096. LE CURIOSE DOMANDE DI TEDDY

Feb 06, 2009 10:05


Enchanting Sinner

ANOTHER STORY ABOUT NARCISSA BLACK MALFOY,
CREATED FOR THE WRITING COMMUNITY FANFIC100_ITA

96° parte - Le curiose domande di Teddy



Fandom: Harry Potter
Personaggio principale: Narcissa Black
Prompt: 064. Autunno
Rating: Verde
Disclaimer: Narcissa Black e tutti i personaggi citati in questa storia appartengono a J.K. Rowling.
Big Damn Table: http://narcissamm.livejournal.com/801.html

I primi segni dell'autunno cominciavano a tingere di ruggine le stradine di Diagon Alley e, anche se nel cielo non si scorgeva una nuvola, l'aria era già frizzante e il vento soffiava gelido. Narcissa adorava l'autunno, con la terra che sembrava sempre impregnata d'oro e l'aria che profumava di sidro... ma non fece caso a quei particolari che in un altro momento avrebbe trovato piacevoli, perchè era troppo concentrata a fissare la vetrina del Ghirigoro, dove il nuovo libro di Rita Skeeter faceva bella mostra di sé.
Scritta a caratteri cubitali, con tinte sgargianti su uno sfondo verde scuro, c'era la domanda che dava il titolo al volume: "Piton: santo o criminale?"
E Narcissa indugiava davanti all'ingresso della libreria perchè, anche se una parte di lei voleva acquistare quel libro, che prometteva di svelarle altri importanti segreti dell'uomo migliore che lei avesse mai conosciuto, un'altra parte di lei le suggeriva invece di lasciar perdere, fermamente convinta che avrebbe trovato soltanto un mucchio di frottole nelle parole di quella giornalista da quattro soldi. Alla fine, però, fu la curiosità a prevalere.
Ma, proprio mentre Narcissa allungava una mano verso la maniglia, la porta venne spalancata di colpo da una donna che stava uscendo di fretta dalla libreria. Dannazione! Tra tutte le persone che potevo ritrovarmi davanti... perché proprio lei? pensò Narcissa, mentre alcune foglie ingiallite volteggiavano intorno ai suoi piedi, sospinte dal vento.
"Narcissa", la salutò la donna, con tono sorpreso.
"Andromeda..." rispose l'altra, mettendosi di lato per lasciarla passare.
Si guardarono per qualche istante senza sapere cosa dirsi. Non si vedevano dal giorno dei funerali, quando Andromeda aveva pianto sulla spalla di Narcissa sfogando tutto il suo dolore per la perdita dei suoi cari. Anche se il ricordo di quello strano episodio avrebbe dovuto farle sentire più unite, entrambe sembravano tese e piuttosto a disagio.
Fu Andromeda a spezzare per prima il silenzio. "Congratulazioni. Ho saputo del matrimonio di tuo figlio..."
"Umh, sì... grazie".
"Una rispettabile unione fra purosangue... Sarai contenta!" commentò sarcasticamente Andromeda.
"Non è come pensi", replicò subito Narcissa, sulla difensiva. "Nessuno ha costretto Draco a sposare una purosangue. Ha scelto da solo. Io e Lucius non gli abbiamo fatto alcun tipo di pressione..." Non sapeva perché sentiva il bisogno di giustificarsi con Andromeda. Sapeva solo che quel suo tono pieno di sottinteso rimprovero la infastidiva.
"Quindi... se tuo figlio avesse sposato una... mezzosangue, per te non sarebbe stato un problema?" domandò Andromeda, incrociando le braccia al petto.
"No. Non sarebbe stato un problema", mentì Narcissa e, anche se si era sforzata di suonare sincera, Andromeda non si lasciò ingannare. Inaspettatamente però scoppiò a ridere. "Che grande bugiarda che sei, Narcissa! Tutta questa nuova tolleranza che cerchi di dimostrare non è credibile".
"Forse hai ragione", ammise lei. "Ma mi fa piacere trovarti in ottima forma rispetto a... rispetto all'ultima volta. Mi fa piacere per davvero, e questa non è una bugia".
L'espressione di Andromeda si addolcì. "Sto meglio, in effetti. Ed è tutto merito suo". Con un cenno del capo indicò un bambino che, a pochi passi dalle due donne, giocava ad afferrare le foglie rosse e dorate che cadevano dagli alberi.
"E' lui Teddy?" Dal modo in cui Narcissa pronunciò quel nome, Andromeda capì che non lo trovava di suo gradimento. Forse era troppo banalmente babbano per i suoi gusti? "Sì, é lui Teddy Remus Lupin. La mia gioia. La mia unica ragione di vita..."
"Deve darti un gran bel daffare!" commentò Narcissa con uno sbuffo, osservando il bambino che continuava a saltellare da una parte all'altra, senza stare un attimo fermo.
