Autrice:
s0emme0s Titolo: Never Enough Time
Fandom: Harry Potter
Personaggi: Sirius/Severus
Riassunto: Bussò piano, un paio di volte.
Nessuno rispose, ma da dentro provenne un tonfo sordo, come di qualcosa che cadeva a terra.
O che veniva sbattuto al muro.
Rating: Molto, Molto Nc17
Avvertimenti: PWP della peggior specie.
Tabella:
Here Note1: Partecipante alla community
moviesquote_fic , con il Prompt: "Io sono il frutto di quello che mi è stato fatto, è il principio naturale dell'universo: ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria." (V per Vendetta)
Note2: Partecipante alla
Maritombola, Prompt "Tempi": Tra un minuto.
Note3: Per
hikaruryu , che
a suo tempo chiese una Malevolence P0rn. ^^
Note4: doveva essere una Drabble, doveva fermarsi a Remus che bussa alla porta. Doveva... *piange* (Ulteriori note alla fine).
Dedica: La dedica va con estrema gioia a
hikaruryu , perchè è in grado di scrivere delle Holmes/Watson che spaccano il cuore. E perchè prima o poi riuscirò a vederle scrivere una Long su quel Fandom. So che ci riuscirò. *manda amore*
Never Enough Time
E' più tardi di quanto pensi.
Proverbio cinese
Remus lo stava cercando da qualche minuto, e l’unico posto in cui non aveva ancora provato a controllare era la sua camera.
Sapeva che a Sirius non piaceva rinchiudersi nelle sua vecchia camera: troppi ricordi, diceva lui.
Per questo era stato l’ultimo posto in cui si sarebbe aspettato di trovarlo.
Bussò piano, un paio di volte.
Nessuno rispose, ma da dentro provenne un tonfo sordo, come di qualcosa che cadeva a terra.
O che veniva sbattuto al muro.
-Sirius? Sei lì dentro?- chiese un tantino preoccupato.
La risposta arrivò qualche secondo troppo tardi
-Sì, che c’è!?-
Remus immaginò che fosse il legno massiccio della porta a dare alla voce di Sirius quel suono ansimante.
-Molly dice che la cena è quasi pronta.- rispose titubante.
-Arrivo fra un minuto.- disse la voce di Sirius, tornata quasi alla normalità.
Remus si avvicinò ancora di più alla porta poggiandovi quasi l’orecchio.
-Va tutto bene? Sento dei rumori strani...-
-Va tutto benissimo. Ti dispiacerebbe lasciarmi solo? Un minuto.-
Remus per quanto perplesso e fortemente tentato di abbassare la maniglia per controllare che non stesse facendo niente di pazzo, come tagliarsi le vene, decise di lasciare perdere l’ennesima stranezza dell’amico e si accontentò di lasciare la porta chiusa senza aggiungere altro.
Ma se avesse obbedito all’impulso di entrare si sarebbe stupito molto di più che non trovando un Sirius in piena depressione, intento a tagliarsi le vene.
La mano sinistra dell’ex Grifondoro stritolava infatti la faccia di Severus Snape, scomodamente schiacciato contro la parete, mentre la destra fino a pochi attimi prima era intenta nella faticosa occupazione di slacciare i pantaloni ad entrambi prima che accadesse l’irrimediabile.
Gli occhi di Snape, impossibilitato a muoversi, schiacciato com’era dal corpo di Sirius e incastrato tra le sue gambe divaricate, saettarono minacciosi contro l’uomo e Black finalmente decise di togliere la mano dalla sua bocca.
-Sono abbastanza intelligente da sapere quando tenere la bocca chiusa, Black.- disse acido, con le guance chiazzate di rosso.
Sirius sogghignò divertito, insinuando la mano adesso libera tra le mutande dell’altro e facendogli stringere gli occhi per qualche secondo.
-Ma devi ammettere che è divertente averti in pugno.-
-Sarà divertente per te.- rispose l’altro cercando di mantenere il controllo.
