Buon compleanno! <3

Mar 17, 2010 22:13


Buon compleanno fratelli d'Italia <3
perchè i fratelli più famosi d'Italia sono i Vargas U_U
e l'unione d'Italia è incest!



Feliciano si era svegliato di buon ora quel giorno, estasiato -come poteva non esserlo il giorno del suo compleanno?

La gente, andando avanti con gli anni, dimentica la gioia che si prova il giorno in cui si diventa più vecchi di un anno, e man mano che si diventa anziani si tende a dimenticare la felicità con cui da piccoli si cominciava a contare i giorni mancanti al compleanno già due mesi prima, l'attesa festa di compleanno con gli amici più cari che, in coro, cantavano ''tanti auguri a te'' e la tanto desiderata torta, ogni anno diversa. Con l'arrivo dell'età adulta invece, il giorno del proprio compleanno sembra un giorno qualunque, monotono come gli altri, segnato solo dagli auguri di chi si ricorda di farteli.

Ma per il Nord Italia le cose non andavano esattamente così, anzi. Una volta sceso dal letto, saltellando felice, si recò dal fratello per tirare giù dalla branda anche lui per renderlo altrettanto entusiasta dell'evento. Dopotutto era anche il compleanno di Lovino!

“Sveglia, Romano! Sveglia!” Gridò togliendo con uno strattone le coperte di dosso al fratello ed usando il cuscino come sveglia, sbattendoglielo ripetutamente addosso.
“Mmmh, ancora cinque minuti, Feli” mugugnò il Sud Italia rigirandosi sull'altro fianco senza nemmeno aprire gli occhi e cercando a tastoni le coperte.

“Dai Lovi! È il nostro compleanno! Dobbiamo festeggiare!” il Vargas minore, imbronciato, continuò a percuoterlo in tutti i modi, scuotendolo e tirandogli i pugni nell'addome, urlando più forte.

“E va bene, Feli! Sono sveglio!” esclamò Lovino alzandosi di scatto, mentre Veneziano sorrideva contento e felice del suo risultato ottenuto. “Vieni dai! Ti devo dare il tuo regalo!” e così dicendo saltellò velocemente nella stanza accanto, mentre il fratello guardava ancora assonnato la sveglia posta sul comodino: erano solamente le otto, e lui aveva ben altri orari quando non aveva da lavorare. Si mise seduto sul materasso pizzicandosi le guance per svegliarsi del tutto, chiedendosi come il fratellino potesse essere così iperattivo ed esuberante anche la mattina presto, anche se quello era il giorno del loro compleanno.

Quando fece per alzarsi in cerca dei pantaloni bejie della festa che aveva preparato il giorno prima apposta per quell'evento sentì Veneziano saltargli sulla schiena, allacciando le braccia attorno al suo collo. “Buon compleanno Lovino!” sorrise Feliciano mostrandogli un pacchetto racchiuso in una carta colorata marroncina con sopra degli orsacchiotti, piuttosto piccolo, ma che fece lo stesso felice l'Italia del Sud. “Auguri anche a te, Feliciano!” ricambiò felicemente Romano una volta svegliatosi del tutto, afferrando con dolcezza il pacchetto “E ora se mi fai alzare ti prendo il tuo di regalo fratellino!” “Ve ma non ce n'era bisogno!” Esclamò arrossendo il Nord Italia, non riuscendo però a nascondere l'entusiasmo e l'eccitazione, allungando il collo per poter vedere meglio il fratello maggiore che rovistava tra le sue cose alla ricerca del suo regalo da donargli.

“Wow! Com'è grande, Lovi!” gridò vedendo l'enorme pacco che Romano gli presentò davanti, e all'altro i toni così alti della voce di Feliciano la mattina presto gli stavano cominciando a far venire mal di testa, ma sopportava sorridendo. Non poteva rendere triste il fratellino quel giorno così speciale.

“E' tutto pronto per la festa di stasera! Mi sono impegnato tantissimo, e c'è tanta pasta per tutti!”