"Già, ma preferisco sia così", rispose Andromeda e il suo sguardo si spense lentamente, facendosi vacuo e vuoto. "Per lo meno la sua inesauribile energia mi tiene occupata, distraendomi dai tristi pensieri..."
"Ma è... una specie di licantropo... o cosa?" C'era una nota di preoccupazione nella voce di Narcissa, ma anche un sincero interesse.
"No. Teddy è un Metamorfomagus, come sua madre", la rassicurò Andromeda, e solo in quel momento Narcissa notò che il ragazzino aveva un buffo, ribelle ciuffo di capelli azzurri.
Come se avesse percepito che le due donne stavano parlando di lui, Teddy abbandonò i suoi giochi e corse incontro alla nonna. "Quando torniamo a casa?"
Nell'udire il suono acuto, chiaro e pulito della sua vocetta infantile, Andromeda sorrise. "Devo comprare ancora alcune cose. Poi ti giuro che torniamo a casa".
"Chi è questa signora?" domandò il bambino puntando ora gli occhioni su Narcissa.
"Scusami tanto se non ho ancora fatto le presentazioni!" esclamò Andromeda, divertita. "Questa è Narcissa Malfoy".
"La stessa Narcissa Malfoy che ha salvato zio Harry nella Foresta Proibita?"
Narcissa strabuzzò gli occhi e spalancò la bocca, e Andromeda rise della sua espressione incredula. "Devi sapere che Harry è il padrino di Teddy", le spiegò con calma, cercando di trattenere le risate. "Ogni tanto lo invita a casa sua, e tutte le volte Teddy gli chiede un resoconto dettagliato della Grande Battaglia..."
"Io... io non ho salvato Harry Potter!" protestò Narcissa. La sua faccia era diventata quasi verde, come se avesse la nausea.
"Sì, invece", disse Andromeda, rivolta al suo nipotino. "Questa è proprio la stessa donna che ha salvato la vita di zio Harry". Socchiuse gli occhi, prima di aggiungere: "E ha salvato anche la mia vita".
Narcissa si strinse nelle spalle, disturbata dall'estasiata ammirazione che leggeva nel viso del piccolo Teddy. "Ora si è fatto proprio tardi e... sì! Devo proprio andare!" Fece un sorriso molto forzato e si voltò verso la libreria. Non aveva ancora comperato il libro di Rita Skeeter, e tutto per colpa di Andromeda e delle sue assurde chiacchiere.
"Nonna, ma perchè tu e quella signora vi assomigliate così tanto?" L'improvvisa domanda di Teddy le arrivò alle spalle e le rimbombò nelle orecchie più forte di un colpo di cannone. Per qualche istante Narcissa rimase congelata, completamente immobile sul marciapiede. Poi, lentamente, si girò a guardare Andromeda e notò che anche lei era rimasta di stucco.
Evidentemente, il fatto di essere un Metamorfomagus lo ha reso particolarmente attento ai più piccoli dettagli fisici delle persone, si disse Narcissa, chinando lo sguardo sul bimbo. E di certo deve avere notato che io e Andromeda abbiamo lo stesso naso all'insù, lo stesso mento appuntito, le stesse labbra strette e sottili.
Poiché Teddy stava ancora aspettando con impazienza una risposta, Andromeda cominciò a dire: "Ci assomigliamo molto perchè..." Ma subito si bloccò. Alzò gli occhi verso Narcissa, e lei si accorse con sgomento che erano lucidi di lacrime. "Questa signora è... mia sorella".
Un'ondata di confuse emozioni travolse Narcissa, e ben presto si ritrovò anch'essa con le guance bagnate per il proprio silenzioso pianto. Aveva passato così tanto tempo... così tanto inutile tempo a ripetersi di non avere più alcuna sorella! E adesso scopriva che Andromeda la considerava ancora tale! Nonostante il modo crudele in cui l'aveva trattata in tutti quegli anni...
"Ma se è tua sorella..." stava dicendo ora Teddy, con il solito modo di fare innocente e curioso che hanno i bambini. "Com'è che non è mai venuta a trovarci?"
Stavolta Andromeda sembrava non avere una risposta pronta.
Quasi senza rendersene conto, fu Narcissa a parlare. "Lo farò", disse ad alta voce, con gli occhi ancora offuscati dalle lacrime. "Verrò a trovarvi... qualche volta".
Teddy, per nulla convinto, mormorò: "Promesso?"
"Promesso", rispose solennemente Narcissa, guardando il buffo visetto serio del bambino e provando un moto di simpatia per lui. Poi spostò lo sguardo su Andromeda.
Le due sorelle si scambiarono uno strano, enigmatico sorriso, prima di voltarsi le spalle. Avrebbero percorso strade diverse, come al solito... Ma questa volta si separavano conservando nel cuore la dolcissima consapevolezza che si sarebbero rincontrate di nuovo.



hp: narcissa black

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