Titolo: Dreaming Of You - cap 14
Rating: PG per questo cap
Pairing: Kurt/Blaine
Warning: AU
Wordcount: 2652 (fdp)
"I won't lie"
Era passata una settimana e Blaine aveva deciso di accettare l’invito di Kurt, trasferendosi da lui: la sua vita stava prendendo una piega diversa e non riusciva certo a disdegnarla. Lui e Kurt non potevano definirsi proprio fidanzati ufficiali dal momento che non avevano ancora messo un punto fermo alla loro ‘relazione’, ma erano sicuramente qualcosa che si avvicinava all’esserlo. Certo ci stavano andando parecchio piano con tutto, ma era così che avevano deciso di fare: non volevano mettersi fretta e desideravano conoscersi il meglio possibile.
Dall’altro lato, ogni tanto Blaine doveva nascondere le chiamate di Christian - alle quali lui non rispondeva mai-, che sembrava non aver mollato del tutto la presa: si erano lasciati parecchio male, ed il ragazzo non era ancora riuscito a mandare giù il colpo. Questo Kurt non lo sapeva e non avrebbe dovuto saperlo: in fondo, gli sarebbe passata presto - o così sperava. Certo, aveva deciso di raccontare tutto a Kurt, ma aveva anche paura di rovinare di nuovo le cose e non sapeva come l’avrebbe presa: Blaine non voleva rinunciare all’idea di vivere con lui.
Lui e Christian avevano discusso animatamente quel giorno, nella caffetteria e Blaine aveva anche colto una velata minaccia nelle sue parole, qualcosa di simile ad un ‘non è finita qui’. Non gli aveva dato troppo peso, in fin dei conti Christian non era un cattivo ragazzo e sperava vivamente che gli passasse: la loro relazione non era mai stata davvero profonda e forse più legata al sesso, ed insomma, là fuori di ragazzi con cui scopare ce n’erano parecchi.
“Aggiustiamo queste valigie, Blaine? Non possiamo lasciarle qui in salotto tutto il giorno! Poi so che Santana e Rachel volevano venirci a trovare stasera, vogliono conoscerti!” esclamò entusiasta. Kurt aveva parlato con Blaine delle sue due amiche New Yorkesi e non aveva obiettato all’idea di conoscerle: in fondo era bello poter entrare ancora di più in quello che doveva essere il mondo di Kurt.
“D’accordo!”
Blaine lo seguì e cominciarono a riordinare le cose assieme; le loro mani si sfiorarono qualche volta ed entrambi sorrisero, imbarazzati. Avrebbero voluto da morire baciarsi, fare qualcosa, ma entrambi sembravano reprimere quel desiderio per non spezzare l’atmosfera perfetta che si era creata tra di loro.
Mentre Kurt riponeva delle camice nell’armadio, Blaine lo guardava con l’aria di chi sa che quello sarà il suo compagno quella vita: c’erano poche cose certe come quella, perché riusciva a sentirlo, riusciva a sentire il loro legame profondo e che andava al di là di qualunque altra cosa.
Si sedette sul letto, osservandolo.
Kurt si voltò con disappunto.
“Beh? Tu non mi aiuti più? Sono le tue cose,” sottolineò, quasi pretenzioso. Blaine si lasciò scappare un risolino divertito.
“No è che… mi piaceva guardarti, sei molto ordinato, molto più di me in effetti.”
Kurt si gonfiò il petto d’orgoglio.
“Beh, sono vestiti, devono essere trattati bene. Lo sai, ci tengo particolarmente.”
A quel punto, Blaine si alzò e gli prese la mano, avvicinandosi terribilmente a lui.
“Sai credo che… le cose stiano andando per il verso giusto tra noi, non trovi?” sussurrò, con occhi dolci e pieni d’affetto.
Kurt arrossì.
“Sì… sì, credo… di sì. Voglio dire stiamo per vivere assieme perché cerco un coinquilino e perché… tu mi piaci veramente.”
“Il primo caso in cui due persone si piacciono e vanno a vivere assieme ancor prima di essersi baciate. Bizzarro, non trovi?” sottolineò Blaine, con tono ironico.
Kurt aprì appena la bocca.
“Pensi che dovremmo rimediare?” chiese.
“Non lo so,” Blaine si avvicinò di più a lui, fino a sentire il suo respiro sul proprio volto, “tu che ne dici? Potremmo permettercelo?”
