutta quella brutta gente, perdeva il sonno, semplicemente non lo sapeva.
Fosse stato per Hiromitsu, lo avrebbe seguito per assicurarsi che tutto andasse per il verso giusto, ma Nikaido ed il resto degli amici gli avevano sconsigliato di farlo, forse perché sapevano come avrebbe reagito Kitayama a determinate situazioni.
Sospirando chiuse il libro, rinunciando a leggerlo, probabilmente l’altro non sarebbe tornato prima delle otto di mattina e lui mica poteva aprire e chiudere quel libro mille volte, faceva prima a lasciarlo perdere del tutto e buttarsi a vedere la tv, magari c’era qualcosa di interessante una volta tanto.
Quando stava per accendere quella cosa rettangolare, sentì il cellulare suonare ed il suo cuore ebbe un sussultò; ogni volta aveva paura che potesse essere lui che gli chiedeva aiuto.
Per sua fortuna era Nikaido.
“Che vuoi?”
^ Non ci credo, sei ancora in piedi?^
“Perché, tu no?”
Che aveva da essere sorpreso quando poi era sveglio pure lui non lo sapeva, era anche vero che Takashi non brillava per furbizia.
Delle volte si chiedeva come fosse stato possibile diventare suo amico, di un imbecille del genere, più piccolo di lui e, ovviamente, meno bello ed intelligente di lui.
Kitayama lo aveva conosciuto nella palestra che entrambi frequentavano, per caso si era dimenticato il proprio asciugamano e Nikaido gli aveva offerto il suo, mascherando un approccio, in fondo l’amico andava in palestra per rimorchiare dato che l’esercizio non aveva fatto nessun miracolo sul suo fisico. Alla fine aveva recuperato un paio di persone prima di legarsi e diventare monogamo, tutt’ora si chiedeva come potesse sopportarlo Senga Kento.
^ Io sono appena rientrato, sai, serata con Ken-chan^
“Poverino, sopportarti tutte queste ore”
^ Da come gridava non credo si annoiasse^
Tsk, come se quel dentice potesse durare tutta la notte, lo conosceva bene, dopo un’ora cadeva in un sonno profondo, altro che “All night long”, probabilmente Senga aveva gridato per svegliarlo e buttarlo fuori di casa.
“Sicuro fosse Kento e non un porno?”
^ Guarda che quello che fa da solo sei tu, non io^
“Non faccio da solo! E’ solo un periodo di magra, succede”
Anche se detto da lui suonava davvero strano.
Quel periodo di “magra” andava avanti da mesi ormai, più o meno da quando si era accorto di essersi innamorato. Ogni tanto capitava che facesse sesso giusto per passare il tempo, ma nella sua mente compariva sempre e solo la sua immagine, come un’ossessione, non riusciva a farne a meno, in più il loro rapporto non lo aiutava affatto.
Era complesso, Hiromitsu si era innamorato per la prima volta ma otteneva rapporti occasionali anche con lui, cosa che non gli spiaceva del tutto a dire la verità, e pensare che voleva altro oltre che al suo corpo.
^ Lo stai ancora aspettando, vero?^
“Si, dovrebbe tornare tra poco”
^ Hiro, non credi che sia il caso di dirgli tutto?^
“No.”
Quello avrebbe rovinato la loro amicizia, avrebbe minato il loro rapporto e non voleva, in fin dei conti gli piaceva averlo anche a quel modo, non c’erano parole da innamorati però i gesti dolci si, si scambiavano coccole e baci ma non c’era nessun “ti amo” o “sei la mia vita”. A Kitayama andava bene a quel modo, solitamente finivano a letto quando l’altro aveva bisogno d’affetto, magari era triste come fatto, ma non ci poteva fare nulla.
Giocando con una pallina di Pocky, sospirò, neanche sotto tortura sarebbe riuscito a dirgli quello che provava, una volta Takashi lo aveva fatto ubriacare e poi lo aveva messo davanti all’oggetto dei suoi desideri, voleva che confessasse tutto a quel modo ma nemmeno così c’era riuscito.
^ Sei davvero cocciuto, eppure con Kento mi hai spinto tu^
“Ma perché tu solo col mio aiuto potevi accoppiarti”
^ Intanto io ho qualcuno che mi ama…^
Stava per rispondergli con una battuta acida ma il girare della serratura lo distrasse; era tornato!
Doveva liquidare Nikaido prima che la porta si aprisse, non voleva farsi trovare al telefono, si sarebbe perso il suo saluto.
