I try to discover a little something to make me sweeter,,,

Oct 06, 2010 00:53

 

Ok. Here I am.
Che vergogna. Non aggiorno da mesi. MESIIII.
E due persone (♥) mi hanno persino chiesto di aggiornare.
Voi, o miei fedeli lettori, mi avete spronata alla ripresa del blog, in questa fredda notte ottobrina (inserire musica straziante da film drammatico qui), fresca fresca di nuovi effluvi di Vicks VapoRub - sia ringraziata l'evoluzione farmaceutica! - e con un appuntamento dal medico tra nove ore.

Forse dovrei essere a letto quindi.

Facciamo però il punto della situazione, ok? (e se ve lo state chiedendo, sì, è un misero escamotage per poter fare uno dei miei famosi e amati... POST A PUNTI! ♥ Yay for the randomness!)

a) Con Harry e Voldemort, protagonisti indiscussi dei miei post privati, non si è concluso nulla. Avrei molti racconti divertenti con cui omaggiarvi, ma dato che sono lesivi per la mia dignità e che, tutto sommato, ci sono pure rimasta un po' male (Clo, la regina degli eufemismi), non saranno discussi in questa pubblica nonchè virtuale sede.
Ci sono state anche evoluzioni verso nuovi lidi, ma anche qua non è il caso che vi tedi.
Vi assicuro però che vi evitate pare ormo-angst-emo-sappy-pseudo-tardo-adolescenziali. Gioite!

b) Laurearsi sucks.
Lo sapevo, avevo cercato di prepararmi, ma come al solito la realtà è molto più tosta di quello che ci si possa aspettare.
Insomma, non so che fare della mia vita - bla bla bla -, non ho punti stabili - bla bla bla -, non riesco ad avere una relazione stabile con qualcuno - bla bla bla-, il lavoro è una grande incognita ma so di aver bisogno di soldi - bla bla bla -. Bla.
Per cercare fortuna (o per guadagnare tempo), ho quindi deciso che un viaggio al di fuori di questa gabbia in cui a volte è troppo confortevole vivere era d'obbligo! Ergo Clo si è spinta nella fredda Albione per (ridete con me) migliorare my english skills!
Pppppfffffffffff... Ora, il mio rigore semantico mi obbliga a precisare che più che "migliorare" sarebbe il caso di parlare di "costruire" suddette english skills, ma sorvoliamo.
Quindi a metà settembre (il 16 per l'esattezza. In ritardo per l'Espresso per Hogwarts ma in perfetto orario per celebrare l'anniversario della mia partenza in Giappone, un -ugh- anno fa) sono volata a Londra a cercare casa.

Voglio a questo punto sfatare due miti:
1) a Londra NON è facile trovare casa. I tempi sono cambiati, cicci! Persino il "Metro" distribuito sulla Tube lo sottolinea: gli affitti crescono a vista d'occhio, nel senso che nel giro di pochi mesi si sono alzati almeno di 20 pounds alla settimana.
2) il flatshare NON è la Soluzione Finale. Non ci sono gioiosi inglesi che vogliono condividere il loro lindo appartamento con patetiche scuse di english speaker come me. Non ci sono case di quattro stanze il cui affitto alla settimana non equivalga a una weeks all'Hilton.
La parola chiave è adattarsi. O avere fortuna. Siccome io non rientro nel secondo caso comunque (incolpo i karmapunti e le colpe della mia vita precedente), suggerisco caldamente di non aspettarsi troppo. E di approfittare delle occasioni.

Ora che sono finalmente soddisfatta di aver distrutto le illusioni e le illazioni che i vostri parenti/amici/conoscenti (che insistono sempre per metterti in contatto con altri parenti/amici/conoscenti che vivono a Londra per "chiedere consiglio". Ma che consiglio devo chiedere? Mica sono stupida! O_O Mi serve una casa, la cerco vicina alla scuola che frequento/posto dove lavoro. A meno che abbiano una stanza da offrirmi, il loro "consiglio" non mi sarà per niente utile...==) vi propineranno se mai decidiate anche voi di lanciarvi alla conquista dell'Inghilterra (Londra nel mio caso. Scelta ovviamente perchè ci abita Cillian Murphy*), possiamo proseguire.

Diciamo che lo start non è stato dei migliori... Solo ricordarlo mi scatena una strana sensazione, che chiamerò ansia, giù giù nello stomaco. Cioè, a raccontarla fa ridere, è una cosa ridicola... ma viverla non è stato divertente, ve lo assicuro...==
Praticamente la sera che sono arrivata (in ritardo perchè a Stansted sono lunghi come la fame, e poi il traffico londinese ha fatto il resto, senza dimenticare la coda di turisti - tutti compagni fin dall'atterraggio... - che dovevano comprare la Oyster Card. Tutti prima di me, claro) ho incontrato questo (all'apparenza insignificante) problema: il cellulare non andava. "Sarà la vicinanza con l'aeroporto" (tentativo di autoillusione 1); "Sarà che in pullman non prende!" (tentativo di autoillusione 2); "Saranno le vibrazioni negative della Forza!" (tentativo di autoillusione 3). Per qualche inspiegato motivo insomma la Sim non andava, anche se il mio amato Miyabi prendeva a tutta forza.

