[Inoobu] Giardino segreto / La leggenda della prima rondine

Jan 27, 2013 15:38

Titolo: Giardino segreto
Fandom:  Hey! Say! JUMP
Rating: Pg-15
Genere: Fluff, AU
Pairing(s): Inoo/Yabu
Wordcount: 907 fiumidiparole
 Prompt: "Profumo"
Disclaimer: I fatti narrati non si basano su avvenimenti reali e sono senza scopo di lucro. I personaggi non mi appartengono ed io non intendo in alcun modo offenderli o dare una rappresentazione vera del loro carattere.
Note: Storia scritta per la tabella primavera di think_fluff
Introduzione: //

Capitoli precedenti: 01 | 02 | 03 | 04 | 05 | 06 | 07 | 08 | 09  Lista completa   QUI


"Come mai questo improvviso appuntamento?" Chiese il più grande guardando l'altro.
Era andato a trovare Kei quella mattina, ma appena entrato in casa, il più piccolo lo trascinò fuori senza una spiegazione, facendolo salire su un autobus.
"Avevo voglia di prendere una boccata d'aria..." Disse torturandosi le mani ansiosamente.
"Qualcosa non va?" Chiese l'altro, notando l'agitazione del più piccolo.
Kei, invece di rispondere, si voltò verso il più grande, lo guardò negli occhi per qualche secondo e poi tornò ad osservare il panorama al di fuori del finestrino.
"Non è niente, tranquillo."

Passarono tutto il viaggio in silenzio, finché un particolare profumo attirò l'attenzione di Yabu.
"Questo odore..." Cominciò a dire, ma si fermò quando notò una distesa di fiori davanti ai suoi occhi.
"Siamo arrivati!" Annunciò il più piccolo, scendendo dal bus.
"Dove siamo?" 
"Nel mio giardino segreto, da piccolo, quando ero triste, venivo qui e mi sdraiavo tra questi fiori, facendomi cullare dal loro dolce profumo... di solito non fioriscono prima di primavera, ma dato che ultimamente faceva caldo ho pensato che potevano già essere nati... ed infatti..." Concluse sorridendo, indicando il panorama davanti a loro.
"Venivi qui anche quando tua madre ti costringeva a suonare?" Chiese Yabu, senza pensarci.
Kei rimase immobile, voltandosi per guardare il compagno al suo fianco.
"Come... Come fai a..." Cercò di dire, ma fu interrotto dalle parole del più grande.
"Come mai mi hai portato qui?" Chiese, cominciando a camminare in mezzo a quelle meraviglie colorate dal giallo più chiaro al blu più scuro passando per ogni tonalità di colore, sdraiandosi poi a guardare il cielo sulle loro teste.
"Ho sempre pensato che avrei fatto conoscere questo luogo ad una persona per me importante, quindi eccoci qui..." Disse Kei, sdraiandosi a sua volta, non molto distante dal suo compagno.
"Io sono importante?" Chiese Yabu, alzandosi leggermente per vedere il volto dell'altro.
"Ne dubiti?" Chiese il più piccolo, alzandosi a sua volta per gurdare gli occhi del più grande.
"Devi avere la febbre Kei, è raro che tu ti comporti così!" Disse Kota sorridendo, passandogli una mano sulla fronte.
"Non ho la febbre!" Rispose infastidito "E' solo che questa mattina mi sono messo a pensare a cosa posso o non posso rinunciare, e tu fai sicuramente parte del secondo gruppo... Sei... importante, tutto qui..."
"Puoi dire queste cose anche se non sai il mio nome? Per quanto ne sai potrei essere un maniaco!"
Kei sorrise "Ne dubito e se lo fossi, beh, vol dire che i maniaci mi rendono felice..." Concluse, baciando dolcemente l'altro sulle labbra, assaporando quel sapore che aveva preso il gusto di quel profumo che volava nell'aria, circondandoli.
Yabu lo fece sdraiare nuovamente a terra, per poi sistemarsi sopra di lui, accarezzando quella pelle lattea sotto la giacca.
"Non avevi detto che non avremmo fatto niente finché non avrei ricordato il tuo nome?" Sussurrò il più piccolo quando Yabu lasciò le sue labbra per dedicarsi al collo, ricevendo come risposta un semplice sorriso.
"Se vuoi mi fermo!" Disse, fissando gli occhi neri dell'altro che sorrise a sua volta, abbandonandosi a quel piacere.