“Non avrai micca invitato anche quel mangia patate, vero?” nonostante si fosse ripromesso di sopportare anche Germania per quel giorno, il solo pensiero che quel tedesco che tanto odiava venisse a casa loro per mettere le sue manacce sporche di crauti addosso Feliciano lo mandava in bestia.

“Dai Lovino, solo per oggi. È tantissimo che non vedo Germania, e mi ha promesso che avrebbe festeggiato insieme a me il mio compleanno!”

“Lo so. So quanto tieni a lui, però mi da fastidio che ti stia sempre appresso!” In verità era Veneziano che stava sempre appiccicato a Germania, ma questo Romano non lo vedeva -vedeva solo ciò che voleva vedere a dir la verità-.

“E dai! Io non faccio le scenate di gelosia quando Spagna ti viene a trovare!” mormorò il Nord mettendo il broncio ed incrociando le braccia al petto, per poi guardarlo con uno sguardo contrariato. Lui voleva stare con Germania, che a Romano piacesse o meno.

“Lascia perdere Antonio per adesso! È un altro discorso!”

“Ve Lovi che anche lui ti mette le mani dove non dovrebbe a volte!”

Lovino arrossì violentemente -come faceva il fratello a sapere cosa faceva con Spagna!?-, per poi guardare imbarazzato da un altra parte della stanza.

Era geloso di Feliciano, Lovino. Nessun altro doveva toccarlo a parte lui, e il fatto che Spagna lo toccasse era un altra faccenda, che si trascinava dietro da quando era costretto a pulire con poca voglia i corridoi della sua casa.

Veneziano, quando vide che il fratello era giù di morale, lo cinse per la vita e lo abbracciò stringendolo a sé e affondando la testa nel suo petto nudo, assaporandone il profumo.

“Guarda fratellone che io ti voglio bene lo stesso, anche se vai con un altro uomo!” “Io non vado con altri uomini, Feli” brontolò Lovino accarezzandogli la testa, per poi prendergli il mento con due dita e poi sollevarlo in modo che i loro sguardi si incrociassero -quello rapito di Lovino che guardava il suo Veneziano e quello del Nord Italia che lo fissava sorridendo anche con lo sguardo, inebetito. “Io voglio bene a te, Feli. E a te soltanto”

E mentre affermava i suoi sentimenti con una piccola bugia a fin di bene -Antonio gli aveva rubato un pezzo di cuore, e ogni tanto faceva una qualche scappatella con Belgio-, gli lambì le labbra in un bacio che il fratellino non tardò a ricambiare, e la sua lingua si insinuò velocemente nella bocca dell'altro alla ricerca della compagna mentre Veneziano prendeva l'altro per la nuca e lo tirava verso di sé, costringendolo ad affondare dentro di lui.

“Chissà se Nonno Roma sarebbe contento di vedere che ci baciamo!” rise Feliciano quando Lovino si staccò dalla sua bocca, dopo qualche minuto di apnea quasi totale.

“Direi proprio di no, visto che gli piacciono da impazzire le donne ci rimarrebbe molto male se sapesse che ha due nipoti che non hanno le sue stesse tendenze!”

Veneziano sorrise, tornando a baciare il fratello maggiore con tenerezza.

Lovino sollevò leggermente la maglietta dell'altro italiano, facendo scorrere sul ventre le sue mani come se fossero due serpenti alla ricerca della preda, lambendo i capezzoli con le dita, fredde e ruvide.

Feliciano mugolò quando sentì le dita del fratello sulla sua pelle “Lovi...” esclamò eccitato mentre l'altro continuava il suo lavoretto sdraiandosi sul letto e cingendo il Nord per la vita tirandoselo su di se, mettendolo a sedere sulla sua pancia. “Consideralo un regalo per entrambi fratellino” Romano appoggiò la schiena contro il muro e fece chinare Veneziano per baciarlo ancora, mentre le mani scivolavano sul culo del fratello, tirandogli giù i pantaloni.

