Sep 17, 2012 16:37
В субботу был на митинге, и собрался разные заметки. Во-первых, потому что хотел писать маленькую корреспонденцию для итальянской печати. Во-вторых, потому что редко бывал сходить просто на митинг, и не организовать и руководить колонну, или продать газеты, дать листоки, собрать деньги и т.д.
Корреспонденция здесь, конечно, на итальянском :) Заметки пока не знаю если переводить или нет, дело в том - мало времени.
Le prime foglie dell'autunno russo cadono su una Mosca colorata dalle bandiere delle opposizioni a Putin e dalle divise grigie della polizia e della Celere russa, gli Omon. Quarantamila manifestanti hanno percorso i quasi tre chilometri di strada dal concentramento in piazza Pushkin al comizio finale in prospettiva Sakharov. Già dall'una del pomeriggio i primi dimostranti hanno iniziato a dirigersi verso il boulevard Petrovsky, e a piazza Pushkin, tra le bandiere del Partito Comunista della Federazione Russa, i volantini dei gruppi nazionalisti e qualche nastro bianco, il viavai della gente era continuo.
Il movimento d'opposizione a Putin, composito e variegato, ha iniziato già dopo l'esperienza di OccupyAbai a dividersi su linee politiche, tra una destra che vede alla sua estremità i gruppi nazionalisti rappresentati dal tricolore nero-giallo-bianco imperiale e i liberali, e una sinistra rappresentata da varie organizzazioni, tra cui una buona presenza dei militanti del partito di Zyuganov, e da molti giovani studenti, ricercatori e insegnanti, radunati attorno allo spezzone universitario e studentesco. La divisione è stata palese fino al concentramento finale in prospettiva Sakharov, dopo che le sinistre hanno marciato sul lato sinistro dei boulevard della capitale e i nazionalisti e liberali su quello opposto. Le differenze erano rimarcate anche negli slogan: dalla colonna universitaria molti appelli contro la privatizzazione dell'istruzione e della sanità, mentre dalle fila nazionaliste uno stentoreo “Russia senza Putin” era ripreso qua e là dal suono dei tamburi. Da notare la presenza organizzata di soldati e marinai dietro lo striscione “L'esercito e la flotta con il popolo”, che hanno preso posto tra gli spezzoni delle sinistre, con reazioni positive dei manifestanti.
In un'atmosfera calma, tra cartelli dedicati alle Pussy Riot e ragazzi che raccoglievano fondi per i manifestanti arrestati all'indomani degli scontri a piazza Bolotnaya il 6 maggio, il corteo si è diretto verso la conclusione dove, tra la musica dei Kino e i controlli con i metal detector della polizia all'entrata della prospettiva Sakharov, hanno preso la parola gli esponenti dell'opposizione. Tra di essi, oltre ai noti Navalny e Udaltsov, sono intervenuti i due deputati di Russia Giusta Il'ya Ponomarev e Gennadi Gudkov, quest'ultimo privato del mandato parlamentare dalla votazione di venerdì 14 settembre alla Duma, con l'accusa di aver continuato la sua attività imprenditoriale dopo l'elezione. Secondo Russia Giusta e le opposizioni, in realtà si tratterebbe di una vendetta contro Gudkov, attivo sostenitore del movimento contro Putin.
Sergey Udaltsov, leader del Fronte di sinistra, ha fatto appello alla partecipazione alle prossime iniziative delle opposizioni, previste per ottobre. Le luci del tramonto accompagnano il ritorno a casa dei manifestanti, con la consueta guerra di cifre (quattordicimila per il ministero degli Interni) e la nota consegnata alla stampa dal portavoce di Putin, che non ha potuto “interessarsi alla manifestazione” per impegni di lavoro.
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