[Supernatural] Knockin’ on Heaven’s door
Titolo: Knockin’ on Heaven’s door
Fandom: Supernatural
Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Pairing: Dean/Sam
Rating: G
Genere: flashfic, slash, angst fluffoso (o fluff angstoso, non l'ho ancora capito bene nemmeno io)
Warnings: incesto, deathfic (sì, una deathfic fluff. Io può. u_u)
Parte: 1/1
Conteggio parole: 480
Note: Dean POV, idealmente ambientata dopo la fine della serie, qualunque essa sia, dato che, ehm, i nostri amati fratellini sono appena morti. Morti morti, non morti temporaneamente. XD Metto le mani avanti dato che non sono per niente soddisfatta di questa fic, quindi lo dichiaro qui e ora: penso che sia venuta una schifezza. Capita quando scrivi senza musa (musa, dove cazzo sei?! Mi servi! Le ferie son finite!) Ma ci tenevo a fare un regalino alla mia Amata ele106 nel giorno del suo compleanno. Amata, anche se è il pensiero che conta, spero comunque che a te faccia meno schifo che a me. XD Tanti tanti auguri, tesoro! ♥
Disclaimer: Bla bla non sono miei bla bla Eric Kripke bla bla non ci guadagno un soldo.
Carry on, you will always remember
Carry on, nothing equals the splendor
Now your life's no longer empty
Surely heaven waits for you
(Carry on my wayward son - Kansas)
Non ricordo com’è stato. Posso solo sperare che sia rientrato nella categoria ‘blaze of glory’: dopo tutta la merda ingoiata in vita, una morte epica ci spettava di diritto.
Eppure non ha più importanza, ormai. Un senso di pace finora sconosciuto è l’unica cosa che provo. Perché so che stavolta è finita davvero, e che Sam era accanto a me. So che arriverò di nuovo da lui, non importa quanto dovrò cercarlo, ho l’eternità a disposizione e la benzina in Paradiso è gratis.
Faccio qualche passo nel campo profumato d’erba umida, sovrastato dalla notte. Alle mie spalle, la strada di cui non vedrò mai l’inizio né la fine, e la mia piccola parcheggiata sul ciglio ad aspettarmi, fedele. Senza ombra di dubbio, la donna della mia vita.
Riconosco questo posto, sono già stato qui, e mi guardo intorno in cerca di lui. Sammy e i suoi tredici anni e il suo entusiasmo innocente.
Quando il primo sibilo dissolve il silenzio, alzo gli occhi verso le esplosioni di luce che rischiarano il cielo. I fuochi del 4 Luglio. Sono più belli di quanto ricordassi, e per un attimo non riesco a staccare lo sguardo.
Uno scoppio di scintille rosse accompagna il suono di passi sull’erba alle mie spalle, e sorrido. Eccolo, finalmente.
Ma quando mi volto, non è il Sammy adolescente dei miei ricordi quello che mi sta davanti. È il mio Sam. Si avvicina, sul viso il bagliore caldo dei fuochi d’artificio e un sorriso sereno che non ricordo di avergli mai visto.
“Ehi, Dean,” mi saluta, semplicemente, e in fondo non c’è davvero molto altro da dire.
Faccio un passo verso di lui. “Stavolta sei venuto a cercarmi tu,” commento, senza neanche sforzarmi di suonare disinvolto. Sono felice e ho tutte le intenzioni di godermi la sensazione.
Sam però aggrotta la fronte, perplesso. “Veramente…” comincia, ma è interrotto da qualcuno che gli passa accanto, un candelotto in una mano e un accendino di metallo nell’altra. Il mio accendino.
Ci supera senza alcun segno di essersi accorto della mia presenza. Quando si volta verso Sam, resto a fissare con gli occhi sgranati quel me stesso diciassettenne.
“Forza, Sammy, ne abbiamo ancora altri!”
Lo guardo allontanarsi, ricomincia a sparare fuochi d’artificio, ma Sam non lo segue. “Vogliamo andare?” mi chiede soltanto. Il suo tono è dolce, non ha bisogno di spiegarmi più nulla e lo sa.
Torno a voltarmi verso di lui, e non importa se al riverbero dei razzi si accorgerà di quella prima lacrima solitaria sulla mia guancia.
Non è Sam a trovarsi dentro il mio ricordo: io sono nel suo.
“Non ancora,” riesco a mormorare. “Restiamo qui ancora per un po’.”
Affondo le mani nei suoi capelli e lo attiro a me. La sua bocca è calda e le sue braccia mi stringono e i fuochi del 4 Luglio continuano a esplodere sopra di noi, quasi fosse un benvenuto.
