Enchanting Sinner
ANOTHER STORY ABOUT NARCISSA BLACK MALFOY,
CREATED FOR THE WRITING COMMUNITY FANFIC100_ITA
94° parte - Un nuovo Signore Oscuro
Fandom: Harry Potter
Personaggio principale: Narcissa Black
Prompt: 007. Giorni
Rating: Verde
Disclaimer: Narcissa Black e tutti i personaggi citati in questa storia appartengono a J.K. Rowling.
Big Damn Table:
http://narcissamm.livejournal.com/801.html Le dita di Narcissa si contrassero rigidamente attorno alle pagine fresche di stampa della Gazzetta del Profeta. I titoli in prima pagina erano sempre gli stessi da diversi giorni, oramai: "Lord Beliar, un nuovo Signore Oscuro?", "Gli Auror sulle tracce del pericoloso Beliar", e ancora "Lord Beliar accresce la sua cerchia di adepti". Il Mondo Magico era nel panico, l'incubo si stava ripetendo. Esattamente come l'ultima volta...
Narcissa sbatté con rabbia il giornale sul tavolo. C'era da immaginarselo! pensò, scuotendo la testa. Aveva sempre sospettato che, prima o poi, qualche mago oscuro si sarebbe fatto avanti e avrebbe tentato di emulare le gesta di Lord Voldemort. Soltanto uno sciocco avrebbe potuto sperare che quel periodo di pace nel mondo magico sarebbe potuto durare per sempre. Ciò che però Narcissa non aveva mai preso in considerazione era l'idea che Lucius potesse desiderare di unirsi ad un nuovo Signore Oscuro.
Perchè è questo quello che è successo! Lucius si è unito alle forze di Lord Beliar, si convinse la donna, con la morte nel cuore. Altrimenti per quale altro assurdo motivo sarebbe scomparso così, nel nulla, senza farmi sapere nulla?
Narcissa non vedeva Lucius da tre lunghissimi giorni, senza darle alcuna spiegazione. Nessuna traccia di lui, nemmeno un biglietto scritto, neanche una missiva per farle sapere che era vivo, che stava bene.
"Come hai potuto, Lucius?" Narcissa si gettò con un singhiozzo sul letto, e lì diede sfogo a tutto il suo tormento, sentendosi come se tutta l'infelicità del mondo si fosse riversata su di lei. Perché non ti sei confidato con me? Perché non mi hai parlato dei tuoi progetti, delle tue intenzioni di allearti a questo mago? Ah, ma ti capisco... certo...Tu sapevi che ti avrei contrastato. Sapevi che non avresti trovato un'alleata, in me. Sapevi che mi sarei arrabbiata, che avrei fatto una delle mie solite scenate isteriche, che avrei cercato di dissuaderti in ogni modo, che ti avrei impedito di ritornare alle tue vecchie abitudini da Mangiamorte.
A quel pensiero, Narcissa pianse più forte e picchiò rabbiosamente i pugni sui cuscini. Si dava la colpa di tutto e provava soltanto disprezzo per sé stessa. Da quando Lord Voldemort era caduto, lei aveva sempre dato per scontato che Lucius fosse stato lieto quanto lei di tornare ad una vita semplice, tranquilla, serena. Ma ciascuno ha una propria idea personale della felicità... e forse, la vita tranquilla che lei amava tanto per Lucius era banale, monotona, sciatta, noiosa.
Perdonami, Lucius. Non ho pensato a te. Non ho pensato a quanto potevi sentirti irrequieto. Ero così fiera di avere contribuito, in un certo modo, alla disfatta di Voldemort e di aver recitato la mia bella parte da eroina, che non mi sono accorta di come devi esserti sentito tu. La verità è che mi piace essere la regina del mio piccolo, grazioso, limitato mondo... ne ho avuto abbastanza di caos, guerre, paura, e di essere fedele a qualcuno che si era proclamato mio Padrone, mio Signore, senza averne alcun diritto. Io sono cambiata, ho sondato il mio animo, ho modificato le mie convinzioni, ho fatto delle scelte, ed ho creduto di poter redimere anche te secondo il mio volere. Ho creduto di poter fare tuoi i miei ideali. Ma tu non sei come me. Non lo sei mai stato. Tu adori vivere sempre sull'orlo del rischio. Sono stata un'illusa a credere di poter essere una specie di guida che avrebbe potuto indirizzarti verso la retta via. Ma comprendo, ora. E non ti biasimo se sei arrivato ad odiarmi. Anche io odio me stessa, in questo momento...
Assorta nei suoi pensieri, sommersa da quella sua desolante sensazione di fallimento, Narcissa non sentì la porta della camera aprirsi e chiudersi. Ma sussultò violentemente quando udì la voce di Lucius.
"Da come piangi si direbbe che tu voglia far straripare il Tamigi con le tue lacrime".
Narcissa voltò la testa di scatto e scese dal letto con un balzo. Fu come se non si vedessero da anni, invece che da pochi giorni. Rimasero uno di fronte all'altro, con un mezzo sorriso sul viso di lui ed uno sguardo pieno di stupore su quello di lei. Dopo qualche attimo, Lucius avanzò all'interno della stanza e prese sua moglie tra le braccia, stringendola così forte da farle male. Un dolore delizioso...
