Enchanting Sinner
ANOTHER STORY ABOUT NARCISSA BLACK MALFOY,
CREATED FOR THE WRITING COMMUNITY FANFIC100_ITA
91° parte - Padrona del Mondo
Fandom: Harry Potter
Personaggio principale: Narcissa Black
Prompt: 032. Tramonto
Rating: Verde
Disclaimer: Narcissa Black e tutti i personaggi citati in questa storia appartengono a J.K. Rowling.
Big Damn Table:
http://narcissamm.livejournal.com/801.html Lucius aiutò Narcissa a girare l'enorme chiave d'ottone nella serratura arrugginita, e poi si appoggiò con forza sulla porta per aprirla. Quando entrò all'interno della casa, emise un grugnito disgustato.
"E' muffa?" domandò Draco, colpito da una zaffata d'aria stantia.
"Probabile", rispose suo padre, trascinando dentro casa i loro pochi bagagli. "Ci servirà un esercito di elfi domestici per ripulire questo posto".
Narcissa si guardò attorno con ansia. Dall'esterno la casa dei suoi genitori le era sembrata quasi intatta, e invece... ecco carta da parati che si staccava dai muri, piccoli scarafaggi che si aggiravano sul pavimento, intonaci scrostati e mobili malandati!
"Mi riesce difficile credere che tu sia cresciuta in un luogo del genere, madre", mormorò Draco, cominciando a girare con curiosità da una parte all'altra.
"Bèh... non era di certo così sporca e malridotta quando ci vivevo io".
"E poi è così tetra!" continuò a dire il ragazzo. "Pareti nere, federe nere, tende nere... Scommetto che persino Azkaban mi sembrerebbe più accogliente".
A quel commento, Lucius diede al figlio uno scappellotto in testa. "Non scherzare sulla prigione. E ritieniti fortunato di non avere mai conosciuto gli orrori di Azkaban..." La sua voce si spense dolorosamente, e Draco si strinse nelle spalle chiedendo scusa.
L'umore dei tre Malfoy migliorò notevolmente quando si diressero verso lo sfarzoso doppio salotto al secondo piano. Era ancora arredato con raffinati divani, tavoli di legno lucente e colonne abbellite con scintillanti dorature. Narcissa notò il vecchio pianoforte di suo padre situato in un angolo della sala e ricoperto da uno spesso strato di polvere, come quasi tutti gli oggetti presenti. "Non è tanto male, infondo", disse Narcissa, rincuorata.
Draco si lasciò cadere su un divano di broccato, desiderando con tutto il cuore di trovarsi in un qualunque altro posto. "Quando pensate che ci lasceranno tornare a casa nostra? Sono qui da dieci minuti e già mi sembra di soffocare".
"Smettila di lamentarti in continuazione". Lucius girò rapidamente lo sguardo intorno alla sala, valutando il valore dei mobili. "Forse in principio non ameremo questa casa... è talmente diversa dal nostro maniero... ma quando ci saremo abituati e avremo risistemato le stanze..."
"Guardate!" esclamò Narcissa, riemergendo dalle ante di una credenza. Portava tra le mani un gigantesco vassoio d'argento carico di pezzi scintillanti. "Teiera, ciotole, zuccheriera, portalatte... é un intero servizio da tè. Ed é intatto!"
Lucius e Draco non sembrarono condividere il suo stesso entusiasmo, ma lei si sentì comunque traboccante di gioia. Aveva perso molte delle sue belle cose, ma riavere gli oggetti della sua famiglia davanti era qualcosa che la faceva sentire piena di coraggio e pronta per ricominciare. Quando ci saremo procurati delle nuove bacchette ridipingeremo le pareti, lustreremo i vetri delle finestre come specchi e faremo scintillare gli ottoni! Ce la faremo. Senza ombra di dubbio.
"Cos'é quello?"
Narcissa si voltò e vide Draco alzarsi dal divano e avvicinarsi, con sguardo affascinato, ad un imponente arazzo. "Oh, quello é l’albero genealogico dei Black", spiegò a suo figlio.
Lui seguì le linee argentate dei fili che componevano la ragnatela delle sue parentele. "Madre... sei l'ultima Black rimasta", constatò dopo aver passato a rassegna ogni singolo componente della famiglia.
"Così pare", rispose Narcissa con un sospiro. Si fermò un attimo davanti ad uno specchio per lisciarsi i capelli. Sono l'ultima Black rimasta? Non è esattamente la verità... pensò, ma subito dopo si arrabbiò con sé stessa. Non devo considerare Andromeda mia sorella. Lei é una macchia nell'arazzo della nostra famiglia. Non è una Black da tanto... da troppo tempo.