Fandom: Supernatural
Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Pairing: Dean/Sam
Rating: G
Genere: flashfic, slash, angst fluffoso (o fluff angstoso, non l'ho ancora capito bene nemmeno io)
Warnings: incesto, deathfic (sì, una deathfic fluff. Io può. u_u)
Parte: 1/1
Conteggio parole: 480
Note: Dean POV, idealmente ambientata dopo la fine della serie, qualunque essa sia, dato che, ehm, i nostri amati fratellini sono appena morti. Morti morti, non morti temporaneamente. XD Metto le mani avanti dato che non sono per niente soddisfatta di questa fic, quindi lo dichiaro qui e ora: penso che sia venuta una schifezza. Capita quando scrivi senza musa (musa, dove cazzo sei?! Mi servi! Le ferie son finite!) Ma ci tenevo a fare un regalino alla mia Amata ele106 nel giorno del suo compleanno. Amata, anche se è il pensiero che conta, spero comunque che a te faccia meno schifo che a me. XD Tanti tanti auguri, tesoro! ♥
Disclaimer: Bla bla non sono miei bla bla Eric Kripke bla bla non ci guadagno un soldo.
Carry on, you will always remember
Carry on, nothing equals the splendor
Now your life's no longer empty
Surely heaven waits for you
(Carry on my wayward son - Kansas)
Non ricordo com’è stato. Posso solo sperare che sia rientrato nella categoria ‘blaze of glory’: dopo tutta la merda ingoiata in vita, una morte epica ci spettava di diritto.
Eppure non ha più importanza, ormai. Un senso di pace finora sconosciuto è l’unica cosa che provo. Perché so che stavolta è finita davvero, e che Sam era accanto a me. So che arriverò di nuovo da lui, non importa quanto dovrò cercarlo, ho l’eternità a disposizione e la benzina in Paradiso è gratis.
Faccio qualche passo nel campo profumato d’erba umida, sovrastato dalla notte. Alle mie spalle, la strada di cui non vedrò mai l’inizio né la fine, e la mia piccola parcheggiata sul ciglio ad aspettarmi, fedele. Senza ombra di dubbio, la donna della mia vita.
Riconosco questo posto, sono già stato qui, e mi guardo intorno in cerca di lui. Sammy e i suoi tredici anni e il suo entusiasmo innocente.
Quando il primo sibilo dissolve il silenzio, alzo gli occhi verso le esplosioni di luce che rischiarano il cielo. I fuochi del 4 Luglio. Sono più belli di quanto ricordassi, e per un attimo non riesco a staccare lo sguardo.
Uno scoppio di scintille rosse accompagna il suono di passi sull’erba alle mie spalle, e sorrido. Eccolo, finalmente.
Ma quando mi volto, non è il Sammy adolescente dei miei ricordi quello che mi sta davanti. È il mio Sam. Si avvicina, sul viso il bagliore caldo dei fuochi d’artificio e un sorriso sereno che non ricordo di avergli mai visto.
“Ehi, Dean,” mi saluta, semplicemente, e in fondo non c’è davvero molto altro da dire.
Faccio un passo verso di lui. “Stavolta sei venuto a cercarmi tu,” commento, senza neanche sforzarmi di suonare disinvolto. Sono felice e ho tutte le intenzioni di godermi la sensazione.
Sam però aggrotta la fronte, perplesso. “Veramente…” comincia, ma è interrotto da qualcuno che gli passa accanto, un candelotto in una mano e un accendino di metallo nell’altra. Il mio accendino.
Ci supera senza alcun segno di essersi accorto della mia presenza. Quando si volta verso Sam, resto a fissare con gli occhi sgranati quel me stesso diciassettenne.
“Forza, Sammy, ne abbiamo ancora altri!”
Lo guardo allontanarsi, ricomincia a sparare fuochi d’artificio, ma Sam non lo segue. “Vogliamo andare?” mi chiede soltanto. Il suo tono è dolce, non ha bisogno di spiegarmi più nulla e lo sa.
Torno a voltarmi verso di lui, e non importa se al riverbero dei razzi si accorgerà di quella prima lacrima solitaria sulla mia guancia.
Non è Sam a trovarsi dentro il mio ricordo: io sono nel suo.
“Non ancora,” riesco a mormorare. “Restiamo qui ancora per un po’.”
Affondo le mani nei suoi capelli e lo attiro a me. La sua bocca è calda e le sue braccia mi stringono e i fuochi del 4 Luglio continuano a esplodere sopra di noi, quasi fosse un benvenuto.