L'altra sera, che proprio non se ne parlava di rimanere a casa da sola, sono andata a vedere
Il dolce e l'amaro, film presentato a Venezia con non tanto successo.
Ora, a parte il fatto che il protagonista e'
Luigi Lo Cascio, e per me possono anche farmelo vedere per due ore fermo a non fare niente che mi va bene lo stesso, in effetti il film mi ha lasciato un po' cosi'.
E' ben girato, ma allo stesso tempo non capisci cosa voglia dire esattamente.
Non e' esattamente un film sulla mafia, anche se racconta l'evoluzione di un giovane palermitano da aspirante picciotto a collaboratore di giustizia, non e' un film di estrema introspezione per cui si possa capire la trasformazione del personaggio da delinquente a pentito, non e' un film di costume della serie "vita e opere di un mafioso dagli anni '80 a oggi", e' un po' tutto questo e niente in particolare, perche' niente viene approfondito.
E' un peccato perche' invece la regia e' buona, anche se non manifesta particolari guizzi di originalita', e Lo Cascio, oltre il fatto che io lo sposero' anche se ancora lui non lo sa ma non c'e problema, posso aspettare, dicevo, Lo Cascio lo interpreta molto bene, come anche Renato Carpentieri che impersona il boss dei boss e Fabrizio Gifuni che e' il giudice amico di infanzia del mafioso (anche se al giudice a un certo punto lo fanno assomigliare al giudice Borsellino tra baffi e capigliatura, e voglio dire, lasciatelo in pace il povero Borsellino, o si fa un film (ne hanno fatto) su di lui, possibilmente un film serio, oppure non facciamolo diventare una maschera, per favore), gli altri protagonisti rimangono un po' in bilico tra l'ordinario e il macchiettistico.
Mah: sanza infamia e sanza lodo.
Consigliato alle amanti di Lo Cascio, almeno c'e' qualche scena di sesso! ;-)