"Adesso mi dirai il tuo nome?" Chiese appena saliti sull'auto.
Kota si avvicinò al più piccolo, dandogli un bacio sulla guancia e togliendogli un fiore che aveva tra i capelli.
"Se tu mi dici come ti sei fatto quella cicatrice..." Rispose, passandogli una mano sul polso.
Il più piccolo si guardò la mano, sospirando profondamente.
"Ho cercato di uccidermi, quando andavo al liceo..." Cominciò a dire, spostando lo sguardo verso il panorama notturno fuori dal bus.
"I miei genitori mi costringevano a suonare ed a partecipare ad un concorso dietro l'altro, nonostante io non volessi, mentre a scuola venivo bullato continuamente dai miei compagni di classe, perché sembravo una ragazza, mi sentivo incredibilmente solo, quindi tentai di togliermi la vita, da allora venni lasciato in pace da tutti... beh, dai miei genitori perché non potevo più suonare" Spiegò, senza staccare gli occhi dal vetro.
"Perché non volevi suonare? Eri bravo, no?" 
"Sì, ma lo ero solo per paura, dovevo essere un pianista per esaudire il sogno che mia madre non è riuscita ad esaudire a causa mia, il giorno della sua audizione più importante lo passò in ospedale a partorirmi... Perciò cercò di rendermi come lei, un pianista perfetto, ma l'unica melodia a cui mi ero affezionato era quella che il bambino di cui ti ho parlato ascoltò, fu la prima volta che qualcuno mi disse che ero un bravo pianista invece delle solite frasi tipo 'impegnati di più' o 'ripeti questo passaggio, fallo meglio!', il pensiero che prima o poi lo avrei rivisto mi dava la forza di suonare, ma con il passare degli anni, la solitudine ed il vuoto dentro di me aumentarono, quindi abbandonai ogni speranza ed ogni passione per quello strumento..."
Kota ascoltò tutti in silenzio, respirando profondamente prima di parlare.
"Cose faresti se adesso rivedresti quel bambino?" Chiese, un po' spaventato dalla risposta.
"Gli darei uno schiaffo!" Rispose l'altro senza esitazione "E poi un altro e un altro ancora, ma poi lo ringrazierei per aver mantenuto la promessa..."
Yabu si avvicinò al più piccolo, baciandolo lievemente, incurante delle poche persone presenti sull'auto.
"Forse ha avuto dei problemi, ma la promessa la manterrà sicuramente!" Sussurrò, sorridendo, sistemandosi sullo sedile per dormire.
"Hey! Devi dirmi il tuo nome!" Disse l'altro, colpendogli dolcemente il fianco, ma Kota ormai era già nel mondo dei sogni.
Kei fissò ancora per qualche minuto il volto addormentato dell'altro.
"Come fa a spere di mia madre? e come può conoscere la scommessa? Gli ho detto tutto quel giorno in cui ero malato?" Si chiese, prima di abbandonarsi a sua volta nelle braccia di Morfeo.

Titolo: La leggenda della prima rondine
Fandom:  Hey! Say! JUMP
Rating: Pg
Genere: Fluff, AU
Pairing(s): Inoo/Yabu
Wordcount: 362 fiumidiparole
 Prompt: "Rondini"
Disclaimer: I fatti narrati non si basano su avvenimenti reali e sono senza scopo di lucro. I personaggi non mi appartengono ed io non intendo in alcun modo offenderli o dare una rappresentazione vera del loro carattere.
Note: Storia scritta per la tabella primavera di think_fluff
Introduzione: //


"Buongiorno Kota!" Annunciò il più piccolo, notando gli occhi aperti dell'altro.
"Buongiorno Kei!" Rispose il più grande, dirigendosi in cucina.
"Come mai sono qui?" Chiese, massaggiandosi la testa.
"Ieri ti eri addormentato nell'autobus e non sapendo dove vivi ti ho portato a casa mia..." Spiegò.
"Ah già... ora ricordo..." Rispose, baciando l'altro sulla guancia.
Andò in bagno per sciacquarsi la faccia, ma appena osservò il suo riflesso allo specchio qualcosa gli tornò in mente.
"Come mi hai chiamato?" Chiese correndo fuori dal bagno, ma invece di ricevere una risposta, uno schiaffo lo colpì in pieno volto.
"Perch-" Cercò di dire, ma un altro schiaffo lo colpì, seguito da un altro e un altro ancora.
"Kei, smettila!" Disse, afferrandogli le mani.
"TU MI HAI MENTITO! MI HAI ILLUSO E TI SEI APPROFITTATO DI ME!" Gridò il più piccolo, evidentemente arrabbiato.
"Sapevi chi fossi e te ne sei approfittato, hai idea di quanto io ti abbia aspettato?!"
"Non sapevo chi fossi inizialmente, l'ho scoperto quando ti ho accompagnato a casa quella volta! E poi io ti avevo detto chi fossi, sei tu che l'hai dimenticato!"
Kei gli lanciò un'occhiata furiosa.
"Scusami tanto se ero malato!"
"Perché ti stai arrabbiando!?"
"Non sono arrabbiato!! Sono... Felice... ed arrabbiato..." Disse, sedendosi su una sedia per calmarsi.
 "Mi dispiace, avrei dovuto dirti chi fossi..." Disse Kota, sedendosi a sua volta.
"Non preoccuparti, ho esagerato..."
Il silenzio calò nella stanza, creando un'atmosfera imbarazzata.
"Io vado a lavoro..." Disse Kota, prendendo il suo cappotto.
"Kota..." Lo chiamò l'altro.
"Quando hai finito... Ti va... Ti va di venire qui? Possiamo uscire, se vuoi..."
Kota sorrise, abbracciando il più piccolo che continuava a fissare il tavolo, imbarazzato per la scenata esagerata di prima.
"Possiamo andare al parco, ci sono delle persone che hanno detto di aver visto la prima rondine... possiamo vederla anche noi, forse..."
"Rondine?" Chiese Kei, non capendo cosa intendesse.
"La primavera si sta avvicinando, quindi stanno arrivando le rondini..."
"Ma perché dobbiamo vedere la prima?" Chiese
"Non conosci la leggenda?" Chiese a sua volta Kota, ricevendo un segno di negazione come risposta.
"Se due persone che si amano vedono la prima rondine, avranno quel sentimento per il resto della loro vita!"
"E tu vuoi vederla con me?" 
Kota sorrise, arruffando i capelli del più basso.
"Kei, è da quando avevo 8 anni che voglio vederla con te!"

-pairing: inoobu, ::challenge: think_fluff [primavera]

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