"Sto morendo di fame!" si lamentò Draco, interrompendo il corso dei suoi pensieri. "Vado nel seminterrato. Magari è rimasto qualcosa da mangiare nelle dispense della cucina".
"Io invece vado a vedere in che stato sono le camere da letto", disse Lucius.
Narcissa si affrettò a seguirlo fuori dal salotto. "Più avanti c'è la mia vecchia stanza. Draco potrebbe dormire lì".
Lucius dubitava fortemente che suo figlio avrebbe accettato di stare in una camera così evidentemente femminile: aveva le pareti rosa ed era piena zeppa di bambole di porcellana. Si fermò di colpo davanti ad un ritratto racchiuso in una cornice intagliata. "Ma questa... sei tu?" chiese a Narcissa, e lei annuì.
"Io a cinque anni".
"Che guance paffute!" esclamò lui per farla indispettire. E ci riuscì, perché Narcissa emise uno sbuffo irritato e gli lanciò un'occhiataccia piena di rimprovero. Lucius buttò indietro la testa e scoppiò a ridere di gusto. "Non ti offendere, mia cara. Sono sicuro che, se ti avessi conosciuto quando ancora ero un neonato in fasce, mi sarei comunque infatuato di te". Le mise un braccio intorno alle spalle. "Lo sai che sono sempre stato orgoglioso della tua eleganza e della tua bellezza".
Narcissa tentò una debole resistenza, ma poi si lasciò abbracciare dal marito. "E mi trovi ancora elegante e bella, anche dopo tutto quello che ci è successo? Anche se non possiedo più niente, a parte questa vecchia casa in rovina?"
"Anche adesso", le rispose lui, facendo scorrere le dita tra i suoi folti capelli biondi. Le afferrò dolcemente la testa e si chinò a baciarle le labbra. Lei si sentì debole, e allo stesso tempo forte e viva come non lo era mai stata prima. Quando i loro baci si fecero però troppo insistenti, Lucius si scostò bruscamente da lei. "Che ne dici di andare a cercare la nostra camera da letto?" le propose con voce affannosa e seducente.
Narcissa accettò la sua proposta, ammiccando maliziosa.
La camera da letto di Cygnus e Druella Black era un enorme locale affacciato su un giardino. Aveva un soffitto altissimo e un massiccio letto a baldacchino con quattro aquile di bronzo appollaiate in cima ai pilastri.
Quando Narcissa aprì l'armadio di sua madre si sentì avvolgere dal delicato profumo che esalava dai vestiti appartenuti a Druella. Era la sua fragranza, quella. Narcissa la ricordava bene...
"Oh... siete qui!" esclamò Draco, entrando all'improvviso nella camera. "Non vorrete dormire in questa stanza, vero? C'è un odore di chiuso insopportabile".
"Hai ragione". Lucius aprì le porte della veranda per fare entrare un po' d'aria, e la camera venne investita di colpo da una luce rosso sangue... la luce tenue del sole che, nell'ora più bella del giorno, calava sul mondo.
Narcissa si precipitò fuori, in veranda, per ammirare lo splendido panorama. Una brezza leggera e piacevole le mosse i capelli, così come scuoteva le foglie degli alberi e faceva oscillare gli ammassi leggeri di muschio che pendevano dai tronchi erosi delle querce.
"Non avevo mai apprezzato tanto un tramonto. Mai come ora", pensò ad alta voce, mentre Lucius si metteva al suo fianco. Alla luce soffusa del cielo che avvampava, Narcissa vide il profilo forte di suo marito, la sua espressione tranquilla e fiera, e capì che poteva concedersi di appoggiarsi a lui. Poteva dare un po' di sollievo alla propria stanchezza, perché Lucius era lì a sorreggerla, a prenderla sottobraccio, a carezzarle la schiena con la mano libera.
E anche Draco era lì, accanto a lei, e le stava sorridendo in quel modo tanto speciale che riservava soltanto a lei. Soltanto a sua madre. Ricambiò il suo sorriso, ma deboli, voluttuose lacrime di sfinimento presero a scendere lungo le sue gote.
Era così grata... così grata di quel tramonto che potevano ancora guardare insieme!
Non le importava il fatto che il sole stesse scomparendo all'orizzonte: se fossero rimasti tutti e tre vicini avrebbero ritrovato un po' di calore per superare la fredda notte, prima di affrontare il prossimo difficile giorno della loro nuova esistenza. Le cose andranno meglio, d'ora in poi, si disse Narcissa, e si sentiva davvero pronta a riprendere le redini della sua vita nelle proprie mani. C'erano ancora alcuni timori affollati nel suo cuore ed una inconsapevole ansia per il futuro... Ma Draco e Lucius sarebbero rimasti con lei, ed il loro amore bastava a farla sentire invincibile. La padrona del mondo.
Sì... le cose andranno meglio. Ne sono sicura.