Konnichiwa!!!
Questa mattina sono abbastanza rimbambita, il risveglio mi ha uccisa più del solito, mon dieu!
fattosta che ho ceduto alla tentazione di iniziare a scrivere la nuova fanfiction che ronza nella testa da mesi e questo mi ha fatto ricordare che devo postare Estate18 (e magari continuare anche a scriverla XDDD)
bene, cosa succederà in questo capitolo?? importati evoluzioni per quasi tutti i personaggi! scopriremo segreti scottanti sulle cosce di Shige XDDD e finiremo con quella che è stata universalmente definita la "Sabbongiata sui Denti"!
perciò...doooouzo!!!!
CAPITOLO 14
Yuya stava seduto sulla poltrona del salotto; piegato in avanti e con i gomiti appoggiati alla ginocchia, osservava la ragazza sdraiata sul divano, avvolta da una coperta. Aveva finalmente smesso di tremare, dopo oltre tre ore di convulsioni ininterrotte, e Yuya sapeva perfettamente che non era per il freddo.
Harumi aprì gli occhi, guardando il ragazzo.
-Dormi un po’…- gli sussurrò lei, consapevole che dal momento in cui l’aveva posata su quel divano, lui non si era mosso di un centimetro.
Tegoshi sorrise stancamente- Ho paura che se chiudo gli occhi, tu sparisca di nuovo.
-Non penso ci sia un maniaco rapitore dietro ogni tenda…- scherzò Harumi, tentando di farlo ridere, ma ottenne solo uno sguardo serissimo.
-Ti prego, evitami il tuo sarcasmo…come fai a scherzare così, dopo quello che ti è successo?
Haru fece spallucce e tese una mano verso Yuya, che lui afferrò prontamente.
-Lo hanno portato via?- domandò a bassa voce.
Tegoshi annuì- Domani i poliziotti torneranno per prendere la tua deposizione, sono riuscito a convincerli che non eri nelle condizioni per rilasciarla subito.
-Cosa è successo?
I ricordi di Haru circa i momenti immediatamente successivi al suo salvataggio erano molto confusi, appena si era trovata fra le braccia di Yuya gli effetti collaterali dello stress e dell’adrenalina si erano manifestati e lei era crollata.
Yuya le raccontò che appena aveva capito dove Mizushima l’aveva portata era corso da lei, mentre Shige aveva chiamato Ryo perché lui e gli altri li raggiungessero. Con le chiavi di scorta di Nishikido avevano aperto il portone e si erano fiondati su Hiro, bloccandolo; Yuya evitò di riferirle di aver colpito a sangue Mizushima, anche se era abbastanza sicuro che lei lo avesse visto. Erano poi tornati tutti alla casa, dove li stavano già aspettando Yuki e un paio di poliziotti, avvisati da Junko nel momento stesso in cui Kato aveva chiamato Ryo.
Mizushima era stato subito ammanettato e portato via e Yuki si era occupata di mettere al caldo Haru, mentre Yuya tentava di convincere i poliziotti a rimandare al giorno dopo le domande.
Nelle tre ore successive Harumi era rimasta in uno stato di dormiveglia nel quale si rendeva abbastanza conto di quello che succedeva attorno a lei: a intervelli regolari i suoi amici passavano dal salotto per controllare come stava, nonostante ci fosse Yuya in costante vigilanza; Junko aveva tentato anche di convincerlo ad andare a riposarsi un po’, ma lui non aveva voluto sentire ragioni. Harumi da parte sua non riusciva minimamente a dormire, un po’ per l’adrenalina ancora in corpo un po’ perché aveva paura di risvegliarsi di nuovo nel magazzino, quel magazzino che, dopo la notte con Yuya, per lei era diventato un posto speciale e che Hiro aveva brutalmente violato.
A un certo punto della nottata aveva anche ricevuto la telefonata di sua madre, totalmente in preda al panico, com’era prevedibile. Era riuscita a dirle di stare tranquilla e che stava bene ma dopo pochi secondi aveva guardato implorante sua zia Yuki che riprese subito in mano il telefono, occupandosi lei di tranquillizzare la sorella.
-Cosa succederà a Mizushima?- chiese Harumi alzando lo sguardo su Tegoshi.
-Gli faranno un processo…la tua deposizione di domani servirà a chiarire l’accaduto e a fornire le prove necessarie, dopo di che uscirà per sempre dalle nostre vite.
La ragazza sospirò, rivivendo in un istante tutto quello che era successo.
-Ancora non riesco a credere che sia diventato così…eravamo amici…
-A volte succedono cose brutte…- rispose Yuya accarezzandole i capelli- …e le persone ne restano talmente sconvolte che cambiano completamente…e fanno cose brutte a loro volta.
