mi sembra una buona idea, perché i buchi nella maggioranza dei casi verranno coperti dall'inchiostro che si diffonde se la carta è particolarmente acquosa e l'effetto sarà più invisibile quanto più piccoli saranno i caratteri, è un po' il concetto delle 'ink traps' rivoltato verso il risparmio energetico. non so come si comporta con le stampanti laser (la mia è fuori uso altrimenti ti avrei fatto un report in tempo reale), però per le inkjet è una trovata molto intelligente nella sua estrema semplicità, funzionale.
Mi ha anche fatto venire in mente uno scritto di Asimov in cui diceva che se gli anglosassoni facessero come gli italiani e trasformassero tutte le 'ph' in 'f', ci sarebbe un risparmio di inchiostro e di carta globalmente massiccio.
beh è chiaro che è un font da non usare a schermo... per quanto riguarda la resa a stampa, quello che dici tu dipende dalla tecnologia di stampa, dalla carta e dal corpo del font. Più la carta è acquosa (=di bassa qualità) e più il corpo del carattere è piccolo e meno si noterà la differenza con una stampa con il font 'pieno'. se stampi a laser l'effetto sarà probabilmente ancora più accentuato e 'strano' e probabilmente bisogna scendere a corpi molto molto piccoli per non fare vedere troppo i buchini, che comunque daranno un qualche 'effetto bozza'. Per le inkjet invece la cosa mi sembra molto più sensata.
http://www.ecofont.eu/ecofont_it.html
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Mi ha anche fatto venire in mente uno scritto di Asimov in cui diceva che se gli anglosassoni facessero come gli italiani e trasformassero tutte le 'ph' in 'f', ci sarebbe un risparmio di inchiostro e di carta globalmente massiccio.
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su stampa non dovrebbe apparire comunque più sbiadito, il nero?
come se fosse fatta una stampa in modello bozza?
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