“Forse…”
“Posso prenderlo come un sì?”
Kurt intrecciò le mani nei suoi capelli e si avvicinò a lui definitivamente, chiudendo la distanza che li separava. Si spinse contro le sue labbra aspettando che l’altro reagisse al bacio. Blaine lo strinse a sé con forza per non lasciarlo andare, per non far finire quel momento: l’aveva sognato tante volte, davvero, lo aveva fatto, ma in quel momento era terribilmente vero e sicuramente più emozionante di quanto avesse mai potuto immaginare.
La lingua di Kurt cercava disperatamente la sua, cominciando ad intrecciarsi e scontrarsi in un bacio che di casto aveva decisamente ben poco, ma conteneva tutto ciò di cui entrambi avevano bisogno.
Si staccarono poco dopo, cercando di riprendere fiato e guardandosi negli occhi, sorridendo timidamente.
“Ehi…” sussurrò Blaine, per primo, sfiorandogli la guancia con due dita.
“Ciao…” rispose Kurt, con tono più timido.
Le loro brevi parole furono immediatamente ri-soffocate da un bacio e poi da un altro ancora, fino a portarli sul letto mentre si spingevano a vicenda.
Rimasero lì per un po’, stesi l’uno sopra l’altro, invertendo le posizioni a turno e cercando di strofinarsi e toccarsi il più possibile.
“Mmh, l’ho sognato molte volte,” sussurrò Blaine, ancora sotto di lui.
“Davvero?”
“Sì… sì,” rispose, accarezzandogli il viso.
“Ed hai sognato anche altro?”
Blaine ghignò.
“Non tocca a me confessare qualcosa ora. Tu? Tu mi hai sognato così?”
“Ovviamente,” rispose Kurt, senza preoccuparsi troppo. In fin dei conti sapeva che anche Blaine lo aveva fatto, i loro sogni dovevano esser stati complementari in qualche modo.
Gli passò una mano tra i capelli ricci, accarezzandoli e rigirandoseli tra le dita.
“Credo che dovremmo anche mangiare, i baci non ci sazieranno.”
“Sarebbe bello se lo facessero, però. Avrei un motivo per baciarti tutto il giorno.”
Kurt si lasciò scappare una risata.
“Siamo melensi, mh? Dai, alziamoci pigrone,” lo prese per le mani, tirandolo su, “tra poco arriveranno anche Santana e Rachel e dobbiamo fargli una buona impressione, non credi?”
“Oh, certamente!”
“Sai, possono essere molto protettive quindi dovrai impegnarti per sembrare un bravo ragazzo.”
“Perciò i baci di fronte a loro sono aboliti?” chiese giocoso, prendendolo per un braccio.
Kurt gli baciò la punta del naso.
“Diciamo di sì. Non mi piace inoltre baciarmi di fronte agli altri… molto meglio farlo in privato, non sei d’accordo?”
Blaine annuì lievemente, seguendolo in cucina.
Sembrava di vivere in uno dei suoi sogni.
***
Santana e Rachel arrivarono circa un’ora dopo, bussando alla porta e sorridendosi a vicenda: erano curiose di conoscere Blaine; ne avevano sentito parlare così tante volte che ormai si aspettavano una sorta di ‘mito’ dietro il suo nome.
Fu Kurt ad aprire la porta, salutando le due ragazze con un sorrisone, “accomodatevi!” esclamò subito, gentile come sempre.
Blaine era in salotto, seduto sul divano con la tv accesa. Ovviamente aveva sentito le due ragazze entrare ma non voleva catapultarsi su di loro e sembrare invadente: ci teneva a fare una bella figura.
“Allora? Dov’è il tuo fidanzato?” ghignò Santana entrando nella stanza, Kurt si strinse nelle spalle.
“Non è il mio fidanzato!” esclamò, tenendo comunque la voce bassa.
Rachel si guardò intorno, cercandolo, vedendo poi la luce in salotto e lasciando i due a litigare vicino alla porta: era eccitata di conoscere questo Blaine di cui Kurt aveva tanto parlato e che sembrava da sempre esistere nelle sue fantasie. Doveva essere quantomeno eccezionale.