Harumi annuì debolmente- Tutto quello che voglio ora è dormire con te e dimenticarmi di questa storia.
Tegoshi si alzò dalla poltrona e scostò la coperta che copriva Haru, la quale si strinse verso lo schienale del divano per fare posto al ragazzo, che si sdraiò accanto a lei, prendendola fra le braccia.
-Allora dormiamo…ne abbiamo bisogno tutti e due…
Harumi emise un gemito di assenso e chiuse gli occhi, respirando il profumo di Yuya.
-Non riesco a credere che le vacanze estive siano già finite…- mormorò Koyama tamburellando con le dita sul bancone del bar- Fra due giorni dobbiamo tornare a scuola…
-Vedila così Keii, prima ricomincia la scuola, prima ti diplomi!- cercò di incoraggiarlo Massu- Pensa che a Marzo sarà tutto finito!
-Si, intanto cercate di arrivarci a Marzo…- osservò pungente Shige- Sbaglio o non avete nemmeno fatto mezzo compito di tutti quelli che ci avevano assegnato?
L’unica risposta che ottenne fu un silenzio imbarazzato, dopo di che Keiichiro cambiò rapidamente discorso, concentrandosi sulle previsioni del tempo. Kato guardò con disapprovazione i due ragazzi, girandosi poi verso la porta da cui stava entrando qualcuno.
Yuya e Harumi camminavano verso il bancone, la seconda addentando voracemente dei takoyaki.
-Scusate il ritardo, Haru aveva fame.- disse Yuya affiancando Massu che guardava speranzoso le palline di polipo che una dietro l’altra sparivano nella bocca di Harumi.
-Com’è andata l’udienza?- domandò Kato, impaziente di conoscere le sorti di Mizushima.
-Se l’è cavata dall’andare in carcere solo grazie alla perizia psicologica.- rispose Tegoshi, non nascondendo un certo fastidio- Il suo cervello è davvero messo male. Lo rinchiuderanno in una casa di cura.
Shigeaki si voltò verso Harumi, che stava generosamente concedendo a Takahisa un paio di takoyaki. Il ragazzo si avvicinò all’amico.
-Come sta lei?- chiese a bassa voce, per non farsi sentire.
-E’ rimasta impassibile per tutta la sentenza. Poi quando siamo usciti dal tribunale mi ha sorriso e mi ha chiesto se le compravo i takoyaki.
Tegoshi lanciò un’occhiata alla ragazza e sorrise a sua volta- Mi fa piacere che cerchi di mostrarsi felice per non farmi preoccupare, però vorrei che mi dicesse cosa le passa per la testa.
-Sono sicuro che non appena se la sentirà ti dirà tutto quanto. Per adesso cerchiamo solo di distrarla da tutta questa storia.
-Ehi, cosa state confabulando voi due?- esclamò Harumi nella direzione di Tegoshi e Kato.
-Niente niente!- si affrettò a rispondere Shige- Ci stavamo solo chiedendo dove siano tutti gli altri!
-Proprio dietro di te!- disse Nishikido spuntando alle spalle del ragazzo, seguito dagli altri- Allora, iniziamo a pulire questo posto? Vorrei avere il tempo di tornare a casa e mettermi la divisa, prima di ritrovarmi in classe!
-Più rimandiamo il ritorno a casa, più tardi dovrò confrontarmi con i miei compiti non fatti!- esclamò Arisa- Quindi facciamo pure con calma.
La ragazza si beccò gli sguardi di rimprovero di Shige, Harumi e Junko, mentre tutti gli altri presenti sembravano in qualche modo condividere la sua opinione.
-Che ne dite se organizzassimo un gruppo studio last-minute per finire i compiti?- domandò Toma.
-O per iniziarli…- aggiunse Koyama cercando di non farsi sentire da Shigeaki.
-Li conosco i vostri gruppi studio! Finisce sempre che copiate i miei compiti!- esclamò Kato, evidentemente contrario all’idea.
-Ci potremmo scambiare quelli già fatti per finire prima!- continuò Yamapi rigirando l’opinione dell’amico a suo favore.
Junko raggiunse Harumi, che giocherellava con il bastoncino che poco prima aveva infilzato i takoyaki.
-Ogni estate è sempre la stessa storia! Mai che finissero i compiti per tempo!
-O che li cominciassero!- puntualizzò Haru- Ho smesso di sperare in loro molto tempo fa! E direi che è ora di dare una sistemata a questo posto!
Harumi si mise a battere la mani per attirare l’attenzione e porre fine agli schiamazzi sui compiti di scuola.
Era l’ultimo pomeriggio che passavano tutti insieme allo stabilimento, il quale aveva chiuso il giorno prima, sancendo la fine delle vacanze estive e l’imminente ritorno alla vita reale. Come ultima cosa restava solo da sistemare e pulire tutto quanto e Yuki era bravissima a delegare codesto compito ai suoi cari dipendenti.