Poi, piano piano, Narcissa si divincolò dalle sue braccia e fece un passo indietro. "Dove sei stato?" Tirò su col naso. Aveva i capelli scarmigliati e gli occhi rossi di pianto, e l'imbarazzo per essere stata sorpresa in quelle condizioni le infiammava il volto. "Dove sei stato in questi tre giorni? Cos'hai fatto per tutto questo tempo, lontano da casa?"
Lucius sospirò e alzò le mani in un gesto di resa. "Comprendo la tua rabbia e spero mi darai modo di spiegarti tutto..."
"Quel nuovo, fantomatico Signore Oscuro di cui tutti parlano centra qualcosa?"
"Sì..." rispose Lucius. I lineamenti del suo volto erano tesi, la sua espressione affaticata.
"Lo sapevo!" esplose Narcissa. "Lo sapevo che eri tornato alla tua vita di rischi e pericoli! Ma che ne sarà ora di noi? Non ti importa più nulla di me?"
Lucius prese una sedia e si sedette di fronte a lei. "Hai intenzione di starmi a sentire oppure no?" chiese, in tono sgarbato. "Ho fatto qualcosa di cui non vado... particolarmente fiero. Perciò ti racconterò quello che è successo una sola volta, dopodichè non torneremo mai più su questo argomento".
Sconcertata, Narcissa tornò a sedersi sul bordo del letto. "Parla".
"Tutto è cominciato quando il capo dell'ufficio Auror mi ha inviato una missiva, pregandomi di recarmi con un urgenza al Ministero. Credevo volesse parlarmi ancora di tutti quegli oggetti di magia nera che gli Auror hanno trovato a Malfoy Manor, ma... si trattava di ben altro".
Narcissa lo ascoltava con calma, senza smettere un solo istante di guardarlo. Lui, al contrario, evitava di incontrare i suoi occhi e fissava il pavimento sotto ai suoi piedi.
"Mi hanno riferito che Lord Beliar avrebbe tentato di mettersi in contatto con me, perché negli ultimi tempi stava reclutando tra le sue file non solo giovani adepti ma anche gli ex-Mangiamorte ancora in circolazione. Per questo motivo, gli Auror hanno voluto... affidarmi un incarico".
"Che cosa?!" L'esclamazione di Narcissa ebbe solo l'effetto di far innervosire ulteriormente Lucius.
Rovesciando la sedia, l'uomo si alzò di colpo e si mise a camminare avanti e indietro per la stanza. "Mi hanno chiesto di... fare l'infiltrato, la spia. Ecco quello che ho fatto. Quando, tre giorni fa, Lord Beliar è venuto a cercarmi per chiedermi di allearmi a lui, ho dovuto fingere... stare al gioco... e nel frattempo ho passato informazioni agli Auror. Loro volevano sapere i suoi spostamenti, i nomi dei suoi alleati, i suoi nascondigli, i suoi prossimi piani. E, finalmente, oggi sono riusciti a catturarlo e ad arrestarlo".
Narcissa seguiva i movimenti frenetici di suo marito e, mentre lo guardava, il suo cuore s'intenerì perché non lo aveva mai visto tanto disgustato da sé stesso. "Oh, Lucius..."
"Sì, lo so! Non avrei dovuto accettare!" sbottò lui. "Ma gli Auror mi hanno messo alle strette. E quel maledetto Harry Potter... non faceva altro che ripetere che ero in debito con lui, che se mi avevano risparmiato da una condanna a vita a Azkaban era solo perché avevo promesso di collaborare", mormorò amaramente. "E poi mi ha detto che, se non aiutavo il Ministero a catturare quel mago, il primo a subire le conseguenze del mio rifiuto sarebbe stato Draco. Io non volevo di certo che lui perdesse il suo prestigioso lavoro al Ministero per causa mia". Finalmente si voltò a guardare Narcissa.
Lei abbozzò un lento, radioso sorriso e, in quell'attimo, fu di una bellezza assoluta, simile a un arcangelo uscito dal sogno di un artista. "Sono contenta che hai pensato prima di tutto al bene di Draco. Te ne sono grata", gli disse con assoluta sincerità. "Ma è stato crudele da parte tua non farmi avere tue notizie per giorni. Ho pensato alle cose peggiori durante la tua assenza".
"Non mi hanno permesso di dirti nulla. Era un incarico della massima segretezza", cercò di giustificarsi Lucius. "Mi dispiace sapere che sei stata in ansia per me". Le si avvicinò e si inginocchiò ai suoi piedi, prendendole una mano. "Hai davvero creduto che me ne fossi andato per sempre? Che ti avessi lasciata per... andare a cercar gloria e potere assieme a quel maguncolo da strapazzo?"
"Che altro avrei dovuto pensare?" sussurrò lei con un fremito, mentre Lucius premeva le labbra sul palmo della sua mano.
"Ormai sono troppo vecchio per queste cose, Narcissa". Rise piano e si sedette accanto a lei sul letto, nascondendo il volto tra i capelli arruffati di sua moglie. "Voglio solo trascorre in pace, insieme a te, i giorni che mi restano da vivere".
Narcissa chiuse gli occhi e si concesse di respirare più liberamente, svuotata dei propri timori, piena di muto sollievo.