Blaine si voltò, sentendo dei passi dietro di lui, “oh, ciao!” disse cortesemente alzandosi ed andando verso la ragazza, “sono Blaine Anderson,” le strinse la mano, con un vago deja-vù che attraversò la sua mente. Aveva come l’impressione di averla già vista da qualche parte, ma in fondo New York era una città piuttosto grande, quindi era piuttosto improbabile.
“Rachel Berry,” rispose l’altra, aggiustandosi i capelli dietro l’orecchio e squadrandolo. Blaine si lasciò scappare un sorriso per come lo stesse chiaramente studiando. Forse avrebbe dato dopo a Kurt un verdetto finale del tipo‘approvato - non approvato’.
Kurt rientrò nella stanza proprio in quel momento dopo aver calmato gli spiriti bollenti di Santana la quale sembrava decisamente la più eccitata di tutti, lì dentro.
“Bene bene, finalmente vedo il futuro scopa-amico di Lady Hummel,” disse ironica, mordicchiandosi il labbro inferiore. Blaine inarcò un sopracciglio: sembrava un approccio piuttosto diretto di…
“Sono Santana Lopez,” aggiunse, con meno formalità di Rachel senza stringergli la mano ma guardandosi attorno, “vedo che hai ordinato ben bene la casa, Kurt.”
“Beh, Blaine mi ha aiutato,” rispose, arrossendo un po’ sulle guance per l’imbarazzante situazione: aveva appena chiamato il suo nuovo - tecnicamente - coinquilino ‘scopa-amico’ e non gli sembrava un buon modo per iniziare. Si era dimenticato di avvertire Blaine adeguatamente.
“Blaine ti ha aiutato?” rimarcò Santana, maliziosa.
“San smettila o giuro che…”
“Che? Che mi metti dell’abbronzante nella crema per il viso? Attento Blaine, ha questo vizio. Rachel ne ha pagato le conseguenze una volta.”
Blaine guardò Kurt, trovando quella situazione strana ma anche divertente; l’altro roteò gli occhi.
“Quante volte intenderai prendermi in giro per quella storia?”
Santana incrociò le braccia, mentre Rachel si serviva un po’ di limonata presente sul tavolo.
“Per tutta la vita? Finché non farai qualcosa di ancora più stupido e divertente?”
Kurt sospirò e si lasciò andare ad un sorriso un poco più rilassato, sperando che Blaine capisse quanto gli dispiaceva: quando lo vide sorridere però, ebbe la conferma che fosse più rilassato di lui.
“Beh comunque, adesso che l’hai traumatizzato per bene posso presentarti Blaine Anderson,” Kurt indicò il ragazzo con un sorriso, il quale rispose annuendo leggermente.
“Grazie Kurt.”
Santana ghignò, “beh, voi due unicorni come vi siete conosciuti? Mi sfuggono le dinamiche. Blaine, Kurt ha un’insana ossessione per te, spero tu lo sappia,” andò a sedersi su una poltroncina lì vicino accavallando le gambe, Blaine inarcò un sopracciglio, “oh emh… bene,” rispose imbarazzato, guardando il coinquilino: quella ragazza li stava mettendo un po’ a disagio nonostante riuscisse a trovarla anche divertente.
“Smettila di fare così, San,” la rimbeccò Rachel, “allora Blaine, cosa… cosa fai di preciso nella vita?”
L’altro parve rilassarsi, sciogliendo un poco i muscoli.
“Studio alla Juilliard, sono al terzo anno.”
“A Blaine piace cantare!” intervenne subito Kurt, come se fosse una cosa fondamentale da sottolineare.
Rachel saltò su immediatamente.
“Oh! Canti? Sei bravo? Immagino di sì se fai la Juilliard, io studio alla NYADA, immagino tu la conosca.”
Blaine annuì, facendo un cenno col capo.
“Me la cavo. Ero a capo del mio Glee Club alla Dalton Academy, gli Warblers.”
Il cuore di Kurt perse un battito per un attimo.
“Tu… studiavi proprio lì, proprio alla Dalton?”
Blaine annuì, guardandolo perplesso, “beh sì… non te l’avevo detto?”
“Io… io sono venuto! Anni fa sono venuto alla tua scuola, ti stavo cercando. Avevo sognato quel luogo e ti ho cercato ma tu non c’eri.”
