Titolo: Sorriso
Fandom: ヘタリア Axis Powers (Axis Power Hetalia)
Personaggi: BadTrio Friends, young!Germany (Antonio Fernandez Carriedo, Francis Bonnefoy, Gilbert Weillschmidt e Ludwig)
Genere: Generica
Rating: G
Conteggio Parole: 1.196 (word)
Note: 1. il titolo prende spunto dalla
canzone omonima di Akiko Shikata.
A fine fic ho voluto inserire la lyric solo per un mio capriccio (e soprattutto perché sembra fatta per Gilbert e Ludwig).
Sistemare le pieghe di quel vestito stava diventando una sfida.
Entrambe le mani erano impegnate a tirare e colpire con forza l’abito per eliminare le grinze e le imperfezioni. Voleva renderlo così perfetto, che non si accorse neanche che chi lo indossava era intento a lamentarsi ad ogni tirata e colpo, mugugnando.
“ Brüder così mi fai male! “
In tutta risposta grugnì e prese a sistemagli il colletto del farsetto con la stessa caparbietà che aveva usato fino ad ora.
Non era mai stato un perfezionista ma nel vestire, grazie a quel dannato francese aveva riservato un particolare cura nei dettagli, solo quando gli conveniva.
Finché non fosse stato soddisfatto non si sarebbe mai arreso. Arrendersi era per le mammolette.
“ Così può bastare Brüder “
“ Giammai! “
Soddisfatto della forma delle maniche, sottostanti alla leggera veste turchese, ora si stava dedicando alle scarpe dal tacco basso dello stesso colore della tunica.
In quel momento il bambino avrebbe voluto trovarsi in mani migliori, magari tra le morbide e delicate di una qualsiasi servetta, non quelle nervose e callose del fratello.
Faceva un sospiro dietro l’altro invece di respirare.
“ Mi pare sia tutto apposto ora! “
Inneggiò trionfante e soddisfatto alzandosi da terra levandosi la polvere dai vestiti.
Il piccolo si guardò, e l’unica cosa che notava era quel colore così acceso da fare male agli occhi e per giunta era completamente avvolto, dalla testa ai piedi.
Solitamente veniva abbigliato con tinte scure e con molta sobrietà, solo nelle occasioni speciali lo vestiva suo fratello e gli faceva indossare abiti da femminuccia. A quanto pareva quella era uno di quei giorni speciali.
“ Mi sento una bambina! “
“ Che stupidaggini! Sei bellissimo! “
“ Brüder? “
“ Ja. “ Rispose senza prestagli occhio, era preso nel osservare il suo riflesso attraverso il grande specchio, posto sul muro davanti a lui.
“ Perché mi hai conciato così? “
Si rivolgeva sempre timidamente ma stavolta, assolutamente spazientito di questa cerimonia, gli fece quella domanda con un tono brusco e un’espressione corrucciata.
Stava andando sul piede di guerra.
Il giovane si girò rispondendogli con un sorriso, avvicinandosi e accarezzandogli i capelli.
“ Il turchese ti dona particolarmente e si abbina al colore dei tuoi occhi. “ Da come parlava, il suo tono e la serietà del suo volto sembrava realmente convinto di quelle parole.
In tutta risposta il bambino alzò il sopracciglio tentando di ribattere, ma fu subito interrotto dal fratello che notando un’ennesima piega nel colletto, prese a sistemarlo continuando il suo monologo apparentemente incurante delle reazioni di quel che lo circondava.
“ E poi dovrai conoscere delle persone importanti. “
“ Importanti? “ Non era sorpreso, se l’era immaginato.
“ Freunde. “ Il viso si distese in un espressione serena mentre le sue labbra pronunciavano quella parola.
“ Tu come pensi che sia hermano? “
“ Come lui? “
“ Da come ne parla sembra uscito da qualche suo vaneggiamento della sua testa. “
“ Dici che a forza di prendere botte si è creato un fratellino immaginario, non è un po’ tardino per lui? “
Scoppiò a ridere seguito dallo spagnolo.
Entrambi erano seduti all’ombra di un grande albero, intorno a loro i prati ricolmi di margherite sembravano un’onda verde-bianca mossa dal vento. Il francese sedeva composto sopra la mantella del fratello, si era lamentato fino allo sfinimento per lo sporco, finché l’altro non gli aveva ceduto qualcosa per non sporcarsi mentre lui, in barba al terriccio, gli insetti e le buone maniere era disteso a terra con un filo d’erba tra le labbra e le gambe accavallate.
