Dec 16, 2003 17:19
Gli animali furono imperfetti,
lunghi di coda, plumbei di testa.
Piano piano si misero in ordine,
divennero paesaggio,
acquistarono nèi, grazia, volo.
Il gatto, soltanto il gatto
apparve completo e orgoglioso:
nacque completamente rifinito,
cammina solo e sa quello che vuole.
L' uomo vuol essere pesce e uccello,
il serpente vorrebbe le ali,
il cane è un leone spaesato,
l' ingegnere vuole essere poeta,
la mosca studia la rondine,
il poeta cerca d' imitare la mosca, ma il gatto
vuole solo essere gatto
ed ogni gatto è gatto
dai baffi alla coda,
dal fiuto al topo vivo,
dalla notte fino ai suoi occhi d' oro.
Non c'è unità come la sua,
non hanno la luna o il fiore una tale coesione:
è una sola cosa come il sole o il topazio,
e l' elastica linea del suo corpo,
salda e sottile, è come la linea della prua di una nave.
I suoi occhi gialli hanno lasciato una sola
fessura per gettarvi le monete della notte.
Oh piccolo imperatore senz' orbe,
conquistatore senza patria,
minima tigre da salotto, nuziale
sultano del cielo delle tegole erotiche,
il vento dell' amore all' aria aperta
reclami quando passi
e posi quattro piedi delicati sul suolo,
fiutando, diffidando di ogni cosa terrestre,
perchè tutto è immondo
per l' immacolato piede del gatto.
Oh fiera indipendente della casa, arrogante
vestigio della notte, neghittoso, ginnastico
ed estraneo, profondissimo gatto,
poliziotto segreto delle stanze,
insegna di un irripetibile velluto,
probabilmente non c'è
enigma nel tuo contegno,
forse non sei mistero,
tutti sanno di te ed appartieni
all' abitante meno misterioso,
forse tutti si credono
padroni, proprietari, parenti
dei gatti, compagni,
colleghi, discepoli o amici
del proprio gatto
io no.
Io non sono d' accordo.
Io non conosco il gatto.
so tutto, la vita e il suo arcipelago,
il mare e la città incalcolabile,
la botanica,
il gineceo coi suoi peccati,
il per e il meno della matematica,
gl' imbuti vulcanici del mondo,
il guscio irreale del coccodrillo,
la bontà ignorata del pompiere,
l' atavismo azzurro del sacerdote,
ma non riesco a decifrare il gatto.
sul suo distacco la ragione slitta,
numeri d' oro stanno nei suoi occhi.
Pablo Neruda