-Dividiamoci in gruppi. A ognuno un compito, così finiremo prima!- propose Koyama- che cosa c’è da fare?
-La zia mi ha lasciato la lista…- rispose Haru dispiegando un foglio- Dunque…svuotare il magazzino dietro il bar e caricare la roba sul furgone. Sbattere e sistemare i futon delle stanze. Svuotare e chiudere la piscina dei bambini. Riportare tutte le sdraio al magazzino sulla spiaggia. Pulire docce e spogliatoi.
Per qualche secondo nel bar regnò il silenzio, ognuno dei presenti che pensava a quale compito sarebbe stato meglio dedicarsi.
-Io e Pi facciamo il magazzino del bar!- li informò subito Toma.
-Noi quello sulla spiaggia!- dissero in coro Tegoshi e Shige.
-Io pulisco le docce!- esclamò Harumi.
-Anche noi!- dissero insieme Junko e Arisa.
-Io e Mayu facciamo i futon!- si prenotò Koyama.
-A questo punto manca solo una cosa…- sottolineò Harumi guardando divertita Ryo e Massu le cui reazioni era state decisamente troppo lente- la piscina dei bambini!
Nishikido strabuzzò gli occhi per qualche istante, poi guardò fuori dalla finestra, nella direzione della piscina, poi guardò alla sua sinistra, nella direzione di Massu. Non passò molto prima che il suo cervello realizzasse che avrebbe trascorso il resto del pomeriggio con il suo acerrimo nemico, a pulire una piscina nella quale nelle ultime settimane avevano sguazzato in media 350 mocciosi.
-E CHE CAZZ..
-Massu…- Junko afferrò la maglietta del suo ragazzo, per trattenerlo dall’uscire dal bar come stavano facendo gli altri- Posso parlarti un secondo?
Takahisa lanciò un’occhiata verso Nishikido che, borbottando parole incomprensibili, si stava dirigendo alla piscina.
-A Ryo-kun non piacerà…- rispose titubante.
-Dio santo! Per una volta fai quello che ti chiedo!- esclamò Junko rendendosi immediatamente conto di aver usato un tono eccessivo. Doveva cercare di essere gentile, in fondo stava per procurare a Takahisa un profondo dolore.
Il ragazzo annuì senza replicare nulla, sedendosi a uno dei tavolini del bar e iniziando a torturarsi un ciuffo di capelli. Guardandolo, per un secondo Junko pensò di lasciar perdere tutto, gli faceva troppa tenerezza. Ma l’alternativa sarebbe stata rimanere la sua ragazza per un altro lasso di tempo indefinito, e sinceramente parlando i suoi nervi non avrebbero retto. Quindi la risposta era una sola: lasciarlo. Cercando però di non farlo soffrire troppo. Forse avrebbe davvero dovuto portargli dei gyoza come aveva suggerito Harumi.
Junko si sedette di fronte al ragazzo, cercando le parole adatte. Avrebbe puntato sulla propria colpevolezza, attribuendosi tutte le colpe del rapporto finito male. Si, poteva funzionare!
-In effetti dovrei dirti anch’io una cosa…- disse Masuda prima che lei potesse aprire bocca- Riguarda noi due.
La ragazza lo guardò meravigliata, cercando di elaborare in fretta una risposta.
-Mi rendo conto che forse non è il momento adatto e che ti provocherò un dispiacere…- continuò imperterrito lui, con una serietà inedita nella voce e nell’espressione- Ma non possiamo più stare insieme.
Junko corrugò le sopracciglia, allibita- Ah no?
-No. Mi dispiace tantissimo Junko. È tutta colpa mia. Sono stato un pessimo fidanzato e credo che se continuassimo ti farei solo soffrire maggiormente. Sono veramente un disastro!
Questa evoluzione degli eventi Junko non se l’era aspettata. Avrebbe dovuto svolgere il ruolo della carnefice, mentre inaspettatamente si ritrovava ad essere la vittima. Il piano iniziale prevedeva che lei lasciasse lui, non il contrario. Ma questo ribaltamento poteva rivelarsi un vantaggio e la cosa si sarebbe risolta senza lacrime e spargimenti di sangue. Ottimo!
-No, Massu non devi sentirti in colpa, và tutto bene, davvero!- si affrettò a dire lei, cercando di mostrarsi rassicurante.
-No invece! Sono una persona orribile!- ribattè lui addolorato- Potrai mai perdonarmi?!
-Oddiosanto…si Massu, ti perdono…- borbottò Junko alzando gli occhi al cielo.
