Irasshaimase!!! + [Fic] Kao o shinai Kedo...

Aug 16, 2007 08:44

Salve a tutti!!!
Dunque, dunque...vi starete chiedendo chi io sia...è una bella domanda!!
La convivenza delle mie innumerevoli personalità all' interno del corpo della persona comunemente soprannominata Acchi, rende alquanto difficile la mia presentazione.
Facciamo un breve riassunto: Acchi è la principale, quella che c' è più spesso, diciamo; poi c' è Nyctea, la scrittrice un po' romantica e un po' angst, la puoi trovare ovunque sulla rete; e ancora Nee-san, la figlia maggiore della strana famiglia Tanks, composta da Sara(Kaa-san), i Gemelli Titti e Luca(gli stomaci-a-buco-nero), Giorgio(il brontolone che preferirebbe essere nato in un altra famiglia) e le Gemelle Yuki e P.(le più piccole e le più rompi, ovviamente). Queste sono quelle fondamentali. Poi ci sarebbe Ryuuzaki, con i suoi dolci, Shuusuke, con i suoi piani sadici, Fluff, con la sua calma e il suo amore per le cose kawaii, Sanzo, con la sua incazzatura perenne, e molte altre.
Comunque, la personalità che qui vedrete più spesso sarà sicuramente Nyctea, perchè questo journal sarà riservato alle fanfiction; io voglio molto bene al mio computer(che si chiama KenKen), però mi fido poco di lui, quindi preferisco tenere un archivio anche sulla rete.
Detto ciò, andiamo con la prima.

Titolo: Kao o Shinai Kedo...
Fandom: Tenimyu/D-Boys
Personaggi/Pairings: Yuuya+Yanagi, Shirota
Descrizione: Sembra che migliaia di pensieri si affollino nella testa di Yuuya, senza lasciargli il respiro.


Yuuya girò le chiavi nella serratura del suo appartamento, la porta si aprì con un leggero suono che rimbombò nel silenzio. Eppure Omotesando era una zona il più lontano possibile dall’ essere silenziosa, con la sua strada a doppia corsia sempre trafficata, con i suoi marciapiedi affollati di negozi e di gente, a tutte le ore del giorno. Ma intorno a Yuuya c’ era il silenzio. Il suo viso sempre serio era completato da uno sguardo vacuo, sembrava che non stesse pensando affatto. In effetti, non un solo pensiero aveva attraversato la sua mente da quando aveva lasciato il café e aveva salutato il suo manager e Ueshima-sensei.
Entrò in casa richiudendo la porta dietro di sé. Lentamente, si chinò per togliersi le scarpe. Aprì l’ armadio alla sua sinistra per riporle esattamente al loro posto, tra le Nike rosse e le Adidas che gli aveva regalato Zukki. Per sicurezza, controllò che fossero tutte in ordine. Lo erano. Si voltò verso l’ appartamento e, come d’ abitudine, disse:
“Tadaima!”
Fu un lacerante silenzio ad accoglierlo.
Improvvisamente le sue orecchie avevano ricominciato a sentire, però non sentirono niente.
La sua mente fu attraversata da tantissime voci, così tante e così confuse, che nel caos fu capace di riconoscerne solo alcune.
“Yuuyan!!” “…ha avuto un incidente…” “Andrà tutto bene…” “Abbiamo bisogno di un altro Ryoma” “…una macchina…”
“Non sappiamo se si sveglierà.”
Cadde in ginocchio. Si coprì le orecchie. Gli occhi spalancati. La bocca che continuava a sussurrare uno stentato “Basta”.
Cominciò a tremare. Tanto, troppo.
Cosa gli stava succedendo? Yuuya non perdeva mai il suo sangue freddo, tutti i suoi amici gli invidiavano il suo autocontrollo. Non poteva farcela…da solo. Solo. In un appartamento vuoto. Aveva bisogno di aiuto.
Con mani ancora tremanti cercò nella borsa il cellulare, lo aprì velocemente, digitò il numero rapido 3 e attese, mordendosi il labbro inferiore.
“Moshimoshi, Enyan?”
Chiamò l’ unica persona che in quel momento poteva capirlo.
“Shirotan…”