“Ci sentiamo scimmia.”
Aveva riattaccato il telefono gettandolo poi sul divano, era indeciso sul da farsi adesso, volva fare finta di non essere sveglio, tanto per vedere come avrebbe reagito l’amico.
Con la speranza che lo considerasse comunque, Kitayama chiuse gli occhi facendo finta di dormire, sentiva i suoi passi farsi più vicini e dopo un peso posarsi sul divano.
“Hiro-chan…?”
La sua voce veniva fuori piano, probabilmente non voleva svegliarlo e si stava solo assicurando che stesse dormendo sul serio, cosa ovviamente falsa dato che stava sentendo tutto.
“E’ Taisuke.”
Chissà in quale dimensione poteva accadere una cosa del genere, un Escort ed un cliente che vivevano insieme, era abbastanza strano, no?
In più il più grande si era innamorato di lui, in modo profondo e completo; da quando aveva conosciuto Fujigaya Taisuke, ogni cosa era cambiata. Tutto tranne il lavoro che il più piccolo svolgeva.
“Sono due anni che faccio questo lavoro.”
“E non vorresti smettere?”
Quella domanda era rimasta senza risposta, ma i rientri la mattina e le uscite ogni giorno, erano una risposta abbastanza ovvia, Taisuke non avrebbe mai lasciato quel lavoro, nonostante, a volte, piangesse come un bambino per quello che doveva fare.
In quei momenti Hiro lo stringeva forte a sé cullandolo dolcemente, poi lo baciava per tutto il viso e Taisuke si lasciava andare al suo tocco, ecco perché finivano per fare sesso ogni dannata volta.
“Almeno stavolta dormi, eh~”
Il suo cuore aveva iniziato a battere più forte, Fujigaya gli stava accarezzando in modo dolce una guancia e dopo gli posò un bacio leggero sulla fronte; come poteva non innamorarsi di una persona del genere?
Era dolce, carino, gentile e lo trattava talmente tanto bene che Hiromitsu aveva la sensazione che pure lui provasse determinati sentimenti, qualcosa al di là dell’amicizia, magari poi si sbagliava eh, ma illudersi che quell’amore non fosse solamente a senso unico, per un po’ lo faceva stare bene.
Continuando a fare finta di dormire, si accoccolò contro il più piccolo sentendolo sogghignare, lo faceva sempre quando lo trovava carino o tenero.
Adesso poteva aprire gli occhi e dargli la colpa per averlo svegliato~.
“Uhm”
Faceva pure finta di stare per svegliarsi, gli avrebbero dovuto dare un Oscar per la performance che stava attuando.
Sbatté le palpebre un paio di volte fino a quando i suoi occhi non si aprirono del tutto, facendogli vedere il bel volto di Taisuke. Era quasi morto per quella visione.
“Ti ho svegliato?”
“No..sei tornato da tanto?”
“Dieci minuti più o meno! Vuoi sapere com’è andata la mia serata?”
“Certo”
Come se morisse dalla voglia di sapere i dettagli di quell’appuntamento, se così si poteva definire.
Dire che fosse felice di ascoltare quello che i clienti avevano fatto con Taisuke, sarebbe stato come essere contento di quello che l’altro faceva, il fatto che poi anche lui lo avesse fatto non gli importava, nella vita di Kitayama era successo solamente una volta che affittasse un Escort, ma alcune persone non facevano altro che fissare appuntamenti con l’amico come niente. Forse si erano presi una cotta per Fujigaya anche loro, non era una cosa strana, ma quello a Hiro non andava bene per il semplice fatto che considerava l’amico qualcosa di suo, in fondo non era un segreto quanto fosse geloso di lui e quanto fosse possessivo.
Lo vide sistemarsi seduto e Kitayama si voltò verso di lui, i loro volti erano uno contro l’altro ed in quel momento doveva resistere con tutte le forze che aveva in corpo alla voglia che aveva di baciarlo, dovevano soltanto parlare, giusto? Se la visione del suo viso perfetto non era abbastanza per uccidere Hiromitsu, il suo sorriso dolce era il colpo di grazia.
Ma perché con tutte le persone che c’erano al mondo, si era innamorato di lui? Di qualcuno che non poteva avere?
“Mi ha portato in un ristorante di lusso, sai? Ho mangiato talmente tanto che stavo per scoppiare!”
