Out Like a Balcony Wilkommen!

Oct 25, 2007 15:46

Si dice Wilkommen vero? Lo spero.

Seguendo il suggerimento del mio amico Iggy, ho creato questo blog per vari motivi:

i) cominciamo con quella più scontata: sentire altre voci, esprimermi.

ii) sto cercando (con scarso successo) di smetterla con il fumo, dopo l'ennesima puntata di dottore house, dove un povero disgraziato con il cancro deve subirsi le frecciatine e l'acidità' di quel grande antipatico, ho deciso che non vorrei fare la sua stessa fine. Bloggare, sempre secondo Iggy, dovrebbe aiutarmi con l'ansia e l'inquietudine. (I miei amici più cari e i miei lettori più svelti avranno gia capito che questa e una grande balla, una motivazione pseudo-intelletualoide del cazzo come piace a me! ☺ )

iii) partecipare in uno spazio non-esplorato

Non perche' lo snobavo, ma per pigrizia.

Ma mi chiedo: la popolarità dei blog sarà nata per trovare una cosa nella realtà analoga ai confessionali nei reality? Spero proprio di no. Ma in ogni modo innegabilmente un legame tra i due phenomeni ci dovrà pur essere: il bisogno di confessarsi in uno spazio paradossalmente privato e pubblico. Quello che mi affascina dei blog e la possibilità di svelarsi, rimanendo allo stesso tempo più o meno anonimi - una parentesi, un vero e proprio spazio al di fuori dello spazio. Ed `e anche per questo che ho scelto livejournal - meno conosciuto, più difficile da trovare tramite una ricerca google (almeno spero, ciao mamma!)

iv) to write in English. I am half English, and it’s a language i don’t express myself in often enough: so here goes it. Although I will proabably alternate between languages - as with most people who speak different languages, the beauty and the limitation of it is that only one language does when another does not. I can not have sex in English, the way I would in Italian - same with anger or gossip.

But I love the English language. It is the switzerland of languages - amazingly neutral, blank, free of any pre-existing character or prejudice, so that when something actually happens in it, that event takes on an even greater resonance. Italian, on the other hand, is a language that presupposes its beauty, adding a poetry to the banal that, in my opinion, is close to impossibile in English. English is a harsher, less sympathetic language, which is why making it do beautiful things, being able to have it convey compassion, for example, is all the more an achievement.
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