Takahisa si alzò in piedi di scatto- Sei una ragazza meravigliosa e sei stata una fantastica fidanzata!- per un secondo Junko ebbe paura che si sarebbe commosso- Spero che la nostra amicizia non cambi per questo! Ti chiedo ancora perdono!
Dopo di che Massu fece un leggero inchino e sparì verso il cortile, veloce come il vento.
Junko rimase seduta al tavolo del bar, chiedendosi esattamente cosa fosse successo.
Keiichiro spalancò la porta scorrevole, rivelando l’ammasso di futon disfatti che si presentava davanti a lui e Mayu.
-Direi di cominciare dalla stanza dei ragazzi…- propose lui guardando la ragazza.
-Decisamente…è la più incasinata!- confermò Mayu tastando con il piede un cuscino su cui si trovavano macchie sospette- Di chi è questo?
-E’ di Shige, ma tranquilla, non ha fatto nulla di illecito! A volte di notte sbava!
-Ora che mi viene in mente…tu…cosa ne sai dell’interno coscia di Shige???- domandò Mayu, memore di quello che le aveva raccontato Harumi sulle sospette informazioni di cui Keiichiro era in possesso riguardo parti di Kato su cui non batteva il sole.
-Oh bhè…sai com’è…- iniziò Keiichiro con indifferenza- Al campo dei boy scout, tutti ragazzi…alla fine certe cose succedono!
Mayu strabuzzò gli occhi, arretrando di qualche passo- Tu…tu…non avrai mica…?
Koyama scoppiò a ridere come un matto- Stavo scherzando Mayu! Dovresti vedere la tua faccia!
La ragazza lo guardò con rimprovero, ma senza nascondere un certo divertimento.
-Una volta, quando avevamo 14 anni, ci stavamo facendo il solletico…- continuò lui- Per sbaglio l’ho toccato nell’interno coscia e lui si è eccitato. Sai, a quella età si hanno gli ormoni in subbuglio e basta un niente!
-Ah, solo a quell’età?- commentò Mayu con una certa ironia.
Keiichiro sorrise sornione, avvicinandosi alla ragazza con fare provocatorio- Cosa vorresti dire…che sono un arrapato?
-Non ci stai forse provando anche adesso?- chiese Mayu restando immobile e incrociando le braccia come per sfidarlo.
-Tesoro, se ci stessi provando a quest’ora non saresti in piedi a guardarmi con quegli occhioni strafottenti!
-Oh come siamo audaci oggi…- commentò Mayu, oltrepassando Keiichiro e sollevando un futun- Peccato che abbiamo altro da fare, quindi raffredda i bollenti spiriti!
Koyama si diresse a grandi passi verso l’ingresso della stanza e con un colpo secco chiuse la porta.
-No, mia cara, non te la caverai così…
Mayu si voltò a guardarlo, trattenendo a mala pena un sorriso.
-Adesso sei mia prigioniera…- proseguì lui avvicinandosi di nuovo alla ragazza. Le prese di mano il bordo del futon e lo risbatté a terra, dopo di che le cinse il fianco con un braccio- Non puoi provocarmi con quegli occhi, questo profumo…e pretendere che io non reagisca…
-Keii…e se entra qualcuno?
-Non entrerà nessuno…- rispose lui, affondando il viso nell’incavo fra il collo e la spalla, accarezzando la pelle con la punta del naso.
Mayu chiuse gli occhi, consapevole che presto avrebbe perso tutto il suo autocontrollo.
-Keii…
-Mmh…- mugugnò lui posandole piccoli baci sul collo.
-Io…io sono vergine…
Koyama si bloccò all’istante e dopo pochi secondi di silenzio sollevò il volto verso di lei.
-E’…è un problema…?- domandò Mayu terrorizzata dalla mancanza di una reazione.
Keiichiro le sorrise dolcemente, scostandole un ciuffo di capelli ricci dalla guancia.
-Non potevi dirmi una cosa più bella...ti amo per questo…
Mayu allontanò un po’ il viso all’indietro, come per osservare meglio il ragazzo che aveva di fronte.
-Hai…appena detto che mi ami…
-E’ un problema?- chiese lui imitandola.
-No…- rispose Mayu sorridendo a sua volta-…visto che anche io ti amo, Koyama Keiichiro!
Junko varcò la porta degli spogliatoi, bloccandosi in mezzo alla stanza ad osservare Harumi e Arisa che lavavano vigorosamente le piastrelle del pavimento.
-Invece di stare lì impalata come il David di Michelangelo, vieni a darci una mano!- esclamò Arisa asciugandosi la fronte con l’asciugamano che aveva attorno alle spalle.
-Massu mi ha lasciata.
Lo spazzolone in mano ad Harumi cadde rumorosamente a terra.