L’altro si strinse nelle spalle, sentendo il tono un po’ più triste di Kurt, “mi dispiace,” rispose, “probabilmente stavo girando per le aule o forse hai visitato il piano sbagliato.”
“Se penso che eravamo… a tanto così.”
Rachel lo fissò, “in realtà… io ho come la sensazione di ricordare il suo volto. Avete partecipato anche alle gare di canto per Glee Club, ci siamo sfidati… se tu eri il solista degli Warblers, devo averti visto per forza,” concluse.
“Beh, potresti anche aver gareggiato contro Sebastian Smythe o Clarington, i miei due… emh, successori? Sono stato a capo del Glee solo per due anni, dopo di che ho preferito dare l’occasione anche ad altri di partecipare in quel ruolo.”
Kurt lanciò un’occhiataccia a Rachel, “vedi? Non sono tutti come te,” sibilò, l’amica rispose con un unico gesto stizzito.
Blaine sorrise, “Beh, comunque mi sembrerebbe strano non averti notato.”
“Non ero molto in luce, a me non sembrerebbe per niente strano. Non sono stato la punta delle New Directions per quanto siano state la mia famiglia,” concluse, guardando le due ragazze, “senza il Glee, oggi non sarei arrivato fin qui e… senza di te, nonostante tu fossi unicamente nella mia testa, suppongo.”
Blaine si allungò per afferrargli la mano dolcemente, guardandolo negli occhi col tentativo di farlo sentire un po’ meglio: ogni volta che parlava del suo passato, Kurt diventava più triste.
“Non farlo soffrire, Anderson, o te la vedrai con noi: questa è la morale del discorso di prima,” ridacchiò Santana, ammiccando. Kurt le sorrise a sua volta, in fin dei conti sapeva che era una brava ragazza e che avrebbe fatto di tutto per lui, così come Rachel. Erano sempre state le sue amiche.
Blaine annuì vago e si sentì in colpa per qualche secondo: mentre tutti stavano riponendo la fiducia in lui, Christian stava continuando a fargli chiamate su chiamate alle quali non aveva assolutamente intenzione di rispondere, ovviamente, ma che mettevano una barriera di fronte alla parola ‘sincerità’ che doveva essere la base del loro rapporto.
Si morse il labbro inferiore: e se stesse sbagliando un’altra volta? Non poteva far a meno di chiederselo; Kurt sembrava aver sofferto molto, cosa avrebbe pensato se avesse trovato una di quelle chiamate? Specialmente in quel momento ancora fragile tra la conoscenza e l’inizio di una relazione stabile.
“Kurt senti… devo dirti una cosa,” intervenne, spezzando le chiacchiere dei tre presenti in sala e che non stava ascoltando veramente.
Kurt si voltò immediatamente, smettendo di chiacchierare.
“Ahi, non mi piace quel tono,” mormorò Santana, rivolgendosi a Rachel, la quale alzò appena le spalle.
“Io… Christian sta continuando a chiamarmi, ma… no! Non dire niente, non sto rispondendo alle sue chiamate: non so perché continua ad insistere, gli ho detto che è finita e…”
“Credo che siamo di troppo, al momento,” Santana prese la mano dell’amica.
“Rimanete pure,” Kurt fece un cenno veloce, accigliato e quasi ferito: Blaine sapeva cosa stava pensando, erano appena all’inizio della loro convivenza e c’erano già problemi di terzi incomodi? Quello che doveva fargli capire era che stava cercando disperatamente di risolverli per non avere futuri problemi. Ci teneva a lui, ci teneva davvero.
Kurt provava un senso di fastidio all’idea che Blaine ricevesse ancora le chiamate da parte di Christian. Si fidava di lui, ma glielo avrebbe detto comunque? Anche senza l’affermazione di Santana? Forse sarebbe rimasto in silenzio e lo sarebbe venuto a scoprire in qualche maniera orrenda come nel novanta percento dei film che vede in tv.
Tuttavia, Blaine in quel momento sembrava sincero e forse non era il caso di rompere un rapporto che stava ancora tentando di fiorire, non con la persona che sentiva di aver finalmente trovato, non con la sua metà.
Poteva risultare eccessivo, certo, ma Kurt ne era piuttosto sicuro; Blaine era la persona di cui aveva bisogno, quello che riusciva a colmare i suoi vuoti, quello che lo faceva sentire al sicuro. Pensò al bacio si poco prima e provò una sensazione di calore all’altezza dello stomaco.