Si era portato le mani alla pancia muovendole in modo circolare, come si muovevano quando si apprezzava un pasto praticamente, sembrava tanto un bambino a quel modo e quella cosa non lo sorprendeva affatto, Fujigaya Taisuke era un bambino, nonostante i ventidue anni.
Continuava a sorridere mentre gli faceva la lista di quella che aveva mangiato e quello che quel cliente gli aveva raccontato, da quello che ricordava, quell’uomo viscido era uno di quelli che Taisuke frequentava più spesso, a volte aveva paura che potesse essersi innamorato di lui dato che ne parlava così bene.
“E l’albergo era diverso dal solito, stavolta aveva prenotato la suite! Aveva la vasca, sisi, e ci ho fatto un sacco di bollicine~”
“Uh, che bello…”
Voleva piangere dalla disperazione, certi dettagli li detestava, un po’ perché odiava il sapere che qualcun altro lo avesse visto nudo, un po’ perché avrebbe donato un rene per vedere l’amico immerso tra le bollicine, quanto doveva essere carino a quel modo?
La sua faccia tenera più un sacco di bolle di sapone, doveva essere qualcosa di immenso. Immensamente bello avrebbe aggiunto.
Con molte probabilità, Fujigaya aveva capito che c’era qualcosa di strano nel tono di voce che Hiro aveva usato, quella risposta non era di sicuro una delle più contente e felici risposte che potesse dargli, ma che ci poteva fare se determinate cose gli davano fastidio? Sapere che altre persone toccavano il suo corpo.
Baciavano le sue labbra.
Godevano della sua compagnia…lo urtavano talmente tanto che pur di non sentire quei racconti serali, o mattutini, avrebbe sbattuto la testa al muro.
Avvertendo le braccia di Taisuke portarsi al suo collo, Hiromitsu riportò tutti i pensieri sull’altro; ormai aveva capito che quando il più piccolo gli metteva le braccia attorno al collo era per attirare la sua attenzione, alla fine lui si isolava parecchio quando parlavano di quegli incontri. Non che poi lo facesse di proposito o roba simile, gli veniva semplicemente naturale.
“Vuoi tornare a dormire?”
“N-no, mi stavo chiedendo soltanto una cosa…”
“Cosa?”
Vedendolo inclinare la testa leggermente da un lato, il suo cuore si era fermato.
Come faceva a chiedergli quello a cui stava pensando da almeno dieci minuti? E non riguardava la cotta che aveva per lui, voleva sapere se si era innamorato di quel tipo.
“Sei innamorato di quel tipo?”
“Uhm? E’ un cliente Hiro-chan, non potrei mai innamorarmi di uno di loro~”
Gli aveva pure dato un bacio sulla guancia, come per dare maggior effetto alla propria dichiarazione. Certi gesti lasciavano il più grande di stucco, non riusciva mai a capire quando il loro rapporto rimaneva nei canoni dell’amicizia o quando li superasse.
Stava avvertendo il suo respiro contro il proprio orecchio, poi le sue labbra sfiorare con una carezza delicata il lobo; se avesse continuato con quei gesti, Hiromitsu avrebbe sicuramente perso la ragione e lo avrebbe preso senza tanti complimenti.
“E poi…”
“E poi?”
“Sono innamorato già di un’altra persona.”
Quella si che era una notizia che non si aspettava.
Doveva sapere chi era, che lavoro faceva, se lo conosceva, il suo aspetto fisico, tutto, ne andava della sua sanità mentale.
Venire a conoscenza di una cosa del genere era come una bomba, del tutto inaspettata, per mesi aveva osservato Taisuke, per mesi si era posto il quesito “Sarà innamorato?” e adesso gli diceva che si, era innamorato, ma non di un cliente.
Era ovvio che il suo cervello non ragionasse poi tanto bene.
“E chi è? Lo conosco?”
Perché in quel caso ci avrebbe fatto un bel discorso prima di ucciderlo, rubare così l’amore di Taisuke, amore che doveva essere rivolto a lui! Ok no, ma poteva esserlo, giusto? Magari un giorno e con tanta pazienza.
“Buonanotte Hiromii~”
Eh?
Se ne andava a quel modo?
Prima gli diceva di essere innamorato e poi se ne andava a letto? Senza dargli il minimo di considerazione!
Per Hiromitsu quello era un trauma, uno di quelli che gli toglievano il sonno per giorni e mica era una cosa semplice eh, a parte quando lo aspettava sveglio.
“Aspetta Taisuke!”
“Ci vediamo più tardi~”
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