Era dolce Lovino, anche se aveva voglia di farlo aspettava sempre che Feliciano gli desse il consenso. Solo con lui era così premuroso, nemmeno con Belgio era così paziente, e anche in quel momento attese che il fratellino gli confermasse di proseguire ad infilargli le dita nel suo orifizio per prepararlo. E l'Italia del Sud colse un altro bacio più profondo di Veneziano come un sì, e mentre gli accarezzava la schiena con una mano lo penetrò piano, fermandosi ad ogni gemito di dolore, mentre i loro membri si strusciavano tra loro. Quando le falangi furono dentro e Feliciano si fu abituato alla presenza delle dita dentro di sé -Romano lo capiva dai gemiti di piacere sostituiti a quelli di dolore-, cominciò a muoversi dapprima lentamente, poi quando le urla di piacere si fecero più intese con frenesia e forza, per poi uscire lentamente rallentando il ritmo, e sostituire le dita con la sua erezione, facendo gemere più forte Feliciano mentre gridava il suo nome. Com'era bello in bocca al fratello, come suonava dolce e soave quando lo pronunciava lui.

Dapprima Romano spinse verso l'apertura dell'altro con forza senza essere troppo rude prendendolo per i fianchi esili -non voleva far del male al suo fratellino-, successivamente fu proprio Veneziano a muoversi mentre si masturbava per provare più piacere possibile, ed entrambi gemevano eccitati mentre l'orgasmo era ormai prossimo.

Entrambi vennero e gridarono il nome dell'altro con erotica passione, e Feliciano si alzò aiutando il membro del fratello ad uscire da lui, e si sdraiò su di lui affannato, così come anche Lovino. Il Sud si chiese se finalmente, ora che anche Veneziano era esausto, avesse potuto dormire un altro po'. Ma era il suo compleanno, era appena cominciato e ancora dovevano festeggiare come si deve, non che quel tipo di festeggiamento dispiacesse a Romano.

“Forza, ti sei già stancato? Dobbiamo preparare la festa! Devi cucinare la pasta!” lo incentivò cercando di farlo alzare dal suo petto, visto che ormai gli toglieva il respiro, in tutti i sensi.

“Veh, Lovino, sono stanco, possiamo farlo dopo eeeeh?” domando rigirandosi sul fianco come poco prima aveva fatto il maggiore, spremendosi il cuscino in testa. Lovino rise e lo percosse per tenerlo sveglio. “Dai, che tra poco arrivano il bastardo, il mangia patate e tutti gli altri sfigati nostri amici: che figura ci facciamo se non siamo pronti per festeggiare il nostro compleanno?”

“Ah già! È vero!” Feliciano si destò dalla sua trance come da un sogno, e tutto contento ed inebetito si rivestì di fretta e corse in cucina a preparare la pasta per tutti.

Romano lo raggiunse e lo afferrò per la vita mentre cucinava e stava ai fornelli, accompagnandolo coi movimenti “Io ci aggiungerei del pomodoro” “Tu ci aggiungeresti sempre il pomodoro fratellone!”

Lovino arrossì mordicchiandogli un orecchio.

Com'era eccitante il suo fratellino, così candido e puro. Gli voleva tutto il bene del mondo.

Erano stati troppo tempo separati e per anni, quando Feliciano era da Austria e lui da Spagna, non riceveva nemmeno notizie di lui, e nonostante non lo desse a vedere gli mancava da morire. C'era sempre stato un muro tra loro, un muro che nessuno dei due aveva mai voluto e di cui ancora sentivano i sintomi, c'era sempre quel qualcosa che li teneva divisi nonostante passassero molto più tempo insieme.

Ma ora nessuno, né Antonio, né Roderich, né il mangiapatate li dividevano. Erano uniti, e si amavano molto più di come si amassero fra loro due fratelli.

Nessuno li avrebbe mai più divisi.

Avrebbero festeggiato altri mille compleanni insieme, e ad ogni anniversario della loro nascita Feliciano avrebbe riso sempre allo stesso modo, perchè rimaneva sempre un bambino, e Lovino lo amava per questo.

“Buon compleanno fratellino”

“Anche a te fratellone”

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