Sirius lo schiacciò ancora di più contro il muro, appoggiandosi a lui completamente e avvicinando la bocca all’orecchio del Serpeverde.
-Piace anche a te, Snape.- sussurrò, facendogli calare finalmente i pantaloni.
Lo sentì rabbrividire e sorrise chiudendogli la bocca con un bacio.
Le mani di Severus si insinuarono tra i capelli neri e arruffati di Sirius strattonandoli tra le dita, facendolo mugolare sulla sua bocca.
Black si leccò le labbra allontanandosi per riprendere fiato -Temo che ci vorrà molto più di un minuto.-
-Che seccatura.- rispose l’altro slacciandogli il bottone dei Jeans e spingendo questi ultimi in basso lungo le cosce magre dell’uomo.
Sirius si spinse avanti con i fianchi, scontrando le loro erezioni ancora coperte dall’intimo con un sospiro soddisfatto.
-Da quando sei diventato così intraprendente?- chiese stringendogli improvvisamente il sesso tra le dita.
Severus trattenne il fiato per un attimo prima di rispondere -Io sono il frutto di quello che mi è stato fatto, è il principio naturale dell’universo: ad ogni azioni corrisponde una reazione uguale e contraria.-
-Quindi se io adesso faccio così...- e poggiò le labbra sul collo del Serpeverde succhiando senza alcuna vergogna -...tu fari lo stesso a me.-
Snape preso alla sprovvista mugolò qualcosa di intelligibile, mentre la mano destra di Sirius continuava a masturbarlo, e la sinistra a vagare sotto la sua camicia, indisturbata.
-Uguale e contraria, Black.- rispose un momento dopo, quando l’altro lo mollò, lasciandogli un segno rosso che spiccava come fuoco sulla pelle bianca. Allora avvicinò la bocca al collo di Sirius e morse.
-Cazzo Snape!- Sirius lo lasciò e fece un passo indietro, posando la mano sul collo, gli occhi azzurri decisamente arrabbiati.
Severus, ancora appoggiato alla parete si sentì tremendamente nudo senza il corpo caldo dell’altro a schiacciarlo, così allungò una mano e lo afferrò per la maglietta, tirandosela addosso di nuovo.
-Stai zitto, stupido canide.- sussurrò ribaltando le posizioni improvvisamente.
Non era mai successo prima di allora e Sirius rimase talmente allibito che l’unica cosa che potè fare fu lasciarsi baciare. Foga, rabbia e saliva, ma nient’altro. O forse qualcosa, laggiù in profondità.
Severus non gli diede il tempo di riprendersi perché scivolò verso il basso mordendo la pelle ancora coperta dalla maglietta.
Il respiro di Sirius accelerò improvvisamente quando si rese conto di quello che Snape stava per fare.
Appoggiò le mani a palmo aperto contro il muro, perché, Diavolo, non era psicologicamente pronto all’idea di Snape che gli faceva un pompino.
Severus sembrò osservare qualche attimo l’erezione mal contenuta dalle mutande di Sirius, poi guardando dal basso all’alto il volto congestionato del Grifondoro sogghignò.
Sirius sentì lo schiocco delle dita decisamente troppo tardi, e si trovò imprigionato alla parete dalla quale erano fuoriusciti improvvisamente dei ganci di metallo che gli circondavano i polsi e le caviglie.
Splendido.
-Per una volta, lo conduco io il gioco.- sussurrò Severus, memore della loro prima volta in un bagno della scuola (1), bhe, la cosa sarebbe durata notevolmente di più.
-Liberami.- disse Sirius, con una sfumatura di panico nella voce. Ma sopra a tutto, c’era aspettativa.
-Credo proprio di no Black.-
-Stronzo.-
-Può darsi.- rispose sovrappensiero, insinuando due dita lungo l’elastico dei boxer di Sirius e facendoli scivolare lentamente verso il basso.
