TITOLO:Daily life
FANDOM: Merlin
COPPIA: Merlin\Arthur, intuito
RAITING: PG13
BETA:
nike158 <3
AVVERTIMENTI: è una storia a tematiche omosessuali se non piace non leggere.
DCISCLAIMER: Merlin e Arthur non mi appartengono di certo e non sono assolutamente miei. E niente di quanto segue è scritto a scopo di lucro.
NOTE: tutta dedicata alla sis
miss_hale che oggi compie gli anni!! Happy BIRTHDAY TO YOU!!! <3 <3 E tanti auguri. Ti voglio bene, cara ** Spero, davvero, che ti piaccia, anche se è una cosa da niente. Avrei voluto scriverti una Reid\Hotch, ma non ci sono riuscita ç_ç
Non è una cosa a cui Arthur presti più attenzione, ed è già così da un bel po’. Il che dovrebbe farlo riflettere molto su come si è evoluta la situazione rispetto al passato e sulla direzione che sta prendendo per quanto riguarda i giorni futuri. Ma Arthur è piuttosto bravo a fingere che qualcosa che lo preoccupa, o semplicemente gli dà da pensare, non esista e a nascondere il tutto dietro un sorrisetto ghignate o un’alzata di spalle disinteressata.
Perciò, si limita ad aspettare che sia la figura di Merlin, che compare nella propria stanza e spalanca le tende con un gesto deciso, a dare veramente inizio alla giornata, costringendolo a uscire fuori dal letto perché gli ricorda che ci sono i Cavalieri da addestrare, i confini del Regno da controllare, un Consiglio di Corte con suo padre ed altri nobili a cui partecipare e un’altra infinità di seccature di cui Arthur si dimenticherebbe beatamente in virtù di un’altra ora di sonno. Così se ne esce con quelle frasi che sa manderanno su tutte le furie il suo servitore perché oramai non può più fare a meno delle reazioni che scatenano in Merlin e del modo con cui gli ribatte punto per punto, senza avere paura o lasciarsi intimorire (Arthur non lo ammetterà mai, nemmeno sotto tortura, ma se dovesse trovare un pregio in Merlin sarebbe questo. Forse proprio perché è così altezzoso e supponente, come Merlin non manca mai di fargli notare, ma aver trovato qualcuno che gli tiene testa non fa che compiacerlo enormemente, per quanto possa sembrare strano e controsenso); continua a lasciar andare respiri impercettibili, che non si rende conto di aver trattenuto fino al momento in cui il fiato gli sfugge dalle labbra, tutte le volte che le mani di Merlin sfiorano la sua pelle mentre lo veste o lo sveste, gli sistema addosso l’armatura o gli allaccia la spada al fianco. E, soprattutto, ha preso l’abitudine di cercarlo sempre con lo sguardo, di voltarsi e sapere che lo troverà a tre passi di distanza tutte le volte in cui avrà bisogno di aiuto. Ha finito col considerarlo qualcosa… qualcosa decisamente di più di un semplice servitore. Qualcuno su cui poter contare e, anche, con cui lasciarsi andare. Qualcuno con cui poter ridere e, magari, anche essere un po’ pazzo e giovane, come è lui e sono entrambi.
Ed è perché Arthur è arrivato a considerare tutto quello come parte della sua vita, una routine consolidata al punto di non ricordarsi più come fossero le cose prima di Merlin, che non si fa domande. In fondo, lui è un uomo d’azione e non uno che riflette molto.
Non ha bisogno di chiedersi niente, comunque, alla fine. Gli basta la sensazione che prova con sempre maggiore insistenza, una specie di consapevolezza che non sa spiegare, e che gli fa sentire come se ognuna di quelle cose stesse disegnando la trama stessa del proprio destino.