[merlin] - you are always you

Oct 20, 2009 12:35



TITOLO: You are always you.
CHALLANGE: triade # 2 di  it100
WORD COUNT: 100 (Luccichio) + 200 (Stella) + 355 (Tramonto) = 655 (W)  (avrebbero dovuto essere 600 precise, precise, ma va beh…)
FANDOM: Merlin
PAIRING: Merlin\Arthur
RATING: PG14
AVVERTIMENTI: è una storia a tematiche omosessuali, se non piace non leggere.
DISCLAIMER: I personaggi citati in questa storia non sono di mia proprietà, ma della BBC e a chi altri ne detenga i diritti. Niente di quanto segue è scritto a scopo di lucro.
NOTE: non betata, quindi perdonate eventuali orrori errori.


LUCCICHIO

C’è il sibilo saettante della freccia che corre verso di lui, che Arthur non ha visto e che non farà in tempo a scansare, e dopo c’è un luccichio che guizza negli occhi di Merlin. Un bagliore dorato che s’impossessa delle iridi del moro, accompagnato da parole che Arthur non riesce a decifrare con chiarezza. E la freccia, invece di conficcarsi dritta nel suo cranio, si pianta nella corteccia dell’albero alle sue spalle.
Merlin spalanca la bocca e fa un passo indietro. Arthur lo fissa e, nel suo sguardo, la comprensione di quanto successo è più evidente di qualsiasi luccichio.

STELLA

Arthur non gli ha rivolto una parola da quel pomeriggio. Ha solo ordinato ai soldati, sopraggiunti poco dopo, di occuparsi dei corpi dei banditi e di preparare l’accampamento per la notte.
Ora che è sera, Merlin fissa il cielo sopra di lui e nota una stella più brillante della altre, ma che sembra lontanissima.
Non è preoccupato di quali saranno le conseguenze. Rifarebbe quello che fatto cento volte, per salvare la vita di Arthur. Ma, proprio Arthur è il problema.
Merlin sospira e si incammina verso la tenda del Principe; ne scosta un lembo ed, esitante, entra.
Arthur si blocca nella posizione in cui si trova e, per un lungo secondo, i due si fissano in silenzio.
“Non lo dirò a mio padre. Puoi andartene.” è tutto quello che dice il Principe.
“Non è per questo che…” tenta il mago.
“Va via, Merlin.” lo interrompe il giovane Pendragon con un tono di voce gelido che lo fa rabbrividire.
E quando Arthur si accorge che Merlin non ha nessuna intenzione di obbedirgli (che novità, eh?) è lui ad uscire dalla tenda.
Merlin non può far altro che guardarlo diventare un puntino tra gli alberi, come una stella brillantissima, ma dannatamente lontana.

TRAMONTO

Quando rientrano a Camelot, il giorno dopo, è pomeriggio inoltrato e il sole sta tingendo il cielo col rosso del tramonto.
“Dobbiamo parlare.” dice Merlin, fissandolo negli occhi.
“Non ho alcuna voglia di parlare.” ribatte l’altro.
“Tanto, sono abituato a fare quello che tu non vuoi.”
“Da quanto va avanti?” gli urla contro Arthur, per tutta risposta.
“Da…” inizia Merlin, ma non sa come finire.
“Da quando sei arrivato, ovvio.” risponde il Principe, al posto suo.
“Arthur, ascolta, io avrei…” prova Merlin, ma Arthur lo interrompe.
“E come… come funziona?”
“Io… io non lo so. A volte, non lo controllo nemmeno. Credo che faccia parte di me. Semplicemente.”
“Perché non me l’hai detto?”
Ed eccola, la domanda chiave. Quella che Merlin stava spettando.
“Perché credevo…”
“… che l’avrei detto a mio padre?!”
“No! Che non avresti capito… che mi avresti considerato un mostro o… un essere malvagio…”
Arthur fissa Merlin e legge nei suoi occhi qualcosa che non saprebbe spiegare; qualcosa che l’ha sempre attratto in lui e ha fatto si che tra loro si creasse un legame così particolare.
“Se il solito idiota, Merlin. Dubito che qualcosa che ti riguardi possa essere malvagia.”
Merlin lo fissa sgranando gli occhi.
“Così, sembri ancora più stupido.” butta fuori il biondo, cercando di fingere di non aver detto ciò che ha detto.
“Quindi, non pensi che io sia…”
“Penso che tu abbia un’abilità che ti rende piuttosto speciale. E che se provi a lamentarti di nuovo perché i tuoi compiti sono troppi, ti prendo a calci.”
Il sorriso comparso sulle labbra di Merlin è talmente largo che minaccia di spaccargli la faccia in due.
“E quindi… non sei più arrabbiato perché non ti ho detto niente?”
“Dovrei, ma mi hai salvato la vita. E suppongo che non sia stata la prima volta.” borbotta Arthur, afferrandolo per la blusa e trascinandolo al riparo da occhi indiscreti, così da poterlo baciare.
“Arthur, potrebbero vederci!”
“Rendici invisibili!”
“Non è divertente!” si lamenta il moro, ma Arthur lo zittisce baciandolo ancora.
E gli ultimi sprazzi del sole morente disegnano le loro ombre che si fondono in una sola, stagliandosi nel tramonto.

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