-Sei un bastardo impulsivo Black, lo sanno tutti. Ma io so essere molto paziente. Prima che finisca tutto questo, temo che dovrai implorarmi.-
Sirius sentì montare la rabbia, ma al di sotto di questa il brivido di eccitazione non passò inosservato al Serpeverde inginocchiato. -Lieto che tutto questo non ti disgusti.-
-Quando mi libero dovrai urlare.- sussurrò Sirius divincolandosi inutilmente.
Severus lo ignorò e iniziò la sua lenta, piacevole tortura.
Con la punta della lingua disegnò piccole spirali di calore sullo stomaco dell’uomo, ignorando bellamente l’erezione pressante che chiedeva attenzioni.
Le mani di Severus erano appoggiate contro la parete, per sorreggersi, e Sirius fu costretto a concentrarsi solo su quella lingua, capace certo di sputare veleno, ma anche di insospettabili giochetti.
Scese con una lentezza esasperante, lasciando dietro di sé una scia di saliva bollente, ma di nuovo ignorò il sesso dell’uomo, spingendosi ancora più in basso, occupandosi della pelle morbida tra le cosce.
Era un piacere guardarlo, con gli occhi chiusi, la fronte aggrottata, concentrato come se stesse preparando una delle sue pozioni più pericolose. Ma Sirius era un tipo per cui il gioco era bello quando durava poco.
E la situazione sembrava dover andare per le lunghe.
Quando due dita di Severus, quasi per caso sfiorarono l’erezione tesa di Sirius, il Grifondoro dovette mordersi le labbra per impedire a qualsiasi suono di fuoriuscire.
Le mani di Severus andarono a divaricare ancora di più le gambe del prigioniero, mentre la sua lingua continuava quel saliscendi, senza mai andare dove avrebbe dovuto stare.
Improvvisamente, come dal nulla la mano destra dell’uomo andò ad accarezzargli testicoli.
Sirius dovette artigliare la parete per evitare il singulto strozzato che gli era salito spontaneo alle labbra.
Guardando verso il basso con occhi appannati vide Severus, i capelli che coprivano metà volto, sogghignare divertito.
-Te la stai godendo lassù, Black?-
-Stronzo.- soffiò Sirius in una patetica imitazione di voce sicura di sé.
Snape, smettendo di torturare la pelle tesa delle sue cosce, soffiò gentilmente sulla sua erezione.
Bastò il suo fiato caldo a farlo gemere senza remore.
-Il tuo autocontrollo è ammirevole.- lo schernì Severus, con le labbra a pochi millimetri dalla punta del pene di Sirius, il Grifondoro che lo guardava con il sudore che scendeva copioso lungo la schiena trovò che le uniche parole giuste da dire fossero -Vai a farti fottere.-
-Magari più tardi.- rispose distrattamente Snape e tirando fuori la lingua sfiorò a malapena la pelle rossa e congestionata di Sirius, mentre la mano strinse i testicoli in una morsa gentile.
-Oh cazzo, cazzo, cazzo...- sussurrò Sirius, stringendo gli occhi e scuotendo i capelli sudati dal volto.
Severus gli prese in bocca la punta, muovendo la lingua in piccoli cerchi.
Sirius ansimava senza ritegno alcuno, incapace di controllarsi come avrebbe tanto voluto.
Ma se quella era una tortura, bhe... che durasse per sempre!
-Sirius, la cena è pronta! Vieni?- al suono della voce di Harry le sante labbra del Serpeverde si contrassero in una smorfia divertita, ma non accennarono a spostarsi.
Sirius ammutolì di colpo.
Si divincolò, incapace di fare altro, e implorò -Fermati. Fermati, oddio...non...Snape!-
Snape non accennò a fermarsi, ma, con estremo divertimento strinse appena i denti, strappandogli un gemito acuto.
-Sirius! Stai bene?!- chiese la voce di Harry, evidentemente preoccupata.
-B...benissimo.- tentò Sirius a voce alta.
Snape scelse quel momento per succhiare per la prima volta con un minimo di forza e la voce di Sirius si spense in un acuto.
-Allora vieni?- domandò Harry titubante.
-Fra... Fra un minuto.- Rispose Black, incapace di aggiungere altro e mordendosi le labbra a sangue.
