[AKAME] backstage

Jun 03, 2009 15:56


WARNING!!

questa fanfiction è a medio-alto contenuto di "ZIN-ZIN!!"
Quindi non scandalizzatevi troooppissimo, oki? (basto già io...)
Quindiiiiih.... ecco il terzo capitolo di AKAME!!!^^

TITOLO: Backstage
AUTORE: Muyoochan
GENERE: Yaoi, aslash, leggermente lemon, introspettivo
FANDOM KAT-TUN(perchè mi voglio male!)
PAIRINGS: appunto perchè mi voglio male AKAME!!!
RATING: nc-17 (bollino rosso)
NOTE E COMMENTI SPARSI: terzo capitolo della saga delle torte mentali Akamiane... e conclusione.
RINGRAZIAMENTI:Al mio pudore che è momentaneamente partito...cooomunque non ho voluto fare il tutto troppo esplicito perchè ho gusti sensibili e non volevo renderlo pornazzosa come fanfic. A ofeliadarkwater per avermi spinto a minaccia (no scherzo) a postarla e a chiunque legge le mie fanfic. (per chi vuole...basta cliccare il banner: in realtà è un WALLPAPER!! XDD 1024x768 pix)





Volevo solo capire.

Probabilmente ciò che vivevo era solo uno stadio di una malattia, un morbo probabilmente sconosciuto.

Sentivo un improvviso calore: le la bbra pizzicavano e venivo preso spesso da alcuni capogiri.

Probabilmente la fonte dei miei guai eri tu.

A Tokyo finimmo la nostra sessione primaverile con la solita routine: bis, saluti, ringraziamenti e poi dritti nell camerino in comune.

"Sugoi..."la sua voce rieccheggiava tra le quattro mura  mentre cercavo di sembrare distratto "...ci vuole proprio una bella doccia dopo una faticosa serata!"

Cercavo di evitare il contatto visivo per paura di farmi scoprire.

Non volevo che i presenti notassero le mie reazioni alla pelle nuda di Kame, al leggero arrossamento delle spalle, al fumo di calore che sfuggiva dalle braccia, alle goccie d'acqua che imperlavano il torace...

"Jin! Dico a te!"ridacchiò Koki picchiettando sul mio braccio.

"Go-gomen..."dissi inclinando la testa.  Poi scesi salle nuvole e misi su la maschera da bulletto "Anzi...che cacchio vuoi?!"

"Ti prendo le Marlboro!"rispose sorridendo.

"USERO!"urlai ridacchiando.

Solo poi mi accorsi che mi ritrovai da solo in camerino.

Da solo con Kame.

"Penso che..."iniziai a pensare a qualsiasi cosa per levarmi da una situazione a sfavore di Kazuya"...andrò a reclamare indietro le mie sigarette!"conclusi avviandomi verso l'uscita.

"Mi sei piaciuto stasera" esordì la sua voce ingenua.

Esitai a girare la maniglia.

Sospirando mi voltai a guardarti mentre eri impegnato a vestirti.

"...dico davvero"

Le mie dita sfiorarono quelle labbra che ancora ricordavano il profumo del rossetto che assaporai poche ore prima.

Quel sapore...

"...e non riesco a smettere di pensarci, Jin."

No. Avevo capito male.

Dovevo aver capito male! Kame non avrebbe mai avuto la malizia di pensare a me in quel modo: lo stesso modo in cui lo squadravo.

"Spero invece che il mio solo ti sia piaciuto..." o almeno pensavo tu avessi detto questo.

Ormai non ascoltavo più: i miei occhi si spostavano dall'asciugamano che tamponavi sui capelli ancora bagnati, al fisico esile ed imperlato.

"Al diavolo!!" sospirai avvicinandomi alle tue labbra.

Il calore che sprigionavano rendeva giustizia al loro sapore: deciso ed intenso, quasi come un vino dal bouqet maturo.

Era strano: ero abituato a sapori ben più dolci, a lucidalabbra aromatizzati, burrocacao fruttati.

Ma questo era uno dei sapori più buoni che avessi mai gustato.

Non sapevo se eri d'accordo a tutto questo.

Francamente non me ne importava.

Volevo solo essere egoista.

Non so perchè ti baciai, stavo solo soccombendo alla tentazione...anche ora la dolcezza rimane sulle mie labbra.

Eravamo appoggiati al tavolino di fronte allo specchio illuminato.

La luce di quelle lampadine a basso voltaggio illuminava alcune delle goccie che macchiavano la tua perfezione.