E cosa c'è di grave in questo? vi chiederete. Ecco, io dovevo fare uno squillo ad Amai Senpai ( ♥ che mi ospitava) per farmi venire a prendere alla fermata della stazione di Turnham Green (la cito perchè è sconosciuta. O almeno, a me lo era...).
Arrivo a Victoria e non chiamo da un telefono pubblico perchè tanto "ce ne saranno altri più avanti, adesso è meglio che segua questi italiani che vanno alla tube o mi perdo" (in mia difesa, Victoria Station è DAVVERO grande!).
Arrivo a Turnham e c'è un telefono pubblico. Avvicino tremante e ansiosa il mio unico pound in moneta (ovviamente non avevo una tessera. E nemmeno coins, dato che in banca mi avevano cambiato solo in banconote... Quell'unica sterlina è derivata dal mio arguto acquisto della Oyster) alla fessura, che appare - ohibò! - un poco strana.
Premo.
La moneta non entra.
Ripremo.
Nada.
Ci provo ancora.
Zero assoluto (ah ah).

...insomma, il telefono è rotto.
Vado disperata dal "black man" allo sportello (nero di fatto e di cuore, quello stronzo!) e cerco di spiegargli la mia situazione. 
Chiariamoci, il mio inglese non è buono. Presa dal panico e vicina all'iperventilazione vi assicuro che non migliora.
Lui, prendendomi per una deficiente, mi dice che non può farmi chiamare dal suo sportello di merda, perchè "chiama solo le altre fermate della Metro".
Ma a me che me ne frega? Fai tuo il principio del buon Samaritano, abbi pietà di me e prestami il cellulare. Non ci credo che non ce l'hai!
Ad ogni modo, poi produce la perla:

"Qui in stazione c'è un telefono pubblico!".

........
Lo so, omino, ma E' ROTTO! La mia incapacità di creare frasi al di sopra del livello nucleare nella tua barbarica lingua non causa il mio non saper vedere e usare un normale, internazionale, numerico telefono.
Dopo averlo portato davanti al telefono incriminato e valutato che, effettivamente, non va (per la cronaca: verrà riparato nei giorni immediatamente successivi) l'amico/nemico mi accompagna fuori dalla sua station, indica un punto all'orizzonte e dice: "Là troverai un telefono pubblico".

Clo, sull'orlo di una crisi isterica e con trenta chili di scomodi bagagli, trova il telefono.
Dopo manovre degne di un contorsionista per fare entrare le valige e il suo stesso guscio nella cabina, con mano tremante impugna la sterlina e il foglio col numero di telefono di Senpai.
Numero di telefono inglese. Una voce metallica dice che non esiste. ("Ma se le ho mandato degli sms dall'Italia!)
Riprova: stesso esito. (Se siete curiosi, è solo perchè continuavo a mettere uno 0 in più davanti al numero. Ma non sapevo... Mea culpa...).
Numero di telefono italiano: risponde la segreteria. Il mio unico pound viene mangiato.

Bene, io non so dirvi come mi sono sentita.
Diciamo che mi sarebbe piaciuto vomitare al lato della strada e farla finita.

Invece, presa dalla disperazione, faccio quello che tutti noi odiamo. Sì, come quando vai a Milano e una persona di dubbia provenienza si avvicina blaterando una storia più o meno credibile e vi chiede di farvi telefonare.
Ecco: Clo versione Barbona di Lambrate.

La mia prima vittima, incurante della mia storia strappalacrime e dei miei occhi luccicanti, dice di non avere credito.

Clo si fa furba, e stalkera una ragazza che è al telefono.
Questa, tatina e gentilissima, per quanto spaventata dall'orribile sfacelo umano che era la vostra lumaca in quel momento, la lascia telefonare. E senpai non risponde.

Io volevo morire, giuro. Mi sono chiesta cosa mi avesse spinto a lasciare casa...==

Intanto arriva il moroso di Ragazzina Tatina, e i due se ne vanno. Ma lei, dolcissima e le auguro tutta la felicità del mondo, mi dice che se la mia amica chiama le dirà che sono arrivata.
Fa due passi e risponde al telefono.
Io non voglio illudermi, ma seguo ogni suo movimento con gli occhi fissi.
Lei torna da me e mi allunga il suo Iphone fiammante.

E una voce amica comunica con me che verrà a prendermi subito.

E' stato uno dei momenti più belli della ma vita.

Cosa impariamo da tutto questo? Che, anche se qualcuno ci viene a prendere, può sempre succedere un imprevisto. Quindi facciamoci dare l'indirizzo così al massimo si chiama un taxi, ok?

Sul fatto che poi sono diventata razzista, ho camminato nella via in cui abita Colin Firth, ho parlato con Vodafone Japan per un errore dell'omino del negozio di telefoni e andrò probabilmente a vivere con una famiglia di trafficanti colombiani ne parlerò più avanti, ok?

Sonno-mon!

Cheers e alla prossima puntata!

*e anche oggi Clo riesce ad infilare a gratis il nome di Cillian Murphy! Non c'è che dire, ho un talento innato! xD

cillian murphy, vita vissuta, vita ironica, london calling

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