Il cassetto delle foto di famiglia è sempre stata zona franca, non l'ho mai visto in ordine da che esisto, ed eccomi anche stavolta a frugarci dentro, perchè oggi cerco una foto, quella di me con il golfino rosso mentre tengo in braccio lo scimmione di peluches....che non so dov'è, ma di certo sarà qui, da qualche parte.
Quasi un secolo di fotografie sovrapposte, alzino la mano tutti i formati possibili: bianchie e neri dai bordi frastagliati(presenti!), fototessere a posa multipla(presenti!), polaroid che virano verso il rosso(presenti!), comunissime 10X15 e pure qualche stampa digitale.
Anche la più ostinata attitudine alla catalogazione crollerebbe di fronte a questa insalata di epoche, ogni volta rimestate, ammirate e poi di nuovo abbandonate e richiuse nel cassetto con una esercitata negligenza che è il frutto di 47 anni di pratica.
Le foto che preferisco sono quelle di formato quadrato. Mio padre non era Luigi Ghirri e nemmeno aveva delle cose forti da dire, la cosa più affascinante è che probabilmente nemmeno si rendeva conto di cosa significhi fare delle foto in formato quadrato.
Eppure, come ben si vede dal ricorrere della sua ombra proiettata nell'inquadratura era lui l'autore della maggior parte degli scatti.
Anche mia madre però pare averne scattate molte, forse perchè era davvero una scena intensa vedere il proprio marito e il proprio figlio rotolarsi sull'erba...ma chissà che intenti aveva la volta che ha fatto quella di mio fratello vestito da cowboy che punta un fucile contro il presepio, e chissà se si è davvero accorta di aver collimato la testa di suo figlio con la traiettoria di uno degli aerei delle frecce tricolore.
Chissà se in questa foto della spiaggia d'inverno mio fratello si era reso conto che il piede ingessato di mio padre poteva sembrare un pallone da calciare...e chissà quale tra tra questi bambini avrà vinto la staffetta nel piazzale dell'ortofrutta?
Mi fanno schiantare le foto di mio fratello da piccolo: questa sul bordo del lavandino, con la faccia tutta piena di schiuma, finge di radersi esibendo il rasoio all'obiettivo.... oppure qui, vestito da zorro, alla conquista delle poltrone del salotto...e in quest'altra tutta ofuscata, dove corre con una bici più grande di lui....
Ce ne sono anche dei miei da giovani, mentre si scambiano baci ai sali d'argento distesi sull'erba, oppure mentre leccano lo stesso gelato seduti al bar di una terrazza mare, non si capisce se siano le ore del tramonto o il viraggio della polaroid a dare tutta quell'atmosfera violacea. Guardo a lungo queste loro foto con interesse perverso e feticista....loro che si baciano! roba mai vista in carne ed ossa.
Mi rendo conto che c'è tutta una dimensione dei miei che non ho mai vissuto, il loro esser giovani, il loro essere creativi.
Io non ero ancora nata quando le foto erano quadrate e tutto sembrava così giocoso, vivo...
So per certo che tutte queste foto sono state fatte con una macchinetta automatica svizzera, di cui non ricordo la marca, ma solo che la vedevo sempre in fondo al comò nella camera dei miei. Da piccola insistevo per usarla, ma mia madre mi scoraggiava...in effetti non ha mai funzionato: le batterie, per prolungato inutilizzo, avevano ossidato tutti i contatti elettrici e ce ne siamo accorti quando l'odore di decomposizione chimica aveva intaccato tutti i cassetti.
Oggi attacco queste foto al muro della mia stanza.
Chiedendomi da quand'è che le cose hanno iniziato ad andare male.