°Oo____________oO°

Shirota lasciò in fretta lo Starbucks di Shibuya, il telefono ancora all’ orecchio. Si era alzato nonappena aveva sentito la voce rotta di Yuuya. Dopotutto, aveva sempre immaginato che gli sarebbe arrivata una chiamata del genere.
“Sei a casa? Arrivo subito!”
Chiuse il cellulare prima che Yuuya potesse protestare e corse verso la stazione, ringraziando che Omotesando fosse distante solo due fermate.
Non sapeva se preoccuparsi o sentirsi sollevato. Erano passate due settimane da quando Yanagi aveva avuto l’ incidente ed era entrato in coma e Yuuya non aveva mostrato il minimo segno di debolezza. L’ aveva visto fissare con occhi persi il viso pallido di Yanagi, gli aveva sussurrato un “Andrà tutto bene” per cercare di tirarlo su, ma Yuuya aveva alzato lo sguardo sorridendo leggermente e gli aveva risposto “Lo so”. Nessuno può guardare il proprio migliore amico, il proprio convivente, la persona che gli è più cara distesa su un letto dal quale non si sa se si alzerà mai e mantenere una calma perfetta, nemmeno Yuuya. Prima o poi sarebbe scoppiato.
Shirota lo sapeva e aveva aspettato, guardando l’ amico seppellire sempre di più i suoi sentimenti dietro un’ ostentata forza d’ animo.
Quando arrivò davanti alla porta dell’ appartamento si fermò, prese un profondo respiro ed entrò.
Yuuya era seduto a terra, di fronte all’ entrata. Aveva ancora il cellulare in mano. Fissava un punto imprecisato davanti a sé.
Shirota si tolse le scarpe e si avvicinò cautamente a lui. Si chinò e lo chiamò piano. Yuuya girò lo sguardo verso l’ amico ma non disse niente. Shirota sospirò, gli prese le spalle nelle sue grandi mani e cercò di rimetterlo in piedi; quando l’ altro lo assecondò, lo fece camminare verso il divano e lo fece sedere.
Silenziosamente aspettò.
“Oggi…ho incontrato Ueshima-sensei”
Fece una pausa.
“Mi ha chiesto di interpretare Ryoma...mi ha chiesto di rimpiazzare Yanagi.”
Shirota si morse il labbro. Ora capiva cosa aveva scatenato tutto. Yanagi teneva tantissimo al suo ruolo in Tenimyu e a Yuuya era stato sbattuto in faccia che non avrebbe più potuto prendervi parte.
“Ho detto che ci avrei pensato”
Eccola, la parte fredda e razionale di Yuuya che tutti ammiravano. Era stata una buona risposta, bisognava ponderare le conseguenze di quel lavoro: da una parte la popolarità che si acquisiva e la comodità di conoscere già la maggior parte delle canzoni, dall’ altra il peso di prendere il posto del proprio migliore amico. Non era una decisione facile.
“La casa è silenziosa…”
Yuuya ricominciò a tremare.
Shirota gli passò un braccio sulle spalle, per incoraggiarlo ad andare avanti.
“Quando torno a casa, non c’ è nessun ‘Okaeri’…quando mi sveglio la mattina, non c’ è più l’ odore del caffè di Starbucks in cucina…non c’ è nessuna bella voce che sotto la doccia canta ‘This is the Prince of Tennis’…le mie scarpe sono sempre in ordine…sono da solo.”
“Enyan…”
“Non sta andando tutto bene” disse amaramente.
“Enyan,” ripeté Shirota “Lui non ti ha lasciato solo. Yanagi è vivo.”
Yuuya deglutì. Alzò lo sguardo per incontrare gli occhi dell’ altro.
“E’ vivo, vero? Si sveglierà, vero?”
Shirota non aveva mai visto né sentito tanta insicurezza in Yuuya.
“Devi solo avere fiducia.”
Il ragazzo annuì, abbassando di nuovo lo sguardo.
“Enyan, dovresti sfogarti, sai? Di me puoi fidarti, no? Fatti un bel pianto, poi ti sentirai meglio!”
Yuuya scosse il capo.
“Io non piango, Shirotan.”
La frase era stata detta come se fosse stata una cosa ovvia. Quando Shirota aveva chiesto a Yanagi come mai Yuuya non versasse mai una lacrima, lui gli aveva detto che qualche volta aveva pianto, poi aveva cambiato discorso. Shirota aveva immaginato che c’ era una buona ragione se Yuuya piangeva solo con Yanagi e che era un loro segreto, così non aveva indagato oltre.
Yuuya si strinse un po’ nel mezzo abbraccio di Shirota. Sembrava essersi calmato e il tremore era cessato.
Improvvisamente, squillò il telefono.
Entrambi i ragazzi sobbalzarono, Yuuya si alzò per andare a rispondere.
“Moshimoshi, casa EndouYanagi”
Dall’ altro capo sentì una voce femminile singhiozzare. Il suo interlocutore piangeva disperatamente.
“Yuuya-kun…”
Yuuya riconobbe immediatamente la voce: era Yanagi-san, la madre di Koutaro.
Un brivido gelido lo scosse, sul suo volto si dipinse un espressione puramente terrorizzata.
Shirota lo vide impallidire e deglutire e vuoto, mentre appoggiava una mano al muro per sostenersi.
“Yuuya-kun, Koutaro si è svegliato!”
La sua espressione cambiò improvvisamente, mentre spalancava gli occhi.
Shirota vide grosse lacrime bagnargli le guance.
Si alzò in fretta, preoccupato.
Quando lo raggiunse, però, Yuuya chiuse gli occhi e sospirò.
“Grazie, Yanakou.”
Poi sorrise tra le lacrime.

The End

[fandom] fanfiction, tenimyu, d(for dork)-boys, esteban buchou

Next post
Up