Era certo che valesse la pena perdonare Blaine, in fin dei conti.
“Ti prego Kurt, dimmi qualcosa,” disse, in tensione. Le due ragazze li fissavano allibite e Kurt scosse la testa, risvegliandosi dai suoi pensieri.
“Forse è il caso che parli io con questo Christian?”
Blaine scosse le mani.
“Oh no, ti prego. Non ho idea di cosa voglia fare e non vorrei che… ti ferisse a parole, sai. È molto bravo in questo,” concluse, con una nota amara nella voce.
“Incredibile, vi ho visti oggi per la prima volta assieme ed assisto già al vostro primo ‘litigio’ non so se esserne onorata,” commentò Santana, accigliata come sempre.
Rachel le diede un colpetto sulla schiena, “smettila!”
“Okay, ma dobbiamo trovare un modo per farlo smettere,” Kurt si aggrappò al suo braccio, “perché non sono intenzionato a condividerti con nessuno,” sussurrò, guardandolo con aria gelosa.
Blaine provò uno strano sentimento, tra gratificazione e dispiacere nel vedere Kurt così protettivo nei suoi confronti. Gratificazione perché in fondo, chi non voleva essere così desiderato? Dispiacere perché l’idea che qualcuno potesse già ostacolare il loro rapporto, era alquanto frustrante.
Gli diede un bacio sulla fronte, ben attento a non farlo sulle labbra: poco prima Kurt gli aveva detto di non gradire gesti di quel genere in pubblico, perciò cercò di contenersi.
“Scusami se non te l’ho detto prima…”
“Mh, perché sei stupido. Ma questo l’ho capito subito,” rispose, accucciandosi al suo fianco, sul divano.
“Penso che mi salirà il diabete,” Santana si alzò, andando in cucina: ormai conosceva bene quella casa e Rachel la seguì, lasciandoli soli per qualche minuto, in modo che potessero chiarire la faccenda o si lasciassero andare ad un po’ di coccole.
“Non siamo capitate in un buon momento,” disse Rachel, prendendo dell’acqua.
Santana cercò la coca cola in frigo, “o forse in quello giusto. Avevano solo bisogno di una spinta. Quel Blaine mi sembra un tipo apposto… noioso, terribilmente antiquato in fattore di stile, ma apposto,” commentò, prendendo un sorso della bevanda dalla bottiglia.
Rachel scosse la testa, “credo sia un requisito sufficiente.”
“Sicuramente lo è.”
Note finali: Lo so. È passata una vita e mezzo, ragion per cui ho deciso di cominciare ad apportare una rifinitura a questa fanfiction che mi porterà a fare dei tagli saggi e che riusciranno a concluderla -spero- nel modo migliore possibile. Mi spiego meglio: ultimamente gli impegni di real life mi hanno assorbita totalmente in senso tempistico ma anche d'ispirazione. Non voglio rovinare questa fanfiction, non intendo allungarla per niente, e non voglio assolutamente annoiare voi lettori. Ragion per cui ho rivisto la trama e deciso di fare dei futuri tagli a cose che avrebbero allungato inutilmente il brodo.
Questo significa che la fanfiction si concluderà tra qualche capitolo che mi auguro di riuscire a scrivere più velocemente. Ovviamente sono felicissima del seguito che ha avuto ed ho amato scriverla (e lo sto ancora amando, quando l'ispirazione mi assiste).
Mi auguro che questi ultimi capitoli siano piacevoli seppur meno avvincenti ed originali, forse, dei primi. Non voglio che la storia perda la sua magia, per questo è giusto giungere ad una conclusione moderata e non affrettata ma comunque senza mettere altra carne al fuoco :)
Detto questo: spero abbiate gradito il capitolo e come Kurt e Blaine hanno percorso un altro gradino della loro conoscenza. la mia intenzione non è quella di descriverli passaggio per passaggio o ogni giorno, ma piuttosto di raccogliere dei punti fondamentali esattamente come i primi capitoli della fic, che sono un susseguirsi di "eventi" importanti alla narrazione ed allo sviluppo del loro rapporto.
Se qualcosa non è chiaro o siete in disappunto, liberissimi di scrivermi :) mi fa sempre piacere leggere i vostri pareri anche se sono un po' lenta a rispondermi!