Decisi di dar loro una giusta fine.

Quelle goccie le assaporai con baci delicati cercando di appropiarmene definitivamente, mentre le tue dita affondavano tra i mie capelli.

Devo ammettere che anche allora cedetti alla tentazione di spiare il nostro riflesso sullo specchio.

Pensavo che potesse fermarmi ma la tua espressione mi diede la voglia di continuare questa insolita situazione.

Non posso dire che ti amo perchè probabilmente mentirei.

Siamo solo amici.

Please show me your affection... ma non posso tornare più indietro.

Il denim che ti separava da me sembrava un cancello facilmente danneggiabile.

Quasi tremando impercettibilmente sfiorai le gambe mentre tu deciso miravi a zone del mio corpo ben più precise.

Sussultai quando sentii le tue dita entrare nei pantaloni.

"Kazuya..."esordii sussurrando al tuo orecchio.

"Se vuoi possiamo anche smettere."la tua pugnalata non faceva molto male: le tue parole erano accompagnate dai rapidi gesti che la tua mano faceva per farmi felice.

Che razza di bastardo.

"Hai paura, Kame?"

"Io ho voglia." dicesti sorridendo.

E così ti sbottonai i jeans facendoli cadere al pavimento.

Non so perchè non eravamo preoccupati di ciò che stava accadendo: la porta non era chiusa a chiave e chiunque poteva entrare da un momento all'altro.

Sta di fatto che senza troppi fastidi mi volevi dentro di te.

E da ciò che vedevo eri anche molto felice di questo.

Fu un po' faticoso riuscire ad entrare, ma la fatica fu presto ben premiata.

Il rumore che le nostre pelli emettevano da questo contatto, il tuo sospiro frenetico sul mio orecchio, il movimento che facevamo...Dio quanto mi piaceva!

Era bello essere desiderati così tanto. Lo capivo perchè spesso reclamavi la mia bocca costringendomi a volte a rallentare.

E sentire il massaggio che spesso compievi con la lingua, il goffo modo in cui spesso sbattevamo i denti, la delicatezza dei tuoi gesti mi facevano inebriare.

Era magnificamente bello sapere che non ero più di tanto colpevole per quello che stava succedendo.

Il calore che sentivo appariva anche più giù, verso spazi che non avevo mai condiviso con Kame.

Poi il tuo abbraccio improvviso e una frase.

"Non smettere."

Costretto dall'incantesimo di quelle parole non potevo certo disobbedire.

E guardandomi nuovamente in quello specchio scorsi l'espressione quasi sorpresa che portavo in volto.

Gli occhi lucidi che avevo erano certo il risultato della fatica, non del mio stato d'animo.

Doveva essere così.

I gemiti che producevo erano alquanto udibili dall'esterno e questo iniziò a insidiarmi quel poco di pudore rimasto.

Per questo uscii da Kazuya dirigendomi verso la serratura del camerino.

Pateticamente ciondolai per la stanchezzza che avevo alle gambe: sorreggere qualcuno è sempre un'impresa dopo una serata del genere.

Appena la chiave fece il classico "CLOC" sospirai e mi accasciai al pavimento.

Non riuscii a vedere il volto di Kame da quella prospettiva.

So solo che con l'asciugamano accennò a pulire un po' il tavolo che avevo sporcato.

Poi lo ritrovai su di me.

E senza aggiungere alcuna parola afferrò l'unica parte del mio corpo su cui non avevo alcun controllo e ne fece un suo giocattolo.

Ero certo che avevo il volto arrossato nel sentire la lingua segnare ogni mio centimetro. Sembravo quasi un oggetto di piacere.

Ma cavolo, ero stato io a provocare tutto questo.

Così senza troppi fronzoli afferrai la testa di Kazuya portandola sempre più a fondo.

Di più, sempre di più....fino alla fine.

"Mi piace questo modo di finire i concerti."disse Kazuya ridacchiando.

Calò il silenzio.

Poi ridemmo all'unisono.

"Anche a me, amico mio..." conclusi baciandoti.

Sapevi sempre di buono.

Fu imbarazzante cercare di giustificare il caos che avevamo provocato in camerino con gli altri.

Non so neanche cosa si fu inventato Kame per farli cascare nel tranello.

Sono solo un amico, lo so ma...
se chiudo gli occhi è solo per te...

Per questo adoro fare i concerti.

Per il backstage.

yaoi, akame, italiano, akanishi jin, fanfiction, kamenashi kazuya

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