“ Per essere un fratellino immaginario ce ne mette di tempo per vestirsi. “ Mormorò lo spagnolo spazientito, infondo era da solo un ora che stavano aspettando nel giardino, accampati alla bene e meglio, protetti dal torrido sole solo dalla fresca ombra dell’albero.
“ Sono felice di incontrarlo sai? Da quando sento parlare di lui sembra meno rissoso e più tranquillo. “
Si sistemò una ciocca bionda dietro l’orecchio e mentre si rivolgeva al fratello, che ora aveva chiuso gli occhi; se fosse passato un altro po’ probabilmente si sarebbe preso la sua siesta, anche fuori orario.
“ Sarebbe una disdetta se perdesse quel po’ di sangue caliente che aveva, hermano. “
Non passò neanche un attimo da quella frase che la voce squillante di Gilbert irruppe nella pace come una cannonata, facendo spaventare i due compagni.
“ UOMINI! IN PIEDI! “
A grandi passi arrivò verso di loro e mettendosi le mani sui fianchi, tronfio del suo smisurato ego guardò entrambi.
“ E' tutto pronto! “
“ Era ora…” Mormorò lo spagnolo mettendosi a sedere facendo cadere dalle labbra il filo d’erba.
Francis invece sembrava sollevato di potersi alzare, quella lunga attesa l’aveva stancato e subito in piedi prese a pulirsi meticolosamente i vestiti. Non era paranoico semplicemente ci teneva.
“ Il bambino? “ Chiesero entrambi, puntando gli occhi addosso al tedesco che invece ora si stava scrutando alle sue spalle, in cerca di qualcosa che non trovava.
Non rispose, tornò indietro allo stesso modo di com’era venuto: ampi e svelti passi.
I due rimasti lì lo guardarono andarsene, senza battere ciglio. Le stranezze del compagno erano all’ordine del giorno, eppure facevano fatica a levarsi dalla faccia quell’espressione vagamente perplessa.
“ SU ESCI! Non ti mangeranno…credo. “ Ora il ragazzo stava tirando qualcuno per un braccio, gridandogli frasi incoraggianti, per quanto lo potessero essere.
“ Sei meraviglioso, esci e fatti vedere dai! Non rideranno di te…te lo prometto! “
Quando questo tira e molla fu concluso, il bambino uscì fuori dalla porta e si nascose timidamente dietro il fratello, coprendosi con il suo ampio mantello.
“ oooh ma che abbiamo qui? “ Meravigliato il francese frugava con gli occhi dietro le spalle dell’amico, sperando di vedere quel che stava agognando da un ora.
Lo spagnolo incrociò le braccia sul petto e tentava di fare la stessa cosa del fratello, contenendo gli squittii.
“ Su fatti vedere!Ci ho messo così tanto per vestirti, sarebbe uno spreco non farsi dare un occhiata da questi due! “
Il bambino stringendo il mantello tra le mani fece un passo rimanendo sempre coperto. Il suo sguardo abbassato e le guance velate da un leggero rossore, erano il sintomo nato dalla lotta precedente che dell’imbarazzo.
Ma quando mosse quel piccolo passo, prontamente gli venne levato dalle mani con forza quel che stava stringendo per nascondersi.
Con fini capelli biondi, ricadenti sulla fronte e quel delizioso abito turchese aveva fatto lanciare al giovane francese un gridolino, mentre Antonio si lisciava il mento imberbe, compiaciuto di quel che stava guardando.
Ma quando il piccolino aveva alzato gli occhi chiari verso di loro, fu il finimondo.
Le reazioni dei due amici fece gonfiare al tedesco il petto d’orgoglio, permettendogli di librarsi da terra senza nessun sforzo.
“ Sono encatado. “
“ Come si chiama questo principino? “ Squittì per l’ennesima volta Francis, desideroso di stringere tra le braccia quell’angioletto.
Lo sguardo di Gilbert si abbassò rivolgendosi al fratellino con un’espressione indecifrabile. Rispose con una voce piena di dolcezza. Non ricordava neanche l’ultima volta che aveva parlato così.
“ Ludwig. Si chiama Ludwig. “
Se di noi due uno solo potesse ricever l'amor del mondo,
io sarei felice di donarlo a te.
Accettalo senza esitazione, te ne prego.
Io ti stringo dolcemente nell'abbraccio del mio amore più sincero.
Te ne prego, va avanti per la strada che tu credi.
Prego perché tu non perda mai la tua anima pura e sincera.
Se uno di noi due fosse scelto per il regno della morte,
io sarei felice di offrirmi.
Ti prego, non essere triste, perché io già ricevo da te
tanta felicità da non meritarla.
Il mio cuor ti sarà per sempre vicino.
Prego perché quel tuo sorriso gentile non si oscuri mai.