-MA NON DOVEVI LASCIARLO TU?- urlò la ragazza.
Junko si mise a ridere- Si, ma chissà come è avvenuto il contrario! Alle fine il risultato è lo stesso però!
-Quindi si sarà addossato la responsabilità della fine della vostra storia…- osservò Arisa- Ottimo direi, niente Massu e niente sensi di colpa! GRANDIOSO!- le due amiche le lanciarono uno sguardo di rimprovero- Scusate eh…ma non è che Massu ispiri a grandi relazioni…
-Comunque è finito tutto bene…- continuò Junko avvicinandosi e prendendo uno degli spazzoloni dentro il secchio dell’acqua.
-Che fai adesso?- domandò Harumi perplessa.
-Vi aiuto a pulire! Dovevamo farlo tutte e tre!
-Questo lo vedo, ma non stai dimenticando qualcosa?- Harumi appoggiò le mani sui fianchi- Qualcosa chiamato…Nishikido Ryo!
Junko avanzò lentamente sull’erba del giardino, il cuore che le batteva furioso nel petto e nella testa solo la voce di Harumi.
“Vai da Ryo e digli tutto! Prima che in preda a un raptus omicida affoghi Massu nella piscina dei bambini! Vai e diglielo! Diglielo…diglielo…diglielo…”.
La faceva facile lei! Non doveva confessare il suo amore a un ragazzo notoriamente irascibile attualmente impegnato nella pulizia di una piscina in compagnia del suo ex.
Si bloccò in mezzo al prato sollevando lo sguardo alla ricerca del ragazzo che le interessava. Nel giardino c’era solamente Nishikido con un asciugamano legato in testa e i jeans arrotolati fino alle ginocchia, che, armato di spazzolone, sfregava energicamente il fondo di una piscina gonfiabile, borbottando lamentele a tutto spiano.
-Io lo ammazzo. Giuro che lo ammazzo. Una pausa dopo 10 minuti di lavoro…lui e la sua merendina…ma te la do io la merendina!!! Quel ragazzo non ha un metabolismo normale…si certo, il calo di zuccheri…MA TE LO DO IO IL CALO DI ZUCCHERI!!!!
-Ehm…Ryo-kun…
-CHE CAZZO C’E’??
Ryo si voltò di scatto verso la voce e impallidì visibilmente quando si rese conto che a parlare era stata Junko.
-Magari…passo dopo…- suggerì la ragazza con una gocciolina di sudore.
-ODDIO NO! Non volevo! Scusa!- si affrettò ad esclamare Ryo- Dimmi pure!
Junko annuì grattandosi la testa, ma non disse nulla, continuando a fissare abbastanza imbarazzata Nishikido, che si rese conto solo in quel momento di brandire lo spazzolone come una lancia. Rimasero in silenzio per parecchi secondi, lei abbassando e alzando gli occhi in continuazione, lui guardando alternativamente la piscina e i propri piedi.
-Ecco…- riuscì infine a mormorare Junko- Io e Takahisa ci siamo lasciati.
Silenzio.
Ryo sbattè due volte le palpebre -Oh…mi spiace.
-Già.- replicò lei con voce piatta.
Altro silenzio. A Junko parve quasi di sentire delle minacce di Harumi in lontananza, a Ryo parve quasi si sentire l’Inno alla Gioia di Beethoven.
-Adesso che farai?- domandò Nishikido cercando di non far trapelare l’entusiasmo.
-Vorrei confessarmi al ragazzo che mi piace davvero…
-Ah. Lo conosco?- chiese lui stringendo talmente forte lo spazzolone da far cigolare il legno.
-Ha un asciugamano legato in testa e sta pulendo una piscina.
Ryo corrucciò le sopracciglia, guardandosi attorno confuso, finché non si rese conto di essere lui quello con l’asciugamano in testa e i piedi impantanati nell’acqua sporca. Mollò la presa dallo spazzolone e iniziò a correre sull’erba, raggiungendo Junko, prendendola fra le braccia e sollevandola da terra.
-SI! SI! E VAI!!!!- urlò in preda all’euforia, iniziando a far girare lui e Junko mentre lei si aggrappava al suo collo e scoppiava a ridere. L’asciugamano in testa a Nishikido si sciolse e cadde a terra e i piedi del ragazzo ci si ingarbugliarono un attimo dopo, facendo finire entrambi stesi sul prato.
-Oddio, che male…- borbottò Ryo tastandosi il fianco.
-Oddio, che bello…- esclamò Junko baciandolo.
Keiichiro afferrò una delle coperte dei futon e la stese sopra lui e Mayu, i loro colpi stretti in un abbraccio spasmodico.
-Ti senti più a tuo agio così?- domandò lui baciandole l’incavo fra i seni coperti solo dal pizzo del reggiseno.
