Titolo: Waiting for
Autrice:
nemofrommars Fandom: One Piece
Personaggi/Pairing(s): Zoro/Nami
Rating: verde
Avvertimenti: flashfic
Challenge/Prompt: dal
meme!massacro su richiesta di
levy,
One Piece - Zoro/Nami, sempre in ritardo clamoroso
Una corona d'oro posta sulla croce di Bellemere scintilla sotto gli ultimi raggi di sole.
Sulla collina di Coco, i capelli al vento, Nami guarda l'orizzonte, i riflessi arancioni sul mare.
In attesa.
Con pazienza, senza preoccupazioni, perchè ha fiducia.
L'ha sempre avuta.
Così come sapeva che avrebbe realizzato il proprio sogno, sa che anche Zoro lo farà.
L'ipotesi che lui possa morire nello scontro col suo ultimo rivale o anche solo non tornare da lei per continuare a vivere per mare, combattendo, non le sfiora nemmeno la mente.
E quando tutto sarà finito...
Avranno la libertà che si sono negati.
Se lo sono promessi, allo scioglimento della ciurma, arrivati allo One Piece.
E così Nami aspetta, ricomponendo ogni giorno i frammenti del loro passato, sorridendo e accarezzando anche i ricordi meno dolci.
Ad entrambi, ci sono voluti anni di vita di mare insieme, fiducia, litigi, schiaffi e tirate di capelli, sbronze epocali, baci rubati, sveltine sul pavimento della stiva, avventure strampalate, ferite e cicatrici, bugie agli altri e a se stessi.
Soprattutto bugie, pensa Nami, perchè sapere di condividere un legame che andava oltre la fedeltà, l'amicizia e l'attrazione reciproca era qualcosa che l'orgoglio e la testardaggine di entrambi odiavano dover prendere in considerazione.
Ed era pericoloso - per loro, per i compagni, per i sogni di ognuno.
Naturalmente, come sempre accade, è stata Nami ad accorgersene per prima. La testa vuota del marimo ha i suoi limiti, e, dopotutto, lui non avrebbe mai ammesso ad alta voce qualcosa del genere.
“Aspetterò” gli ha detto Nami semplicemente alla fine, quando le loro strade si sono divise.
Gli occhi di Zoro tradivano smarrimento, sorpresa, riconoscenza, sollievo.
Nella piega delle sue labbra c'era un accenno di un 'grazie' e di tanto altro, che però non era riuscito a tirar fuori. Un ultimo bacio sarebbe stato così non-da loro e avrebbe reso le cose più difficili, così il tutto si era risolto in un silenzio carico di parole d'addio e gesti trattenuti, pugni stretti lungo i fianchi.
Da quella volta, Nami aspetta, e, quel giorno, Zoro finalmente arriva.
Lei lo osserva risalire il ciglio della collina, le spade che tintinnano appese ai fianchi e il passo dinoccolato.
Ha la barba e i capelli un po' incolti, un paio di cicatrici in più sulla faccia e indossa più bende che vestiti, ma ha la solita aria scema e persa di sempre - come se non fosse affatto riemerso da chissà quale scontro mortale per diventare lo spadaccino migliore del mondo, no, ma si fosse appena svegliato da una sana dormita - e probabilmente è proprio così.
Nami non gli corre incontro, né si alza, anche se l'istinto di sganciargli un pugno in testa, a mo' di saluto, perchè sì, è una tentazione piuttosto allettante.
Gli rivolge solo un'alzata di sopracciglia e un cenno beffardo del capo.
“Sempre in ritardo clamoroso”
Zoro fa un ghigno dei suoi - forse un po' più ampio del normale -, ma non replica, limitando a stiracchiarsi e sedersi al suo fianco.
Il tramonto strappa gli ultimi sorrisi all'oro di Bellemere, il vento inizia a calmarsi, e Nami chiude gli occhi.
Respira piena libertà, la loro, che inizia oggi.