Solitamente definito progenitore del rinascimento, Giotto deve molto alla tradizione italo-bizantina

Feb 10, 2012 14:54




Uno storico “scambio di capolavori sacri” tra il Patriarcato Ortodosso di Mosca e l’Arcidiocesi di Firenze ha portato tre icone di altissimo valore nella città sull’Arno, tra cui una Ascensione di Andrej Rublëv normalmente esposta alla Galleria Tretjakov. Da parte sua, Firenze ha mandato a Mosca due opere molto rappresentative: una Maestà giovanile di Giotto della collezione diocesana e il più celebre polittico conservato in duomo e noto come Polittico di Santa Reparata.



Dalla redazione. Si veda anche su questo argomento: Tutta l'Italia è in fermento per la rimozione di Giotto, in Russia e tacciono sul Rublev? http://expertmus.livejournal.com/88376.html

Perché gli italiani ancora una volta battezzato da Andrei Rublev? http://expertmus.livejournal.com/90457.html



Perché Giotto? Capostipite della scuola pittorica fiorentina e padre di tutta la successiva pittura italiana, questo maestro fu inventore del nuovo linguaggio artistico, così diverso dall’idioma degli iconografi bizantini, che segnò l’inizio di una autonoma tradizione occidentale. Commentando questo linguaggio nuovo, il critico cinquecentesco Giorgio Vasari affermerà che Giotto «divenne così buono imitatore della natura, che sbandì affatto quella goffa maniera greca, e risuscitò la moderna e buona arte della pittura», e dai tempi del Vasari fino a tutt’oggi gli storici contrappongono il naturalismo di Giotto all’idealizzazione tipica dell’Oriente cristiano. All’incontro ecumenico abbiamo quindi mandato opere di Giotto solo per sottolineare le differenze che ci separano?

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