-Si…grazie…- mormorò debolmente Mayu, sospirando sotto le attenzioni del ragazzo.
Keii le accarezzò lentamente la schiena, salendo sempre di più con la mano, mentre con l’altra scendeva a sfiorarle il fianco; prima che Mayu se ne rendesse conto, Koyama le aveva sfilato gli slip e slacciato il reggiseno, dimostrando una certa esperienza in quel genere di situazioni.
-Con quante sei stato?- domandò Mayu, vergognandosi della propria inesperienza.
Il ragazzo sollevò il viso accaldato, sfiorandole la punta del naso col proprio.
-Non è importante con quante sono stato…importa solo con chi sono adesso!- e le tappò la bocca con la propria, prima che potesse replicare qualcosa, le lingue si scontrarono languide e fameliche, ognuna alla ricerca dell’altra.
Mayu sospirò profondamente fra le labbra di Keiichiro e prendendo coraggio insinuò una mano sotto la stoffa tirata dei boxer; esitò un istante al contatto con la sua carne bollente ma lui appoggiò una mano su quella della ragazza indirizzandone i movimenti.
Mayu abbassò gli occhi imbarazzata, quasi intenzionata a smettere quelle carezze intime ma Koyama le baciò teneramente il naso, tranquillizzandola.
-Insegnami…- mormorò la ragazza e a quella semplice parola sentì il membro di lui fremere sotto la sua mano. Keii deglutì rumorosamente, prendendo un grosso respiro prima di sorridere sornione.
-Questo non avresti dovuto dirlo…- le mormorò all’orecchio, leccandole sensualmente il lobo- Muovi la mano con dolcezza…e lentamente…non voglio che tutto finisca subito per colpa della tua lingua lunga…
-Che cosa vorresti dire?- domandò lei bloccando immediatamente i movimenti della mano.
-Che anche solo la tua voce mi fa perdere il controllo…e comunque non ti ho detto di fermarti…
Mayu sorrise soddisfatta per quella rivelazione e riprese le sue carezze lente ma decise, cercando le labbra di Koyama che non tardarono ad arrivare. Il ragazzo afferrò il bordo dei propri boxer e li abbassò lentamente, facendoli scivolare via dalle gambe; prese poi la mano di lei e con delicatezza la allontanò dal suo membro pulsante, facendola poi risalire lungo il suo petto muscoloso.
-Cosa devo fare adesso?- chiese Mayu, le guance arrossate e il respiro affannoso.
Keiichiro avvicinò il viso al suo, sussurrandole a fior di labbra -…solo amarmi…
Mayu sussultò per l’emozione e arrossì violentemente quando vide Keii baciarle un seno, scendere sull’addome, soffermarsi con quelle labbra sulla pancia e infine bloccarsi, lanciandole uno sguardo eccitato; posò le mani sulle sue cosce e le divaricò leggermente. Non servirono parole per far capire a Mayu le intenzioni del suo ragazzo; chiuse gli occhi, aspettando di conoscere la sensazione di una lingua contro la propria intimità, stringendo con forza il lenzuolo sotto di lei. Era calda e umida. Quel tocco leggero le dava una sensazione inebriante, un calore che si diffondeva dal basso ventre a tutto il suo corpo. Non avrebbe mai immaginato che fosse così bello.
Mayu si lasciò sfuggire un gemito che Koyama interpretò come un chiaro segno di apprezzamento e fu a quel punto che interruppe il suo lavoro per risalire lungo il corpo della ragazza e ammirare il suo viso arrossato.
-Come sta andando?- domandò lui, curioso di sapere se i suoi insegnamenti erano apprezzati. Mayu non rispose, rimase per qualche secondo ad occhi chiusi, regolarizzando il respiro. Keii si stese accanto a lei, facendole scorrere un dito lungo il petto, seguendo tutte le sue curve; a quel punto la ragazza riaprì gli occhi e con un movimento rapido e improvviso si sistemò a cavalcioni su di lui.
Koyama sorrise, dipingendo sul proprio volto un’espressione da “stai imparando” che si trasformò in una smorfia di piacere non appena le labbra di Mayu toccarono il suo collo e i denti lo morsero dolcemente. La ragazza prese a torturarlo lentamente, scendendo sul petto dove baciava e leccava ogni centimetro della sua pelle abbronzata. Le mani accompagnavano le sue labbra, accarezzandolo dove lo aveva toccato poco prima, mentre il suo corpo si stendeva sopra quello di lui e le gambe si intrecciavano.