Severus evidentemente dovette prendere fiato, perché si staccò solo per un attimo sussurrando -Aspetta e spera Potter.- E poi riprese da dove aveva lasciato.
-Snape, per l’amor di Merlino, smettila subito. Harry...ah.-
Ma la voce gli morì in gola, per un morso poco gentile che i denti di Snape pensarono fosse il momento giusto per dare.
-Sirius, ma che stai facendo?-
Questa ti piacerebbe Potter, ti piacerebbe davvero. Pensò Severus stringendo di più le labbra e muovendo la lingua a destra e a sinistra.
Sirius non si sprecò a rispondere, anche perché non ne sarebbe stato in grado e ansimò un “per favore” strozzato.
Così come era cominciata però la tortura finì e il Grifondoro potè tornare sufficientemente lucido per qualche secondo.
-Sto solo mettendo un po’ d’ordine... scendo tra un minuto.- disse per l’ennesima volta, suonando alquanto patetico, in effetti.
Harry parve moderatamente soddisfatto, perché si allontanò dalla porta.
Sirius incapace di controllarsi un attimo di più portò la sua attenzione di nuovo su Snape che, santo Merlino, Morgana e Godric, si stava leccando un dito.
No, quello era decisamente troppo.
Il mondo si era capovolto negli ultimi dieci minuti e lui era incapacitato a fare checché avesse voluto.
Gli occhi appannati di lacrime di Black poterono tornare a vedere nel momento esatto in cui la bocca di Snape riprese possesso del suo sesso. Ma la sua mente andò alla deriva quando quel dito, caldo, lungo e affusolato, iniziò a torturare la sua apertura.
Adesso tra i suoni emessi da Sirius non c’era niente di comprensibile, solo ansimi strozzati, che si trasformarono in gemiti incontrollati quando Snape lo penetrò improvvisamente.
-Se...Severus...- l’orgasmo partì dalla sua parte più profonda, inondandolo come una liberazione.
Venne nella bocca di Snape, con le cosce tremanti, e un grido bloccato in gola, le mani che artigliavano la carta da parati ormai a brandelli.
Si accasciò sulla parete, incapace di pensare logicamente per alcuni secondi, gli occhi chiusi, la bocca semiaperta e il sudore che ghiacciava sulla sua pelle.
Si accorse di essere libero quando Snape, ormai in piedi, lo baciò, con il sapore salato dello sperma ancora sulla lingua.
Sirius posò le mani ancora tremanti sul sedere dell’uomo danti a lui e lo schiacciò contro di sé, percependo la sua erezione ancora insoddisfatta premere sulla sua gamba.
-Alla fine non ti ho implorato, serpentello.-
-Lo hai fatto eccome.-
-Sei decisamente uno stronzo. E mi sembra di averti detto che ti avrei fatto urlare.-
-Tra un minuto dovresti essere a cena.- rispose lui arretrando di qualche passo.
Sirius scalciò via i pantaloni ancora in mezzo ai piedi e lo afferrò per il bavero della camicia trascinandolo di nuovo verso di sé.
-Non ci vorranno che trenta secondi, Snape.- poi lo spinse all’indietro con forza. Severus perse l’equilibrio e cadde sul letto con molta poca grazia.
-Sei troppo sicuro di te, stupido cane pulcioso.-
-Vedremo.-
[fine]
(1) Severus si riferisce a
questo episodio, decisamente più casto.
Note finali:
Decisamente, la storia mi ha preso un dito, la mano, il braccio e poi tutto il cervello:
So che Severus non è il Severus che siete abituati a vedere nelle Malevolence.
So che Sirius non è il Sirius che siete abituati a vedere nelle Malevolence.
So che sono entrambi terribilmente OOC (o almeno credo).
Ma, diavolo. Severus ha praticamente preso vita da solo e ha deciso tutto lui. Non volevo sfociare nel Kink, ma evidentemente Sirius la fa da padrone per queste cose.
Insomma, prendetevela con loro! Ecco.
*piange via*