Keiichiro sentì un brivido scuoterlo completamente quando il suo membro ormai al limite fu sfiorato dalla coscia di Mayu, la pelle della ragazza quasi fredda al confronto con quella di lui. Tentò di respirare a fondo per controllarsi, ma le labbra di lei gli rendevano particolarmente difficile la cosa e alla fine decise che era inutile resistere. Con un colpo di reni ribaltò nuovamente la situazione, ritrovandosi sopra quel corpo che desiderava alla follia. Baciò Mayu con passione, accarezzandole l’interno coscia mentre le divaricava lentamente le gambe.
-Adesso rilassati…
Mayu annuì debolmente.
-Potrebbe farti un po’ male…ma andrà tutto bene…fidati di me…
Mayu strinse le braccia attorno al collo di Keiichiro, cercando di concentrarsi sul suo profumo mentre sentiva il suo membro entrare un po’ dentro di lei; si aspettava che il ragazzo concludesse subito, ma invece Koyama rimase fermo, accarezzandole i muscoli contratti delle cosce.
-Sei tesa…stai calma tesoro…
La ragazza annuì e sospirò, affondando le dita fra i capelli morbidi del ragazzo, rilassando tutto il suo corpo e fu in quel momento che Koyama con una spinta entrò completamente dentro di lei, provocandole un gemito di dolore.
Mayu chiuse gli occhi e distorse la bocca in una smorfia ma il dolore durò meno del previsto. Pochi istanti dopo l’unica cosa che sentiva erano le ondate di piacere che le invadevano il corpo. Keiichiro continuò a muoversi, dapprima lentamente poi prese ad aumentare la velocità e l’intensità delle spinte. Prese il viso di Mayu, nascosto contro la sua spalla, e le ghermì le labbra mentre i loro corpi di muovevano all’unisono sotto le coperte.
Si baciarono spasmodicamente mentre i brividi e il calore dell’orgasmo li invadevano come un fiume in piena e ogni muscolo dei loro corpi si contraeva.
Allontanarono i loro visi ansimanti, guardandosi negli occhi lucidi mentre Keiichiro si stendeva accanto a Mayu, rimettendosi i suoi boxer.
-Non voglio che prendi freddo…- le disse infilandole la maglietta che non molto tempo prima le aveva tolto con una certa destrezza. Mayu si rimise anche gli slip, per poi sistemarsi comodamente fra le braccia del ragazzo.
-Certo che sono proprio un bravo insegnante!- esclamò Koyama soddisfatto.
Mayu si mise a ridere, nascondendo il viso contro il petto di lui.
Yuya e Shige entrarono nel salotto, trovando tutti quanti svaccati su poltrone, sedie o divani. Accanto al tavolo Takahisa stava impilando quelle che sembravano cartacce di merendine e vicino a lui Yamapi stava mostrando a Toma qualcosa sul cellulare. Arisa sedeva su una poltrona con la testa rovesciata all’indietro e più che altro sembrava morta, mentre sul divano c’erano Harumi e Junko, quest’ultima che si scambiava occhiate furtive con un Nishikido particolarmente allegro nonostante avesse appena finito di sgonfiare e piegare una piscina.
In un angolo della stanza erano ammassati i loro borsoni che aveva preventivamente preparato quella mattina.
-Abbiamo finito anche noi!- li informò Tegoshi agganciando le chiavi del magazzino sulla spiaggia al portachiavi appeso alla parete- Direi che possiamo prendere le nostre cose e tornarcene a casa!
-Voglio assolutamente farmi una doccia e passare le prossime tre ore a guardare un dvd!- esclamò Tomohisa- Ma prima di questo, organizziamo il nostro gruppo studio!
-Io direi di andare a casa di Keii-chan, è quella più grande…- propose Massu.
-E quella più vicina a casa tua…- aggiunse Yuya con un ghigno.
-Ma c’è Nyanta!- si lamentò Shigeaki, ma la sua protesta fu bellamente ignorata.
-Quindi è deciso! Tutti da Koyama!- approvò Arisa riemergendo dal suo coma.
-Ma dove sono Keii e Mayu?- alla domanda di Toma seguì un silenzio di tomba, durante il quale tutti i presenti nella stanza si guardarono attorno, notando effettivamente la mancanza dei due.
-Cosa dovevano fare?- chiese Massu mordicchiandosi un’unghia.
-Lavare e mettere via i futon…- rispose prontamente Harumi- In effetti non li ho visti in giro per tutto il giorno…
-Sarà il caso di andare a cercarli…non possiamo certo lasciarli qui!- osservò Junko alzandosi dal divano. Tutti gli altri seguirono il suo esempio e diedero il via alle ricerche per tutta la casa.
Guardarono subito in cucina, che era la stanza più vicina, poi nei bagni e nel ripostiglio.
-Io vado a vedere se almeno hanno finito il loro lavoro- disse Ryo dirigendosi verso la camera dei ragazzi- Lo sapevo che dovevo prendermeli io i futon…dannazione…- borbottò spalancando la porta scorrevole della stanza.
Quello che si trovò davanti fu una distesa di futon e cuscini, chiaramente lì dalla sera prima e da uno dei lenzuoli spuntavano due gambe pelose e circa trenta centimetri più in su due piedi di ragazza.
Nishikido deglutì prima di dirigere lo sguardo verso le due teste dai capelli scombinati.
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHRRRRGGG!!!!!!!! CHE DIAVOLO STATE FACENDO?????
-Mi sa che li ha trovati!!!- esclamò Harumi dal corridoio.
Yuya e Harumi osservarono il furgoncino azzurro sfrecciare per la via, dopo averli lasciati a metà fra le loro abitazioni.
-Sarà saggio affidarli alla guida di Keii-chan?- domandò Harumi visibilmente preoccupata.
-Considerando che sta guidando con il foglio rosa e senza un patentato accanto, direi di si! Speriamo solo che non lo becchino!- rispose Yuya scrollando le spalle- In ogni caso adesso abbiamo ben altro a cui pensare…- aggiunse avvicinando il viso ad Harumi, le labbra distese in un sorriso sardonico.
La ragazza fece per avvicinarsi e baciarlo ma si allontanò all’ultimo momento, scappando verso il cancello di casa sua.
-Haru, non mi provocare…- la avvisò Tegoshi sistemandosi il borsone sulla spalla.
Harumi gli sorrise divertita- Dai, vieni da me per un po’!
-Sei sicura? E se c’è tua madre?
La ragazza fece spallucce- Pazienza, ti conosce da quando avevamo 12 anni, non si scandalizzerà mica! E se invece non c’è…bhè, potrei farti vedere la mia camera…
-Ma io l’ho già vista la tua camera…- osservò Yuya.
-Non dal punto di vista del letto!- esclamò Harumi scomparendo dietro il cancello.
-Se non altro porta valide argomentazioni!- mormorò Tegoshi divertito, raggiungendo la ragazza che trafficava con le chiavi di casa. Aperta la porta lasciarono le scarpe accanto al mobile dell’ingresso e si diressero lungo il corridoio.
-MAMMA! SEI A CASA?!- gridò Harumi per farsi sentire in tutta la dimora.
-Si tesoro! Vieni in cucina!- fu la risposta.
Harumi guardò Yuya storcendo la bocca- Azz…niente tour guidato della mia stanza…MAMMA, C’è ANCHE TEGOSHI-KUN!- aggiunse un attimo dopo.
-Ah, perfetto!
I due ragazzi si guardarono un attimo perplessi, percorrendo poi gli ultimi metri di corridoio ed entrando in cucina. Al tavolo, che troneggiava al centro della stanza, era seduta una signora di circa 40 anni, con indosso la gonna di un tallieur e una camicetta azzurra, le maniche tirate su fino ai gomiti. I capelli, di un castano scuro, le arrivavano morbidi fino alle spalle e la frangia era stranamente pettinata di lato. Accanto a lei sedeva un uomo più o meno della stessa età, abbastanza alto da quel che si poteva dedurre da una prima occhiata, dai capelli leggermente striati di grigio e pettinati all’indietro e con delle sottili rughe accanto agli occhi che tuttavia contribuivano al senso di fascino che emanava.
Entrambi sembravano essere in attesa proprio dei due ragazzi appena entrati in cucina.
-Papà, cosa ci fai qui?- chiese Tegoshi, stupito di trovare il genitore in quella casa.
-Ciao figliolo, tutto bene?- chiese l’uomo con un sorriso- E tu Harumi-chan, hai passato delle belle vacanze?
-Diciamo di si, grazie dell’interessamento signor Tegoshi- rispose lei con un leggero inchino.
-Bhè, belle non direi, dopo quello che è successo con Mizushima…- osservò la madre di Harumi con una nota di preoccupazione- Ma non è necessario che tu sia così formale, Hisato!
Harumi guardò perplessa la madre, chiedendosi perché si rivolgesse al padre di Yuya con così tanta informalità e lanciando un’occhiata al suo ragazzo si rese conto che lui si stava chiedendo la stessa cosa.
-‘Ma…- Harumi le si rivolse con un’espressione in italiano- Cosa succede?
-Aiko, credo sia il caso di dirlo subito, senza giri di parole.- osservò Tegoshi Senior, intrecciando le dita delle mani sul tavolo.
-Dirci che cosa?- chiese Yuya.
-Ecco…- iniziò Aiko arrossendo improvvisamente e suscitando un’occhiataccia da parte della figlia- Io e Hisato…ci sposiamo!
e dal prossimo capitolo...due Guest Star direttamente da ...Sakuraaaa sakeee...XDDDD